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OH AMOR, AMOR MAI ABBRACCIATO (2° versione)
Oh amor, amor mai abbracciato Ch’ il sorriso mio fai soffrire! Oh amor, mai lieto mostrato Che nel cingerti andai a morire; Dolce il sole muore adagiato Per me solo nel suo imbrunire: Tramonta la speme d’ amore, Gelido sento quel calore. Oh amor, a me assai piacente Che non posso lo cuor domare, Perdona me, bimbo incosciente Ch’ il viso tuo nol vuol lassare: Che se il fo non sarei valente Del mio dir che ti voglio amare! Vado in sogno a sfiorar con mano Il viso tuo lindo qual ciano. |
molto bella messer
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prego messer continuate a scrivere ed io le leggerò con piacere...
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sir Drusus questa è ancora più bella, questi versi da leggere sono un dono prezioso per l'animo.
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...una sera d'estate di molti anni fa, al termine di una mia malinconica ballata d'amore, una ragazza con gli occhi bagnati di rugiada si avvicinò con una devozione primeva ed in punta di piedi nudi mi sussurrò parole indelebili dentro il mio cuore: "....Maestro, ascoltando al vostra melodia ed assaporando le vostre parole, mi avete concesso l'onore di entrare in quel mondo che voi avete con tatto entusiasmo cantato..."
Io, seppi soltanto sorriderle dolcemente, avendo smarrito l'uso della parola difronte a cotanta manifestazione d'amore e, nonstante non abbia mai conosciuto il suo nome ed il suo paese d'origine, oggi dopo tanto tempo, la "ragazza con gli occhi di rugiada" fa parte ogni sera del mio sconfinato repertorio musicale, e Lei, chissà dove e chissà quando, so che ascolta in silenzio la mia melodia che ancor'oggi l'accarezza.... Ho narrato questo breve spunto di gioventù solo per voi Messer Drusus e per coloro che sanno ancora emozionarsi di fronte ad un'emozione: voi avete il dono di poter creare, sappiate che questo dono è al servizio di Loro...sempre...e per sempre....anche quando le barriere della moderna virtualità chimata internet si richiuderanno come manti celesti sotto le stelle.... Nessuno più di me può comprendere questa dolce, triste consapevolezza, credetemi amico mio.... Buon Viaggio.... Taliesin, il bardo "E poi se la gente sa, e la gente lo sa che sai suonare, suonare ti tocca per tutta la vita e ti piace lasciarti ascoltare." (Fabrizio) |
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Voi già sapete con quanto trasporto io sempre vi leggo, sebbene solitamente desista dall'appesantire questo vostro delicato spazio con i miei, talvolta sciocchi, commenti! Questa volta però, spero mi perdonerete, non so trattenermi... e giungo così a porgervi il mio più sentito e più vivo Grazie per aver voluto condividere con noi qualcosa di così bello... :smile_clap: |
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IGNOTA
No, non so chi tu sia, Eppure so il tuo nome: Ti chiami leggiadria, E beltade il cognome. Del volto l’ armonia E gigli tra le chiome: Il cuore sento alliso Poscia quel tuo sorriso |
A CHIARA
Or sì cheggio se com’ un evo Tengo alito nel tuo pensiero? S’ ancor brillo come splendevo Ne l’ alma tua qual cavaliero ? Quero se t’ ho come t’ avevo O se non t’ aggio qual straniero ? Tutto questo al cielo dimando, Pur se more lo cuor tremando! |
rimango sempre più estasiata davanti tali versi :smile_clap:
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E Voi sempre dolce, sempre affettuosa in ogne favella :) Grazie Altea
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"Ignota" mi ricorda molto un mio peccato di gioventù quando vagavo per le corti del paese in cerca di ispirazione per comporre le mie canzoni...
C'è molta fanciullezza e spensieratezza in quei versi Messere Drusus, che il signore del cielo e degli acquitrini, preservi sempre il vostro cuore bambino.. Taliesin, il bardo |
LA SAGGEZZA DEL DEFUNTO
Addosso a me lo sudario Che più non puoto levare. Chiuso ‘l sasso, solitario Col fosco vado a giocare. Il tormento e lo calvario Sì più non ho da penare; Ma ora solo è primario Lo silenzio e meditare: Mirra ed aromi spalmate Sul mio viso fiorente un dì, E le monete adagiate Su chi il viver assai patì. L’ amorte membra lavate E l’ odor che su me morì; Femmine di un’ arte armate, Arte ch’ in vita non servì. Mai com’ ora ben voluto: Han sì guardi su me tutti; Sì dovevo esser moruto Per aver d’ amor li frutti? In vita ‘l ben è taciuto: Rido a trovarlo ne’ lutti. |
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ER GATTO DE ROMA
Sai chi a Roma è ppiù affortunato? E’ chi sta ne li Fori da padrone: Sta lì fermo, tutto spaparacchiato Da prima de l’ incendio de Nerone: Lo vedi disteso, tutto abbacchiato, O fa le poste de sotto ar portone; Poi tranquillo, doppo d’ aver magnato Su un coccio dorme co’ soddisfazzione! Ce metterebbi la mano sur foco Ma sicuro nun me ce vedo affatto: So’ nato certo pe’ vive co’ poco Ma de sicuro nun me magno er ratto. Lasso er sorcio a chi l’ accoppa pe’ gioco Tra cocci e chiese: lasso tutto ar gatto! |
Una vera novità è quest'ultimo componimento, Drusus...
una novità nel tema e nel linguaggio. Ma vi confesso che mi è piaciuto tantissimo... l'ho trovato così fresco, e allo stesso tempo così sincero e schietto... E poi piacevole alla lettura! :smile_clap: http://img194.imageshack.us/img194/5853/gattow.jpg |
stupenda sir Drusus :smile_clap:...io che adoro i gatti poi e avete citato pure il nome del mio gatto...Nerone.
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Ah sì? si chiama Nerone? visto? non sapendolo eppure l'ho citato :) Grazie ad ambe due per i Vostri complimenti :) ho scelto il dialetto romanesco poiché ho descritto appunto il gatto simbolo dei monumenti della mia città :) qua ovunque una persona si volge nel centro storico,vi sono gatti su gatti :)
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LA FOGLIA
D’ autunno tra mille foglie Una fra tante è diversa: Come l’ altre essa si toglie Dal ramo per sorte avversa. Una lacrima ella coglie Che pare nell’ ombra immersa: Or siede sulle sue spoglie Ma con alma quiete e tersa. Un omo passa e non vede Che col piè l’ ha calpestata; Essa è fra le meste prede D’ una vita mal sbocciata. E’ lì, ma niuno s’ avvede Ch’ ella giace abbandonata. |
IL VINO
Pranza con noi, bianco o rosato, Dolce o no ma atto in ogne guisa, Ch’ aitar deve poscia mangiato Lo gran ruttar e nostre risa: Da li Greci ha accompagnato Gli evi, scarsa e nobil divisa; Cagion del vero e barcollato, Frate de chi aveva alma lisa. Laude a lo bianco: bono in pesce Che lieta fa la cordial panza, E quando al finir il tòno esce Tutta beltade sua in noi avanza! Laude al rosso, ch’ il riso cresce E s’ eclissa ogne mal gueglianza: E quando allegro l’ oste mesce L’ alma ancide sua lamentanza. Ora alziam li nostri bicchieri Che ne lo ber saremo uniti; Qua italiani, qui forestieri Che l’ acre vita c’ ha infiacchiti. Ma ecco che arrivano i coppieri E il vin ci farà divertiti. |
LETTERA DI ACHILLE A CHIRONE
Su lo mar d’ Ilio son a te scrivente Poscia per Elena l’ aver pugnato; Alle navi Argive va la mia mente A te pensar, figlio di Crono amato! Udir tua favella il desio possente, E del Pelio l’ odor più profumato; Il tuo dir d’ esser rude ma clemente E tutto ciò per cui ivi son formato. Ed ecco: lo mar de sangue troiano Colora di scarlatto gli schinieri Argivi, le gote e la greca mano Ove lieta la cetra cantava ieri. Salute a te, d’ ogne virtute sano, Ch’ avrai magione ne li miei pensieri. |
PERCHE’ DI PACE IL VOLTO MIO SI PINGA
Perché di pace il volto mio si pinga E se pote la mossa alma chetare, La mia voce più non resti solinga E risa, vista qual tristo giullare: Vorrei ch’ il riso di rider non finga E dello spirto il mal non fosse amare; Che sospiro un amor ch’ a se mi cinga Ma troppo è lo pavento di tremare. Nell’ agognar sol io costì rimango Bramando rifulga meco lo sole: Ma quando solingo ogne fiate piango M’ avveggio che neppure ‘l sol me vòle, Ch’ ei l’ è più cupo dello nero fango Per il cuor mio che sanza luce dole! |
questa ultima poesia, è un pò triste ma è molto intensa Sir Drusus, i miei complimenti :smile_clap: quando passate a lasciarci i vostri preziosi versi rimango sempre più colpita della vostra bravura.
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possiamo anche darci del tu Altea :) ti ringrazio ancora e mi fa piacere che segui il mio operato :)
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ED OR DI PIU’ M’ ARDE ‘L DESIO
Quale ad omo miglior ventura Che l’ occhi tuoi lieti incontrare? Quale ad omo peggior iattura Che l’ occhi tuoi dover lassare? Non so dir: a pensar l’ è dura Ch’ il tuo guardo vorria mirare; Ed or di più m’ arde ‘l desio De far il tuo guardo e cuor mio! |
Drusus mi ero persa questa tua ultima poesia...:smile_clap: ordunque mi auguro che il suo cuore e sguardo siano tutti per te
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Tanti anni fa,
girovagando tra i menadri delle corti del Paese, al tempo in cui ero giovane e sciocco, inseguendo la perfezione melodica dell'antica musica dialettale, attraversando le lastricate strade di via Ghibellina nella medioevale Fiorenza, mi sono imbattuto in un vecchio canuto carico d'anni e di sapere, che accogliendomi cortesemnete tra gli scaffali polverosi della sua libreria, mi presentò un vecchio libro ingiallito che conteneva gli scritti inediti, allora come ora, del poeta maledetto Folgore da San Gimignano.... Ebbene Ser Drusus, in alcuni vostri scritti mi ricordate quel lontano amico di cui musicai diversi sonetti, esibendoli ad gni angolo delle cittadine toscane...La vostra "corrispondenza d'amorosi sensi" ha certamnete conquistate le vetuste pareti di Camelot, la moderna, ed i cuori delle anime gentili che sanno rispecchiarsi nella vostra linfa... Con rispetto e devozione... Taliesin, il bardo |
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