Sospirai.. "Per fortuna, mi portate qualcosa di gustoso da mangiare? Io nel frattempo leggerò qualche libro.. È così bello qui, partirei subito in viaggio per mille avventure" sorridendo.

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"Subito, madama." Disse Macao ad Altea.
Nella cabina come detto vi erano diversi libri tra cui scegliere.
Tra i tanti manuali di viaggi marittimi e misurazione delle costellazioni per navigare, Altea trovò persino una sorta di diario, firmato dallo stesso Andorre.
Poco dopo Macao tornò con un vassoio, sul quale aveva portato una frittata di zucchine e crescione, accompagnata da un fiaschetto di vino rosso.

Ringraziai Macao, avevo preso il diario firmato da Andorre. Iniziai a sfogliarlo dopo aver mangiato con in mano il bicchiere di vino rosso.

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Aprendo il diario, Altea si accorse che conteneva delle poesie, scritte dallo stesso Andorre.

Non immaginavo Andorre fosse un poeta, iniziai a leggere assaporando il buon vino.

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Altea lesse la prima poesia:

"Profumo di donna.
In certe sere di stelle avare e di densa foschia,
quando Cassiopea è lontana e la Luna di luce torva,
quando ramingo è fuggito via l'ultimo crepuscolo boreale
allora il mare si tinge di pingue solitudine e sordi sispiri lontani.
Le onde gemono di echi perduti, di scogli bagnati e venti confusi.
Il sapore del sale e di lembi terragni, l'odore degli alisei e gli inganni dei sensi.
Tutto tace e grida nel buio della sera spietata su quest'isola senza tesoro, nè donna.
Un'isola d'esilio di stelle ed ignota alle rotte dei venti, delle spezie e dei sali d'Oriente.
Profumo di donna, sognato, ambito, rincorso e perduto nelle sete degli ultimi pastori di terre svanite.
Profumo di donna, di mare, di terra e di vita.
Profumo lontano tra onde di spuma, di sale e rotte interrotte."

Il vecchio non mi rispose e sperai per lui che mi desse ascolto.
Ma era comunque troppo tardi.
Un attimo dopo, un volto fece capolino nella capanna.
Un volto che avrei dovuto dire di conoscere bene, ma in realtà non era così.
Alzai un sopracciglio al suo sguardo su di me.
Poi seppi il suo nome, Taros.
Sì, in effetti era un nome da bastardo, decisamente.
Seguii in silenzio lo scambio di battute fra i due in silenzio, sperando che non succedesse il peggio.

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Lessi avidamente la poesia.. Chissà dove si trovava Andorre.. In un posto dove l'amore non esisteva? Strinsi il libro poggiando il bicchiere e continuai a leggere, a capire l'animo di Andorre.

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Taros si voltò verso Gwen, squadrandola tutta.
"E questa..." disse "... da dove è uscita?"
"Lasciala perdere..." Elv.
"Davvero?"
"Si..." fissandolo Elv.
"Giuda, non sei nella posizione di dettare legge, sai?" Ridacchiando.

Altea fu sul punto di leggere un'altra poesia, ma ad un tratto entì delle voci familiari giungere dal ponte soprastante.
"Oh, Andorre..." disse cinguettando Lissie "... non vedo l'ora di viaggiare con te! Di scoprire il mondo, solcare il mare!" Entusiasta.
"Davvero una nave magnifica, capitano!" Ammirato il vecchio De Bastian ad Andorre.

Udii le voci dei miei familiari ma non sentivo la loro mancanza, accarezzai la poesia appena letta e la strinsi al petto. Udii la voce di Lissie e cercai di scacciare la gelosia.

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Tornò di nuovo a fissarmi con insistenza e mi stava venendo dando sui nervi.
Feci presa sulla spalla di Elv per farlo stare più calmo possibile.
"Altrimenti che fai?" chiesi a Taros, con tono candido, ma sguardo diretto.

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Stringendosi al petto il libro con la poesia, Altea cercò di scacciare la gelosia e l'insofferenza che si sentiva.
La voce di Lissie tintinnava ossessiva nelle sue orecchie, così come la sua risata fanciullesca.
Era felice, esaltata, come una bambina tra i suoi balocchi.
Rideva, sospirava, si muoveva libera e felice sul ponte e tutto ciò era chiaramente sentito da Altea nella cabina.

Taros scoppiò a ridere.
"Io nulla, bellezza..." disse divertito a Gwen "... ma il resto della banda potrebbe fare molto male al tuo amico!"
"Dacci un taglio, Taros." Elv.
"Ehi, Giuda..." Taros guardando le gambe fasciate di Elv "... cosa diavolo ti è successo?"

Lo guardai senza battere ciglio a quelle parole.
Poi, notò le gambe di Elv.
"Ti preoccupi per lui dopo quello che gli hai fatto? Sei quasi commovente, sai?" con tono sarcastico.

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"Oh oh... ehi, bellezza..." disse Taros divertito a Gwen "... e cosa gli avrei fatto, sentiamo?"
"Lasciala perdere ti ho detto..." Elv.
"Sta zitto, Giuda!" Lo zittì Taros, per poi tornare a fissare Gwen.

Sobbalzai quando lo zittì e Dio quanto desideravo fargliela pagare in quel momento.
Lo guardai quando tornò a fissarmi.
"Relegare il proprio fratello al ruolo di schiavo non è molto carino, non è il massimo della fraternità, te lo hanno detto?" fissandolo di rimando.

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Taros guardò Gwen e scoppiò a ridere.
Rideva forte e scuoteva il capo.
Poi, quando riuscì a calmarsi, chiamò quelli fuori dalla capanna.
Entrarono così tre uomini robusti, armati di lunghi fucili, coltellacci alle cinture e minuti di sguardi temerari.
"Prendete questa brandina" ordinò loro Taros "e portatela a bordo. Naturalmente con quanto vi è sopra." Indicando Elv.

La sua risata mi irritava e gli avrei volentieri spaccato la faccia.
Poi mi irrigidii quando entrarono dei tizi armati e Taros gli ordinò di portare Elv a bordo.
No ma, stavamo scherzando?
Senza attendere oltre lì seguii mentre portavano via Elv, preoccupata per l'esito che la cosa avrebbe avuto.
Improvvisamente, quello di mio zio mi sembrò il rischio minore, in tutta questa assurda situazione.

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Quegli uomini dall'aspetto così poco raccomandabile presero la brandina con Elv, portandola fuori dalla capanna e raggiungendo la scialuppa ormeggiata in acqua.
"Viene anche tu..." disse Taros a Gwen "... sei sicura?" Ridacchiando.
"Meglio se resti qui e ritorni da tuo zio, Gwen..." fece Elv "... fa come ti dico..."

Guardai male Taros, point mi voltai verso Elv.
"Scordatelo, non ci tono più lì, indietro" con tono risoluto, mentre lo seguivo a bordo.
Come poteva pensare che lo avrei lasciato in balìa di suo fratello?
E poi, non mi sarebbe toccata una sorte migliore, tornando a casa.

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Taros fece segno di salire tutti sulla scialuppa.
Poi partirono verso il battello.
Con loro c'era anche il vecchio pescatore.
La scialuppa fu issata sul battello e tutti scesero sul ponte.
La brandina di Elv fu poggiata sul pavimento in legno e Gwen era accanto a lui.
"Non so se a bordo abbiamo una cabina per voi..." disse ridendo Taros a Gwen e ad Elv "... mi sa che ci dovremo arrangiare..." divertito "... tu dormi con me, piccola?" A Gwen.

Rimanemmo sul ponte del battello, io accanto ad Elv e con noi c'era anche il pescatore.
Mi voltai a guardare Taros.
"Non ci penso nemmeno" con tono piatto.


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"Ah, capisco..." disse divertito Taros a Gwen "... preferisci allora dormire nella stiva col resto della ciurma? Sai, quelli non sono gentiluomini come me..." ridendo.
"Smettila..." fece Elv.
"Chiudi il becco, Giuda!" Replicò Taros.

Sospirai passando una mano fra i capelli.
Cosa avevo fatto di male per meritare un cosa simile?
Era la punizione per essere scappata di casa con Elv, per caso?
Era questo che dovevo scontare?
Non mi piaceva affatto, no, decisamente...
"Di certo preferivamo rimanere con quel maledetto coccodrillo nel Lagno la scorsa notte..." con un sorriso strafottente ed un tono sarcastico

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Taros scoppiò a ridere e con lui il resto della ciurma.
"Ora basta." Disse ad un tratto una voce dalla tettoia a poppa, dove apparve un uomo con un cappuccio sulla testa.
Tutti si zittirono ed Elv lo guardò per un lungo istante.
"Dategli una cabina." Ordinò l'uomo col cappuccio. "Per lui e per la ragazza."
"Ma questo traditore..." fece Taros.
"Fa come ti dico." Lo zittì l'altro.
Allora Taros fece segno ai suoi uomini di portare Elv sottocoperta e con lui anche Gwen, mentre dalla tettoia l'uomo incappucciato fissava la scena in silenzio.

Le risate di quegli idioti furono stroncate da una voce imperiosa che non ammetteva repliche.
Allora io ed Elv fummo portati sottocoperta.
Certo, avrei preferito restare sul ponte al freddo, per terra, piuttosto che dormire con Taros, ma l'idea della cabina non era affatto male.

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Gwen ed Elv si ritrovarono così in una cabina tutta per loro, dove finalmente lui poteva stendersi su un letto decente.
"Dalla padella alla brace..." disse lui sbuffando e guardando il soffitto, mentre il battello ripartì.

Finalmente potè stendersi su un letto per riposare degnamente, visto che ne aveva decisamente bisogno.
"Intanto prendi questa, ordine del dottore" porgendogli la pastiglia accompagnata dall'acqua che trovai sul comodino in legno.

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Elv prese la pasticca e la ingoiò.
Il battello era partito.
"Se avesse le gambe intatte" disse lui a Gwen "giuro che mi tufferei nel Lagno per fuggire... meglio i coccodrilli che questi bastardi..."

Sospirai stendendomi accanto a lui.
"Adesso, per favore, vuoi spiegarmi cos'è successo fra te e questa gente?" insistetti.
"So che non vuoi parlarne, ma sono coinvolta anche io adesso.l e voglio sapere."

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"E' pessima gente..." disse Elv sbuffando "... meglio sai di loro e meglio è..." fissando Gwen.
Ad un tratto qualcuno bussò alla porta della cabina.

Sbuffai.
"Sei impossibile, a volte..." scuotendo il capo.
Poi, bussarono alla porta della cabina.
"Chi è?"

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La porta si aprì ed entrò un uomo dall'aspetto bonario, tarchiato, vestito con vestiti puliti, ben fatti, ma ormai logori in più parti.
Il volto era largo, la barba di almeno un paio di giorni, la fronte sudaticcia e gli occhi piccoli e poco espressivi.
"Salve." Disse con aria gaia. "Sono il dottore di bordo..." sedendosi accanto al letto di Elv "... su, ragazzo mio... fa vedere un pò le gambe... il capitano mi ha detto di darci un'occhiata..."
E cominciò a visitare Elv.
"Eh... brutte ferite..." mormorò "... ma sono state ben disinfettate... non corri il rischio di tetano o peggio..." annuendo "... ora cambiamo le bende..." e cambiò le bendature sotto gli occhi di Gwen.

La porta si aprì, mostrando un uomo tarchiato e dall'aspetto migliore degli altri poco raccomandabili qui a bordo.
Disse di essere il medico e cominciò a visitare Elv.
Per fortuna, il dottor Rotor aveva fatto un buon lavoro.
Infatti sorrisi ad Elv contenta che non rischiasse più.
"Entro quanto guariranno del tutto le sue gambe?" chiesi al dottore, mentre cambiava le bende.

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"Il tempo che le ferite si chiudano" disse il medico a Gwen "e potrà cominciare a camminare." Annuì. "Diciamo in un paio di giorni potrà camminare."
"Dov'è diretto questo battello?" Chiese Elv.
"A caccia, ragazzo mio." Ridendo il dottore.

Annuii, anche se veramente non vedevo l'ora che stesse di nuovo bene.
"A caccia? Cosa intendete?" aggrottando la fronte "Voglio dire... A caccia di cosa?"

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"Volevate dire a pesca..." disse Elv.
"No no, proprio a caccia." Ridendo il dottore.
"Di cosa?" Elv guardando poi Gwen perplesso.
"A caccia di tesori, ragazzi miei!" Annunciò il dottore.

Alla risposta del medico, guardai Elv.
"In pratica... Pirateria? È corretto?" chiesi per sicurezza.

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"I pirati sono dei ladri." Disse il medico a Gwen con aria saccente. "Qui è tutto in regola. abbiamo il permesso di navigare in queste acque. Permesso firmato da lord Corcionne in persona. Un permesso dunque che non può essere messo in discussione."