Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 25-11-2020 03.15.03

Lui rise.
"Non penserà" disse a Gwen "che io resti qui a spiegarle cose inconcepibili per una mente semplice come la sua, vero?" Fissandola. "Ci ono valori e segreti troppo grandi per una vita misera e breve come la sua. Ma in parte soddisferò la sua curiosità." Mostrandole 2 siringhe. "Ora lei ed il suo collega sperimenterete l'efficacia del mio siero..."

Lady Gwen 25-11-2020 15.38.53

"Oh no, certo, lei è geniale... È per 1uesto che noi della polizia abbiamo capito cosa stava succedendo..." dissi sarcasticamente, con tono laconico.
Poi, prese una siringa per ognuno e già lì iniziavo davvero a sudare freddo.
Avevo sempre tenuto in conto che il mio lavoro potesse essere rischioso e che rischiavo di non tornare a casa a fine giornata, ma non mi ero aspettata che finisse così.
Decisamente no.
"Dimmi, avrò modo di sbranarti almeno, dopo che mi avrai iniettato quella roba?" sarcasticamente.
Poteva fare quello che voleva, ma non avrei ceduto, fino all'ultimo.

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Guisgard 25-11-2020 23.38.41

"Le concederò una sola domanda..." disse l'uomo un maschera a Gwen mentre preparava le 2 siringhe "... una ed una soltanto... non la sprechi e non mi deluda, o penserò che l'Afrapol sia davvero disperata per arruolare gente come lei..."

Lady Gwen 26-11-2020 01.05.13

Una sola domanda.
Dovevo giocarmela bene.
Non sapevo se quella che avevo in mente lo fosse, ma era ciò che avevo pensato e tanto mi avrebbe uccisa comunque, no?
Insomma, poco male.
"Perchè i bambini?"

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Guisgard 26-11-2020 01.15.17

"Perchè rappresentano il futuro." Disse lui preprando le 2 siringhe. "Colpire loro equivale a colpire la società insana di oggi." Mostrò un ghigno. "Non è così malvagia come sembra. E' solo propaganda."
Prese una delle siringhe e si avvicinò al lettino di Gan.
Un attimo dopo iniziò ad iniettare il tutto nelle sue vene.
Poi si avvicinò al lettino di Gwen.

Lady Gwen 26-11-2020 01.22.06

Davvero non potevo credere alle mie orecchie.
Ne avevo visti di psicopatici, ma così era davvero assurdo e surreale.
Mi sentii davvero impotente vedendo che iniettava quella cosa a Gan.
Poi si avvicinò a me.
"Sei così sicuro di quello che farai, che non hai nemmeno il coraggio di farti vedere in faccia" mormorai, con tono tranquillo.
Perchè non avevo dimenticato ciò che Goz aveva detto e quella vocina era sempre lì da qualche parte a sussurrare.

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Guisgard 26-11-2020 01.29.56

"Poteva chiedere questo..." disse lui a Gwen "... chiedere di me, del mio nome, del mio volto..." fissandola.
Un attimo dopo iniettò il tutto nelle sue vene.
Poi, solo il buio.

Lady Gwen 26-11-2020 01.34.50

Lo guardai battendo le palpebre incredula.
Sì certo, lo diceva ora perchè non avrei potuto chiederglielo, ma dubitavo che avrebbe accettato.
Mi iniettò quel siero nelle vene e il mio ultimo pensiero fu rivolto ad Elv.
Poi, scivolai nuovamente nel buio e davvero non avevo la più pallida idea di come sarebbe andata e se mi sarei mai svegliata.

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Guisgard 26-11-2020 01.41.22

Le mattine erano tutte uguali.
I muri bianchi, le lenzuola intrise di quell'odore di sitetico, la luce del Sole che invadeva gli stanzoni dagli altissimi soffitti.
Gli infermieri non erano cattivi e neanche il cibo era male.
Però la sofferenza si poteva toccare con mano.
Erano diversi giorni che i bagni freddi non erano più stati usati e neanche la camicia di forza.
Gwen col tempo aveva come smarrito il vigore e si era lasciata andare in quell'angoscia, in quel luogo di follia.
La porta si aprì ed entrarono 2 infermieri.
"Buongiorno, Gwen." Disse uno di loro. "Come stai oggi?"
"Scommetto benissimo, vero?" L'altro. "Ormai sono giorni che non vedi più bambini sgozzati. Significa che le medicine stanno facendo effetto."
"Su, andiamo all'aria aperta." Il primo infermiere prendendo la sedia a rotelle. "Un bel giro in cortile ti farà bene. Te lo sei meritato."

Lady Gwen 26-11-2020 01.50.34

I giorni erano divenuti solo dei numeri sul calendario.
Nulla a distinguerli, a caratterizzarli, niente.
Anche i giorni delle punizioni, via via, avevano iniziato a sbiadire, perlomeno nella mia testa, il ché era comunque abbastanza.
La mia vita era diventata bianca, pallida e vuota esattamente come quelle stanze, nemmeno le urla strazianti, mie e degli altri, riuscivano a riempirle.
Entrarono degli infermieri chiedendomi come stessi, ma la verità era che i bambini non erano spariti.
Erano sempre lì, erano stati brutalmente assassinati ed io non ero riuscita a fare nulla per salvarli.
Quella era la verità.
Raggiunsi la sedia in silenzio, senza dire o fare alcunché, perchè non sarebbe servito a salvare quei ragazzini.

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