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Rimasi scioccata dall'affermazione dello zio.
Non volevo conoscerlo. Ah sapeva essere davvero cocciuto quando ci si metteva. << Zio Charlie!>> lo ripresi, << non capisco perché hai già deciso che quel cavaliere non ti piace. É meglio farselo amico, per gli affari intendo. Potrebbe portarci tanti clienti ricci alla bottega>> Parlare di affari era spesso l'unico modo per convincere lo zio a fare qualcosa. << Beh... Ha fatto tanti viaggi, ha visto molte cose... Ci ha raccontato di quella sua prigionia ricordate? Sono cose che segnano una persona, non c'è da stupirsi del suo sguardo... Vorrei vedere voi!>> Ritirai il resto delle cose in tavola perché sentivo il bisogno di alzarmi e far andare via un po' del nervoso che sentivo attraverso il movimento fisico. << Uhm... Uhm... Il primo? I primi, Pepino, i primi. Non te lo dimenticare che c'era anche io e la mia presenza é stata apprezzata>> dissi con un impeto di orgoglio per poi rendermi conto di aver parlar forte tanto che i due uomini mi sentirono chiaramente dalla sala da pranzo. |
Pepino rise a quelle parole di Dacey, mentre suo zio scuoteva la testa.
“Questo cavaliere” disse Charlie “sta diventando una dannata idea fissa per quella ragazza.” “Eh, il fascino dei cavalieri è sempre stato forte sulle donne.” Bevendo Pepino. “In ogni epoca.” “Non dire sciocchezze.” Pulendosi col tovagliolo lo zio. “E' poco più di un'adolescente, non ha certo di pensieri simili.” “Amico mio, le donne crescono molto prima di noi.” Sorridendo Pepino. “Quando noi siamo ancora ragazzi loro sono invece già adulte.” Annuì. “Idiozie.” Seccato lo zio. “Dacey sta solo fantasticando, immaginando chissà quali storie fiabesche. I ragazzi manco li guarda.” “Eh, convinto tu.” Divertito Pepino. “Si, sono convinto.” Annuì Charlie. |
“Come volete...” disse l'uomo a prua ad Altea “... noi vi abbiamo avvertiti. Di più non possiamo fare.” E fece segno ai suoi di proseguire.
Il peschereccio così prese ad allontanarsi. “Sicura che non vi spaventa proseguire?” Chiese Lyon alla dama. |
Restai in cucina e si stavo proprio origliando ma ero troppo curiosa di capire cosa le mie parole avevano scaturito.
Zitta zitta udii lo scambio di battute e rimasi ammutolita. Per mio zio non ero altro che una bambina, non si accorgeva che ero cresciuta e che volevo di più dalla vita che restare sempre in bottega. Per molto tempo, dopo la morte dei miei genitori, in effetti avevo creduto che sarei sempre rimasta a fianco dello zio Charlie, con lui mi sentivo al sicuro e mi voleva bene. Ma ero cresciuta, erano passati gli anni e la mia mente si era mossa desiderosa di novità. Ora mi sentivo sicura di me stessa e non cercavo più mio zio in caso di bisogno, tendevo sempre a trovare la soluzione da me. Ora avevo sogni e aspirazioni più grandi che quelli di fare la cartomante. Ora guadavo fuori dalla finestra e provavo invidia per quelle ragazze che passeggiavano accanto al loro amato. Provavo invidia per Milly, la figlia del panettiere, che sgattaiolava via ad ogni occasione per ricevere un bacio dal garzone del fabbro. E anche io avrei tanto desiderato qualcosa del genere. Ma ero sempre stata quieta non avendo ancora trovato qualcuno che attirasse davvero la mia attenzione m Fino ad ora. << Signori in cucina mi fischiavano le orecchie, non si dovrebbe sparlare di chi non c'è >>ammonii i due con fare naturalmente bonario mentre versavo loro del liquore per terminare il pasto. |
Il peschereccio prosegui'e Lyon mi pose di nuovo il quesito.."Sicura Lyon, non penso possiamo essere loro preda e poi pure questi pescherecci se ne stanno tranquilli..perché dobbiamo temere noi?".
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Gwen aprì il biglietto che così recitava:
“Guarda a sinistra della cintura di Orione. Ci sono le Perseidi, da dove scendono sulla Terra le stelle cadenti. Ne vedrai una, tutta per te. Esprimi il tuo desiderio...” |
Aprii il biglietto.
Ad un certo punto credetti quasi di averlo imparato a memoria, per quante volte lo avevo riletto, sorridendo incantata e rossa in viso. Così presi un pezzo di carta e, guardando le stelle con un sorriso, risposi. Legai poi alla zampa del pappagallo il biglietto, che recitava: "L'arrivo di questo biglietto è già il mio desiderio, e si è avverato..." |
“Allora non origliare e vedrai che le orecchie non ti fischieranno.” Disse lo zio a Dacey, davanti ad un divertito Pepino.
I due gustarono il liquore versato loro dalla ragazza e dopo un po' l'ometto si alzò per andare via. “Bene, amici miei...” mormorò “... la cena era ottima, così come la compagnia. Vi sono debitore di una serata altrettanto piacevole. Ora però meglio che vada, visto è già tardi. Domattina, come detto, vorrei tornare nella brughiera e sincerarmi che il nostro cavaliere abbia il necessario per i suoi comodi.” |
Roteai gli occhi al rimprovero di mio zio e incrociai le braccia.
<< Si si va bene>> mormorai sospirando che più di un sospiro sembrava uno sbuffo. << É stato un piacere anche per noi. É sempre bello per chi cucina quando il cibo viene apprezzato così tanto>> infatti lo stufato era sparito tutto in pochi minuti dalla tavola. << Si, lo avete detto e... >> guardai lo zio ma non mi azzardai a chiedergli per tornare alla brughiera anche quella mattina, << beh se doveste avere bisogno di qualcosa domani... Sapete dove trovarm..intendo dove trovarci>> |
“E sia.” Disse Lyon riprendendo il grosso remo con cui governava la barca. “Proseguiamo. Però, devo dire che mi piacete.” Sorridendo ad Altea. “Siete coraggiosa e non timida e preoccupata come invece appaiono le damine dell'alta società. Ma siete davvero sicura di essere nobile e non invece la figlia illegittima di qualche brigante o avventuriero?” Facendole l'occhiolino.
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