Raggiungemmo un vicolo e quasi diedi di stomaco vedendo quella donna ridotta in quello stato.
In breve un capannello di persone si raccolse, mentre Sev e Guad studiavano il corpo martoriato e sgozzato come un animale.
Il suo sangue ancora inondava il vicolo e lei penzolava come una macabra marionetta abbandonata giù dalla finestra.
Il cadavere mostrava gli stessi identici segni di Galat e a questo punto, la domanda era una sola.
Chi mai fra noi avrebbe potuto compiere dei gesti così atroci?

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"Che sarà successo?" osservando Colette in modo enigmatico "Presto sali sulla Ferrari e seguiamolo...e se fosse un altro omicidio..sai cosa significherebbe...che sarebbe una cattiva pubblicità per noi, magari il regista prenderebbe la decisione di andarsene" salendo sulla Ferrari e seguendo il poliziotto "Strano tipo il barone vero? Non sapevo nemmeno della sua esistenza, mi da fastidio il fatto che, essendo solo le attrici, non dobbiamo sapere nulla...proprio per questo voglio vedere cosa è accaduto".

Strinsi il piccolo per il tempo che fu necessario a fare bella figura, poi mi alzai do scatto, una volta che il dottore se ne fu andato.
"Su, adesso riposati, da bravo!" dando un bacino al ragazzino.
"A Garion la servirai a letto, dato che non può muoversi!" ordinai "Mentre a me nel salotto, grazie!" ordinai, per poi scendere.

Se Gwen vu sul punto di vomitare, Patrick lo fece davvero.
Lo spettacolo dopotutto era davvero terribile.
Oramai era chiaro che a Casarignone e nelle sue campagne c'era un maniaco.
Un assassino seriale.
La paura scoppiò nella cittadina e subito fece il giro dell'intera nazione, arrivando ovviamente anche ad Afragolopolis.
Poco dopo arrivò l'auto di Fury, seguita dalla Ferrari con a bordo Altea e Colette.
Poi fu il turno di Swan.
Lo sceriffo parlò a lungo col dottore e poi ordinò a Sev ed a Fury di far portare via il cadavere.
“Odio gli assassini seriali...” disse lo sceriffo al medico “... non hanno alcuna logica... possono colpire ovunque e chiunque... ed ora scoppierà la sindrome del killer qui a Casarignone...” pensieroso.

Garion restò deluso del fatto che avrebbe mangiato da solo in camera, mentre Destresya cenò in salotto.
Alla tv però seppe del nuovo omicidio avvenuto a Casarignone.
Una donna era stata trovata sgozzata sulla finestra di casa sua.
Intanto, rimasto solo in camera, Garion si alzò dal letto e prese dei fumetti che poi iniziò a leggere.
Nessuno poteva infatti sapere che non era affatto caduto dalle scale.

Chiaramente, Patrick si sentì male.
Bagnai un fazzoletto in una fontanella vicina e gli rinfrescai il viso.
"Stai meglio?" preoccupata.
"Quest'altra morte non ci voleva, ora chissà che casino succederà qui" con tono esasperato.
"Ciò che non capisco, poi, è la logica con cui la gente viene uccisa. Non credo affatto che uccida persone casuali, ma non sembra nemmeno che Galat e questa donna avessero qualcosa in comune, ma allora qual è la strada giusta?" sospirai

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Arrivammo proprio sul luogo del delitto, scesi e andai ad osservare ma ciò che vidi fu tremendo.
Mi voltai verso Colette "Non guardare...una donna...sembra un rito sacrificale, povera donna..e questo non è un film di orrore, è realtà".
Mi misi vicino alla Ferrari, osservavo la gente, sentivo i loro commenti e poi vidi lo sceriffo..tale Swan..e udii le sue parole..."Un killer seriale..può accadere a chiunque? Pure a noi?" a voce alta "Ci manca solo io debba morire per un film" osservando Colette "Strano però in un paese cosi piccolo nessuno veda niente, non è Afragopolis ma nemmeno una grande cittadina" verso lo sceriffo, effettivamente trovavo strano tutto questo accadesse cosi facilmente in quel luogo piccolo ed isolato.

Nessuno, per ora, poteva rispondere a quelle domande di Gwen.
Anche Altea e Colette erano lì e pure loro rimaste scioccate dall'accaduto.
Swan allora fece sgombrare tutti.
“Su, potete andare, gente...” disse ai presenti “... qui non c'è più nulla da vedere...” avvicinandosi alle due attrici “... non è uno spettacolo per due donne questo...” fissandole.

Cenai in salotto, fissando la televisione.
La situazione era sempre più allarmante, anche se forse potevo voltarla a mio vantaggio.
Con un serial killer in città, infondo, chi avrebbe sospettato di altri?
Tutti sarebbero stati portati ad attribuire al serial killer tutti i delitti commessi, specie se rispettavano i canoni.
Ecco che dovevo fare, scoprire tutti i dettagli per poi agire di conseguenza.
E avrei potuto unire l'utile al dilettevole, sfruttando il debole che lo sceriffo aveva su di me.
Presi allora il cellulare, e scrissi un messaggio a Swan.
Stanno succedendo cose sempre più raccapriccianti in città. Eh, immagino che lo sceriffo sarà presissimo, ma mi sentirei molto più al sicuro se passasse di qui, stasera... o stanotte.

Sospirai.
"Io vado a casa... Ci si vede..."
Mi allontanai da Patrick e mi diressi verso casa, sentendo l'atmosfera farsi ancora più cupa e pesante.
Non era giusto instillare nella gente la paura anche di uscire dalla propria camera da letto, soprattutto in un centro così piccolo e speravo che tutto ciò finisse presto.

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Lo sceriffo si avvicinò e lo squadrai da capo a piedi.."E' per caso maschilista sceriffo Swan? Le donne possono essere più forti e coraggiose degli uomini, immagino dunque nella sua squadra non vi sia posto per le donne" osservandolo con tono di sfida, ma notando pure l' avvenenza "Comunque mi stavo chiedendo una cosa tra me e me...vediamo cosa mi risponde, sceriffo..non le sembra strano che in un posto così piccolo come Casarignone nessuno abbia visto nulla...sono due omicidi in poche ore, e stranamente nel luogo del delitto non vi è nessuno, nessuno ha sospetti?".

Gwen tornò a casa, ma prima di entrare sentì delle voci.
Era sua zia che parlava con qualcuno.
La voce di un uomo, forte, decisa.
Aveva un tono sicuro, quasi saccente.



Swan ricambiò lo sguardo di Altea e guardò poi pure Colette.
Però non le riconobbe, poiché non amava quel genere di serie tv.
“In effetti non abbiamo donne qui con noi, come poliziotte intendo.” Disse con un sorriso sornione. “Però lei dice il vero...” annuendo ad Altea “... nessuno ha visto, né sentito nulla... dopotutto i due omicidi sono avvenuti di notte o sera tardi e qui nessuno ama fare le ore piccole. Posso chiedere le signore da dove vengono e cosa ci fanno qui a Casarignone?” Mentre vibrò il suo cellulare.
Allora getto una rapida occhiata e lesse il messaggio di Detresya.

Appena arrivai fuori casa, sentii la zia parlare con qualcuno.
Era una voce maschile, decisa.
Preoccupata, visto i tempi che correvano, non esitai ad entrare in casa per vedere di chi si trattasse.

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"Quindi di sera e di notte vi è quasi un coprifuoco, io non credo un posto piccolo significhi che la gente non esca altrimenti a Capri o Ischia vi sarebbe un crollo del turismo..sembra quasi la gente di qua abbia remore ad uscire...non vorrei ci siano strane superstizioni" poi lo sceriffo ci chiese chi fossimo, ovviamente doveva pure osservare la gente estranea visto gli accadimenti ma io rimasi incollata al suo bello sguardo e notai il suo verso me.."Siamo due attrici, stiamo girando una serie tv nel maniero del barone vicino la foresta, può immaginare ora la nostra paura a dormire laggiù e pure a girare sole" sorridendogli ma turbata.

Gwen entro in casa e trovò sua zia indaffarata a preparare un caffè, mentre nel loro salotto vi era un uomo che si accendeva una sigaretta.
Era un tipo dall'aspetto sveglio e vivace, i modi schietti ai limiti del cattivo gusto, la gestualità molto pronunciata ed una voce che col suo tono ricopriva tutti gli altri rumori della stanza.
"Oh, eccoti." Disse la zia a Gwen. "Ti presento il signor Gozz." Indicando l'uomo.
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Entrai e trovai la zia indaffarata a preparare il caffè, insieme ad un tizio.
La tipica persona dai modi spicci e un po' arroganti.
Si chiamava Gozz.
"Salve. A cosa dobbiamo la sua visita, a quest'ora tarda?" specificai.

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“Scusatemi un istante...” disse Swan alle due attrici mentre rispondeva all'sms di Destresya, avvertendola che sarebbe passato più tardi per controllare che tutto fosse in ordine intorno alla sua villa “... eccomi...” tornando a rivolgersi ad Altea ed a Colette “... attrici? Ah, certo... ho sentito delle riprese di una famosa serie tv...” sorridendo loro “... beh, immagino non sia un bel momento per venire qui da noi... ma posso assicurarvi, signore, che Casarignone fino ad oggi è stato un luogo tranquillo... non siamo un posto di villeggiatura, ma mai nulla di simile era accaduto in passato... io ho un appuntamento di lavoro fra circa mezz'ora, però se volete posso un attimo accompagnarvi fino al vostro alloggio, così vi sentirete sicure.”

Gozz guardò Gwen con uno sguardo poco lusinghiero, di quelli che alle ragazze perbene causano sempre un certo fastidio.
"Che deliziosa ragazza." Disse sorridendole, mentre con la sua sigaretta riempiva di fumo la stanza.
"Il signor Gozz" la zia "è un giornalista giunto qui per quei misteriosi omicidi."
"Sono il re dei giornalisti!" Ridendo lui.

Avevo giusto finito il mio bicchiere di vino quando sentii il telefono vibrare per la risposta di Swan.
Sorrisi compiaciuta nel leggerlo: "Ti aspetto" risposi.
Poi mi alzai, spensi la tv e andai nelle mie stanze.
Dovevo necessariamente trovare un vestito degno dell'occasione.
Nel frattempo passai dalla camera di Garion per vedere come stesse il piccolo guastafeste.

Lasciai lo sceriffo rispondesse al cellulare e poi tornò da noi "Non avremmo mai immaginato potesse accadere tutto questo, certo pensi sceriffo che fino a poche ore fa eravamo nella locanda di Pitt a mangiare tranquillamente, è accaduto tutto improvvisamente...oh si, se ci accompagnasse volentieri, anzi potrebbe parlare pure al regista e rassicurarlo, sarebbe un peccato andarcene da qua per questi fatti..certo è che registrare nel bosco sarebbe pericoloso ma siamo più di una persona" osservando i suoi occhi di un colore meraviglioso, ovviamente un uomo del genere in questo posto sarà stato sposato con figli, e pure rischiava la vita.."Vogliamo andare, va avanti lei e noi le seguiamo con la mia auto?".

Sollevai un sopracciglio mentre mi fissava.
Mi infastidivano lui, i suoi modi e la sua sigaretta.
Scoprii che era un giornalista.
E che ci faceva proprio a casa nostra?
"Dunque? Cosa vorrebbe qui da noi?"

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“Certo, signore.” Disse Swan sorridendo ad Altea e Colette.
Oltre al bell'aspetto, lo sceriffo colpiva per i modi gentili e per quel carisma tipico degli uomini d'azione che aveva l'innata capacità di far sentire le donne protette.
Swan prese la sua auto e seguì la Ferrari delle due belle attrici dirette verso la magione nel cuore della campagna.

Osservai attentamente lo sceriffo e salii in auto, guardavo dallo specchietto l' auto del bel sceriffo "Ecco questo è un uomo che sa cosa vuole, semplice ma a mio avviso carismatico...ah, ma sarà impegnato..uno spreco per un dolcetto così prelibato" facendo l' occhiolino a Colette.

"Il signor Gozz" disse la zia a Gwen "è appena giunto qui a Casarignone ed alloggerà nell'albergo Stella a Punta. Si è fermato qui per chiedere informazioni su come arrivarci. io gli stavo dicendo che sarà importante per la nostra cittadina avere l'appoggio della stampa."
"Esattamente." Annuì fumando Gozz. "Quando sarà scritta la storia di questa terra arida di quel fuoco che avvampa gli unici luoghi al mondo in cui l'uomo meriterebbe di vivere, allora vedrete che questa losca cittadina avrà il suo degno ruolo nella storia." Sicuro della sua dialettica prorompente. "Sapete cosa non va in questa vostra cittadina?” Fumando Gozz e fissando le due donne. “C'è troppo verde. Troppo spazio con aria pulita, fiori di betulle, pruneti, sambuchi, tamarindi e cespugli di mirtilli e more selvatiche.” Soffiando via il fumo. “Ecco cosa non va. Nessuno leggerebbe di queste cose. Andavano bene un'ottantina d'anni fa, quando la gente amava la vecchia Afragola ed i buoni sentimenti, con le marmellate fatte in casa, i dolci della nonna ed i nocini tenuti sottochiave e frutto di ricette tramandate da anni.”
“Oh...” la zia.
“Nossignore!” Esclamò Gozz. “La gente vuole fatti lugubri, misteri, paura, terrore. Vuole un grande romanzo gotico nelle nostre nuovo cattedrali di cemento e vetro, fra insegne al neon che corrono via veloci con le immagini della nostra fantasia rubate dalla pubblicità!”

"Da quando" disse Colette ad Altea mentre questa guidava la Ferrari, seguita dall'auto dello sceriffo "ti piacciono gli uomini in divisa? Io li trovo così scontati." Annoiata lei.
Le due auto attraversavano la campagna avvolta in quella sera misteriosa, tra gli alberi che muti parevano danzare sotto il tenue pallore lunare.
Poco dopo spuntò la sagoma della magione.

"Se la toglierà no, questa divisa..e che bel vedere deve essere" ridendo.
Ma ad un tratto vidi sbucare la immagine della magione e mi venne un pensiero ribelle e bloccai l' auto. Tolsi un piccolo cavo dal volante e scesi "Non mi funziona più la Ferrari...e ora?" osservando Colette e facendogli l' occhiolino.

Annuii lentamente, ancora poco convinta.
"Posso accompagnarla, se vuole" mi proposi, sperando di non fare una cavolata.
Poi lo ascoltai, ascoltai tutto quel fiume di parole che non mi impressionò.
"Io invece le assicuro che ciò di cui non abbiamo bisogno è una persona che ci faccia spaventare anche di uscire di casa e non abbiamo bisogno nemmeno di un soggetto che basa la sua esistenza sulla sua abilità retorica, che pensa così di impressionare la gente" replicai, parlando senza fermarmi.
"Ora cortesemente, se vuole seguirmi fino all'albergo, visto che domani si lavora e vorrei dormire" con tono spiccio.

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La Ferrari si fermò a circa mezzo miglio dalla magione.
L'auto dello sceriffo accostò e Swan scese avvicinandosi alla macchina di Altea e Colette.
"Deve esserci un guasto..." disse lui "... aprite il cofano dall'interno, ci darò un'occhiata..." fece il bello sceriffo.
Illuminò il motore con la sua torcia.
"Sembra che il motore non abbia problemi..." lui "... strano..." ignorando che Altea avesse tirato via un cavo da sotto il volante, interrompendo così l'alimentazione.

Lo sceriffo Swan subito andò a vedere nel cofano, ovviamente tutto era a posto e da brava attrice sospirai "E ora, sceriffo Swan...non posso rimanere senza auto qui, non posso girare, sarebbe la fine per me..deve aiutarmi assolutamente" avvicinandomi a lui e sorridendo.

Gozz rise forte a quelle parole di Gwen.
Mia cara e semplice ragazza...” disse lui spegnendo la cicca in una ceneriera sul tavolo “... là fuori c'è gente affamata di mistero, di paura e di orrore. Non aspetta altro che sfogliare i giornali come fossero novelli romanzi d'appendice in cui conoscere fatti unici, straordinari che sappiano rendere viva la grigia quotidianità a cui è destinata. Ho potuto scambiare alcune chiacchiere con dei contadini al mio arrivo... pare che tutti comincino a credere che il buon Galat, che il Cielo lo risparmi, abbia realizzato i sogni degli alchimisti, generando nientemeno che il leggendario Homunculus.”
“E cosa sarebbe?” La zia.
“Una sorta di Frankenstein, cara signora.”
“Possibile?”
“Non è importante, mia cara.” Lesto Gozz. “Ciò che conta è quello che crede la gente. Ed è compito della stampa, cioè mio, suggerirglielo. Ho già il titolo... il moderno Prometeo nella sconosciuta campagna di Casarignone.” Con tono enfatico.
http://1.bp.blogspot.com/-fL9iuPFsti...n+The+Hole.PNG

"Beh, nel frattempo vi accompagnerò alla magione." Disse Swan ad Altea ed a Colette. "Poi farò arrivare qualcuno per controllare meglio la Ferrari."
Così, con l'auto dello sceriffo, i tre arrivarono alla magione.
Qui Swan telefonò al suo vicesceriffo per far arrivare quanto prima un meccanico che si occupasse della Ferrari ferma nella campagna.

Alzai gli occhi al cielo.
No ma era proprio impossibile, questo tizio.
Poi anche la zia col carico da undici.
"Vogliamo andare? Così la accompagno all'albergo" impaziente io di levarmi quel tizio dalle scatole.

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Osservai la prontezza dello sceriffo, a dire il vero speravo riuscisse a risolvere questi casi con la stessa prontezza.
"Grazie sceriffo...ma può darmi del tu...posso pure io immagino..ho chiamato il regista così può rassicurarlo, nel frattempo posso offrirti qualcosa..ma è sempre così movimentata la vita di un poliziotto" versando un analcolico fruttato, ero rimasta sola con lui nel piccolo salone vicino la mia camera.

"Ma certo, allegra campagnolla." Disse divertito Gozz a Gwen. "Grazie della sua cortesia, signora." Salutando la zia.
Così il giornalista rampante e la ragazza dai capelli rossi salirono sull'auto di lui, diretti all'albergo.
Era questo il solo della zona, col suo nome antico e misterioso, riferito a vecchie leggende locali che qualcuno faceva derivare da cupe storie di licantropi.
La struttura sorgeva in uno spiazzo regolare che recitanto veniva usato da Marta, la proprietaria, come parcheggio per i uoi clienti.
Davanti al parcheggio c'era l'auto dei due studiosi.
Arrivando all'ingresso dell'albergo si sentivano i versi degli oranghi.
"Sembra di essere allo zoo." Commentò sarcastico Gozz.

Preferii non commentare.
Finalmente ci dirigemmo all'albergo, che raggiungemmo tramite le mie indicazioni con l'auto di lui.
Lo spiazzo antistante veniva usato come parcheggio e lì la sua macchina si fermò.
Già da fuori si sentiva il vociare degli scimpanzè.
Allora lo condussi dentro cercando Marta per fargli assegnare una camera.

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Swan sorrise ed annuì alla proposta confidenziale di Altea.
“Si, qualcosa da bere lo prendo con piacere.” Disse.
Così i due bevvero qualcosa insieme in quel salone.
“Speriamo di risolverlo presto questo caso...” mormorò lui “... fatti simili qui non si sono mai verificati...” bevendo “... ci conosciamo praticamente tutti, per questo sono propenso a credere che possa trattarsi di uno straniero o comunque di qualcuno che frequenta poco queste zone...”

Gwen e Gozz entrarono nell'albergo e trovarono Marta intenta a sparecchiare.
Il giornalista si accese una sigaretta e lanciò un'occhiata in giro.
"Ospitate" disse a Marta "anche animali? Pagano metà pensione?" Ironico.
"Eh, ci manca solo questo!" Marta. "No, sono di due nostri clienti. 9 scimmie che sembrano non dormire mai."
"Cosa ci fanno i suoi clieti con 9 scimmie nel bel mezzo di queste campagne?" Chiese Gozz.
"Studiano quanto siano simili agli uomini!" Sarcastica Marta.
Gozz rise forte.

"Visto quanto urlano e ciarlano, devo dire che sono parecchio simili agli uomini" sarcasticamente.
"Io vado Marta, buonanotte" dissi, sperando quantomeno di arrivare viva a casa, coi tempi che correvano e girare di notte in questi giorni non era il massimo.

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Gli porsi il bicchiere e bevvi assieme a lui ascoltandolo.."E' quello ho pensato io, tutti si conoscono qui..questo intendevo prima, il paese è piccolo e la gente mormora..dice il vecchio detto. Ma perché tutto questo, e dove potrebbe trovarsi?" perplessa osservandolo in viso "A proposito, voi sapete qualcosa di questo barone De Tardis?" avvicinandomi a lui sorridendo. Mi divertiva pure come questo uomo mantenesse sempre un certo distacco.

https://www.ivid.it/blog/wp-content/...n-pregnant.jpg

"Ehi, aspetta..." disse Marta a Gwen "... vai a casa a piedi? E' buio e la campagna non è per nulla sicura.
"Signora, io esco." Ad un tratto una voce giovane.
Era il più giovane dei due studiosi arrivando dalla sua camera.