"Sono io, dottoressa..." disse una voce da fuori.
Ester la riconobbe: era quella del presunto maniaco.

Sgranai gli occhi sentendo che l'altra voce non era di Erbert, ma del maledetto giornalista.
Parlarono di sperimentazioni, articoli, infatti guardai Gan senza parole.
Continuai ad ascoltare, curiosa di sapere fin dove quei due criminali sarebbero arrivati.
Avevo avuto delle pessime impressioni su entrambi ed ora capivo perchè, ancora una volta il mio sesto senso non aveva fallito.

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"Non abbiamo tutto questo tempo, dannazione." Disse nervoso Montes.
"Solo un'altra settimana." Guerin. "Cosa sono 7 giorni? Altre due volte in 7 giorni e poi la chiudiamo."
"Quella gente non scherza." Replicò Montes. "Dobbiamo dare loro ciò che hanno già pagato."
Gwen e Gan ascoltavano in silenzio.

Pagato?
Ma chi?
E cosa?
Di che accidenti stavano parlando?
Guardai il mio collega confusa, perchè davvero non si poteva immaginare cosa ci fosse in pentola.
Cosa potevano avere in comune loro e gli omicidi e soprattutto in base a quale genere di affari?

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Mentre Gwen e Gan cercavano di capire cosa stesse accadendo, ad un tratto si sentì un'auto giungere nel cortile della villa.
"Ecco il vino per brindare." Disse Montes a Guerin.
Lo scrittore aprì la porta e fece entrare il nuovo arrivato.
"Ho portato alcune bottiglie fra le quali farla scegliere, signor Montes." Disse Erbert.
"Benissimo." Annuì Montes. "Ho preparato dei salumie del formaggio con cui goderci il vino."

Quasi sobbalzai sentendo un'auto arrivare alla villa.
Poco dopo, un'altra persona era stata accolta.
Ed era naturalmente Erbert.
Il vino, certo.
Solo quello?
Ormai non mi sentivo di escludere nessuno e lui era nel mezzo, specialmente dopo che Goz mi aveva messo la pulce nell'orecchio.

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Gwen e Gan restarono ben nascosti, ascoltando ogni parola.
I 3 però stapparono il vino e mangiarono, parlando perlopiù delle migliori annate di vino degli ultimi anni.
"Ah, signor Erbert..." disse Montes "... le avevo chiesto quelle erbe... come si chiamavano?"
"Sono bacche selvatiche, molto rare." Soiegò Erbert. "Si, domani mi arriveranno e le potrà avere."
"Perfetto." Ridendo Montes.
"Ma per cosa le occorrono'" Chiese Erbert.
"Oh, nulla... un amaro che la mia famiglia produce da generazioni." Mormorò lo scrittore.

Oh eccolo il nostro misterioso assassino.
Ma per favore.
Lo sai di essere un agnellino al macello, caro il mio svitato?
Poverino, mi fai quasi pena.
Poi mi ricordo dell'oscenità e... no, niente pena.
Così, aprii la porta.
Chissà che faccia aveva questo maniaco.
Cominciavo a essere curiosa.

Ebbi modo di ricevere numerose conferme dopo l'arrivo di Erbert.
Smisero improvvisamente di parlare dei loro complotti e si diedero al vino, le annate e Montes disse che le bacche servivano per un amaro, ma dubitavo che fosse così e con ogni probabilità Erbert era fuori dai giochi.
Guardai Gan capendo che avevamo raccolto parecchie informazioni, senza nemmeno aspettarcelo ed era tanta roba.
Ma davvero tanta.
Feci poi un cenno per fargli capire che probabilmente ora era il momento di andare, perchè dubitavo che avrebbero continuato a parlare fra loro, visto il terzo ospite.

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Gan annuì a Gwen e i 2 agenti dell'Afrapol sgattaiolarono via.
Lasciarono la villa e raggiunsero l'auto poco distante.
Poco dopo erano già sulla strada per tornare all'abitazione dei 2 fratelli.
"Darei non so cosa per sapere di quale merce parlavano Montes e Guerin..." disse guidando Gan.
Nel frattempo, nel luogo dell'appuntamento, Ester stava per scoprire il presunto assassino.
Aprì la porta e si trovò davanti un giovane con una maschera sul viso.
La guardava con curiosità ed una strana intensità.
La dottoressa senti lo sguardo chiaro di lui scendere su di lei, poi tornare ai suoi occhi.
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