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Ascoltai il racconto del contadino con trasporto, osservando attorno a me i tavoli imbanditi di ogni bontà, nell' aria aleggiava il dolce profumo di nettare della mela.
La storia era terribilmente romantica e rimasi colpita dal finale. L'uomo, infatti, pronunciò quelle ultime parole quasi bisbigliando...i Capomazdesi. "Che stranezza" pensai "anche se saputa ma taciuta si festeggia in realtà la vittoria di un eroe capomazdese su un orco facendo poi cambiare la storia come la Festa dell' ultimo raccolto dell'Orco..doveva essere invece la vittoria dell'eroe capomazdese sull' Orco". Sospirai...dovevo smettere di pormi domande pure su una mela e ne presi una, da una cesta decorata con rose, addentandola delicatamente per assaporarne il sapore...era proprio vero, il sapore era particolare, una delizia per il palato e lo spirito, mai ne avevo mangiata di cosi buona....e tutto merito di un Capomazdese..risi tra me e me guardando la gente attorno. Ma quei pensieri furono scossi da Vivian annunciandomi l'arrivo del Chevalier de Lys, e prendendomi per un braccio mi portò subito a prendere gli ultimi biglietti..."Vivian, devo dire non se la cava molto bene a soldi il tuo cavaliere visto il suo mezzo di trasporto". Ma la gente era davvero in trepidazione aspettando solo che egli apparisse e mostrasse il suo spettacolo e in me crebbe pure questa curiosità e riuscimmo a metterci in prima fila. |
“Certo, milady.” Disse quella donna a Clio. “Si tratta di un secolare torneo che avviene ogni anno proprio durante il periodo della Quaresima. In verità quest'anno è stato proclamato per un preciso motivo. Qualche giorno fa qualcuno ha attentato alla vita della principessa di Sygma. Ora per questo sua signoria ha indetto la giostra. I migliori cavalieri saranno scelti come guardia del corpo della principessa.”
“Per partecipare ad un torneo come questo” fece Lucius “occorrerebbe avere un'armatura, delle armi ed un cavallo. Ed io dubito di riuscire mai a possedere tutto questo. Purtroppo in questo mondo non è il valore che fa il cavaliere, ma il denaro e il lignaggio.” Ma proprio in quel momento si udirono strane voci. Un capannello di curiosi si era formato attorno ad un piccolo spiazzo irregolare. “Cosa accade laggiù?” Incuriosito Lucius. “Andiamo a vedere.” E presa Clio per mano corse a vedere. Al centro dello spiazzo stavano alcuni cavalieri, disposti in cerchio attorno ad un altro cavaliere che invece stava seduto. “Insomma, sei il più arrogante pallone gonfiato che io abbia mai visto.” Disse uno di loro a quello seduto. “Già ed anche il più antipatico.” Fissandolo un altro di quei cavalieri. “E neanche a me vai a genio...” aggiunse un altro ancora. “Posso comprenderlo...” quasi con indifferenza il cavaliere seduto in mezzo a loro “... del resto la mia faccia piace alle donne ed è detestata dagli uomini... specie se brutti come voi...” “Forse meriteresti una lezione!” Esclamò uno dei cavalieri. “Meglio così...” con un sorriso beffardo quello seduto “... meno saremo al torneo, più rapida sarà la mia proclamazione come vincitore...” e cominciò a fissarli uno ad uno negli occhi, mentre la mano scivolava lentamente sull'elsa della sua spada. http://dreamworlds.ru/uploads/posts/...1241587_30.jpg http://images5.fanpop.com/image/phot...16-600-332.jpg |
Così, presi i biglietti, Altea e Vivian riuscirono a trovare posto in prima fila.
Il piccolo palco in legno era stato montato in una piazzetta all'ombra di un grande edificio. Tutt'intorno la gente si era accovacciata sui gradini di mattoni che delimitavano il perimetro del largo. C'era molta attesa e la stessa Vivian non stava più nella pelle. Ad un tratto apparve un ometto anziano al centro della scena e tra gli spettatori calò subito il silenzio. “Oh, Amore...” disse l'omino “... oh, Amore...” nel frattempo dall'altra parte del tendone, che faceva da sipario, alle spalle del buffo araldo si iniziarono a sentire alcuni flauti e qualche violino “... Amore, che ti fai beffe dell'intelletto e nascondi la felicità a chi la insegue con l'ingegno... tu, Amore, cosa ci narri dunque?” E mostrato un vistoso inchino alla folla, sparì nel sipario. Apparve allora sulla scena una fanciulla. Indossava un lungo abito e recava tra i capelli un diadema di fiori. Nelle mani aveva un libro. “L'Epifania dell'amore...” sussurrò, per poi portare quel libro al petto e sospirare “... sono l'erede del re, mio padre... e sposerò il cavaliere più ricco... questa è la volontà del mio venerabile genitore... oh, Amore... sarà anche bello?” In quel momento apparve un altro attore. Alto e magro come un chiodo e abbigliato come una margherita. “Chi sei tu, o fiore?” Chiese la fanciulla. “Sono la Margherita.” Rispose l'altro. “E sono ambasciatore di...” “Amore?” Lo interruppe lei. “No, del mio padrone!” “Oh...” sospirò lei “... e dimmi, o Margherita... è bello il tuo padrone?” “Come Lancillotto!” “Ed è anche ricco di spirito? Ed indulgente e generoso?” “Come Galeotto!” “Oh e di Amore è amico?” “Ne è il prediletto!” “Ed è ricco?” “Solo se tu l'amerai!” “Oh... allora mio padre non acconsentirà...” e chinò il capo. Un attimo dopo, l'attore e l'attrice uscirono. Qualche istante ed uscì un nuovo attore. Indossava il costume da cavaliere, una maschera sul viso ed in mano stringeva una margherita. Dal sipario qualcuno con uno specchietto illuminava la mano del cavaliere. Quella che stringeva la margherita, donando così al fiore uno straordinario effetto scenico. “E' lui, lo sento...” bisbigliò Vivian avvicinandosi ad Altea. |
Mi imbronciai per un momento alle parole di Lucius.
Diceva a me di sognare, quando era il primo ad essere realista e concreto. Ma sognavo da anni di vedere il mio amico realizzare i suoi sogni, e non avevo dimenticato il ragazzino che mi raccontava di voler diventare un cavaliere. Certo, aveva ragione, non aveva nè il lignaggio nè il prestigio, ma sperai che un giorno potesse conquistarli in qualche modo. Non sarebbe stato il primo cavaliere a farsi strada da solo, pensai sorridendo. Mi chiesi poi da quando avessi preso l'abitudine di fantasticare per Lucius, certo era meno rischioso che sognare direttamente per me, ma rischiavo comunque di farmi male. Non ebbi nemmeno il tempo di salutare la donna che Lucius mi prese per mano e mi condusse via. Qui, dei cavalieri stavano discutendo tra loro, mi fermai a guardarli. Uno sembrava proprio arrogante, doveva essere una caratteristica degli uomini di quelle parti. "..Santo cielo, Lucius... eccoli qui i cavalieri.." dissi al mio amico "...dici che assisteremo a un piccolo scontro in anteprima?" facendogli l'occhiolino. Osservai l'uomo seduto "..Che vuole fare, battersi contro tutti loro?" Con gli occhi sgranati. |
“Già, pare di si...” disse Lucius a Clio, mentre la tensione fra quei cavalieri aumentava sempre più.
Tutti quei guerrieri allora estrassero le armi e le puntarono contro quello che stava seduto al centro. “Impugna la spada e vediamo se sai usarla come fai con la lingua!” Gridò uno dei cavalieri a quello. “Sapete perchè, miei rozzi amici, i samurai sono superiori ai cavalieri?” Ridendo beffardo il cavaliere seduto. “Perchè non si separano mai dalla propria spada...” si alzò finalmente in piedi “... anzi, si dice che un samurai dorma insieme alla propria Katana...” la sua mano era sempre più vicina all'elsa della spada che pendeva dal suo cinturone. “Ma che diavolo stai dicendo?” Fissandolo uno di quei cavalieri. “Sta zitto e combatti!” “Vi sto aspettando...” mormorò e subito gli altri gli si lanciarono contro. Lui allora estrasse rapido la sua spada e cominciò a combattere, riuscendo a tenere testa a tutti loro. E così schivava, parava e respingeva i loro attacchi, mostrando un'abilità fuori dal comune. “Questo è ciò che sapete fare?” Ridendo. “Allora mi sa che questo torneo durerà molto meno dell'intera Quaresima!” “Dannato...” ansimando uno di quei cavalieri “... è velocissimo...” “Siete già stanchi?” Deridendoli quello al centro. “Avanti... vi va di ravvivare la contesa? Scommettiamo qualcosa?” Guardò tra la folla e notò Clio. “Sono pronto a scommettere” tornando a fissare i cavalieri che lo circondavano “che alla fine di questo scontro quella bella damigella mi darà un bacio per premiare il mio valore!” “Sta zitto!” Urlò uno dei suoi aggressori e di nuovo quei cavalieri ripresero ad attaccarlo. Ma anche stavolta lui riuscì a respingere ogni loro colpo. “Fermi, in nome di sua signoria!” All'improvviso una voce. Lo scontro cessò all'istante. “I duelli sono severamente vietati in città!” Fissandoli il capitano delle guardie. “E anche gli stranieri devono rispettare questo editto! E se non vi è stato chiesto di consegnare le armi al vostro ingresso in città, è solo perchè siete iscritti al torneo! Ma al prossimo duello fra le strade sarete espulsi dal torneo e da Sant'Agata di Gothia!” Così, quei cavalieri, rimesse a posto le spade, si allontanarono. “Ehi, voi...” ad un tratto qualcuno avvicinandosi a Clio e a Lucius “... non mi è stata data la possibilità di vincere, lo so, ma credo di essermelo meritato quel bacio... non pensate?” Era quel cavaliere che aveva tenuto testa a tutti quegli altri cavalieri. “E come vincitore vorrei reclamare il mio premio...” facendo l'occhiolino a Clio. |
Sgranai gli occhi davanti a tanta destrezza, il cavaliere era davvero coraggioso e straordinariamente abile
D'un tratto, però, il suo sguardo si posò su di me e lo sentii vantarsi che avrebbe avuto un mio bacio. Ma guarda un po', che insolente... Tuttavia, arrossii e distolsi lo sguardo per non incrociare di nuovo gli occhi del bel cavaliere. Quando delle guardie interruppero il duello impari dei cavalieri mi voltai verso Lucius, ma non ebbi nemmeno il tempo di parlargli perchè udimmo una voce. Citazione:
"..vi siete battuto con valore, Milord.. ve lo concedo.." allargai il sorriso, cercando di trattenere una risata "..ma in fatto di buone maniere.." scossi la testa. "..Non so a che genere di donna siate abituato.. ma ci vuole molto più di questo per conquistare un mio bacio.." alzai le spalle sorridendo "...sono certa che troverete decine di dame al mio posto.." strizzando l'occhio. "Tuttavia.. Non posso essere scortese con un uomo tanto valoroso.." sorridendo "... il mio nome è Clio di Restoroiry e costui è il mio fidato Lucius..." con una riverenza elegante "..mi direte il vostro nome anche se non avrete il vostro sfacciato premio, cavaliere?" senza smettere di sorridere. |
Quel cavaliere sorrise a Clio e mostrò un lieve inchino col capo.
“Il mio nome” disse “è Mamyon...” prendendo la sua mano e sfiorandola con un bacio “... e se non potrò avere quel sospirato bacio, allora lasciatemi chiedere una grazia... un lembo del vostro mantello, un orlo della vostra tunica o anche solo un brandello di un vostro fazzoletto... in modo che io possa legarlo al mio guanto, mostrando così i vostri colori e proclamandomi vostro campione...” di nuovo col capo accennò un inchino “... forse confrontarmi con quella marmaglia di cavalieri” sorridendo “non è bastato a farmi guadagnare quel vostro bacio... allora per meritare il frutto delle vostre labbra io per voi vincerò quel torneo... e allora, ne sono certo, da vostro campione non mi negherete più quell'ambito premio...” e le fece l'occhiolino. "Vedo che siete molto sicuro del fatto vostro, cavaliere..." fissandolo Lucius. "Per un simile premio" replicò Mamyon senza però distogliere il suo sguardo da Clio "si possono compiere le imprese più grandi..." |
Elisabeth scrisse così quel suo desidero su quella pagina bianca...
Il castello era circondato da una densa nebbia, mentre tutt'intorno le tenebre sembravano tingere ogni cosa. La campana della cappella batteva Mezzanotte ed una strano silenzio, cupo ed enigmatico, attraversava l'aria. Elisabeth era sull'alta torre e nonostante guardasse oltre le mura, quel muro di nebbia rendeva offuscato ogni dove. “Compare a quest'ora...” disse una voce “... ogni notte... e resta a passeggiare tra i bastioni e le merlature... non chiamatelo o egli vi chiederà di seguirlo... e prima che il gallo canti ritornerà nell'Oltretomba, dove i suoi lamenti saranno ignoti al nuovo giorno...” “Salute a voi, milady.” Quella voce destò Elisabeth da quella visione. Era una figura avvolta in un lungo e scuro mantello, con un cappuccio che gli copriva il capo. Il volto era racchiuso in una maschera di ferro e titanio. |
"Alzatevi.....cari amici, non vi è alcun bisogno di prostrarvi a me; è mio dovere salvaguardare la gente in difficoltà.....".
Ero molto imbarazzato, non mi era mai capitata una cosa del genere..... Mi venne spiegata la situazione e quest'ultimi insistevano sul fatto che bisognava reclutare altri cavalieri, ma dove li potevo trovare? L'unica idea che mi veniva in mente e usufruire della bacheca della locanda......che non sempre portava buone nuove ma bisognava tentare. Scrissi su di un foglio l'entità del pericolo assicurandomi di consegnarlo all'oste, il quale potesse svolgere il suo compito e portarci una valida mano. Ero pronto a partire.......giunto a destinazione avrei' proceduto ad ulteriori analisi. |
Arrossii lievemente alle parole del cavaliere.
Di norma, non amavo essere guardata in quel modo. I pochi rampolli di qualche nobile famiglia che avevano avuto l'ardire di avvicinarmi erano stati trattati con diffidenza e distacco. Ma quella non era Camelot, li non ero l'unica figlia di un marchese, quell'uomo mi sorrideva senza conoscermi. Già, pensai poi, infondo non mi conosceva nemmeno e si offriva di battersi per me. "..Beh, allora siete in grado di conversare come si deve con una dama..." sorridendo "Ma ditemi... Vi battereste come campione di una dama che nemmeno conoscete, Milord? Potrei essere una strega, un'assassina, o che so io...." Con un sorriso. "Tuttavia...." Slacciando un bellissimo nastro ricamato, di un rosso purpureo, che decorava la mia ampia manica "...sono certa che non disonorerete il mio nome, se i miei occhi non mi hanno ingannata, poco fa'..". Mi avvicinai e gli allacciai dolcemente il nastro intorno al polso. "Per un simile premio si compiono le imprese più grandi..." Scossi la testa "..sapete, una volta ho letto una frase come questa in un libro, la pronunzia un cavaliere prima di partire per una cerca che sembra impossibile.. Non so se riuscì mai a trovare il suo premio, ma ho sempre fatto il tifo per lui..." Facendogli l'occhiolino. Abbassai lo sguardo, conscia di aver parlato troppo. Non era da me. Solitamente il parlare con gli estranei mi imbarazzava e riuscivo a malapena a pronunciare poche parole. "..avete il mio favore dunque.. Vincete quel torneo, e avrete il vostro bacio.." Con un sorriso "..ma dovrete procurarci due ottimi posti per assistere al torneo.." Sorrisi ancor di più ".. Starò in pena per il mio nastro...". |
Il servo uscì e nella sala calò il silenzio.
Poco dopo si aprì una porta ed io vidi entrare il capitano delle guardie che mi aveva scortata da Sygma fino a Sant’Agata... era un uomo giusto, un uomo che aveva servito mio padre per molti anni prima di servire me... con un cenno lo invitai ad attendere. Passarono alcuni minuti, poi un’altra porta si aprì... Citazione:
I miei occhi si spostarono alla mia destra, allora, sul Capitano che ancora si trovava lì, in silenziosa attesa... “Capitano... voi servite da molti anni la casa di Sygma ed io so che siete un uomo giusto e retto... godete di una fama più che rispettabile, oltre che della stima di mio padre e della mia. E se adesso vi ho fatto chiamare è perché so che nessuno più efficacemente di voi potrà portare luce su ciò che è appena stato posto alla mia attenzione.” Tacqui appena per un istante... “Le due donne che vedete qui...” ripresi poi a dire, indicando le due che ancora si trovavano in attesa ai piedi dei pochi scalini di fronte a me “Sono giunte qui, ognuna con terribili ed infamanti accuse sul conto dell’altra, ma senza la benché minima prova di quanto dicono... non vi è niente di più deprecabile delle voci e dei sentitodire, niente che sia più lontano dalla verità e dalla giustizia. Tuttavia... le accuse che le riguardano sono troppo ignominiose per essere ignorate, o trattare con leggerezza. Questo, dunque, il mio desiderio: che voi indaghiate i fatti e le testimonianze per giungere alla verità... che scopriate senza più la pur minima ombra di dubbio se è vero che questa donna pratica la stregoneria, e se parimenti è vero che l’altra ripone la propria fedeltà e quella dei suoi congiunti in quelli che sono i nostri più terribili nemici. Sarà vostra cura, inoltre, occuparvi della detenzione delle due accusate e accusatrici fintanto che la loro integrità e la loro fedeltà non sarà comprovata! Per questo grave compito, capitano, vi invito, qualora ne abbiate bisogno, di avvalervi del saggio consiglio e del retto parere del Maestro George, uomo di somma cultura e mio fidato consigliere.” La mia voce si spense ed i miei occhi, gelidi, scrutarono per un momento tutti i presenti... “Questo è tutto, per il momento!” tornai poi a dire “Quando il Capitano sarà giunto alla verità, verrà direttamente a riferirla a me... ed allora io prenderò la mia decisione, premiando chi andrà premiato e punendo senza clemenza chi dovrà essere punito! Questo è tutto! Ho parlato!” Lentamente, quindi, mi alzai in piedi... rivolsi un piccolo cenno di saluto in direzione del Maestro e dell’Arconte... e senza aggiungere altro uscii dalla sala, diretta nei miei appartamenti. |
Lo spettacolo iniziò e subito ci fu silenzio..arrivò il Bardo a recitare i primi versi e poco dopo uscì il cavaliere mascherato ed il mio sguardo rimase fisso su quella margherita...
"M'ama, non m'ama, m'ama...non m'ama! Altea, è terribile, ogniqualvolta interrogo la margherita mi da lo stesso responso ovvero..non m'ama!" Distolsi lo sguardo dal libro che stavo leggendo, stesa sulla verde brughiera, e sorrisi.."Eleonor, non crederai a queste cose, come può un fiore sapere se il tuo amato ti ama o meno." Lei si accigliò.."Perchè? Tu non hai mai interrogato la margherita per sapere se quel misterioso cavaliere di cui non parli mai, nemmeno a tua sorella, ti ama? So tutto, la balia mi ha raccontato che l'altra notte egli ha dormito sotto il tuo balcone fino a quando l'Alba non è spuntata e per fortuna solo lei lo ha visto. Chi è, Altea? Dimmelo ti prego". Un ampio sorriso sul suo bel viso radioso e mi porse una margherita.."Avanti, vedi pure tu se ti ama". Afferrai il fiore contrariata e ad un tratto udimmo delle urla...era la balia, arrabbiata poichè tutti erano già in tavola per cena. "Oh Eleonor, andiamo..tu e le tue romanticherie e credenze" e gettai la margherita a terra "io sono sicura che mi ama senza estirpare gli interi campi di Camelot.." e ridendo ci avviamo verso il maniero. Fui destata da quel ricordo dalla voce di Vivian.."Dici sia il Chevalier de Lys?Vedremo, Vivian, ma perchè si celerà mai dietro una maschera?" Ma fui zittita da una ragazza vicino a me, seccata dal nostro vociare e continuai a guardare lo spettacolo. |
Era com scivolare nel sonno, al cui sonno si lasciava il posto alla veglia...la notte e la nebbia......c'era un uomo che appariva, chi era che appariva tra i merli di una torre.......ero andata su e sempre piu' su'...i miei capelli dondolavano al vento e alla nebbia....e qualcuno mi chiamo' alla veglia.....un battito di ciglia un'altro ancora...sino a quando il cervello riprese a vedere la realta'......l'uomo che avevo visto scendere dalla carrozza....ero seduta su di una poltrona e la sua figura si ergeva innanzi a me......dov'era Elina ?......." Perdonatemi......la voce mi sembra maschile ma il vostro volto non riesco a vederlo.....mi saro' addormentata e non so neanche io perche'.....mi sento un'attimino...confusa, ma lascero' la vostra stanza al piu' presto...".....feci per alzarmi dalla poltrona e con mio dissenso vi ricaddi con un tonfo.....guardai smarrita quell' uomo......mio malgrado non dovevo essere nel posto sbagliato
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Così, il locandiere espose nella bacheca della sua locanda quell'avviso scritto da Parsifal.
Poco dopo, il cavaliere e i quattro contadini partirono. “Il nostro villaggio” disse uno dei quattro a Parsifal “non è molto lontano. Tra un'ora saremo arrivati.” E infatti, circa un'oretta dopo, il villaggio apparve loro alle pendici dei primi monti. Era un insieme di casupole di legno e mattoni, tutte intorno a quella che era l'unica piazzetta del centro abitato. E nel mezzo c'erano la casa del capovillaggio e la piccola Pieve. “Eccoci giunti.” Fece uno dei quattro contadini. Così i cinque entrarono nel villaggio. E subito uno dei quattro suonò una piccola campana. Poco dopo tutti gli abitanti si riunirono attorno a loro. “Finalmente.” Avanzando il capovillaggio. “Attendevamo il vostro ritorno. Allora?” “Capo, vi presento...” disse uno dei quattro “... sir Parsifal. E' il cavaliere che ci difenderà dai banditi.” Tutti gli abitanti cominciarono allora a fissare quel cavaliere. “Salute a voi, sir Parsifal.” Andandogli incontro il capovillaggio. “Vi do il benvenuto nel nostro villaggio.” |
Lo spettacolo riprese.
Gli occhi di Vivian erano sul palco, dove quel misterioso cavaliere interrogava la margherita che aveva in mano. La ragazza stringeva, forse senza accorgersene, la mano di Altea, tanta era l'ansia per quella recita. “M'ama...” disse il cavaliere sul palco “... o non m'ama, mio bel fiore? Dimmelo tu... meglio il dolore che l'illusione... a meno che quest'ansia non sia il pegno da pagare per trovare l'Amore vero...” Sul palco allora uscì un'altra attrice. Era abbigliata con una lunga e bianca veste. “Chi sei, fanciulla?” Chiese il cavaliere. “Sono lo spirito della margherita...” “Può essere vero ciò?” Stupito lui. “Hai evocato l'Amore, no?” “Si, l'ho fatto.” “Ebbene, non sai, cavaliere, che l'Amore porta costanti meraviglie?” “Allora parlami, dama della margherita...” “Ti piace il mio abito, cavaliere?” “Moltissimo.” “Ebbene, sappi che un'ora fa esso era molto più bello...” fece lei “... si, molto di più... infatti comprendeva anche una mantella chiarissima che ora non posseggo più...” “E perchè mai?” “Perchè un altro prima di te mi ha sfogliata” rispose lei “e quella mantella, come questa veste, era fatta di petali... così è andata perduta...” “Per sempre?” “Oh, no...” sorridendo la fanciulla “... i petali che gli innamorati sfogliano non vanno mai perduti...” “Chi era quell'innamorato?” Domandò il cavaliere. “Un gran cavaliere e duca...” “E cosa c'era nel tuo responso?” Ancora il cavaliere. “La sua amata lo ama?” “Lei ignora quel sentimento...” “Un cavaliere e duca” stupito lui “che non trova il coraggio di dichiarare il proprio Amore?” “Egli non può dichiararsi...” “E perchè mai?” “Perchè sta pagando le pene di un terribile incanto...” “Incanto?” Ripetè lui. “Si, cavaliere...” annuì lei “... un incanto che gli è stato imposto... un incanto terribile... esso è chiamato il Pegno di Gioia...” Ad un tratto si udirono delle voci e poi delle risate. Queste interruppero lo spettacolo. Erano alcuni cavalieri, giunti in città per il torneo, che si erano messi ai margini della piazzetta e che con le loro voci avevano disturbato la rappresentazione. “Avete visto, amici?” Fece uno di quelli agli altri cavalieri. “Quel buffone dice di essere un cavaliere... lo credete possibile?” “Un cavaliere che impugna un fiore invece che una spada?” Ridendo un altro. “L'unico fiore che un cavaliere dovrebbe impugnare” disse quello che sembrava essere il primo fra loro “è quello che custodisce ogni donna.” E tutti gli altri si abbandonarono a chiassose e volgari risate. |
“Milady...” disse l'Arconte Meccanico ad Elisabeth “... volete andare via? Eppure avevate chiesto di me.”
In quel momento, da una porta laterale, entrò un servo. Camminava piano, attento a non farsi scoprire. “Io so perchè siete arrivata qui, milady...” continuò l'Arconte, senza accorgersi di quel suo servo che si avvicinava sempre più alle sue spalle “... per scoprire un nome... un nome da svelare dunque... un nome che forse solo il silenzio del destino conosce...” Intanto quel servo, dopo essersi avvicinato ancora all'Arconte, estrasse un pugnale. “Ed io sono qui per aiutarvi a scoprire quel nome...” aggiunse l'Arconte. Il servo allora, giunto ormai presso l'Arconte, lo pugnalò più volte alle spalle, non riuscendo tuttavia né ad ucciderlo, né a ferirlo. Infatti il suo pugnale si era piegato. “Avete visto, milady?” Fece l'Arconte. “Gli assassini non sempre restano impuniti.” Fece un cenno e congedò il servo. Questi mostrò un inchino ed uscì. “Lady Elisabeth, ciò che cercate” fissandola l'Arconte “si trova in un luogo lontano e ancora misterioso. Ma io vi indicherò quel luogo. Così che possiate raggiungerlo e realizzare quanto chiedete. E in cambio del mio aiuto, ma da intendere solo a titolo di riconoscenza, dunque senza alcun obbligo, voi mi porterete un Fiore. Un Fiore sbocciato proprio in quel luogo dove si nasconde ciò che voi state cercando. Così ripagherete nel modo migliore la mia generosità verso di voi.” |
Il primo punto era stesso messo, ora bisognava occuparsi del vero problema.....
Passò circa un'ora prima che giungessimo a destinazione e con tutto quel cavalcare mi tornarono in mente le imprese con Belfagor nelle campagne bretoni e al servizio dei cavalieri di Arles, condizioni e pezzi di vita che mi hanno formato in ciò che sono ora. Il villaggio che si presentò dinanzi anche se umile aveva il suo fascino, ma non vi era tempo per assaporarlo nelle sue tradizioni vi era altro. Sceso da cavallo venni accolto dalla gente e dal capovillaggio come un salvatore, ma se avessi tale facoltà, risposi: "Messere......il piacere è tutto mio, spero di poterle essere d'aiuto. Non ho molto, ma quel che servirà sarà ben dato......" Quello che potevo fare e affidarmi alle mie conoscenze in campo tattico-militare e alle mie indagini sul territorio, solo cosi'......avrei' potuto risolvere l'arcano. |
Mamyon sorrise a quelle parole di Clio e lasciò che la ragazza legasse quel nastro al suo polso.
E nel frattempo il cavaliere restò a fissarla. “Si, forse siete davvero una strega...” disse poi “... o meglio... una fata...” le fece l'occhiolino “... si, lo siete senza dubbio, visto che ora frequenterete ogni mio pensiero... si, credo si un incantesimo questo...” sfiorò il nastro con le dita “... quanto alla frase di quel libro... devo dire che invidio quel cavaliere, visto che si è guadagnato il vostro tifo... ma sono certo che ne farete un po' anche per me durante il torneo... e per i posti... vi farò avere due posti sul palco ovest... e sapete perchè? Perchè io combatterò di fronte ad esso e così vi vedrò per tutto il tempo della giostra...” “Forse vi converrà guardare anche i vostri avversari, cavaliere...” ironico Lucius “... altrimenti potreste uscire prima del previsto dal torneo.” Mamyon lanciò solo un fugace sguardo al ragazzo, quasi di indifferenza, per poi subito tornare a fissare la ragazza. “Si narra che Perseo sconfisse Medusa guardandola riflessa sul suo scudo...” sussurrò “... io allora guarderò le contese riflesse dai vostri meravigliosi occhi azzurri, milady... così, tutto mi apparirà più bello...” tornò a baciarle la mano “... ritenetevi già la madrina della giostra, lady Clio...” un ultimo sguardo e chiesto congedo si allontanò. “Che sbruffone!” Esclamò Lucius, mentre, ormai lontano, Mamyon si voltò ancora una volta a fissare Clio, prima di sparire tra i cavalieri che attendevano l'inizio del torneo. http://1.bp.blogspot.com/-lBWG3Mb0SI...guinevere2.jpg |
Il capovillaggio fece allora entrare Parsifal in casa sua per parlargli di quella difficile impresa.
“Sir Parsifal...” disse “... ora vi illustrerò la situazione... questi banditi formano una terribile banda... sono circa una ventina e tutti armati... si spostano nella regione per le loro scorribande... giungono da noi per il raccolto e ne portano via la metà... ma ormai non possiamo più pagare questo tributo... il vostro compito sarà quello di assoldare altri cavalieri come voi... sono certo che un pugno di cavalieri come voi basteranno a scacciare quei banditi... loro possono fare la voce grossa con noi, poveri contadini... ma con voi cavalieri non potrebbero spuntarla...” |
Talia così uscì dalla sala e tutti i presenti si alzarono in piedi in segno di devozione e saluto.
Il capitano della guardia allora diede ordine ai suoi uomini di condurre via le due donne, in attesa di far luce, come aveva ordinato la principessa, sulle accuse che le riguardavano. “Capitano...” disse il Maestro prima che il militare lasciasse la sala “... la decisione presa da sua altezza è naturalmente saggia e lungimirante... ma tuttavia le accuse, secondo il mio modesto parere, sono molto differenti... un conto è iniziare una poco realistica caccia alle streghe, altra cosa è invece esitare davanti ad un possibile alto tradimento... vi invito dunque, esortato da sua altezza a farvi presente la mia opinione in merito, a trattare con la dovuta attenzione la diversità di queste due accuse...” “Come sua altezza ha disposto” fece il capitano “entrambe le accuse saranno seguite. E per ora, come ordinato dalla principessa, le imputate resteranno qui.” “Si, posso comprendere” replicò George “e persino condividere in parte il vostro zelo e le giuste premure di sua altezza... ma mi sento in dovere di rammentarvi, anche se so che non ve ne sarà bisogno alcuno, che siamo nel bel mezzo di una guerra e che i nostri nemici non sono spettri e demoni, ma i cavalieri di Capomazda. Dunque un caso di presunto tradimento merita, a mio giudizio, precedenza.” “Non temete...” disse il capitano “... entrambe le accusate resteranno qui, dove saranno controllate. Ed ora, perdonatemi, devo andare.” Ed uscì. Nel frattempo Talia era tornata nei suoi appartamenti. Una finestra era stata lasciata aperta dalle servitrici per permettere alla luce del mattino di entrare nella stanza. Ed insieme a quel chiarore, anche un delicato e fresco profumo riempiva la stanza. La finestra dava nel grande cortile colonnato del palazzo, dove ogni mattina veniva lasciata aperta la porta Ovest, per permettere al popolo di poter vedere la principessa quando ella si affacciava. E dall'esterno Talia sentiva provenire voci festanti ed un entusiasmo generale, dettato non solo dalla Feste delle Mele, ma anche dall'attesa che il torneo aveva suscitato nella gente. E ad un tratto la principessa udì un suono di trombe e poi i tamburi di una parata. Era la cerimonia d'apertura al torneo. Tutta la gente accorsa, allora, cominciò ad invocare il nome della bella principessa di Sygma. Ma mentre Talia ascoltava tutto ciò, si accorse che i raggi del Sole, filtrando proprio da quella finestra aperta, investivano il suo corpo, generando solo una vaga ed appena accennata ombra sul pavimento. |
Il sole entrava dall’alta porta finestra, velata appena dalla sottile tenda di seta trasparente... avanzai, fino ad essere completamente investita da quella luce, e chiusi gli occhi assaporando il calore di quel sole invernale sulla pelle...
Fuori, al di sotto dell’ampio balcone circolare di marmo bianco, sentivo il vociare della gente... sentivo il loro entusiasmo per quella festa e per l’imminente torneo... il torneo... realizzai solo in quel momento che il torneo stava per iniziare e che io l’avevo quasi dimenticato, presa com’ero stata dalla faccenda delle due donne... dalle loro accuse... dalla preoccupazione che quelle insinuazioni avevano saputo infondere in me. Esitai... ma la faccenda, adesso, era nella mani del Capitano ed io ero certa che egli avrebbe saputo svolgere il compito che gli avevo affidato con attenzione e solerzia, e che presto tutto sarebbe stato chiarito... mi tranquillizzai a quel pensiero e riaprii gli occhi. E fu allora che lo notai... Il mio sguardo scivolò quasi per caso sul grande specchio alla mia sinistra ed, immediatamente, colse quel particolare... mi voltai di scatto, improvvisamente tesa... mi voltai e guardai il pavimento davanti a me... nessuna ombra, solo un debole e pallido alone si allungava di fronte a me. Di scatto voltai di nuovo la testa verso la finestra, come incredula, poi tornai a guardare di fronte a me... avvertivo il calore del sole sulla mia schiena e sulla nuca, ne vedevo il chiarore investire ogni cosa, vedevo l’ombra scura che si staccava dalla lampada e quella che si allungava oltre la chaise longue accanto al tappeto... ma da me, dai miei piedi, niente... sembrava che fossi trasparente. E rimasi così... sorpresa... quasi stordita... continuando a guardare il pavimento davanti a me, senza capire. |
Lo spettacolo riprese e si fece sempre più interessante...il Duca e il Pegno di Grazia..che strana storia..o leggenda, ero curiosa di sapere che significasse.
Purtroppo il tutto fu interrotto da schiamazzi e risate, ci voltammo e vi erano dei cavalieri che si beffeggiavano del cavaliere mascherato. "Come mai tutti questi cavalieri?" dissi stupita a Vivian "e alcuni sembrerebbero nobili, hanno lo stemma dei casati su scudo e corazza". Ma essi erano davvero indisponenti e il mio carattere, ovviamente, ebbe il sopravvento e mi alzai.."Miei gentili cavalieri, ci avete disturbato non pensate? Penso che un cavaliere deve saper destreggiare la spada e anche mostrar il suo ardore alla propria dama. Voi, invece, sembra non siate nemmeno degni dello sguardo di una donna per quanto siate ridicoli con le vostre sciocche frasi e il volgare comportamento". Guardai gli attori sul palco.."Continuate..vi prego." Mi sedetti sospirando, la gente annuiva alle mie parole ma ero perplessa e mi rivolsi a Vivian "Se continuerà!Se egli davvero è il Chevalier de Lys, ricordo raccontasti era un Cavaliere in Terrasanta e spero il suo onore di cavaliere ferito non prenda il sopravvento e invece di uno spettacolo teatrale assisteremo a un duello." |
In quel momento qualcuno bussò alla porta.
“Altezza...” disse la servitrice a Talia “... sua signoria e il maestro George vi attendono sulla Loggia Reale, da dove assisterete insieme a loro al torneo.” Stendardi di ogni contrada, vessilli nobiliari e patrizi, stemmi borghesi e bandiere gentilizie. E poi paggi e valletti che passavano in rassegna, damigelle abbigliate come le quattro stagioni, suonatori di flauti, di tamburi e infine staffieri che conducevano molossi e falchi. Era il primo Venerdì del mese che avrebbe poi condotto la Cristianità a celebrare la Santa Pasqua. E sebbene a Sant'Agata di Gothia, dove la misteriosa ed improvvisa scomparsa del vescovo aveva quasi fatto svanire anche ogni testimonianza di Fede, i Cristiani erano visti con sospetto, la tradizione del Torneo Quaresimale era troppo forte e da sola bastava ad attirare partecipanti e spettatori. E così era sta preparata una degna cerimonia d'apertura, sebbene ogni riferimento al Cristianesimo fosse stato evitato dagli organizzatori. E dopo il corteo, passarono in rassegna tutti i partecipanti. I migliori cavalieri della regione, anzi del regno, erano giunti per misurarsi fra loro. Armature di ferro, cromate e tinte dei più vari e vivi colori conosciuti, mostravano il blasone e la bellezza di quei guerrieri. Così, i Marescialli di Campo cominciarono a leggere la lista di tutti i cavalieri iscritti alla giostra e poi a spiegare il regolamento del torneo. “Popolo di Sant'Agata di Gothia...” disse uno dei Marescialli di Campo “... i cavalieri partecipanti saranno suddivisi in cinque gironi, dove si scontreranno in tenzoni ad eliminazione diretta! I vincitori di ciascun girone saranno proclamati campioni e chiamati ad entrare nella Guardia del Corpo di sua altezza reale la principessa Talia di Sygma!” Nuovi squilli di trombe si udirono al cielo. “Si dia inizio al torneo!” Gridò un altro dei Marescialli di Campo. |
Restai ferma per un momento ad osservare il cavaliere che si allontanava.
Non sapevo cosa pensare, ma un sorriso sereno si era ormai posato sul mio viso. Non riuscivo a dimenticare lo sguardo del cavaliere, le sue parole. Abbassai gli occhi e scossi la testa, come per allontanare quelle emozioni. Mi voltai verso Lucius, tentando di nascondere quel sorriso al mio amico. "..oh, si.. Sbruffone di sicuro..." Dissi piano, senza tuttavia smettere di sorridere "...vedremo un po' se sa il fatto suo... Dai, eri tu quello che voleva vedere i cavalieri da vicino.." Facendogli l'occhiolino "..adesso avremo anche due bei posti per assistere al torneo... Non sei contento?" Mi avvicinai a Lucius e lo presi per un braccio: "Ehi, lo sai che sei l'unico campione a cui affiderei la mia vita, vero?" Sorridendo "..ce ne vuole prima che riesca a fidarmi di qualcuno quanto mi fido di te.." Sussurrai, quasi a me stessa. L'ultima cosa che volevo era che il mio amico si sentisse messo in ombra da quel cavaliere che nemmeno conoscevo. Mi avvicinai ad una bancarella "...guarda quante leccornie... Quand'è l'ultima volta che abbiamo mangiato?" Comprai due pezzi di dolce alle mele e ne offrii uno a Lucius. "...è davvero squisito.. Vero?" Dissi mentre addentavo quel succulento. Poi, qualcosa attirò la mia attenzione. "..ehi.." Rivolgendomi a Lucius "...dobbiamo affrettarci, credo che il torneo sia per cominciare..". |
La servitrice entrò nella stanza e mi disse che il torneo stava per iniziare.
Le chiesi di aiutarmi ad indossare l’abito che avevo scelto, dunque, e a pettinarmi i capelli... e poco dopo ero pronta. In silenzio, allora, uscii dalle mie stanze ed attraversai il palazzo, diretta verso la Loggia Reale... sentivo grida e voci e suoni di trombe sempre più forti, man mano che mi avvicinavo... due file di soldati facevano ala al corridoio ed alla scala che portava sul balcone più alto, al di sotto del quale era stato predisposta l’arena per il torneo. Giunta in cima, vi trovai il maestro George e l’Arconte, oltre che un certo numero di soldati, valletti e servitrici... li salutai con un piccolo cenno, poi raggiunsi la parte più prominente della loggia dove, sotto un candido padiglione, si trovavano tre ricchi seggi dall’alto schienale... e mi sedetti su quello centrale. Citazione:
una vaga eccitazione mi colse, non sapevo se dovuta all’atmosfera o a quel senso di viva aspettativa che aleggiava nell’aria... tuttavia badai a tenere quel sentimento ben celato e nascosto. Sospirai appena, invece... “Detesto i tornei...” dissi invece, con una vaga punta di insofferenza nella voce, ai due uomini seduti accanto a me “Solitamente sono un pericoloso ricettacolo di presuntuosi e di sciocchi!” |
Dopo quelle parole di Altea, uno strano silenzio cadde nella piazza.
Rotto poi dalle risate di quei cavalieri. “Ehi...” disse uno di quelli “... bel caratterino possiede quella ragazza!” Indicando Altea. E risero di nuovo. Tutti tranne quello che era in mezzo a loro e che sembrava essere il migliore del gruppo. Fissava il palco senza tradire emozioni. “Se questo spettacolo per femminucce” rivolgendosi al cavaliere mascherato sulla scena “riprenderà, allora tu pagherai un vero pegno... e non sarà certo di gioia...” lanciò poi un'occhiata ad Altea “... e questo vale anche per chi sta assistendo a questa farsa.” “Insomma!” Alzandosi in piedi Vivian. “Cosa volete? Lasciatelo continuare il suo spettacolo!” Ma in quel momento si udirono delle trombe. “Ehi, Xouf...” lo chiamò uno di quei cavalieri “... sta per cominciare il torneo... meglio lasciar perdere... andiamo, su!” Xouf annuì e poi lanciò un'ultima occhiata al cavaliere con la margherita. “Quando ritornerò” fissandolo con freddezza “non voglio più trovarti in città...” e sparò con la sua balestra contro il sipario. Era una freccia che subito prese fuoco, facendo così incendiare tutta l'impalcatura. E prima di allontanarsi con i suoi compagni, guardò ancora una volta verso il palco ormai in fiamme, con gli attori intenti a sedarle. E andò via. http://images1.wikia.nocookie.net/__...-Yaag_face.jpg |
Clio e Lucius presero un po' di quella torta e poi corsero verso i padiglioni del torneo.
C'era un gran ressa e molti tentavano di entrare in modo disordinato. I nobili erano stati messi a sedere nei padiglioni laterali al palazzo centrale, da dove assistevano all'evento la principessa, l'Arconte e le alte autorità di Sant'Agata di Gothia. La gente comune invece affollava le tribune laterali in legno. Ma mentre erano in fila, qualcuno si avvicinò a Clio e a Lucius. “Salute a voi, damigella...” disse sorridendo “... sono Densesu, lo scudiero di sir Mamyon... non troverete posto sulle tribune, ma nei padiglioni.” “Come sarebbe?” Stupito Lucius. “Per voi” fece Densesu “ci sono due posti lì. E sono tra i migliori. Prego, vi accompagno.” E così li condusse al padiglione. Qui presero posto e lui poi si congedò da loro. Ora Clio e Lucius potevano assistere al torneo senza perdersi le scene migliori. |
La situazione sfuggì di mano...che stava succedendo? Perchè quel cavaliere dagli occhi di ghiaccio intimò quelle minacce fino a incendiare l'impalcatura del teatro..non si stava facendo nulla di male.
Vidi la gente attorno a me correre impaurita dalle fiamme... "Vivian..ma che sta succedendo? Perchè quel cavaliere se le è presa col cavaliere mascherato..sembrava quasi conoscerlo, seguimi". Gli attori erano intenti a spegnere il fuoco e mi avvicinai alla attrice che impersonificava l' Anima della Margherita..."Milady, ma cosa sta succedendo? Perchè vi hanno impedito di continuare il vostro spettacolo...mi auguro di non essere io la colpa di tutto questo...e se è cosi vi chiedo perdono e pure agli altri attori, non era mia intenzione creare discussioni". |
Talia prese posto al centro, tra l'Arconte Meccanico e il Maestro George.
“Altezza...” disse questi alla principessa “... invece possono essere edificanti i tornei, sapete? Voglio dire... è dall'antichità che alcuni uomini avvertono il bisogno di competere con i propri simili abbracciando un'arma... credo sia una manifestazione di forza... e in questo caso, possiamo dire, anche di fedeltà e devozione, visto che combattono per voi, mia signora.” Sorrise. “Dunque cosa chiedere di più a degli uomini? Vi stanno offrendo la loro forza e la loro devozione.” Prese alcune lenti fatte con pietre preziose. “Provate a guardare il torneo attraverso i riflessi dello smeraldo o dello zaffiro... ingentiliscono il tutto...” Un nuovo squillo di tromba. Era il segnale d'inizio. Ma ad un tratto accadde qualcosa. In fondo al pergolato che delimitava lo spiazzo per giostrare c'era una vaga confusione. “Cosa accade?” Chiese il Maestro all'Arconte. “Non lo so...” alzandosi questi per vedere meglio “... non riesco a capire da qui...” Chiamò allora uno dei Marescialli di Campo. “Cos'è quel disordine?” “Eccellenza, pare ci sia un cavaliere che chiede di partecipare al torneo...” rispose il Maresciallo di Campo “... ma è fuori tempo limite. Le liste sono state già definite.” “Allora cacciatelo via!” Ordinò l'Arconte. “Signore...” fissandolo il Maresciallo di Campo “... dice di possedere il diritto per partecipare...” “E in che modo?” “Afferma che è stato iscritto dal suo maestro giorni fa...” “E chi è questo suo maestro?” “Il monaco Nicola d'Uscian...” A quel nome l'Arconte restò ammutolito, per poi voltarsi verso George. “Fate...” mormorò questi “... fate venire avanti quel cavaliere...” “Si, signore.” Poco dopo quel misterioso cavaliere si presentò nello spiazzo, proprio davanti alla Loggia Reale. E i suoi occhi azzurri, enigmatici ed indefiniti, erano fissi sull'Arconte e sul Maestro. http://img1.ak.crunchyroll.com/i/spi...8e810_full.jpg |
Ma mentre Altea era vicino a quell'attrice, arrivarono i soldati.
Dispersero la folla e aiutarono gli attori a sedare le fiamme. Ma il palco era ormai distrutto. “Non so perchè quel cavaliere abbia fatto questo...” disse in lacrime l'attrice ad Altea “... so solo che ora siamo rovinati...” “Avanti, andate via!” Gridarono i soldati a tutti. “Lo spettacolo è finito! Liberate la piazza! Se avete voglia di spettacoli, allora c'è il torneo! Qui è tutto finito!” E spinsero via la gente da quella piazza. Altea e Vivian comprese. |
Vivian era molto amareggiata, tutto questo era un mistero, sembrava quasi i due cavalieri si conoscessero.
Poi arrivarono le guardie e ci cacciarono via, senza nemmeno poter parlare col Chevalier de Lys....ma udii quelle parole..un torneo!! Ecco perchè vi erano tutti quei cavalieri, chissà forse vi era pure quello sbruffone che diede fuoco al palco. Presi Vivian e la portai dove la gente si dirigeva e sentivo squilli di tromba...eccolo..il torneo, la gente aveva preso già posto. "Scusate messere?" dissi a un uomo che faceva di guardia "si può ancora prendere posto per questo torneo? Siamo la contessa Trevor e la baronessa Mc Lanchester, saremmo liete di vedere questi....gentili cavalieri... battersi." |
Sorrisi a quelle parole del paggio e lo seguii docilmente.
I posti che Sir Mamyon ci aveva riservato erano davvero prestigiosi, potevamo vedere distintamente ogni azione del torneo. "..beh, ha mantenuto la parola... Ora vediamo un po' se è bravo come sembra.." Dissi a Lucius sorridendo "..caspita, certo che si vede proprio bene da qui.. Siamo stati proprio fortunati..". Scrutai con lo sguardo lo spiazzo davanti ai miei occhi, cercando di scorgere il misterioso cavaliere a cui dovevo tutto quello. |
A quelle parole del Maestro, feci un piccolo gesto con la mano che avrebbe potuto significare qualsiasi cosa e presi quelle lenti, fissate su di una curiosa montatura d’argento...
Altri squilli... il torneo stava per iniziare... ma all’improvviso accadde qualcosa... Citazione:
Me ne stupii... non ne comprendevo pienamente il motivo... non per quel cambio improvviso di impostazione... Mi sporsi appena, dunque, e gettai una rapida occhiata in basso, verso lo spiazzo al centro del quale si era presentato quel cavaliere... guardava verso l’alto, verso l’Arconte ed il Maestro, con aria quasi di sfida... mi incuriosì. Scivolai di nuovo indietro, quindi... tornando a sedermi comodamente sul ricco seggio e ad essere completamente celata dall’ombra di quel bianco padiglione... “Arconte...” mormorai allora, ed il mio sussurro fu perfettamente udibile nel silenzio “A cosa dobbiamo questo imbarazzo e questa incertezza, ditemi! Conosciamo l’uomo cui si è alluso? Quel... come si è detto? Oh, si... quel Nicola d'Uscian, monaco...” Lo studiai per un istante... osservai l’Arconte, poi il Maestro... un monaco aveva iscritto quel cavaliere... sorrisi all’incertezza dei due uomini, così poco velata. “Arconte...” ripresi poi a dire, sempre con quella voce che era poco più che un sussurro “Vedete... noi ci pregiamo di essere diversi dai nostri nemici... essi sono faziosi e intolleranti, noi no! Essi odiano e distruggono tutto ciò che non è esattamente come loro... noi no! Dunque... se il cavaliere in questione desidera giostrare nel nome di Sygma, noi gli concederemo l’onore di farlo. Se è disposto poi a giurare sul suo onore di fronte alla sua regina, noi glielo permetteremo...” Tacqui solo per un istante... “Quel cavaliere può giostrare se accetterà di sottomettersi alle nostre leggi... è la regina che lo vuole! Proclamate ciò che ho detto, e che sia così!” |
Rimasi dipietra davanti a quella uccisione a tradimento...una e piu' coltellate alle sue spalle.....gelido il mio sangue invase le mie vene.......reminescenza di un momento non vissuto...il ritorno di un'ombra a me tanto cara...tanto cara da temere per quell'essere sconosciuto.......il desiderio di poter ritrovare il canto del mio amore....ed avere il volto dei suoi assassini.....mi fecero diventare sprezzante......." Se voi sarete in grado di fare questa grande cosa per me......sarete ricompensato.....egli e' tutto per me.....il resto poco conta...."....Mi alzai dalla poltrona in cui mi trovavo....avevo il volto in fiamme e la voglia immensa di percorrere quello strano cammino....
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Venni invitato dal capo villaggio nella capanna e mi espose il problema.
La descrizione è molto semplice, venti banditi in arme volti a saccheggiare i raccolti.......le possibili soluzioni erano varie: in primis, era possibile creare sulla base di alcune tattiche antiche delle fosse con spuntoni nel terreno; simulare una carestia con incendi per rimanerli senza viveri; andare in viaggio per le terre vicine a reclutare nuovi cavalieri; addestrare i contadini sulla base della milizia cittadina. Tutte potevano essere valide ma quale era più logica adottare? |
Il capovilaggio ascoltò con attenzione tutte le possibili ipotesi vagliate da Parsifal.
“E se la soluzione” disse poi “fosse l'insieme di tutte queste possibilità? Voglio dire... e se combinassimo questo ventaglio di soluzioni? Così potremmo preparare delle fosse e vari elementi di protezione attorno al villaggio, addestrare poi i nostri contadini più robusti almeno a come resistere ad un attacco dei banditi ed infine partire per la regione in cerca di cavalieri da assoldare. Ovviamente si partirà dal costruire opere di difesa attorno al villaggio e poi con l'andare in cerca di nuovi cavalieri da affiancarvi. E naturalmente insieme a questi vostri futuri compagni addestrare poi i nostri contadini. Cosa dite? La ritene possibile questa cosa?” |
“Eccellente, milady.” Disse l'Arconte Meccanico ad Elisabeth. “Eccellente. Avete compreso in pieno il senso di ciò che intendevo. Io vi offro la possibilità di raggiungere il vostro scopo e voi, per riconoscenza, riporterete il Fiore qui a Sant'Agata di Gothia. Non credo occorrano altre parole fra noi. Ormai il patto è sancito. Al più presto vi invierò un messaggero. Egli vi indicherà il luogo dove si trova ciò che tanto desiderate. E in quello stesso luogo troverete anche il Fiore.”
E uscì dalla sala. Un attimo dopo entrò un servitore. “Siete libera di lasciare il castello, milady.” Mostrando un lieve inchino ad Elisabeth. “Seguitemi, prego. Vi condurrò dalla vostra servitrice. E la condusse in giardino, dove Elina era a fissare alcuni salici piangenti. Il ponte levatoio del castello era però abbassato e dall'esterno giungevano i vivaci suoni di Sant'Agata di Gothia. Ora le due donne potevano uscire dal maniero. |
Così, Clio e Lucius presero subito posto nel padiglione, da dove si poteva godere di una vista perfetta su tutto lo spiazzo.
“Beh, offrire due posti a sedere” disse Lucius “non è certo chissà quale impresa... quel cavaliere se vorrà tener fede a tutte le sue spacconate dovrà come minimo mandare gambe all'aria tutti gli altri partecipanti...” Uno squillo di tromba proclamò finalmente l'inizio del torneo. Tutti i cavalieri allora furono fatti avanzare davanti al popolo riunito, ai nobili e infine dinanzi alla Loggia Reale, dove sedevano la principessa e l'Arconte Meccanico. Poi, ciascuno dei contendenti, secondo un'antica usanza, fu chiamato a scegliere una dama da rappresentare, della quale sarebbe stato campione e alla quale avrebbe offerto il titolo di madrina in caso di vittoria nel proprio girone. Così, tutti i cavalieri scelsero la propria dama. E quando toccò a Mamyon, senza indugio il cavaliere, in sella al suo destriero, cominciò a cercare con lo sguardo tra tutte le dame presenti. Come gli altri cavalieri, anche lui aveva sulla punta della sua lancia una corona di fiori, che avrebbe poi donato alla dama prescelta. E alla fine, riconoscendo Clio nel padiglione, si avvicinò alle barriere che delimitavano lo spiazzo dal baldacchino e con la lancia offrì la corona fiorita alla ragazza. “Sarò vostro campione, milady...” fissandola “... in ogni contesa e contro qualsiasi avversario... lo giuro sul mio onore...” E poi ritornò nei ranghi insieme a tutti gli altri cavalieri. Ma poco dopo, quando tutto sembrava sul punto di cominciare, accadde qualcosa. Un misterioso cavaliere fu condotto davanti alla Loggia Reale. “E ora cosa succede?” Meravigliato Lucius. |
L'uomo annuì a quelle parole di Altea.
“Si, ci sono ancora posti, milady...” disse “... ma solo nelle tribune, dove cioè siede la gente comune. Ecco, per di là...” indicando un passaggio per raggiungere le tribune “... lì troverete posti a sedere.” Così le due ragazze raggiunsero i loro posti. Videro allora la cerimonia dei cavalieri che sceglievano le proprie dame come madrine. E tra i partecipanti, Altea riconobbe anche quel cavaliere dallo sguardo di ghiaccio che aveva interrotto la recita poco prima. “Non ho mai visto tanti cavalieri tutti insieme...” fece Vivian “... sarà sicuramente uno spettacolo superbo... anche se io, in verità, avrei preferito assistere alla recita di poco fa...” Ma quando tutto sembrava sul punto di cominciare, accadde qualcosa. Un misterioso cavaliere fu condotto davanti alla Loggia Reale, dove sedevano la principessa e l'Arconte Meccanico. “Guarda, Altea?” Indicando quel cavaliere Vivian. “Chi sarà mai? E perchè non è insieme a tutti gli altri cavalieri?” |
L'Arconte Meccanico e il Maestro ascoltarono con attenzione ogni parola di Talia.
La sua voce era bassa, calma, come intrisa di un gelido distacco, a tratti quasi indolente. “Si, conosciamo quel monaco, altezza...” disse il Maestro “... e il nostro stupore è giustificato dal fatto che lo credevamo morto...” “Siete certa di volerlo ammettere al torneo, milady?” Perplesso l'Arconte. “I termini sono scaduti e non avremmo difficoltà a negargli la partecipazione...” “Arconte...” interrompendolo George “... sua altezza si è espressa. E posso dire di condividere il suo pensiero. Qui non siamo a Capomzda e dunque la libertà è sovrana. Se quel cavaliere accetterà di giurare di essere fedele, allora sarà ammesso alla giostra.” L'Arconte annuì e mostrò poi un lieve inchino verso Talia. “Cavaliere...” tornando a guardare nello spiazzo “... se davvero è stato il vostro maestro ad iscrivervi al torneo, perchè vi presentate solo ora?” “Perchè sono stato impegnato in una ricerca...” rispose il misterioso cavaliere “... una ricerca tanto lunga, quanto inaspettata...” “E credete che a questa augusta corte interessino le vostre ricerche?” “Beh, dovrebbero interessare” fissandolo il cavaliere “visto che è a causa di questa augusta corte che mi sono trovato impegnato in quella inattesa ricerca...” L'Arconte lo fissò. “Si...” continuò il cavaliere “... a causa di una penitenza sono stato costretto a cercare un tabernacolo, ma pare che in questa città ci sia una carenza cronica di chierici... e così ho dovuto girovagare un po' in giro per cercare una chiesetta aperta...” Dal pubblico si alzò un divertito mormorio. “Peccate di insolenza, cavaliere...” disse l'Arconte “... e questa non è una dote degna per un esponente del vostro rango.” “Ho solo risposto alla vostra domanda, milord.” “Sappiate, tuttavia, che sua maestà ha acconsentito riguardo alla vostra partecipazione al torneo.” Fece l'Arconte. “Purchè giuriate di servire il regno di Sygma e le sue leggi.” “Sygma?” Ripetè il cavaliere. “Siamo a Sygma? E da quando?” “Forse il vostro maestro ha preferito tacere riguardo a ciò.” Rispose l'Arconte. “Ma ora così stanno le cose. Sant'Agata di Gothia fa parte dei territori sygmesi.” “Beh...” sorridendo quasi beffardo il cavaliere “... in verità io mi sono sempre ritenuto un cavaliere errante e dunque essere a Sygma, a Roma, o a Capomazda cambia poco per me.” “Sappiate che sarete chiamato anche a giurare fedeltà ed obbedienza alla nostra regina.” “Abbiamo anche una regina?” Stupito il cavaliere. “Pensavo di parlare già davanti alla massima autorità qui.” Sorrise ancora. “E sia, giurerò sulle vostre leggi e davanti alla vostra regina, purchè poi cominci subito il torneo. Il mio braccio è inattivo da troppo tempo e ho voglia di farlo scogliere un po'.” “Non c'è che dire...” prendendo la parola il Maestro “... io non vi conosco, cavaliere... ma da come vi presentate, siete un degno allievo del mio caro vecchio amico Fra' Nicola...” rise. “Davvero?” Fissandolo quel cavaliere. “Strano... eppure Fra' Nicola mi ha sempre detto di non avere amici qui a Sant'Agata di Gothia... non più almeno...” e i suoi occhi corsero rapidi attorno ai padiglioni, dove gli altri partecipanti al torneo attendevano solo di cominciare. |
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