Elv sorrise.
“Immagino che la tua espressione sia un si...” disse a Gwen “... giusto?” Divertito. “Ho fatto preparare il tutto per la tua uscita da qui. Ora verranno le infermiere ad aiutarti per uscire. Io ti aspetterò in accettazione, Gwen.” E andò via.
Poco dopo arrivarono due infermiere per aiutarla a prepararsi.

"Alle otto, allora" dissi stringendo la sua mano e sentendone il calore. Accidenti... Accidenti sul serio! Ci separammo ed io entrai in casa, con ancora il cuore che ballava. Okay okay! Nyoko, sta buona! Non essere così precipitosa... Può essere che ci stia provando con te? Cos'hai di tanto affascinante? Mi guardai allo specchio, beh... Ero abbastanza stanca e scomposta, cosa avevo di così affascinante? Guardai l'orologio e decisi di non badarci più. Mi infilai sotto la doccia e mi lavai in fretta per poi asciugarmi e vestirmi carina. Mi truccai... Era da tanto che non lo facevo, in fondo... Forse dal giorno del mio matrimonio. Mi acconciai i capelli e mi spruzzai del profumo non troppo forte, delicato ma percettibile. Appena finì mi venne l'ansia... Okay, niente panico! Perché ero nel panico? Ah, beh, forse perché ero stata invitata a cena da un poliziotto bellissimo? Decisi di dedicarmi alla ricerca di uno dei miei testi, per ingannare l'attesa e per non farmi crescere l'ansia, cercandone uno adatto per essere visionato da lui.

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Annuii ancora in risposta con un sorriso tranquillo e sicuro.
Era la prima volta che prendevo una decisione così importante nella mia vita ed era bellissimo.
Rimasi stupita quando disse che aveva preparato tutto per farmi uscire.
Avevi davvero pensato a tutto, vero dottor Elv?
Lo seguii con lo sguardo mentre usciva, prima che due infermiere venissero ad aiutarmi.
Una volta pronta, chiesi di poter salutare Ariadne prima di andare via, ricevendo anche i saluti da Tya naturalmente.
Era strana la sensazione che provavo mentre camminavo nei corridoi, sapendo che non lo facevo né per andare nella vasca, né per la scossa, o per raggiungere il salone, dove ogni giorno succedeva qualcosa che portava qualcuno a ritrovarsi isolato nella stanza in fondo al corridoio o a sparire per giorni interi.
No.
Io stavo andando via.
Quando iniziai a vedere l'accettazione da lontano, sentii sia paura che eccitazione, ma scorgendo poi la figura del dottor Elv in lontananza, ogni dubbio sparì, facendomi sorridere.

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Nyoko, per far trascorrere il tempo, si dedicò ad alcuni dei suoi testi, da far poi visionare a Pier.
Questi arrivò preciso alle 8, scendendo dall'auto e bussando alla porta di Nyoko.
Aveva con sé un mazzo di fiori.
“Salve.” Disse sorridendo. “Questi sono per lei.” Offrendole i fiori. “Non conosco i suoi fiori preferiti, né i suoi colori del cuore. Allora mi sono lasciato guidare dall'intuito... sono fiori di campo di vari colori... il fioraio mi ha detto simboleggiano la felicità ritrovata... purtroppo non mi intendo di fiori, quindi non so se mi ha detto il vero... spero solo che li gradisca.” Con gentilezza e fissandola.

Qualcuno bussò alla porta ed io mi destai dalla lettura. A quel punto il cuore tremò come mai prima d'ora. Mi alzai e mi sistemai tutta, facendo grandi sospiri. Aprì la porta e lui era... Beh, bellissimo. Aveva un mazzo di fiori, Dio... Mi ero sciolta di nuovo. Presi quei fiori e li annusai. "Che pensiero gentile... È vero, danno senso di felicità" dissi sorridendo e guardandolo. Lo feci accomodare, così da poter posare i fiori in un vaso.
"Possiamo andare" dissi prendendo una borsetta e avvicinandomi a lui. Indossavo un abito nero, semplice, ma elegante. https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...491104e74e.jpg

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Gwen vide da lontano l'accettazione.
Si avvicinò e riconobbe Elv.
Ma prima che potesse raggiungerlo vide fermo nel corridoio il bambino visto prima.
Quello delle palline sporche.
Stava fermo, con lo sguardo terrorizzato.
Fissava il vuoto, come se ci fosse qualcosa che lo spaventasse a morte.

“Sta molto bene...” disse Pier a Nyoko “... è davvero bellissima... sicura che a suo marito non seccherà? Io sarei gelosissimo di lei...” guardandola negli occhi.
Poi uscirono e lui le cinse appena i fianchi, fino ad accompagnarla alla sua auto.
Partirono.
“Allora, mi dica... cosa le va di mangiare stasera? Pesce o carne? O di quelle fissate con vegetariano a tutti i costi?” Sorridendo.

Era lì, era vicinissimo, potevo quasi toccarlo...
Ma lui si frappose tra noi.
Quel bambino.
Ancora.
Lo guardai per qualche istante; sembrava terrorizzato, come se stesse guardando qualcosa che lo spaventava molto, ma io passai oltre.
Volevo lasciarmi alle spalle tutto quello.
Era il momento di ricominciare da capo e non volevo perdere altro tempo.
"Possiamo andare?" chiesi al dottore, sorridendo.

Elv sorrise ed annuì a Gwen.
“Gwen...” disse ad un tratto il bambino “... aiutami... ti prego... aiutami, Gwen...”
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Sì, quell'uomo aveva bisogno di cure, di vere cure.
Allora mi avvicinai piano piano, a lui, dolcemente, con un sorriso rassicurante.
Non volevo spaventarlo né metterlo a disagio.
Mi avvicinai piano, tirai fuori il pasto che avevo portato con me per lui, e glielo porsi.
"Posso?" chiesi, con una voce dolce e leggera.

Il vecchio guardò Clio.
“Aiutami...” disse porgendole la mano “... fa la carità... sono uno che un tempo serviva Messa... e anche se tu non credi, aiuta uno che serviva Messa...”

"Vi ringrazio" dissi timidamente a quei complimenti. Mi sentivo al settimo cielo. Sorrisi alla sua affermazione di poter essere gelosissimo di me, mi sentì lusingata. Mi cinse i fianchi facendomi gridare dentro di gioia. Oddio, avessi avuto una migliore amica le avrei già mandato ottomila messaggi. Salimmo sull'auto e partimmo.
Alla sua domanda su cosa mangiare e alla sua battuta sul vegetariano risi.
"Mangio di tutto, non importa... Ma il vegetariano eviterei" dissi ridendo con lui. Era l'uomo che desideravo avere al mio fianco e... Se per una volta potevo essere felice, perché no? Non volevo tradire mio marito... Ma in fondo non avrei tradito proprio nulla, non avrei infranto nulla di nulla.

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Sorrisi al vecchio, e mi sedetti lì con lui.
Allora gli porsi il pasto che avevo preparato per lui, una pasta al ragù, mi sembrava abbastanza completo, visto che chissà che cosa mangiavano.
Poi gli diedi anche qualche Taddeo.
"Come ti chiami?" dolcemente.

Ricambiai il sorriso, che sembrava si fosse abituato ad essere presente sul mio viso e mi preparai a seguirlo.
Però ancora una volta il bambino mi parlò.
Chiedeva aiuto, come tutti gli altri.
Ma stavolta ero io a non poter ascoltare.
Non con una nuova vita ad aspettarmi là fuori.
Per tutta risposta, infatti, seguii il dottore fuori da lì e non mi sembrò vero.
Non mi sembrò vero sentire il calore del Sole sulla pelle e sul viso mentre tenevo gli occhi chiusi, la leggera brezza che mi soffiava fra i capelli, il via vai della città che scorreva al di là di quell'ultimo ostacolo, il cancello, che si stagliava davanti a noi con la sua imponenza, ma non ci avrebbe fermati, se questo era il suo intento.

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“Meglio così.” Disse Pier a Nyoko. “Allora mi sentirò libero di stupirla.” Guardandola, per poi accelerare. “Sarà una sorpresa...”
La macchina sfrecciò tra le stradine illuminate di Afragolopolis, fino a raggiungere una zona alta della città, presso l'acropoli, piena di locali e negozi di classe.
Qui arrivarono davanti ad un ristorante molto chic.
Parcheggiarono ed entrarono.
“Ho prenotato...” Pier al cameriere “... per favore, un tavolo presso le vetrate... la signora ama mangiare godendosi il panorama della città illuminata.” Indicando Nyoko.
“Certo, signore...” il cameriere “... prego...” e li fece sedere presso le vetrate, da cui si vedeva tutta la città illuminata.
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Il vecchio prese il cibo portato da Clio e cominciò a mangiare.
“Non ti stupisce” disse a lei “che io so tu chi sia?”

Gwen ignorò il ragazzino e con Elv lasciò finalmente quella clinica psichiatrica.
Il giovane medico possedeva un'auto sportiva, di un rosso fiammante.
Così partirono.
La ragazza potè vedere allora tutta la città illuminata, con i suoi infiniti grattacieli, i negozi, i teatri, le antiche chiese ed i mille colori di insegne policrome.
“Vedrai, il mio ambulatorio ti piacerà...” disse lui a lei “... sarai libera di fare ciò che vorrai, a patto che seguirai ogni mia cura e prescrizione, ok?”
Poco dopo arrivarono al laboratorio di Elv.

Pier accllerò, facendomi salire l'adrenalina.
"Oh, adoro le sorprese" dissi alla sua affermazione. Non mi ero mai sentita così bene, prima di allora. Arrivammo alla zona alta della città, quella più di classe, raggiungendo un ristorante molto chic. Entrammo ed io mi sentì ancora più al settimo cielo... Forse il paradiso aveva più celi, e se era così, io ero arrivata già alla vetta. Il cameriere ci condusse al nostro tavolo e... Il fiato morì in gola, e il mio sguardo si perse nella meraviglia di quella vista.
"Ma è... Spettacolare..." dissi sorridendo sinceramente emozionata.
"Non credevo che Afragolopolis fosse così bella..." dissi sentendo il cuore battere come un matto. Sarei rimasta ore ed ore ad ammirare quel panorama... Adesso ero indecisa su cosa fissare: lo spettacolo di colori e di luci della città o gli occhi stupendi di Pier?
"È... Bellissimo qui..." Dissi sorridendogli ampiamente. "È tutto così bello..." dissi ancora guardandolo.

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Sorrido all'uomo, guardandolo con aria gentile.
"Sai chi sono?" dolcemente "E chi sono?" guardandolo.
Era come una strana seduta con un mio paziente.
Intanto scrutavo i suoi pensieri, per quanto confusi potessero essere, tutto mi sarebbe stato utile per la missione.

“Si, è un bel panorama...” disse Pier guardando dai vetri “... ma forse ci sono abituato da sempre e stasera non mi colpisce più di tanto...” fissando ora Nyoko “... stasera c'è qualcos'altro di molto più affascinante per me...” con i suoi occhi in quelli di lei.
Arrivò il cameriere con i menù.

Vidi la macchina dell' dottore ed era semplicemente stupenda tanto che rimasi a fissarla per qualche istante.
Quando salimmo e ci immergemmo nella città, fui completamente rapita dalle luci, i palazzi, le vecchie chiese, tutte quelle bellissime insegne.
Era tutto molto più bello di quanto ricordassi.
Annuii a quelle condizioni mentre continuavamo a camminare.
Tranquillo dottore, farò tutto ciò che mi chiederai, perché u mi hai salvata ed io sarò per sempre in debito con te
Arrivammo poi al suo ambulatorio ed io rimasi fremente in attesa.

Ero ormai sciolta, faceva improvvisamente caldo. Gli sorrisi con le guance incandescenti, probabilmente ancora rosse, forse non erano mai state così colorate.
"E cosa sarebbe la cosa più interessante?" dissi appogiando il mento sul palmo della mano e mordendomi appena il labbro inferiore. Poi arrivò il cameriere con i menù.
"Grazie" dissi afferrandone uno.

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"Sei una che cerca qualcosa..." disse il vecchio a Clio "... e da me cosa vuoi, mi chiedo?"

Anche Pier prese uno dei menù e cominciò a sfogliarlo.
“Cosa c'è” disse leggendo “di affascinante? Più del panorama? Lei...” alzando gli occhi su Nyoko, sulla sua bocca e su quel labbro che si mordeva “... è tutta la sera che le faccio impunemente complimenti... e temo non smetterò...” guardandola negli occhi “... ordinerò una bistecca... magari con purè e piselli... lei ha deciso, Nyoko?”

Arrivarono al laboratorio di Elv.
Scesero e lui fece entrare Gwen.
“Io vivo al piano superiore...” disse “... così posso seguire i miei studi, le mie ricerche, i miei pazienti... in qualsiasi momento, giorno e notte tu potrai chiamarmi... sono al pianerottolo successivo.” Sorridendo. “Avrai fame, no? Cosa vuoi mangiare?”

Mi scappò un sorriso, uno di quelli grandi e spontanei. Mi stava riempiendo di complimenti... Io mi sentivo troppo felice. Il mio cuore aveva tolto le ragnatele che lo circondavano ormai da tempo e si era messo a danzare nel mio petto in tutti i modi che conosceva.
"Beh... Non sarò io a farla smettere" dissi sorridendo. Poi mi disse la sua scelta e fece gola anche a me. "Prenderò la stessa cosa, adoro la bistecca" dissi richiudendo il menù e tornando a guardare quegli smeraldi incastonati nel volto.


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I tuoi pensieri...
C'era così tanta confusione nei pensieri dell'uomo, che mi apparivano come mille voci sovrapposte.
Non avrei voluto scoprire le mie carte così in fretta, ma forse era l'unico modo per catalizzare i suoi pensieri in una direzione, e riuscire a fare un po' di ordine.
"So che sei stato per molto tempo all'imperion Nolhian.." guardandolo "Mi chiedevo se tu potessi raccontarmi di com'è laggiù...".
O comunque fartici pensare, così leggerò i tuoi pensieri...

Seguii attentamente la sua spiegazione e infine annuii.
Mi sentii un po' sperduta quando mi chiese cosa volessi mangiare.
Sai, dottor Elv, era un po' che nessuno mi trattava così bene, non ci sono più abituata...
"Non so... Va bene qualsiasi cosa..." risposi, con un vago e timido sorriso, stringendomi nelle spalle.

Pier sorrise.
“Allora potrò farle i complimenti senza sentirmi in colpa.” Disse a Nyoko.
Poi gli scivolò la penna dalla tasca della giacca e subito si chinò a raccoglierla sotto il tavolo.
La penna era vicinissima alle gambe di lei.
Lui la raccolse, ma nel farlo sfiorò, volontariamente, il piede e poi la caviglia di Nyoko.
Più volte, con gesti delicati e sensuali.

Gli sorrisi dolcemente, dandogli la libertà di farmi tutti i complimenti che voleva. Poi gli scivolò una penna dalla tasca e si abbassò a raccoglierla. Era finita poco distante dalla mia caviglia e... Lui me la sfiorò. La carezzò con delicatezza, sensuale, facendo crescere in me sensazioni piacevoli che divennero vere e proprie scosse. Ancora il mio cuore saltava nel petto, per poco non usciva da lì per ballare sul tavolo. Lo lasciai fare, non mi sarei negata nulla, proprio nulla.

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“Vediamo cosa ho in frigo...” disse Elv, facendo segno a Gwen di seguirlo “... cibi precotti... formaggio... del pane ai cereali... marmellata... beh, non proprio il massimo... ordiniamo una pizza? Vuoi?” A lei.

Poggiai le mie borse davanti all'aula importa di ingresso e lo seguii in cucina.
Accennai una risata alla desolazione sul suo viso quando aprì il frigorifero.
Poi, annuii subito quando nominò la pizza.
Oh, dottor Elv, hai proprio centrato il segno, lo sai?
Iniziai a fare un giro lì dentro e dovevo ammettere che era carino, mi piaceva.
Sì, avevi ragione dicendo che mi sarebbe piaciuto qui, ma credo tu abbia sempre ragione,
dottore

Quelle carezze, lente, leggere, sensuali continuarono per un altro lungo istante.
Le dita di Pier sulla pelle di Nyoko, sul suo piede, la sua caviglia, con l'idea che quella mano potesse salire ancora, lungo tutta la gamba.
Ma poi cominciò a sfilare piano, pianissimo la scarpa, liberando il piede di lei, per poi accarezzarlo delicatamente.
La pianta, tra le dita, di nuovo risalendo la caviglia.
Ma il cameriere si avvicinò al tavolo e subito Pier si alzò.
“I signori” disse il cameriere “gradiscono del dessert?”
“Cosa c'è?” Chiese, guardando però Nyoko.
“Panna cotta, Crema di mirtilli, Millefoglie, Gelato al tartufo, Babà al rum ed aragoste con crema, panna o cioccolato, signore.”
“Cosa gradisce?” Pier a Nyoko, fissando i suoi occhi.

Il modo in cui mi carezzava... Era eccitante, sensuale, ardente. La sua mano, le sue dita... Dio, ne volevo ancora di quelle carezze. Lo sentì sfilarmi la scarpa e continuò le sue carezze sul piede nudo. Stavo ardendo sotto quelle carezze, quando il cameriere arrivò e Pier tornò su, senza sembrare imbarazzato. Io, invece, ero ancora accaldata dalle sensazioni che mi aveva lasciato sulla pelle, la sentivo letteralmente bruciare.
"I...io?" dissi balbettando cercando di riprendermi un po' da quelle sensazioni tremende che mi avvolgevano.
"Panna cotta... Sì, prenderò la panna cotta..." dissi sorridendo e ricordandomi solo quello, tutto il resto era andato a fuoco insieme ad altri sani pensieri.

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“Bene, ordino un paio di pizze...” disse Elv a Gwen, mentre lei si guardava in giro “... fatto... io vado a farmi una doccia... tu guarda pure la tv se vuoi... ci metterò pochi minuti.” E si andò a lavare.
Ad un tratto qualcuno busso alla porta.

“Panna cotta per la signora” disse Pier “ed una fetta di millefoglie per me.”
“Si, signore.” Il cameriere per poi andare via.
Rimasti soli Pier sorrise a Nyoko.
“Prenda un bicchier d'acqua... la vedo arrossata.” Porgendoglielo e nel farlo le sfiorò la mano.

Il vecchio guardò Clio negli occhi.
"Tu dici di eesere, ma in verità sei l'opposto..." disse "... cosa vuoi da me? Ti ha inviato il demonio, vero? Per me?"

Il capo si complimentò con Altea per il lavoro svolto.
Ma si mostrò scettico verso il capo dell'agenzia matrimoniale.
“Non possiamo fidarci del primo arrivato.” Disse alla donna. “Meglio non esporci. Che tutti lì ti credono una semplice segretaria. Così la tua copertura sarà fantastica.” Annuì ridendo.

Annuii al Capo.."Non dico non siano affidabili o raccomandabili, i due uomini con cui ho parlato non mi sono sembrate cattive persone..ma..eravamo solo io e un' altra donna al colloquio e nessun altro..almeno poi non so se erano stati fatti..altri..colloqui chiamiamoli così..e se l'Agenzia fosse pure quella una copertura? ".
Jake mi strappò un sorriso. ."Ridi vero? Vorresti vedermi come segretaria..magari pure personale del Capo. Mi sa un tipo estremamente abituato ad avere tutte ai suoi piedi..per favore un thè no anzi un succo di frutta magari con una buona fetta di torta..dovrei far leva sulla mia pazienza, non ho mai servito un uomo lo sai".
Mi guardai attorno per un attimo.."Mi trasferiro' da qualche parte vicino alla agenzia per permettermi di muovermi liberamente. .hai parlato con l'operaio? O hai altro da affidarmi. .aspetto le tue volontà".

Mi si levò il respiro, ancora non riuscivo a calmarmi.
"Sì... Grazie" dissi accettando il bicchiere d'acqua senza alzarlo. Se lo avessi alzato per portarlo alle labbra, probabilmente si sarebbe notato il mio tremore. Preferì lasciarmi sfiorare la mano da lui e bearmi delle sue carezze sensuali.

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