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Nella mia mente già il personaggio che avevo creato aveva preso vita. Aveva un favoloso talento nel suonare il violino. Non l'aveva mai studiato eppure era riuscito in poco meno di due minuti a comporre un brano tutto suo, senza contare alcune opere complesse di grandi musicisti. Amava la musica e credeva di salvare il mondo con essa. Il sogno si prolungó. Aveva preso vita poco prima di uscire dall'aula e adesso continuava, impedendomi di avvertire chiunque accanto a me. Succedeva spesso. Era come se intorno a me si venisse a creare una cupola di vetro. E succedeva quando succedevano cose spiacevoli o a me o a gente intorno a me.
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“Bingo...” disse Ardes a Gaynor, continuando a mangiare senza scomporsi “... bene, ora lo sai... sei sola in casa con un criminale... e non un semplice criminale, ma anche un evaso...” fissandola “... ora? Sei ancora più spaventata? Potrei farti di tutto, no? Picchiarti, violentarti, persino ucciderti... e magari far del male anche alle tue figlie, no? Dopotutto sono un fuorilegge.” Puntandole sempre la pistola contro.
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Ren inserì un quarto di Taddeo nel distributore ed una lattina di Coca Cola uscì tintinnando.
“Ecco...” disse aprendola “... bella fresca...” ne vuoi un sorso?” A Nyoko che non si era accorta di lui. |
Avevo anche una nuova stanza, dove il professore mi lasciò sola.
Mi guardai attorno, scoprendo con piacere che nonostante fosse piccola era molto confortevole e carina. La vista era così diversa da quella della mia camera in città: potevo vedere la campagna, non avevo mai visto la campagna in realtà. Sorrisi, senza distogliere lo sguardo, mi accorsi che mi dava un senso di pace quella distesa verdeggiante. Poi pensai a sistemare i bagagli: riposi gli abiti nell'armadio, il mio libro preferito sul comodino, qualche apparecchio tecnologico nel cassetto della piccola scrivania, dove misi anche gli appunti di mio padre sulla sua nuova invenzione. Una volta finito, mi sedetti sul letto, lasciando che lo sguardo vagasse sulla campagna. Chissà che cosa mi sarebbe successo ora, che cosa mi avrebbe aspettato in quel Centro. |
Quel bacio di Gwen destò Richard, che per un attimo aprì gli occhi.
“Gwe... n...” disse a fatica, riconoscendola “... Gwe... n...” sforzandosi “... la... macchi... na... ne... ra...” e richiuse gli occhi. In quel momento entrò l'infermiera, informando Gwen che l'ora delle visite era terminata. |
Clio si stese sul lettino, godendosi la tranquillità della sua nuova casa, estraniandosi per un attimo da tutte le preoccupazioni e forse anche paure.
Dopo un po' qualcuno bussò alla sua porta. |
La reazione calma di Ardes non mi stupì più di tanto. Serafico, continuava a mangiare e parlare come se niente fosse. Era uno strano tipo e non aveva affatto l'aspetto di un criminale, con quel suo modo di parlare e l'aria da intellettuale.
"Se avessi voluto uccidermi, a quest'ora sarei già morta, suppongo che il pane lo avresti trovato anche da solo... No, io credo tu sia qui per nasconderti... hai scelto la mia casa forse perché è l'unica che aveva i balconi aperti... maledetta la fissazione di dover tenere la casa aerata... È così? Vuoi che ti nasconda?" Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Avevo chiuso gli occhi quasi senza accorgermene, ma li riaprii di scatto quando sentii bussare alla porta.
Dopotutto ero lì a far niente, e io non amavo stare con le mani in mano. Mi alzai prontamente e andai ad aprire. |
Sorrisi vedendo i suoi occhioni castani schiudersi.
"Ehi" sussurrai, ma poi di nuovo parlò della macchina nera e perse conoscenza. Non ebbi il tempo di fare o dire altro, che l'infermiera venne per farmi uscire. Mi voltai verso di lui sospirando. Non mi andava di lasciarlo solo, ma dovevo. Così gli diedi un altro piccolo bacio sulla guancia, chiesi all'infermiera di avvisarmi in caso di novità, dandole il mio numero, e poi uscii. Tornai a casa, buttandomi di peso sul divano, distrutta. Era stata una nottata tremenda, agitata, ricca di paura ed ora mi sentivo sfinita. Per quel giorno l'università avrebbe potuto attendere. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Lasciami immaginare...” disse Ardes fissando Gaynor “... sei di quelle che guardano tutte le serie gialle in tv, vero? Che magari divorano quintali di libri, di cui di ognuno provano ad indovinare chi sia l'assassino, vero?” Masticando. “E magari credi che anche questo sia un film, no? Beh, io sono un vero fuggiasco...” muovendo la pistola “... di quelli braccati e con le scatole rotte... si, mi serve un posto per nascondermi e sono stati i tuoi balconi aperti ad invitarmi qui...” si alzò, per poi avvicinarsi a lei “... alzati ed indicami la tua camera da letto... anzi, andiamoci insieme...” puntandole ancora contro la pistola.
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Clio aprì la porta e trovò Tyson sulla soglia, col suo solito sguardo interessato.
“Ehi, bella, spero di non averti svegliata, magari riposavi...” disse sorridendo “... comunque il professor Iasevol vuol vederti... vieni, ti porto da lui.” |
Gwen tornò a casa, sfinita e rattristata per l'accaduto.
Ma era comunque sollevata, poiché Richard era vivo. Si gettò sul divano, ma poco dopo squillò il suo cellulare. |
"Hai immaginato benissimo..." risposi sulla difensiva "C'è qualcosa di male in questo? E poi, mi sembra di averci azzeccato su di te, quindi a qualcosa saranno serviti, tutti quei libri e quei film..."
Mi rendevo conto che in quel momento avrei dovuto tremare di paura, mentre invece ero più preoccupata che altro. Chissà perché, non riuscivo a credere che Ardes fosse quel temibile criminale di cui parlava la polizia. "Si, ti ci accompagno... lasciami prima prendere una sigaretta..." gli dissi per poi accenderla "Vieni, per di qua..." Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Passai parecchi minuti a sonnecchiare sul divano, che mai mi era sembrato più comodo e accogliente come in quel momento.
Dopo un po' però squillò il cellulare. Pensato che avrebbe potuto essere l'ospedale, scattai subito e lo presi. "Pronto?" Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Gaynor condusse Ardes nella sua camera da letto, per poi accendersi una sigaretta.
“Un estraneo, oltretutto un criminale, ti dice di portarlo nella tua camera da letto e tu resti calma...” disse fissandola “... meglio così... stenditi sul letto... dopo che hai finito la sigaretta...” sempre con la pistola in mano. |
Guardai Tyson con una velata disapprovazione nello sguardo.
Avevo un nome, poteva usarlo. I suoi atteggiamenti mi destabilizzavano. Comprendere i comportamenti umani continuava ad essere la cosa più difficile da imparare. "Grazie!" annuendo "Ti seguo..". |
“Si...” disse una voce maschile dal cellulare “... parlo con la signorina Gwen? Sono il tenente Tardes... ci siamo incrociati sul luogo dell'incidente che ha coinvolto suo fratello... vorrei parlarle... posso passare da lei? Mi da il suo indirizzo?”
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Tyson condusse Clio nell'ufficio di Iasevol e li lasciò soli.
“Accomodati pure, Clio...” disse lo scienziato “... volevo parlarti di ciò che abbiamo detto poco fa... riguardo il lavoro del dottor Anellos... l'auto a cui stava lavorando... che tu sappia non ha lasciato progetti o disegni vari? Insomma un qualunque dato circa questo suo lavoro?” |
"Buongiorno, tenente. Certo, la aspetto" gli dissi per poi dargli il mio indirizzo.
Se avevano delle novità mi sorprendeva quanto fossero stati veloci. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Seguii Tyson nell'ufficio del professore e fui lieta di scoprire che eravamo soli.
Sorrisi a quelle sue parole. "Sì, mi era venuto in mente prima, una volta in stanza.." annuendo "Ha lasciato dei progetti, degli appunti... erano molto importanti per lui non ci si allontanava mai.." con un sorriso triste "Li ho portati qui, temendo che potessero finire nelle mani sbagliate... posso andargliele a prendere se vuole!". |
"Hai una pistola puntata contro di me e io ho due bambine da crescere..." gli risposi ricambiando il suo sguardo "Capirai che non sono nella posizione di fare storie..."
Mi sedetti così sulla sponda del letto, continuando a fumare. "A questo punto è lecito chiederti se hai intenzione di farmi del male..." Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
“Ottimo...” disse Tardes al cellulare “... sarò da lei fra una decina di minuti...” a Gwen.
Dopo un po' raggiunse la casa della giovane. “Perdoni l'ora insolita, ma la polizia non dorme mai, ahimè...” fissandola “... ho saputo ha fatto visita a suo fratello in ospedale... purtroppo i medici non ci lasciano entrare, visto suo fratello non può sostenere un interrogatorio, quindi volevo chiedervi se a voi ha detto qualcosa... qualunque cosa, anche un minimo accenno sull'incidente...” |
Il tenente arrivò poco dopo.
"Prego, si accomodi. Gradisce un caffè?" indicandogli il divano. "Parlava sempre di una macchina nera. Potrebbe trattarsi della stessa che ha ucciso i ciclisti?" Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Si, è importante, Clio.” Disse Iasevol alla bella androide. “Va a prenderli, per favore. Senza quei progetti non siamo in grado di ultimare l'invenzione del professore.”
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Annuii al professore e mi alzai per tornare nella mia stanza.
Fortunatamente avevo memorizzato la strada. In poco tempo aprii il cassetto, presi la grande cartelletta con tutti i suoi appunti e la portai dal professore. |
“Dipenderà da te...” disse Ardes fissando Gaynor che finiva la sua sigaretta “... se farai ciò che ti dirò e non mi darai noie, allora forse questa storia finirà bene per entrambi... su, finisci la tua sigaretta e poi prendi il cellulare... voglio che affidi le tue bambine a qualcuno... non so, un parente, un'amica, un amante... ma non le voglio qui tra i piedi, intesi? Su, prendi il cellulare e cerca a chi affidare per un po' le tue figlie... e bada di farmi scherzi... dopo controllerò a chi hai chiamato...”
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Ascoltai la richiesta di Ardes e fu lì che la paura tornò a farsi sentire.
"Ma non ho nessuno a cui affidarle per più di un giorno! Posso chiamare il padre, ma domani me le riporterebbe indietro... mi stai dando troppo poco tempo, sono bambine, non oggetti... ti prometto che farò tutto ciò che vorrai, ma devi dirmi cos'hai in mente e per quanto tempo ti servirò, in modo che le possa sistemare bene..." Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
“Magari qualcosa di fresco...” disse Tardes a Gwen “... una macchina nera...” ripetè pensieroso “... i ciclisti? No, alquanto improbabile... un pirata della strada causa un incidente per guida ubriaca, distrazione o a causa di stupefacenti... è statisticamente impossibile che un singolo pirata della strada resti coinvolto in più incidenti, essendo comunque fortuito il caso che lo vede coinvolto... altrimenti, se fosse recidivo, sarebbe un serial killer e non più un pirata della strada...”
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Clio andò a prendere la cartella con gli appunti ed i progetti, per poi consegnarli a Iasevol, che li osservò attentamente.
“Fantastico...” disse “... si, davvero geniale... qui abbiamo un prototipo dell'auto, ma senza questi altri progetti era praticamente impossibile ultimare il tutto... ora invece tutto è più semplice... è possibile...” sfogliando quelle pagine. |
"Certo, aspetti un attimo" andai in cucina e presi due bicchieri di thè freddo, per poi tornare in salone.
"Allora si dovrebbe cercare di capire se mio fratello e quei due avevano qualcosa in comune, no? Ci sono troppe coincidenze, per pensare che sia casualità." http://uploads.tapatalk-cdn.com/2016...0b0cc387a8.jpg Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Mi occorre un giorno o due...” disse Ardes a Gaynor “... devo contattare una persona e solo quando sarò certo di poterla incontrare andrò via da qui... ma nel frattempo non voglio mocciose tra i piedi... chiaro? Ora cerca di pensare in fretta e trova dove lasciare le tue figlie... in due siamo già in troppi qui... su, prendi il cellulare e fa come ti ho detto...” con tono deciso.
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Sorrisi al professore, entusiasta di quella notizia.
"So che il dottore avrebbe voluto fortemente che l'auto venisse ultimata..." gaiamente "Teneva particolarmente a questa sua ultima invenzione.." annuendo. "Un prototipo?" trasalii poi, rendendomi conto di cosa significasse "E ditemi.. potrei.. sì, insomma, potrei vederla?" chiesi, speranzosa. |
“Grazie...” disse Tardes a Gwen, per poi prendere il bicchiere “... coincidenze? Che genere di coincidenze ha visto lei fra questi due incidenti? Sono curioso...”
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"Non so, le dinamiche, il luogo... Magari mi sbaglio, è solo un'ipotesi la mia, ovviamente."
Al momento mi importava che Richard stesse finalmente bene e che uscisse dall'ospedale, il resto passava in secondo piano. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Iasevol sorrise.
“Beh, non è ultimata, anzi, tutt'altro...” disse a Clio “... però si, certo... vieni...” ed uscirono dall'ufficio. Scesero nei piani bassi del centro, dove c'erano macchinari e strumenti di ultima generazione. Attraversarono un lungo corridoio, fino a raggiungere una specie di hangar sotterraneo. Qui, in una sorta di pista circolare, un'auto dai tratti e le forme futuristiche ed aerodinamiche veniva testata su diversi tipi di asfalto, con sbalzi di temperatura costanti e sottoposta ad ogni sorta di forza vettoriale. “Eccola...” indicò Iasevol a Clio. http://7te.org/images/570x363/speed-...-5-2810413.jpg |
“Beh, gli incidenti causati dai pirati della strada sono grosso modo tutti uguali o quasi...” disse Tardes a Gwen, per poi finire il suo bicchiere “... e l'Asse Mediano è l'ideale per fungere da scenario... lunghi chilometri di strada poco controllata, poco trafficata e senza caselli e pedaggio... e sia, credo sia meglio andare... speriamo suo fratello si rimetta presto... quando starà meglio verrò a fargli qualche domanda... buonanotte, signorina...” ed uscì.
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“Beh, diciamo che sono molto perfezionisti... esigenti, quasi maniacali...” disse una delle ragazze ad Altea e a Carlotta “... cercano ragazze particolari per pubblicizzare i loro prodotti... non semplici belle... mah, chi li capisce è bravo...”
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Sorrisi al professore e lo seguii docilmente.
Stentavo a crederci. L'auto di mio padre era lì, davanti a me, in tutto il suo splendore. Veniva testata sulle varie condizioni, e io restai davvero affascinata. "È bellissima!" Mormorai, senza toglierle gli occhi di dosso. |
Lo fissai per poi sorridere, cercando di farlo sembrare il più naturale possibile.
" Oh é solo che... Ho un po' di pensieri per la testa in questi giorni..." sollevando poi le spalle per togliere importanza a ciò che avevo detto. " Tutto qui davvero. E ti ringrazio per il tuo aiuto, credimi per me conta parecchio" Ripresi il bicchiere bevendo qualche sorso e mi schiarii la gola. " Senti non so che impressione tu ti sia fatto di me ma... Io ho delle responsabilità e dei doveri, a cui non posso sottrarmi anche se questo significa dover rinunciare a qualcosa, qualche volta...." feci una piccola pausa, non sapevo da che parte iniziare il discorso. " Hai detto che ci tieni a me e forse...forse non dovresti... Non al di là di una amicizia. Perché è ciò di cui ho davvero bisogno. Di un amico. Quindi spero che tu possa essere mio amico altrimenti credo che dovremmo avere solo un rapporto di lavoro." Nel parlare mi sentivo nervosa, quasi infastidita dalle mie stesse parole ma credevo di fare la cosa giusta. Non potevo illudere in qualche modo Simon, e vederlo al ristorante con il suo anticipo e la sua agitazione mi aveva fatto comprendere che dovevo mettere subito in chiaro le cose. Per quanto fosse difficile io credevo nel matrimonio e dovevo almeno tentare di dare una seconda opportunità a mio marito. Dovevo provare in tutti i modi a fare funzionare il nostro rapporto o non me lo sarei mai perdonato, avrei avuto sempre una vocina nella mia coscienza a rimproverarmi. Simon era capitato nella mia vita così all'improvviso, portando una boccata di aria fresca e non volevo perderlo ma dovevo definire i limiti del nostro rapporto. E poi non avevo molti amici in città e sentivo tanto il bisogno di poter avere qualcuno con cui parlare e confidarsi o anche solo fare due risate. |
Ascoltai pensierosa. .a me poteva andare meglio.."Ma cosa sapete di questa Società? E del proprietario? ".
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