Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 07-02-2015 02.24.03

“Molti artigli” disse il Priore Tommaso ad Altea “volteggiano attorno al seggio di Capomzda. Come i lupi attorno ad un gregge. Comunque fare ipotesi adesso è del tutto inutile. Quando invece saremo là, allora cominceremo a cercare e raccogliere indizi. Quanto a me, verrò adesso con voi. Attendere oltre non serve a nulla.”
Il Priore andò così a prepararsi.
Dopo un po' ritornò.
Tutto ora era pronto per la partenza.
Lasciarono così la Chiesa della Santissima Annunziata, diretti nella capitale Capomazdese.
E quando vi arrivarono, trovarono nel cortile alcuni uomini armati.
Ed insieme a loro vi era Gvineth.
“Chi siete voi?” Chiese al Priore Tommaso.

Guisgard 07-02-2015 02.42.15

A quelle parole di Elisabeth, De Gur quasi trasalì.
“Non essere sciocca.” Disse. “A chi dovrei venderti? E perchè poi? Sei mia moglie.” Scosse il capo. “Ti ho permesso di seguire ogni tua passione ed ogni tuo desiderio per saperti felice. Ma tutto ciò non deve ritorcersi contro di noi, aizzandoci contro l'ostilità dei due signori di Capomazda. E' così difficile capirlo? Comunque, non ti impedirò di ospitare quel bardo, foss'anche uno straccione. A condizione però che non sia un filo Taddeide e non sia irriverente verso i due nobili signori di Capomazda.” Con tono deciso. "Su, va da lui adesso. Dagli da mangiare. E' questo che ami fare, no? Aiutare i pezzenti ed i reietti." E la fissò con disprezzo.
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Guisgard 07-02-2015 02.44.08

“Lasciamo perdere la letteratura, messere.” Disse uno dei due uomini a Galgan. “Qui si parla dall'altro. Di politica, ad esempio.”
“Un momento...” intervenne l'altro, zittendo il suo compagno “... mi piace il riferimento letterario... allora mettiamo il caso che la volpe sia Ulisse, mentre i segugi siano i Proci che infestano la reggia di Itaca. Voi cosa fareste se i suoi fedeli vi chiedessero di lottare per lui, pur sapendolo morto sotto le mura di Troia o disperso nell'Egeo?”

Altea 07-02-2015 16.44.35

Poco dopo arrivò Priore Tommaso e partimmo con quel carretto malconcio e pensavo a mille cose..a volte pensavo Guisgard non era morto ma si celasse qualcosa dietro, ma non epressi questo pensiero poichè il Priore mi avrebbe detto di rassegnarmi..forse..lo guardavo..ma lui aveva dentro se una ipotesi, una idea..si doveva pazientare e soprattutto agire con furbizia per avere la verità.
Chiesi al diacono di fermarsi nella città prima di entrare a Corte.."Non preoccupatevi non mi sto fermando a comprare cappellini o altro..qui vi sta il panettiere e pasticcere messer Gerardo, lui è il mio tramite con mio padre, ovviamente legato ai Taddei, devo scrivere una missiva a mio padre, egli saprà come sempre farla recapitare a Sygma, mio padre ha preso una dimora proprio tra il confine dei due regni...e dalla altra parte, Padre Tommaso, vi sta un orfanotrofio..lo gestiscono delle Sorelle, un giorno camminando per Capomazda io e l' Arciduca abbiamo visto dei bimbi soli mendicare e assieme lo abbiamo costruito, purtroppo non si possono avere più i soldi per finanziarlo a Corte ma io mi adopero e so tenerlo vivo..e sarà sempre così".
Entrai sola da messer Gerardo e dopo esserci salutati dissi.."Amici, non temete..carta e calamaio..e poi come sapete fare voi che vada a mio padre Tibaldo".

"Caro padre,
la missiva per dirvi ho intenzione di usare dei soldi per acquistare la camera dell' Arciduca con i suoi oggetti...e a dire il vero, visto ad Auroria l'ho pagata per riaverla con le nostre pepite di oro e quasi la mia vita, devo cercare di acquistare Mia Amata...come la protessi ora, lo farò adesso..perchè tutto questo? Dovreste vedere la Corte, la stanno smantellando...presumo vogliano vendere tutto ciò che è dei Taddei..uno scempio..capirete il mio gesto..anche perchè forse questo mi porterà a scoprire qualcosa di celato..di più non posso dirvi..informatevi bene, forse sotto mentite spoglie potrete salvare pure voi qualcosa del loro patrimonio acquistandolo e come voi i nobili che se ne sono andati, fedeli al Duca e dopo l' arrivo di quegli uomini..per quanto riguarda mio nonno, il suo comportamento mi fa vergognare del nome che porto, ma basti pensi a Voi e ne sono fiera".
Abbracciate mia madre e le mie due sorelle minori...io sto bene..Altea".

Sigillai la missiva col mio stemma e senza dire nulla gliela consegnai a Gerardo, il negozio era vuoto, lui guardò fuori e la nascose.."Bene, un grande vassoio di sfogliatelle, per i miei bambini"...egli si illuminò e uscii col vassoio coi dolci, la Casa del Piccolo Fanciullo era proprio di fronte, suonai il campanellino e una suora mi fece entrare.."Sono di fretta sorella..e sembra qui a Capomazda fare carità sia quasi diventato un crimine..e i poveri temo aumenteranno..questi dolci sono per i bimbi e in questa busta troverete i soldi..ho potuto prendere poco..a Corte con quei tre nuovi individui non esiste la parola carità..ma non lasceremo morire questo posto." La suora mi abbracciò e chiesi del piccolo.."E' passata la febbre, ho mandato uno dei migliori medici" e mi mostrò giocava arzillo nei suoi nemmeno due anni e sorrisi malinconicamente.
"Devo chiedervi un favore Suor Gertrude, ho intenzione di cambiare dama di compagnia..si..proprio Petronilla. E' avvenuto un fatto strano che mi porta a pensare ella abbia fatto entrare o abbia lasciato entrare un estraneo in mia camera..a meno che non sia stato Sua Signoria, ma ormai solo il Signore può saperlo..e ora ho intenzione di cambiare stanza, necessito di una persona nuova a Palazzo, sana di principi ma dal carattere forte..se qui vi è questa ragazza senza famiglia o deve portare il pane alla sua famiglia, ditele ora sarà a mio servizio a Corte e di raggiungerla entro stasera e di annunciarsi a me".
Dopo i saluti tornai nel carretto e raggiungemmo la Corte, vi era Lord Gvineth e con un cenno del capo lo salutai..."I miei omaggi milord, e sia una buona giornata", egli chiese al Priore Tommaso di presentarsi, non interferii, lasciai egli stesso lo facesse da se, temevo un passo falso poteva essere la rovina del piano.

Galgan 07-02-2015 23.34.44

Volsi lo sguardo, e per la prima volta lo fissai direttamente, prima di rispondere;

-Buon messere, sono un cavaliere, pertanto mi pare ovvio che lotterei per conservare il trono di Ulisse.
Il mio ruolo me lo impone, pertanto, una simile posizione, da parte mia, rientrerebbe nell'ordine naturale delle cose-

Guisgard 09-02-2015 00.57.31

Tornati a corte, il Priore Tommaso ed Altea incontrarono Gvineth.
“Salute a voi.” Disse il religioso. “Io sono Padre Tommaso, confessore di lady Altea.”
“Milady non poteva chiedere al diacono di corte o al cappellano di farle da confessore?” Chiese il nobile.
“Sapete...” sorridendo il Priore “... la confessione è un qualcosa di molto intimo, che richiede totale trasparenza. Spesso sia ha soggezione, pudore o riluttanza ad aprire il proprio cuore ed il proprio animo riguardo le cose, diciamo, meno nobili della nostra vita. Si nutre quell'infantile ed irrazionale paura di essere giudicati e condannati. Si pensa al proprio confessore come ad un qualunque altro uomo e si cade, di conseguenza, nel timore di essere condannati.”
“E non è così?” Fissandolo Gvineth.
“Milord, un sacerdote, un monaco e qualunque altro ecclesiastico nel confessionale smette i panni terreni e rappresenta Cristo.” Rispose il Priore. “E' Lui, infatti, che ascolta e che giudica.”
“E condanna.” Annuì Gvineth.
“Cristo non condanna nessuno disposto a ricorrere alla Sua Santa Misericordia.” Fece il religioso.
“Comunque” mormorò il nobile “questo palazzo non chiude le porte ad un religioso. Vi farò dare una camera.” Chiamò un servitore ed ordinò di accompagnare il Priore.
Questi salutò Altea e seguì il servo, che lo portò in una camera accogliente.
Poco dopo il Priore tornò da Altea.
“Bene...” alla dama, ora che erano soli “... sembra che a corte il Clero sia sempre di casa. Oh, naturalmente ciò non deve ingannare. I nuovi aspiranti signori sanno bene che alla fine spetterà alla Chiesa decidere chi governerà Capomazda. Ma noi, conoscendo ciò, useremo la situazione a nostra vantaggio.” Annuì. “Bene, direi di cominciare...” mormorò “... forse non sapete, non avendovi rivelato nulla dei miei trascorsi qui, che io fui chiamato per stilare una relazione per Sua Grazia il vescovo, circa la morte dell'Arciduca Taddeo l'Austero. Tuttavia questa cosa non si ripetè alla scomparsa di suo nipote, il giovane lord Guisgard. Beh, credo sia il caso di raccogliere più informazioni possibili riguardo quel funereo accadimento. In pratica, figliola, dobbiamo indagare e ricostruire passo dopo passo i momenti che precedettero la morte dell'ultimo Arciduca.” Estrasse da una tasca un piccolo libretto per degli appunti. “Vediamo un pò” con tono divertito il Priore “se nel vostro sangue scorre quella naturale affinità e propensione che alcuni soggetti posseggono circa la capacità di sapere raccogliere fatti, analizzarli e dar loro un senso più o meno compiuto. Su, ditemi, milady... da dove dobbiamo cominciare a raccogliere informazioni, secondo voi?”

Guisgard 09-02-2015 01.07.22

“Beh, la vostra risposta mi sembra logica...” disse uno dei due uomini a Galgan “... ammesso si dia per scontata la vostra appartenenza ad Ulisse. Cosa diversa, converrete, se invece appartenete al seguito dei principi impostori giunti ad Itaca per insidiare il trono del figlio di Laerte.”
“Questo è il punto, sir Galgan...” intervenne l'altro uomo “... a noi preme sapere voi da che parte state. A chi vi sentite legato e per chi siete disposto a combattere... per Ulisse... oppure per i Proci?”

Clio 09-02-2015 01.09.24

Lasciai nella camera le mie inquietudini, e partii impassibile come sempre.
Eravamo una piccola spedizione, e restai sorpresa nel vedere la sfarzosa carrozza di Azable, ma non dissi nulla.
Ci presentò Yanes, un suo luogotenente, esperto di Capomazda.
Potevo chiedergli della Scafatella, ma non dovevo rischiare, mi chiesi se ci fosse qualcuno che conoscessi e di cui potessi fidarmi a Capomazda, qualcuno che non aveva idea di chi fossi in realtà, come la signora che al mercato aveva sempre un sorriso per me, e mi aveva svelato la ricetta di quella buonissima torta.

Osservavo la campagna circostante affacciata alla finestra, era una giornata talmente limpida, da permettermi di vedere il palazzo ducale in lontananza.
Il tramonto era ormai prossimo, e la campagna rigogliosa sembrava in attesa della sera.
In attesa, proprio come me, che sospiravo lasciando lo sguardo vagare per quelle lande.
La mia attesa però, sapevo che sarebbe stata vana, e non volevo ammettere a me stessa che in cuor mio stavo sperando che non fosse così.
D’un tratto, però, qualcosa attirò la mia attenzione: c’era qualcuno a cavallo che si stava avvicinando alla mia casetta solitaria.
Dapprima squadrai la figura sospettosa, impugnando la pistola, ma poi più si avvicinava, più non credevo ai miei occhi: quando ormai oltrepassò il cancello della mia proprietà, lasciai cadere l’arma a terra e mi precipitai al piano di sotto, per poi uscire nel cortile mentre stava legando il cavallo.
Lui si voltò e sorrise nel vedermi, e io riuscii a scorgere i suoi occhi sotto il pesante cappuccio che nascondeva il suo viso.
Gli corsi incontro sorridendo finché non lo raggiunsi e lui mi prese tra le braccia, sollevandomi da terra, con un largo sorriso, per poi intrappolarmi in un tenero bacio.
Non riuscii a dire una parola, mi limitai a rovesciare il cappuccio all’indietro, in modo che gli ultimi raggi di sole potessero illuminare il bel viso che tanto amavo.
Restammo così, abbracciati nel cortile per lunghi istanti.
“Cosa ci fai qui?” mormorai poi, portando la testa all’indietro per guardarlo negli occhi “Non è oggi quel ballo di cui mi parli da settimane?” con gli occhi nei suoi.
Lui annuì “Sì, è oggi.. infatti ho pochissimo tempo….” sorrise, senza staccare gli occhi dai miei “Volevo solo vederti… mi eri sembrata un po’ triste e io..”.
Scossi la testa, incredula “Che discorsi.. sono sempre triste quando te ne vai..” mormorai piano, per poi alzare gli occhi, felici su di lui “Ma adesso sei qui…” raggiante “Dai, entra..” prendendolo per mano.
“Ho solo un attimo, Clio..” con un lieve sorriso lui.
“Beh non vorrai mica passarlo qua fuori no?” divertita “Su, entriamo..”.
La casetta era semplice ma accogliente, in una radura appartata, appena fuori dalle mura cittadine.
A volte mi sembrava una prigione, altre un rifugio, quando lui era con me, mi appariva persino più bella di un sontuoso palazzo.
Entrammo, e un soffuso profumo ci accolse calorosamente.
Lui si guardò intorno, e il suo sguardo cadde su un cestino colmo di mele.
“Cosa ci devi fare con tutte quelle mele?” chiese divertito.
Io mi voltai sorridendo “Un dolce.. una torta.. una signora oggi al mercato mi ha dato la ricetta.. pensavo di tenermi impegnata per stasera..” sospirai, abbassando lo sguardo.
Lui mi si avvicinò, e alzò delicatamente il mio viso perché riuscissi a guardarlo negli occhi “Ehi..” mormorò “Sai che odio vederti triste..”.
Annuii “Lo so, scusa..” sorridendo.
Si chinò a posarmi un bacio sulle labbra, e io mi illuminai.
“Così va meglio..” sorrise, accarezzandomi il viso “Parlami di questo dolce…” divertito.
“Beh, dovrebbe essere una torta..” voltandomi ad osservare gli ingredienti che avevo preparato.
Lui mi cinse con le braccia, affondando il viso nei miei capelli per un momento.
“E me ne lascerai una fetta?” disse sorridendo io risi.
“A tuo rischio e pericolo.. sai che i dolci non sono la mia specialità..”
“Sciocchezze, sono sicuro che quel dolce sarà buonissimo invece…” con aria convinta.
Io portai la testa all’indietro, in modo da poterlo guardare negli occhi e sorrisi, baciandolo a mia volta.
“Sai cosa dovremmo fare?” con un guizzo negli occhi lui.
“Cosa?” incalzai
“Guardare le stelle, come quando eravamo ragazzi, ricordi?” con gli occhi nei miei.
“Come potrei dimenticare…” mormorai piano.
“Allora è deciso.. quando sarà pronto il dolce?” chiese.
“Domani..”
“Bene, domani verrò a prenderti e ti porterò….” pensieroso “Vediamo, dove ti piacerebbe andare?”.
Alzai le spalle “Sei tu che conosci bene questi posti… sbaglio o li governi pure?” divertita.
“Va bene, cercherò un posto speciale..” facendomi l’occhiolino “Ah, e porto il vino..”.
“E io il dolce?” incuriosita
“Certo, tu il dolce..” sorridendo “Cosa ne dici: ti va?”.
“E me lo chiedi?” mi illuminai “Potremmo persino aspettare l’alba..”.
“Mi sembra una splendida idea..” con gli occhi nei miei.
Poi, si chinò su di me, posando un lieve bacio sulle mie labbra, un bacio leggero, tenero, di un’infinita dolcezza, un bacio capace di sciogliere ogni inquietudine, ogni pensiero che poteva attraversare la mia mente in quel momento.
E poi un altro, e un altro ancora, finchè quel bacio non divenne intenso, appassionato, travolgente.
Ma fu solo un attimo, perché lui si staccò di colpo, chinando il capo.
“Devo andare..” mormorò, con la fronte contro la mia.
“Lo so..” in un sussurro.
Lui annuì debolmente e si allontanò di un passo, lasciando infine cadere la mano che cingeva il mio collo.
Io non mi mossi, ormai avevo imparato che era meglio così.
Lo osservai con gli occhi lucidi allontanarsi e prendere il mantello.
“Buonanotte, Clio..” voltandosi “A domani..”.
“A domani..” sussurrai io “Divertiti stasera…” facendo l’occhiolino.
Lui sorrise appena ed uscì, lasciandomi sola col mio assordante silenzio.
Eppure sorridevo, anche in un giorno tanto importante aveva trovato tempo per me, e quel gesto valeva più di mille parole.
Restai un istante ad osservare la porta, felice, nonostante tutto.
D’un tratto, corsi fuori, chiamandolo. Lui si voltò di scatto, in tempo per prendermi tra le braccia, con uno sguardo sorpreso ma sorridente.
“Grazie..” mormorai io, raggiante, con gli occhi nei suoi “Grazie di essere passato anche oggi…”.
Lui mi accarezzò dolcemente i capelli.
“Sei così bella quando sorridi..” sussurrò, chinandosi appena per baciarmi piano.
Lo strinsi per un istante, poi feci io un passo indietro.
“Vai, vai.. volevo solo dirti questo..” con un vago sorriso.
Lui annuì e montò in sella, per poi voltare il cavallo e dirigersi verso il suo Palazzo.


Sorrisi a quel ricordo dolce e doloroso, che mi riportava a quella sera stellata, infinita e speciale, e l'alba da mozzare il fiato. Dovevo tenermi stretta quegli attimi di Felicità, perché mi sarebbero dovuti bastare per una vita intera.
E la Casetta Solitaria, come amavo chiamare quella casetta appena fuori le mura cittadine dove avevo vissuto tre anni prima, in perenne attesa, era ancora come l'avevo lasciata?
Mi si strinse il cuore: avrei avuto il coraggio di ripercorrere il sentiero che attraverso il bosco portava alla radura appartata e nascosta che custodiva la casetta?
Non potevo perdermi nei ricordi, anche se sapevo che quel viaggio sarebbe stato il più doloroso che avessi mai affrontato, dovevo pensare alla missione.
Presi un profondo respiro.
"Salute a voi.." Avvicinandomi a Yanes "Ditemi, sapete per caso dove è stato sepolto l'ultimo
Arciduca?" Fingendo indifferenza.

Guisgard 09-02-2015 01.30.16

La compagnia su quella strada, solitaria e silenziosa, attraversava le montuose regioni che circondavano Miral.
Davanti a loro vi erano ancora molte miglia, in territori che mutavano velocemente, scandendo e disegnando il passaggio fra terre diversissime, dal profilo epico ed evocativo.
Erano diretti verso Sud e tra breve avrebbero lambito Sygma con le sue dolci e romantiche colline, poi i territori centrali, fatti di aspri monti e boschi chiusi e folti, fino a giungere nelle rigogliose terre pontificie, dalle ricche e sontuose ville in uno scenario di classicheggiante splendore.
E durante il tragitto, Clio si avvicinò a Yanes.
“Salute a voi.” Disse cordialmente l'uomo. “Gli Arciduchi di Capomazda vengono sepolti da sempre poco fuori la capitale, tra Saggesia e la chiesa chiamata della Scafatella.”

Clio 09-02-2015 01.49.31

Annuii a quelle parole, come se effettivamente stessimo parlando del più e del meno.
Ma mi avevano colpito profondamente: tutto pareva avere senso, di nuovo la Scafatella, non poteva essere una coincidenza.
Dovevo trovare il modo di andarci una volta a Capomazda, da sola però.
"Grazie di aver soddisfatto la mia curiosità.." Cordialmente a Yanes, per poi riprendere il cammino sempre più immersa nei miei pensieri, nei miei ricordi, e nelle paure che quel viaggio mi avrebbe costretto ad affrontare.

Guisgard 09-02-2015 02.00.02

La compagnia proseguì il suo cammino.
Si fermò poi in una locanda lungo la strada, per rimettersi in marcia il giorno dopo.
Un altro giorno ancora di cammino e di nuovo a sostare in un'altra locanda.
E più miglia percorrevano, più Azable tradiva la voglia di giungere a destinazione per mettere poi le mani su una di quelle due spade.
Mangiarono e dormirono in quell'albergo.
Un nuovo giorno ed ancora la loro marcia di avvicinamento a Capomazda che riprendeva.
Entrarono poi nel territorio Pontificio e qui sostarono in un'altra locanda ancora.
Era affollata, ma il denaro di Azable garantì loro un degno trattamento.
E mentre erano tutti seduti attorno ad un tavolo, Clio e gli altri cominciarono ad udire il discorso che facevano dei pellegrini.
Parlavano di un grande ducato e dell'estinzione dei suoi signori a causa di un'oscura maledizione.

Altea 09-02-2015 14.50.14

Per fortuna il Priore riuscì a convincere Gvineth..quindi i miei sospetti erano giusti, erano pure anticlericali..sembrava una trama ordita..gli antagonisti dei Taddei.
Aspettai il priore nella mia stanza e mi raggiunse subito..il Clero avrebbe deciso sull' erede al trono..lo speravo, vi erano poche certezze a Capomazda. Estrasse il suo taccuino e si affido ai miei intuiti..dovevamo ricostruire il periodo prima della sua morte..ciò che avevo voluto sempre eludere e sospirai.
Mi avvicinai alla finestra guardando fuori e iniziai a narrare..quasi una confessione che l' ultimo ricordo.

"Due ore prima la sua morte posso dire l' Arciduca era con me..a fare cosa? So non siete uomo da scandalizzarvi..un bagno nel fiume, era caldo quel giorno e vi era afa..era un giorno strano come se qualcosa di anomalo vagasse nell' aria..oh eravamo vestiti ovvio.
Ci sedemmo sulla riva del fiume per asciugarci al Sole, lui tirava i sassolini sul fiume giocando a fare giochi nell' acqua, era tranquillo, normale..non destava segni di problematiche fisiche o pensieri.
"E così" disse mettendosi a ridere come un matto "hai ricevuto la lettera di un ammiratore segreto..uno dei tanti a cui non dai retta e sinceramente, visto il caratterino, posso dire sono stati pure graziati, spero pure questo si salvi".
Mi voltai di scatto guardandolo in malo modo.."E' solo perchè non li amo..sai non mi sposerò mai per dovere o per convenienza..e poi parla quello giusto".
Lui mi guardava divertito, lo detestavo quando si divertiva a prendermi in giro, poi mi volsi verso di lui e lo guardai negli occhi.."Se solo potessi leggermi nel Cuore..ma so..eppure io e te siamo inseparabili"..non dovevo cedere ma eravamo troppo vicini e ci trovammo viso a viso, la bocca protesa quasi in un bacio..iniziai a tremare e mi alzai di scatto.."Io devo andare..si è meglio..devo andare" e scappai a Corte e fu l'ultimo momento con lui.

Il Priore Tommaso mi ascoltava serio, finalmente ero riuscita a sbloccarmi...tante volte mi ero chiesta se lui avesse pure voluto quel bacio..se fosse stato l'inizio di qualcosa ma fu la fine di tutto.
"Bene" dissi camminando nervosamente per la camera muovendo l' anello "Molte delle persone presenti a Corte in quel periodo sono andante via..mio nonno, Madama Sibille e mio cugino Tommaso mi dicono di dimenticarlo ormai..quindi non ci direbbero nulla..Petronilla...è lei che mi fa pensare..ora ditemi lei aveva le chiavi della mia camera e sapeva nessuno poteva entrare tranne Guisgard..e allora come mai lo scrigno è arrivato fino alla mia camera? Non ha destato nessun interesse quando le dissi di portarlo al diacono..altra possibilità..ho intenzione di acquistare da Lord Cimmiero la stanza di Guisgard e i suoi oggetti..li ci dovrebbero essere oggetti..un diario..o una lettera..o altro..infatti devo agire entro oggi, prima qualcuno mi preceda".
Mi sedetti sulla poltrona e guardai il Priore sorridendo.."Ehh si..vi sarebbe una persona che era amica dell' Arciduca..sapete amava più fidarsi della gente del popolo che di corte e non lo biasimo...vi era un suo amico, si incontravano nella osteria del porto..un luogo diciamo..popolato da donne allegre e grandi bevitori..niente bische clandestine..forse Guisgard gli parlò di qualcosa..un certo Bensuon..si riconosce, ha una benda a un occhio, io lo incontrai e lui pure mi ha visto..però se voi volete parlarci dobbiamo andarci stasera, io dovrò usare vestiti da uomo visto l' ambiente e voi pure, lasciare i panni del frate...ma forse è peccato per voi?" e lo guardai leggermente divertita.

elisabeth 09-02-2015 15.09.33

Un sonoro schiaffo si scaglio' sul volto di Nettuno......" Grazie, per avermi permesso di vivere accanto ai miserabili e sofferenti.......grazie per avermi fatto pensare di avermi amata.......ricambiero' l'assistenza che continuerete a farmi dare ai miei reietti...col starvi accanto.......".....mi massaggiai il palmo della mano...mi doleva...vidi la macchia rossa sul suo viso...avrei voluto accarezzarla......ma non l'avrei mai fatto....aveva avuto tutto da me...." Per quanto riguarda la vendita...mi avete gia' venduta....al futuro Signore di Capomazda.....il nostro matrimonio...per una poltrona....Andro' dal Bardo anche se non so quale siano i suoi pensieri politici......ma sappiate che ero venuta qui per stare con Voi Signore.....ma a quanto pare....non riusciamo piu' a parlare al stessa lingua..."...https://encrypted-tbn0.gstatic.com/i...7-lOnrgCZAOqYm

Clio 09-02-2015 15.14.08

Il viaggio proseguiva, lento e inesorabile.
Mi resi conto di non ricordare molti dettagli dell'ultima volta che avevo percorso quelle lande in direzione opposta.
Quanti giorni ci avevo messo? Dove mi ero fermata?
Niente, come avvolti dalla nebbia di Miral.
Ricordavo solamente quel senso di vuoto che non ero mai riuscita a colmare, quel dolore pulsante, che non mi aveva mai abbandonato da allora, ma in quei giorni non ero ancora abituata a conviverci.
Come mi mancavano i miei Montanari, sempre capaci di distrarmi con il buon umore incosciente di chi affronta la morte ogni giorno.
Forse in loro compagnia non avrei avuto molto tempo per perdermi nei ricordi, come invece facevo continuamente.
Più Capomazda si avvicinava, più le mie paure e il mio dolore prendevano il sopravvento.
Ma non potevo permettere che un velo di inquietudine si posasse sul mio viso, nessuno doveva sapere.
E in quei tre lunghi anni avevo imparato a nascondere le mie emozioni.
Ci sedemmo nell'ennesima locanda, prima di riprendere il cammino, e sentii degli uomini parlare.
"Toh, due ducati che stanno parlando di Capomazda e della Gioia dei Taddei..." mormorai, distrattamente.

Guisgard 09-02-2015 17.34.45

“La Gioia dei Taddei...” disse Azable a quelle parole di Clio “... e cosa diavolo sarebbe?”
“Forse” mormorò Morice “il modo per indicare il governo illuminato dei Taddei su Capomazda, da qui, immagino, la gioia.”
“Magari” fece Riccado “sarà utile ascoltare quei mercanti. Dopotutto, più informazioni abbiamo su quelle terre ed i loro signori, più vantaggioso sarà per noi.”
Così, il gruppo, si pose ad ascoltare quegli uomini.
Erano in sei, di un accento del posto, dunque terre Pontificie, ma che dai loro discorsi era facile capire di come fossero ben informati sui fatti del ducato Capomazdese.
“Eppure, per me son solo storie.” Uno di quelli agli altri.
“Sarà...” replicò un altro dei mercanti “... ma quella stirpe ha visto molti dei suoi morire improvvisamente, alcuni anche in giovane età, come l'ultimo duca...”
“Com'è morto?” Chiese un altro.
“Così, improvvisamente...” rispose l'altro “... pare fosse uscito nel cortile una sera... e poi, più nulla... morto... e nel nulla, come la sua vita, anche la sua spada svanì senza lasciare tracce...”
“Allora è stato ucciso per poi essere derubato.” Un altro mercante.
“Impossibile...” quello che aveva narrato della morte del duca “... era nel suo palazzo e nessuno ha preso monete e monili dal suo cadavere...”

Guisgard 09-02-2015 17.42.38

Il Priore Tommaso ascoltò con attenzione Altea.
“Milady...” disse infine “... i vostri ricordi sono anche utili, ma in realtà poco incisivi sulla nostra indagine. Spesso, in un ricordo, diamo rilevanza ai nostri stati d'animo, a ciò che vorremmo. Ma un solo punto di vista il più delle volte è inutile. A noi occorrono fatti. Se dovessimo dar retta alle sensazioni e alle percezioni della gente, allora dovremmo chiudere il tutto attribuendo la morte del duca a spettri o demoni. Non escludo nulla, sia chiaro. Ma prima di tirare in ballo il soprannaturale bisogna eliminare ogni causa naturale. Compreso...” esitò “... eventuali azioni umane...” restò un attimo pensieroso “... il vostro uomo lo terremo per dopo... adesso credo sia più utile restare nel palazzo... magari parlando col medico di corte... colui cioè che ha stilato il rapporto sulla morte del duca... potete portarmi da lui?”

Guisgard 09-02-2015 17.44.04

A quello schiaffo di Elisabeth, De Gur trasalì.
Prese la donna e la spinse sul letto.
“Ascoltami...” disse strattonandola “... tu sei mia moglie e mi devi rispetto... chiaro? Non sei più su quella tua isola, ma a corte e devi attenerti a ciò che ti dico. Intesi?” Lo sguardo era duro, il tono perentorio. “Quanto al venderti o meno, sappi che ci sono vari modi per essere utile ad un marito. Non ti ho mai trattata come una sgualdrina, ma posso rinchiuderti in un bordello quando voglio.” Finalmente la lasciò.
Restò a fissarla per un altro istante e poi uscì, sbattendo la porta.

Altea 09-02-2015 17.49.40

Osservai il Priore perplessa.."Scusate..io ho alienato quel ricordo da tempo..ma se non sbaglio..voi pensate io creda alla Gioia dei Taddei?" sorrisi "Io sono la prima che, proprio esclude, quella superstizione..ecco perchè non ho timore di entrare e dormire nel suo letto...qui il vostro intuito ha sbagliato Priore Tommaso, non penso proprio l' Arciduca sia morto per un bacio mancato e a seguito colpito dalla Gioia".
Uscimmo dalla camera e fermai un servitore.."Scusate, potete accompagnarci dal medico di Corte? E' da stamane mi logoro per un mal di testa" e sorrisi al Priore.

Guisgard 09-02-2015 18.00.56

Il servitore condusse il Priore Tommaso ed Altea dal medico di corte.
Il dottor Adagni era uomo brillante, appassionato di caccia, anche di arte, sebbene a livello molto profano e discreto intenditore di vini.
Quando il religioso e la dama de Bastian entrarono nel suo studio, il medico era intento a scegliere da un elenco un nuovo fucile per la sua passione da cacciatore.
“Prego, sedetevi pure.” Disse ai due. “In cosa posso esservi utile? E' per voi, milady?”
“In verità no.” Fece il Priore. “Siamo qui non per un malanno, ma per chiedervi notizie particolari.”
“Particolari?” Ripetè Adagni.
“Si, riguardo la morte del duca Guisgard.” Annuì il religioso. “Potete aiutarci?”
“Posso chiedervi chi siete?”
“Sono il Priore Tommaso.”
“E in quali vesti mi chiedete ciò?”
“In quelle di uomo di scienza.” Rispose il Priore. “Come le vostre.”
“Uomo di scienze?” Stupito il medico.
“Si...” fissandolo il Priore “... sono stato incaricato da sua Grazia il vescovo di riportare a lui notizie sul decesso.”
“Comprendo...” annuì Adagni “... un momento, per favore...” ed si alzò per andare nella stanza adiacente.
“Vedete, mia cara?” Il Priore ad Altea. “Sua Grazia è la parola magica che apre tutte le porte di questo palazzo. Tenetelo bene a mente.”

Altea 09-02-2015 18.06.59

Entrammo mentre il dottor Adagni osservava il suo fucile..magari sarebbe andato presto a caccia con Lord Cimmiero e mio nonno.
Il priore iniziò a chiedere tranquillamente i referti su tracce trovate su Guisgard e il dottore andò nella stanza adiacente e sospirai alle ultime parole del chierico.."Permettete..molte cose sono cambiate qui a Corte, e se quel dottore è unito a Lord Cimmiero? Siete troppo spontaneo..spero arrivi coi referti altrimenti saranno dei problemi seri".

Clio 09-02-2015 18.15.21

Alzai gli occhi al cielo.
Possibile che Azable e gli altri non sapessero nulla della Gioia dei Taddei? Ma probabilmente ero io che conoscevo fin troppe cose di Capomazda.
"La Gioia dei Taddei è la maledizione che si dice uccida gli Arciduchi di Capomazda.." dissi piano, per poi annuire a Riccardo.
Ascoltai anche io quei mercanti, in silenzio.
Mi si strinse il cuore.
Quella notte, come ricordavo quella notte, anche se avevo sempre cercato di non pensarci.
L'attesa che mi consumava piano piano, l'ansia che cresceva sempre più, le mille domande che mi passavano per la testa, e poi le campane a lutto, il terribile sospetto, e il cieco terrore.
No, non dovevo pensarci, non dovevo. Diamine erano passati tre anni, come poteva fare ancora tanto male?
Ma furono le ultime parole a catturare la mia attenzione. Dunque anche la spada era sparita: e dove? L'aveva presa qualcuno per proteggerla o era stata rubata? Sperai vivamente nella prima ipotesi.
Chissà che da quei mercanti non scoprissimo qualche altra informazione utile.

Guisgard 09-02-2015 18.39.07

“Milady...” disse il Priore Tommaso ad Altea “... noi non dobbiamo risultare simpatici o compiacenti, ma solo indagare.” Con fare pacato.
Adagni ritornò con alcuni fogli.
“Ecco, qui sono annotati i controlli sul corpo di Sua Signoria...” mostrandoli al religioso “... come potete vedere la morte è stata dovuta a cause naturali, probabilmente un forte shock...”
“Dovuto a cosa secondo voi?” Chiese il Priore.
“Non so...” mormorò Adagni “... forse un ululato, magari un rumore improvviso... o anche, come ipotesi, lord Guisgard ha girato molto sulla sua nave volante e chissà che non abbia contratto una malattia, tipo malaria o simile... non escluderei poi una ferita curata male, mutata in seguito in cancrena...”
“Qui leggo” fece il religioso “che vi sarebbero due testimoni... o almeno due persone che in quel momento fissavano lo stesso scenario che stava guardando lord Guisgard...”
“Si...” annuì il medico “... si tratta di un pittore e della sua modella... la moglie del figlio del locandiere...”

Guisgard 09-02-2015 18.42.12

“Rubare una spada...” disse un di quei mercanti “... una spada non può valere più di oggetti che indossa un duca...”
“E se l'avesse perduta?” Un altro. “Magari per difendersi dal suo aggressore.”
“Potrebbe essere.” Annuì uno dei suoi compagni.
“E possibile che non sia stata trovata lì vicino al cadavere?” Un altro dei mercanti.
“Forse, essendo l'arma del delitto, il colpevole ha pensato bene di portarla via con sé.” Il primo che aveva parlato.
“Ne dubito...”
“Perchè mai?”
“Perchè si dice che il duca, come il suo predecessore, sia morto per cause naturali...”
Intanto quei discorsi erano uditi fin dal tavolo di Clio.
“Interessante, non c'è che dire...” mormorò Morice.
“Parlano della mia spada!” Ansioso Azable.

Clio 09-02-2015 18.46.48

Non è la tua spada, idiota...
Ma mi limitai ad annuire a Morice.
"Già, interessante..." mormorai.
Se qualcuno l'avesse rubata, pensai, a quest'ora si sarebbe saputo. Chi non si vanterebbe di possedere Mia Amata?
E se l'avesse nascosta lui stesso? Magari semplicemente non l'aveva con sé, cosa doveva temere, dopotutto, nel giardino del castello?
Magari è ancora lì, da qualche parte, solo che nessuno sa dove guardare.

Altea 09-02-2015 18.49.54

Con coraggio ascoltai le possibili ipotesi della morte di Guisgard, mi mancava l' aria..volevo fuggire..no, era impossibile.
Poi le ultime parole del medico e guardai padre Tommaso seria e bianca in viso ma infervorita..."Era forte l' Arciduca, io ero con lui sulla Santa Caterina...un ululato..impossibile e se ha viaggiato molto pure io dovrei aver contratto la malaria o altro".
Guardai il soffitto..no...non era morto."Un pittore e la sua modella..diteci milord Adagni, come possiamo parlare con questa modella e il pittore?" e sorrisi al Priore..la moglie del figlio del locandiere..magari la locanda di cui parlavo prima, ma era impossibile..avevo capito ero una frana come investigatrice, era meglio lasciar fare al priore...e mi raccomando Altea, non pensare, non avere ricordi e sentimenti perchè tutti ti sopprimono il cuore.

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Guisgard 09-02-2015 18.57.41

I discorsi di quei mercanti poi cambiarono, riferendosi alla merce che trasportavano.
Allora Clio ed i suoi compagni di viaggio terminarono di mangiare e poi ognuno, come chiesto da Azable, si ritirò nella propria camera.
La partenza, come sempre, avvenne molto presto la mattina successiva, poco dopo l'alba.
Si rimisero in viaggio ed attraversarono i territori Pontifici, fino a raggiungere i suoi confini meridionali, dove il corso del fiume Volotrunos divideva quelle terre dal regno di Afragolignone.
Lo scenario era mutato in fretta, pian piano la compagnia penetrava nel reame.
Vi era un clima freddo e nell'aria scendevano piccoli fiocchi di neve, a dimostrazione dell'eccezionale gelo che era sceso su quelle antiche e nobili terre.
E lungo la strada videro un cartello che indicava Capomazda.

Guisgard 09-02-2015 18.59.05

Il Priore Tommaso ed Altea lasciarono lo studio del dottor Adagni, per recarsi dal pittore.
“Sono d'accordo con voi, milady...” disse il religioso “... se lord Guisgard avesse contratto una malattia, allora ciò avrebbe riguardato anche voi. Su una possibile ferita, poi, se voi non ricordate un simile fatto, facile dunque che non sia mai avvenuto.”
Entrarono nello studio del pittore e lo trovarono impegnato a preparare delle tele.
“Chi siete?” Fissandoli l'artista. “Cosa cercate qui? Volete forse un dipinto? Magari voi, milady...” sorridendo ad Altea “... mi piacerebbe ritrarvi... volete?”

elisabeth 09-02-2015 19.00.55

Ero atterrita...non lo avevo mai visto...così...cominciai a divincolarmi....e quando finì di dirmi tutto il veleno che aveva addosso....lo vidi andare...via.....prima che avesse avuto la possibilità di chiudermi in un bordello...mi sarei tolta la vita.........mi sistemai e scesi in cucina.....trovai Tilde..che parlava con la cuoca...e il Bardo seduto accanto al fuoco che mangiava pane e formaggio....." Tilde....ha saputo da dove viene il nostro ospite ?...".....mi feci sentire.... non volevo ascoltare quei pettegolezzi amari che giravano tra quelle mura......come rapaci sulle loro prede...mi avvicinai all'uomo.....aveva ilvolto coperto dal cappuccio...strano c'era caldo in cucina...." Spero che vi abbiano trattato bene e che siate sazio "....

Altea 09-02-2015 19.06.01

Il priore non aspettò molto e subito andò dal pittore.."Infatti...però ricordò nell' ultimo viaggio ebbe una ferita grave..io ero intenta a giocare a scacchi..ma di recente nessuna ferita grave".
Entrammo nella sala del pittore e sorrisi alla sua offerta.."Sarebbe un piacere farmi ritrarre da voi..ma abbiamo una certa fretta...abbiamo bisogno del vostro aiuto..il Priore qui presente dovrebbe chiedervi qualcosa sull' Arciduca scomparso..abbiamo saputo voi eravate presente al fatto" e i miei occhi si inumidirono.

Clio 09-02-2015 23.02.13

Anche quella sera passò in fretta, e il giorno dopo partimmo presto.
Non doveva mancare molto al nostro arrivo.
Viaggiai in silenzio anche quella mattina, osservando il gelo intono a noi, che sembrava perfettamente adatto al mio stato d'animo.
Capomazda...
Presi un profondo respiro.
Ci siamo.. Sono tornata.

Galgan 10-02-2015 00.20.44

Abbozzai un mezzo sorriso, perché a dispetto delle metafore usate, ed ai messaggi sussurrati sotto celato aspetto, la verità, almeno da parte mia, era di una semplicità disarmante.
Non fu lo stesso Cristo a trasmetterci regole tanto semplici, eppure tanto difficili da seguire per noi scellerati figli di Adamo?
Il mio tono di voce divenne più pacato, ed una piacevole serenità si impossessò di me, nel rispondere;

-Buon messere, ogni cavaliere deve dare la vita per il proprio re, perché un vincolo di fedeltà gli impone questo stato di cose.
Da parte mia, mi considero estremamente fortunato, forse, non mi si taccia di presunzione, un privilegiato, perché il Re che io servo, al quale mi sono votato anima e corpo, e per il quale darei la vita, è il più umile e allo stesso tempo magnifico di tutti; è l'unico Re perfetto che esista, perché Divino è il suo sangue-

sorseggiai un altro goccio d'acqua;

-Il vivere cercando di seguire i comandamenti del mio Re, rende il quesito che mi ponete estremamente semplice, semplice in modo disarmante.
Nel rapportarmi ai miei simili, devo sempre fare in modo che giustizia e rettitudine regnino sovrane, pertanto mi schiererò sempre dalla parte di queste, e quindi, del mio Re-

Guisgard 10-02-2015 00.35.05

La compagnia seguì quella direzione, imboccando una stretta ed irregolare stradina che zigzagava tra chiazze verdi e bassi spuntoni rocciosi.
E ad accoglierli in quella muta e primordiale brughiera vi era un'aria gelida e tagliente che soffiava sui loro volti e che sembrava voler giungere fin nei loro cuori.
Ad un tratto udirono il cigolare di un carretto che si avvicinava.
A guidarlo vi era un villano.
“Chissà dove” disse guardando la vasta brughiera “di queste lande desolate si nasconde quella creatura malvagia, acquattata in qualche oscura tana come una belva feroce, con l'animo gonfio di odio nei confronti di quei grandi che avevano messo al bando la sua terra.”

Clio 10-02-2015 00.44.05

Non avevo mai visto tanto gelo a Capomazda, mi guardai intorno stupita e incredula.
Era come se anche la terra soffrisse, e quell'aria gelida e tagliente di certo non migliorava il mio umore, anzi, sembrava quasi che una profonda malinconia si diffondesse tutto intorno a noi.
"Fantastico.." Pensai, sarcastica "Proprio quello di cui avevo bisogno..".
Ma d'un tratto apparve un carretto, guidato da un semplice villano, le cui parole mi colpirono profondamente.
"Chissà di che bestia parla quell'uomo..." Dissi piano.

Guisgard 10-02-2015 00.52.59

Il carretto affiancò il carro di Azable ed i cavalli di Clio e degli altri.
“Tu, villano...” disse Azable al contadino “... parli da solo? Sei toccato forse?”
“No, signore...” rispose il contadino “... parlavo fra me e me, guardando la brughiera...”
“Ti ispira così tetri pensieri dunque la brughiera?” Fissandolo Morice.
“Non sono pensieri, messere...” scuotendo il capo il villano “... purtroppo è la realtà...”
“Di che bestia vaneggi?” Domandò Azable.
Ma il contadino non rispose nulla e proseguì.
“Come osi ignorare le mie parole?” Gridò Azable.
“Parlano della maledizione.” Disse Yanes. “Qui domina la superstizione, signore. Meglio ignorarlo e proseguire.”
La compagnia così riprese il cammino e verso sera cominciarono ad intravedersi alte mura all'orizzonte.
“Quella è Capomazda...” indicò Yanes.
“Finalmente!” Esclamò Azable.
Raggiunsero le porte della città e presero alloggio in una locanda la cui insegna recava questa scritta:

“Locanda Caribes”

Guisgard 10-02-2015 01.02.20

“Bene, cavaliere.” Disse uno dei due uomini a Galgan. “Allora se seguite i Dettami di Gristo, non potete tirarvi indietro. E' vostro compito dunque difendere chi da Cristo stesso è stato messo sul seggio di Capomazda.”
“Difenderlo dai nemici che ora ringhiano intorno al suo talamo.” Fece l'altro uomo.
“Sir Galgan, saremo franchi con voi...” mormorò il primo dei due “... noi facciamo parte di un gruppo filo Taddeide che non vuole accettare di vedere sul seggio ducale quel cane di Gvineth o quel porco di Cimmiero. Ci siamo riuniti in gran segreto ed abbiamo deciso di agire. Ora a noi interessa sapere quanti sono con noi e quanti invece decideranno di ostacolarci.”
“Tagliamo la testa al toro, cavaliere...” il secondo a Galgan “... possiamo contare su di voi, o vi ritenete fuori da tutto ciò?”

Clio 10-02-2015 01.05.43

Già, la maledizione, eppure era strano: ormai aveva compiuto il suo corso.
Non che avessi mai dato peso a quelle storie, ma sembravano essere talmente radicate a Capomazda da non poter essere ignorate.
Era stata la Gioia a portarsi via Guisgard? Oppure altro?
O magari era solo un brutto sogno, come speravo ogni mattina, prima di accorgermi che invece quella era la realtà.
Eccola lì: Capomaza, splendida e imponente come la ricordavo, anche se velata da quella strana gelida malinconia che sembrava ormai aver contagiato l'intero ducato.
Prendemmo alloggio in una locanda in città.
Chissà, magari col favore delle tenebre potevo sgattaiolare via, e raggiungere la Scafatella.
Già, e poi come entri in una chiesa di notte?
Almeno potrei provare a tornare alla Casetta, solo per un istante.
Beh, un modo per andare alla Scafatella va trovato, e ormai sono qui.. perché non dovrei rendere omaggio a uno dei pochi posti in cui sono stata felice?
Ma non potevo permettermi di destare sospetti, quindi, in ogni caso, dovevo agire con la massima cautela.

Guisgard 10-02-2015 01.16.35

La sera era ormai giunta e poco dopo la notte ne prese il posto, lasciando su Capomazda una sinistra e velata inquietudine.
Azable, Clio e gli altri dopo aver mangiato un boccone salirono al primo piano, dove si trovavano le camere.
Azable però, prima di lasciarli riposare, li volle tutti nella sua stanza.
“Da domani comincerà la nostra commedia.” Disse. “Saremo mercanti e cercheremo di scoprire dove si trovano le spade dei Taddei. Una volta scoperto ciò, studieremo un piano per farne nostra una delle due. Naturalmente ciascuno avrà un compito preciso. Morice sarà con me. Riccado e Samondo studieranno la cultura del posto, mentre Yanes e Clio cercheranno di esaminare le forze armate presenti in città e capire chi dobbiamo avvicinare per iniziare le nostre indagini. Gli altri invece faranno la guardia a questo posto e ai miei bagagli. E' tutto, signori. Buonanotte.”
E tutti andarono nelle proprie camere.

Guisgard 10-02-2015 01.25.04

Il bardo alzò lo sguardo su Elisabeth ed annuì sorridendo.
“Vi ringrazio, dolce dama dallo sguardo rassicurante.” Disse con tono cordiale. “Ho ricevuto acqua fresca, una tazza di minestra calda, con del pane e del formaggio. Ma soprattutto vi sono grato per il vostro sorriso e la vostra cortesia.” Sorseggiò dell'acqua. “Prima domandavate alla vostra dama di compagnia della mia provenienza. Ebbene, lasciate che mi presenti a voi, adoperando il linguaggio che gli uomini hanno fatto proprio, così ricco di riferimenti e nomi consumati dall'usura del tempo. Il mio nome è Taliesin e provengo dalla felice terra di Sygma, così ricca di colline, di cipressi, di girasoli e di verdi valli.” Abbassando il cappuccio e mostrando il suo volto.
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Clio 10-02-2015 01.38.59

Annuii ad Azable, era buffo che proprio io dovessi indagare le forze armate, che le avevo fuggite per lunghi anni.
Ma naturalmente lui non aveva idea di chi fossi, e sicuramente nemmeno le guardie. Quella non era la marina, dopotutto.
Così ci ritirammo nelle nostre camere, e io restai per un lungo istante a guardare la finestra.
In quel momento mi resi conto di non avere idea di dove fosse la Scafatella, era verso Saggesia, certo, ma chi si ricordava la strada per arrivarci?
Dovevo cercare di avere informazioni a riguardo il giorno seguente, senza farmi scoprire però. Magari potevo acquistare una mappa e studiarla.
Dopotutto, avevo imparato a conoscere quelle zone, tempo prima.
Fremevo, non riuscivo a star ferma.
Così, uscii nella notte, celata dallo scuro mantello.
Il cuore batteva sempre di più, ma sapevo che dovevo affrontare quel viaggio, ero arrivata fin lì dopotutto.
Presi il mio cavallo, e mi lasciai dietro la città, come se stessi tornano a casa di nascosto nella notte.
Non era poi così strano.
Quella strada sì che la conoscevo bene, tanto da percorrerla quasi distrattamente, veloce e silenziosa come un'ombra.
Il piccolo bosco, il sentiero, la radura.
Smontai da cavallo e lo legai in un luogo appartato.
Non avevo venduto quella casa, certo, tecnicamente mi apparteneva ancora, ma erano passati tre anni, la prudenza era d'obbligo.
Mi mancava il fiato, mentre credevo che i battiti accelerati del mio cuore risuonassero per tutta la piccola radura.
Avanti, Clio..
Presi un profondo respiro e mi avvicinai, in silenzio, mentre calde lacrime avevano iniziato a rigarmi le guance, perché ogni angolo nascondeva ricordi ed emozioni.
Il cancello cigolava già anni prima, così, scavalcai la staccionata in un punto nascosto.
Sembrava tutto come allora, pensai, con una fitta al cuore, aspettandomi di vederlo comparire da un momento all'altro, col suo sorriso guascone.
Mi guardai intorno, circospetta, cercando di capire se non ci fosse nessuno, se tutto fosse rimasto come l'avevo lasciato, così da poter entrare in casa, giusto per farmi ancora più male.
Avevo sempre tenuto la chiave della porta appesa al collo, insieme a quelle della mia casa di Miral.
Non saprei descrivere le mie sensazioni, probabilmente non le capivo nemmeno io.
Era come essere catapultata in un sogno, che di colpo di trasforma in incubo, e ti rendi conto che non ha alcun senso, eppure vai avanti.
Sperai vivamente che nessuno si fosse appropriato indebitamente della mia casa, e che potessi entrare, anche solo per un momento, per fingere con me stessa, per un solo, brevissimo istante, che in realtà era solo un brutto sogno, e che mi sarei svegliata.

Guisgard 10-02-2015 01.53.40

La notte.
Come un velo, leggero, sfuggevole, inquieto aleggiava sulla campagna, rendendola muta ed incantata, quasi stregata.
E simile ad una distesa tetra e selvaggia, la campagna correva fino a confondersi nelle tenebre circostanti, avanzando tra immensi pendii verde scuro e luci soffuse e lontane.
Clio raggiunse la sua casetta, trovandola abbandonata in mezzo a quel profondo e desolante silenzio.
Tutto sembrava come allora.
Come se il Tempo si fosse fermato.
E appena giunta lì, Clio udì qualcosa.
Come un rumore lontano.
Fu un attimo.
E poi un suono.
Basso, durato appena un istante, eppure chiaro e riconoscibile per lei.
Era stato il suono di un'ocarina.


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