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Dunmer era molto scosso, ma non era paura. O meglio, non era quello il sentimento che prevaleva; era ansioso per la battaglia, fremeva e scalpitava.
-Mantenete la formazione, il nemico sfrutta le ombre perchè inferiore nel corpo a corpo, tenete salda la vostra lama per Camelot! Siate implacabili! Diceva ai suoi uomini sgranando gli occhi. |
L'oscurità avvolgeva ovunque la foresta.
Gli uomini si sentivano osservati, minacciati e sotto attacco. Dunmer cercava di mantenere calma e lucidità. Se fosse crollato anche lui, sarebbe stata la fine della compagnia. All'improvviso il lieve vento cessò di colpo. Un brusio tra la vegetazione e poi un calpestio confuso. Un momento dopo, una bambina, con gli abiti sporchi e consumati uscì dai cespugli. Piangeva e tremava. Riuscì a dire solo poche parole: "Aiutatemi, signori...ci hanno assalito nella notte...i miei genitori sono in pericolo...aiutateci vi prego!" |
Guisgard intanto era malridotto nelle segrete.
"Camera dei sospiri?" Chiese al frate con cui divideva la sua cella. "Che posto sarebbe?" "E' un luogo tremendo" rispose il frate "dove vengono torturati i prigionieri." "Ma chi diavolo sono questi maledetti e cosa vogliono?" Chiese Guisgard con un impeto che mostrava chiaramente come le forze, pian piano, gli stessero tornando. "Sono una setta ereticale" rispose il frate "detta i figli di Anherd! E vogliono ciò che brama chiunque abbia il cuore impuro...il potere!" "Io devo uscire da qui!" Esclamò impaziente Guisgard. "La mia amica Llamrei è nelle mani di questi pazzi! Mentre io me ne sto qui ad ascoltare storie di eretici!" "Purtroppo" disse il monaco "potete fare ben poco adesso. Inoltre ho saputo che hanno trovato anche la sacerdotessa che stavano cercando!" "Che sacerdotessa?" Chiese Guisgard. "Le leggende bretoni parlano di una donna" rispose il monaco "capace di evocare il potere degli spiriti. Con lei nelle loro mani, questi fanatici saranno invincibili!" "Ma voi chi siete?" Chiese Guisgard. "E come fate a conoscere tutte queste cose?" "Sono solamente un umile monaco..." "Mi avete medicato le ferite" disse Guisgard "conoscete bene questi pazzi e non mi date l'idea di essere un semplice monaco di campagna. Chi siete veramente?" "Abbiamo cose ben più importanti che occuparci di me, non credete?" Rispose il monaco. "Già" disse Guisgard. "Se solo potessi uscire da qui..." Il frate lo osservò con attenzione. "Se riuscissimo ad uscire da qui" disse il frate "insieme alla vostra amica, liberereste anche la sacerdotessa?" Guisgard lo fissò per un momento. "Certo!" Rispose deciso Guisgard. "Farei di tutto per fermare questi maledetti! Ma non abbiamo modo di uscire da qui." "Forse un modo c'è..." Disse il monaco fissando il volto di Guisgard. |
Odo quel suono di corno, due veloci guardie scelte mi fanno cenno con una torcia che hanno individuato il punto esatto...a mia volta ..allo stesso modo.. segnalo ad Hastatus il contatto: spero abbia visto!
Mi giunge notizia che dieci soldati di Dunmer sono stati neutralizzati dal nemico, adesso ha disposto in modo strategico il suo rimanente drappello.. spero resista! http://www.geocities.com/psychohistory2001/shofar.jpg Sir Morris |
Il calore dell' abbraccio di Caitli, mi diede la forza di non soccombere ai miei timori, mi alzai da terra, legai i capelli e rimisi la cinta ai fianchi......non mi adornai dei metalli che avevo tolto......." Caitli, non e' rassegnazione la mia io so' cosa alimenta il mio cuore e so' cosa vuole lui, ricordate che il giorno e la notte si rincorrono e non si incontreranno mai,tranne ogni 18 anni terra, sole e luna si allineano ed e' lunico breve momento in cui si sfiorano... io la Luna la parte umida femminile, lui il sole la parte calda maschile......la Dea Madre mi aiutera'.........non puo' permettere che si compia nulla che possa portare morte e disperazione. Non siete obbligata a dare a me le cose che appartenevano alla vostra protetta, se per voi sono motivo di consolazione...vi prego pero' di strami accanto cosi' come avete fatto con lei....in cambio faro' tutto quello che e' in mio potere, dovessi dare la mia vita in cambio "
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Noto le indicazioni di sir Morris.
E' giunto il momento di prepararsi, finalmente scopriremo che cosa si nasconde nella foresta. |
Sir Dunmer scese da cavallo e diede alla bambina il suo mantello e acqua dalla sua borraccia.
-Non aver paura adesso, dimmi solo ...Chi vi ha attaccato? Dov'è la tua casa? Chiese mentre la bambina si copriva. |
"Mi chiamo Llamrei e sono una dama della corte di Camelot. Sono fuggita da ....da non so quale luogo malefico....a circa una mezz'ora di corsa da qui. Era un luogo lussuoso e vi abitava un uomo coperto da una maschera di giada... Lo conoscete? sapete chi esso possa essere? Ha imprigionato da qualche parte il mio amico...non posso tornare indietro da sola per liberarlo...Oh vi prego: se avete un cavallo da darmi. Vi ricompenserò adeguatamente. Vi prego: un cavallo per....un sacchetto di monete d'oro"
Cercai di convincere gli uomini stretti attorno al bivacco...alzai gli occhi e vidi alla mia destra legato con le briglie ad un albero , poco più in là, un cavallo. Mi misi a correre verso l'animale! Velocemente lo liberai e con un colpo deciso sui suoi fianchi gli ordinai di correre più veloce possibile! http://farm3.static.flickr.com/2577/...ef193007_o.jpg (foto: Celestial Sylph) |
La vecchia Caitli ascoltava con attenzione e devozione le parole di Elisabeth.
"Mia signora" disse "io non so di queste cose. Non so se esiste un luogo dove davvero il giorno e la notte possono incontrarsi. Se esiste, quel posto è per pochi privilegiati...e so per certo che ora, la mia Vickyen, è li con il suo amato." Poi estrasse da una borsa uno scrigno, riccamente intarsiato e lavorato. Lo aprì e le mostrò le cose in esso contenute. "Queste cose sono appartenute a lei...manca solo il suo medaglione, capace di respingere ogni maledizione ed incantesimo. L'aveva al collo quando morì e lo sa solo il Cielo dove si trova adesso..." Intanto, nella foresta, Dunmer aveva incontrato una bambina che chiedeva aiuto. "Presto, signori" gridava impaurita e tremante "venite a casa o per la mia famiglia sarà la fine!" "Che facciamo, milord?" Chiese inquieto il suo luogotenente. "Questa foresta mi piace sempre meno..." Anche Llamrei era nella foresta. Anzi nel cuore stesso della misteriosa foresta. Aveva, con un azione decisa, preso un cavallo ed era sul punto di galoppare via. Ma quesgli uomini circondarono il cavallo e lo costrinsero a bloccare il suo tentativo di fuga. Poi fecero scendere la ragazza e la tennero ferma. "State calma, milady." Disse quello che sembrava essere il loro capo. "Qui nessuno vi torcerà un capello. Siamo dei mercanti, accampati qui per la notte. Raccontateci cosa vi è successo e dove si trova ora il vostro amico. Siamo una decina e ben armati. Non negheremo mai a nessuno il nostro aiuto." Detto questo, la fece sedere accanto al fuoco e le fece portare qualcosa di caldo. Intanto, nel misterioso palazzo degli eretici, l'uomo dalla maschera era seduto adirato sul suo seggio. Un'ancella gli medicava il taglio fattogli da Llamrei. Egli intrise un dito nel suo stesse sangue e se lo portò alla bocca. "Llamrei, Llamrei..." sussurrò "...selvatica puledra, io saprò domarti e ti avrò presto con me...ed i piaceri sensuali del mio palazzo saranno la tua estasi e la tua gioia...per sempre!" Mentre accadevano questi eventi, a Camelot vi erano forte agitazione e sinistri presentimenti. Ad un tratto si udì ancora una volta il malefico suono del Braminga. Stavolta proveniva da un punto diverso. Apparve chiaro ad Hastatus e Morris che era praticamente impossibile capire da dove provenisse con precisione. "Quel maledetto corno!" Disse il monaco. "E' il demonio in persona che lo suona!" |
Dunmer, senza rifletterci più di tanto, ordinò:
-Uomini! Schieramento a falange, estrema attenzione a tutti i lati e tutti gli angoli! Armatevi, procediamo verso questa casa! Muoveva i primi passi verso il luogo indicato dalla bambina che aveva sistemato a cavallo con lui, mentre pensava: "Sarà una trappola? Che questa bambina sia stata mandata dal nemico per trarci in inganno?" |
Nelle segrete del palazzo degli eretici intanto, Guisgard era imprigionato in cella con il misterioso frate Elia.
"Avete detto che c'è un modo per uscire di qui o è la febbre che mi da ancora il delirio?" Chiese il cavaliere. "Forse possiamo uscire, amico mio." Rispose il monaco, guardandosi attorno. "Voi fate tutto quello che vi dirò..." Indicò una sporgenza nella parete di tufo e sorrise... Un'ora dopo, una guardia passò a controllare. "Sveglia, feccia cristiana!" Gridò. I due però non risposero. La guardia chiamò ancora, ma senza avere risposta. Entrò allora nella cella per controllare. In quel momento, da un buco scavato nell'umido tufo, sbucarono fuori i due prigionieri. In un momento Guisgard stese la guardia e lo coprì con una delle coperte, adagiandolo sulla brandina. "Sbrighiamoci." Esclamò prendendo con sè la spada della guardia. "Presto le altre guardie scopriranno cosa è successo qui!" |
Intanto, sir Dunmer seguiva la bambina, mentre i suoi uomini lo affiancavano secondo le sue disposizioni.
Ad un tratto la bambina si voltò verso Dunmer e disse: "Cavaliere...la vostra dama avrà presto un bellissimo fanciullo...peccato che voi non potrete vederlo mai!" E rise in modo sinistro. In quel momento, diversi cavalieri, il doppio degli uomini di Dunmer, attaccarono la compagnia e massacrarono senza pietà tutti i cavalieri di Camelot. Nel fragore si udì una fiera voce che gridava: "Risparmiate il loro capo! Lo voglio vivo!" Dopo un pò di tempo, Dunmer riprese i sensi. Si guardò intorno e si accorse che era in una sorta di grotta, alimentata da un caldo fuoco. "Ti sei svegliato, finalmente..." Disse una voce rauca e sgradevole. "Stai tranquillo che qui, nessuno dei tuoi compagni potrebbe mai trovarti!" E tutti i cavalieri risero forte, mentre inveivano ed insultavano il loro prigioniero. |
Dunmer non ricordava perfettamente l'accaduto, aveva solo in mente vaghe immagini dell'assalto subìto e niente più. Si mise a carponi tastando il pavimento:
"Roccia grezza, sono in una prigione di fortuna dentro una grotta" Poi osservò attraverso le sbarre della piccola porta della sua cella; vi erano pochi cavalieri attorno al fuoco che ridevano forte, e sicuramente molti altri all'esterno. Non si fece assalire dalla disperazione, la sua fredda mente da soldato, almeno quella, funzionava ancora alla perfezione. Era stato privato solo delle armi e della corazza in piastre "la cotta di maglia è noiosa da togliere, eh?" Pensò, mentre sorrideva. "Si sono anche risparmiati l'incombenza di togliermi gli stivali" Continuò a pensare, mentre, nel finto tentativo di grattarsi, tastava l'elsa di un piccolo pugnale nascosto in una doppia imbottitura dello stivale sinistro. "Ogni risorsa è preziosa, in battaglia e in prigionia" Si ripetè poi, sempre fra sè e sè. Si sedette su di una scomoda basola di pietra e si immerse in una preghiera, sicuramente non rivolta allo stesso Dio che permetteva tutto ciò. Dunmer aveva solo bisogno di concentrazione, un minimo sbaglio sarebbe stato fatale. Passò circa una clessidra, Dunmer si destò dalla sua meditazione e si avvicinò alle sbarre. -Posso chiedervi, di grazia, cosa sperate di ottenere da me? |
Dovette trascorrere del tempo prima che potessi fidarmi di quegli uomini.
Ricevetti qualcosa di caldo e questo mi consolò e mi calmo. Spiegai loro chi ero e che cosa era successo. Sentii che potevo fidarmi di loro. Altri uomini, aggiunti ai cavalieri di Camelot, sarebbero stati utili...per farla pagare all'uomo dal volto di giada e per liberare il mio compagno di avventura. |
Guardai cio' che Caitli, toccava con infinita dolcezza, erano piccoli oggetti di vario genere, ma in mezzo c'era una spilla era un ramo di acacia, era ben fatto, la presi e restituii la scatola alla donna....." sara' questa spilla il mio porta fortuna, ho visto il medaglione che Vickyen portava al collo prima che sparisse al centro del lago.....e' li' che riposa e forse avete ragione voi lei ora riposa con il suo amato".....le accarezzai il volto e attesi, che il mio destino si compisse
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"Il centro del lago?" Ripetè stupita Caitli. "Ne siete certa? Allora dobbiamo trovare il modo di recuperarlo! Dobbiamo trovare il modo di farvi uscire da qui!"
Intanto, in un grande corridoio, uno degli eunuchi passeggiava senza prestare troppa antenzione a ciò che gli accadeva intorno. Così rapido ed agile, Guisgard lo immobilizzò e lo trascinò dietro una grande colonna, fino a scivolare in una saletta laterale. "Chi..chi siete voi?" Chiese impautito l'eunuco. "Parla, carogna" gli intimò Guisgard "avete portato qui una donna! Dove l'avete nascosta!" "Che donna?" "Una dama di Camelot!" Ringhiò Guisgard. "Llamrei è il suo nome. Dov'è ora?" "Non è più qui!" "Menti!" "No, lo giuro...è fuggita via! Il padrone è molto adirato! Lo giuro!" "Credo dica la verità." Disse frate Elia. "Chiediamogli della sacerdotessa." L'eunuco fece una strana smorfia. "Dov'è la sacerdotessa?" Chiesa Guisgard. "Parla o ti strapperò il cuore!" "Nella sala ovest...quella che da sulla grande terrazza!" Ascoltatolo, Guisgard lo colpì, facendogli perdere i sensi. Poi lo legò per bene, imbavagliandogli anche la bocca. |
Intanto, nella grotta della foresta, Dunmer era alla mercè dei suoi rapitori.
"E' inutile che ti guardi intorno" disse una delle guardie "da qui non uscirai." In quel momento giunse un cavaliere. Era Ruknor, l'uomo dai capelli biondi e bruni. "Capitano" disse alla guardia "trattate bene il nostro ospite. E' merce preziosa per voi." Rise in modo beffardo, poi aggiunse: "Un mio messo sta per portare un messaggio a Camelot. Vedremo quanto i vostri amici tengono alla vostra vita...sarebbe un peccato per voi non poter vedere più vostra moglie e il suo bambino!" E tutti quei malvagi uomini risero ed insultarono sir Dunmer. |
Sir Dunmer distolse lo sguardo, pensieroso, e tornò a sedere.
"Vanno avanti solo a minacce ed insulti, questo indica che loro sono pienamente sicuri di loro stessi e sono certi di avere la possiblità di tenermi qui" "Credo sia anche impossibile intrattenere un dialogo per comprendere le loro intenzioni.. proviamo comunque" Tornò in prossimità delle sbarre, e si rivolse ai cavalieri attorno al fuoco: -Se sto per morire, posso almeno sapere per cosa morirò? Avete intenzione di tenermi come ostaggio per svuotare Camelot dalle sue unità migliori che verranno a cercarmi? Beh, se credete di trovarvi davanti a degli sprovveduti cascate davvero male.. |
Ascoltai Caitli, andare al lago e prendere il medaglione, era pura follia......in sogno l'avevo vista immergersi, ma nella realta' come facevo a sapere dove trovarla avremmo dovuto perlustrare il lago, o fare un'invocazione perche' lei potesse riapparire, intanto eravamo chiuse li' dentro e c'era poco da stare allegre........
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All'improvviso qualcuno bussò alla porta della sala.
Caitli corse ad aprire. Era uno degli eunuchi. "Il padrone vuole sapere se vi corre qualcosa, mia signora." Disse. Poi, fissando la grande finestra che dava sul terrazzo, disse: "Forse è il caso di aprire e fare entrare aria pura. Vi spiace farlo, mia signora?" E con la mano invitò Elisabeth ad aprire quella finestra... |
Ruknor si avvicinò a Dunmer e cominciò a dire:
"Se vivrete o no dipenderà dai vostri amici. Ma sappiate che se vi toccherà la morte, il vostro sangue ricadrà su Camelot e non su di me. Pregate quindi che i vostri compagni siano ragionevoli..." |
-Voi mi tenete qui minacciandomi di morte, e la colpa dovrebbe ricadere su Camelot? Avete una strana concezione delle cose. Ad ogni modo, in che senso dovranno esser ragionevoli? Fatemene partecipe, sicchè potrò essere più vicino al mio destino.
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Ruknor fissò per un momento Dunmer, poi rispose:
"Amico mio...se entro tre giorni ci daranno le chiavi del reame, voi sarete liberato. In caso contrario, sarete sacrificato come monito per tutti gli infedeli!" Poi aggiunse: "Vi ho parlato da cavaliere a cavaliere. Quindi, come voi stesso vedete, il vostro destino non è più nelle mie mani, ma in quello dei vostri compagni!" E infatti, alle prime luci dell'alba, un carro fu trovato fuori le porte di Camelot. I soldati lo portarono dentro e ne scoprirono il suo macabro contenuto. Vi erano riposte in tre grossi sacchi le teste di tutti gli uomini di Dunmer. E tra questi sacchi, i soldati trovarono anche la sua armatura. Vi era un biglietto e fu portato ad sir Hastatus. Il biglietto diceva: "Al re di Camelot. Il cavaliere Ruknor, dell'ordine dei Sacri Cavalieri di Anherd, vi informa che sir Dunmer è caduto prigioniero nelle sue mani e tenuto in ostaggio in una località segreta nella foresta. Se allo scadere del terzo giornio da oggi non ci saranno consegnate le chiavi di Camelot, Dunmer perirà di morte lenta e disonorevole. E sarà solo il primo fra voi." |
Guardo negli occhi Sir Hastatus: voglio da lui un preciso comando.. avevamo fallito l'intercettazione di quel suono...adesso.. questa lettera di minaccia per Camelot.. con vittima di ricatto/riscatto Sir Dunmer.
Sir Morris |
Llamrei intanto era con quei mercanti.
Questi le avevano dato delle pelli per ripararsi dal freddo della notte, visto le leggere e sottili sete che avvolgevano il suo corpo e le avevano offerto qualcosa da mangiare e da bere. Lei aveva così raccontato ogni cosa a quegli uomini, fino alla sua fuga dal palazzo degli eretici. "Non dovremmo immischiarci in queste storie" disse uno di loro "siamo dei mercanti, non dei cavalieri." "Si, ma sappiamo usare le armi! E non possiamo lasciare questa donna ed il suo amico nei guai!" Rispose un altro dei presenti. E così ognuno diceva la sua. "Un momento" intervenne il capo del gruppo "siamo mercanti, non soldati, è vero. Ma siamo anche dei cristiani. E non possiamo negare al prossimo il nostro aiuto." Poi, rivolgendosi ad Llamrei, aggiunse: "Mia signora, non siamo dei vigliacchi, ma neanche degli stolti. Attaccare da soli il palazzo di quegli uomini sarebbe una follia. Ma possiamo condurvi nel vostro reame. Li potrete raccontare ogni cosa ai vostri compagni e tentare di liberare il vostro amico." E proprio in quel momento, da Oriente, l'alba iniziava a diramare i suoi rosei raggi, dissipando l'oscurità che avvolgeva la foresta di Brocelandia. http://www.valsesiascuole.it/crosior...o/ISOLA_13.jpg |
La finestra, misi la la spilla alla clamide, se io uscivo sarei diventata un cigno, dovevo rischiare, aprii le imposte e una ventata di aria fresca colpi' la mia persona, l'aria pura....uscii cauta sul terrazzo ero ancora io non vi era stata trasformazione......colui che si addormenta sotto un albero di Acacia resuscita a nuova vita, la spilla che portavo....Vickyen mi aveva dato una mano, un rampicante si ergeva su un lato della terrazza, e cominciai a calarmi al suolo......le prime luci dell' alba, avevo ancora poco tempo e le luci non mi avrebbero aiutata, incomincia a correre, non facendo caso all'infittirsi della vegetazione, di nuovo quel fastidioso di suono di morte, non mi sarei fermata neanche se quel suono mi avesse perforato il cranio. Ero ansante ma il lago non doveva essere lontano, pregai di avere la forza di superare quel momento e di non fermarmi, quando incomincia ad alzarmi da terra, mi libravo nell'aria, la luna aveva lasciato il posto al sole, l'aria era ancora fresca ed umida, ma la palla di fuoco imponeva il suo calore.....sorvolai la foresta...sino al lago....mi poggia sulle sponde ed estasiata guardai all' orizonte....tolsi i sandali la cinta ai fianchi e incominciai ad entrare in acqua.....era fredda la mia pelle ebbe un fremito, ma non ebbi esitazione........." Vickyen io mi immergero' lasciandomi andare, non faro' resistenza alcuna, e' te che cerco, senza te io non posso nulla, la mia vita e' nelle tue mani......."......e cosi' le acque del lago si fecero coltre e mi ricoprirono.......
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Dopo avere letto la lettera, vidi sir Morris che mi guardava. Sapevo che voleva andare in soccorso del suo amico, ma ero attanagliato dai dubbi.
Camelot non si poteva arrendere, la vita dei cittadini era nelle nostre mani. Dovevo sacrificare la vita di un'amico per il bene di tutti? ... dovevo sacrificare altre vite per cercare di liberarlo? ... oppure che altro potevo fare? "Messere, non posso..." dissi a Morris "... non posso far capitolare Camelot e non posso abbandonare la mia posizione qui al castello... ma se voi vorrete accorrere in aiuto di Dunmer siete libero di farlo. Vi posso fornire qualche soldato, ma sarà solo un piccolo gruppo di volontari... forse pochi uomini riusciranno a passare inosservati." Mi rivolsi quindi alla guardia che mi aveva portato il messaggio e le dissi: "Vedi se qualcuno della tua squadra vuole accettare questa pericolosa missione. Voglio solo volontari... massimo sette o otto uomini. Dovranno trovarsi preparati al più presto alle porte di Camelot, dove trovaranno sir Morris ad attenderli. Ora vai." Guardai sir Morris e dissi: "So che volete accorrere in aiuto del vostro amico. Questo è forse tutto l'aiuto che posso darvi. Andate e spero che la dea bendata vi accompagni." |
Mi sentii sconfortata. Sapevo che più tempo passava più la situazione per Guisgard imprigionato sarebbe diventata più grave.
L'unica cosa che potevo fare era acconsentire ad essere accompagnata a Camelot. Cosi, mio malgrado, chiesi agli uomini se potevano scortarmi fino al castello dove avrei trovato sicuramente aiuto. http://farm3.static.flickr.com/2782/...21666b8a6e.jpg (by Lady Antigona, Da) |
In quel momento Ammone si avvicinò ad Hastatus.
"Permettetemi di andare con loro, come volontario" disse "per me è inutile restare qui, mentre Guisgard chissà dove si trova ora. Voglio aiutare sir Morris a ritrovare sir Dunmer. Forse è un'impresa disperata, ma val la pena tentare." Poi, dopo un attimo di riflessione, lo scudiero guardò Hastatus ed aggiunse: "E dopo, se sopravviverò, andrò in cerca del mio compagno." Nel cuore della foresta intanto, Llamrei era pronta a ritornare a Camelot, accompagnata da quei mercanti. Ma, all'improvviso, uno di loro, richiamò l'attenzione del gruppo. C'era qualcosa che si aggirava nella vegetazione circostante. "Quei maledetti ci hanno trovato!" Gridò uno dei mercanti. "Non dovevamo accogliere tra noi questa donna!" "Taci!" Gli intimò il capo del gruppo. E proprio in quel momento, dai cespugli, emerse una piccola sagoma. Era una bambina. I suoi vestiti erano lacerati dai rovi, la sue pelle ricoperta da numerosi graffi. I capelli erano sporchi, come tutto il suo corpicino. Tremeva e stringeva a sè una bambola di pezza. "Grandezza dei Santi Martiri!" Esclamò uno dei mercanti. "E' una bambina! Cosa ci fa da sola qui?" La piccola fissò per qualche istante il gruppo, poi, riconoscendo in Llamrei l'unica donna, corse fra le sue braccia e cominciò a piangere, sfogando così la paura che si era impossessata di lei. |
"Oh piccola! Su non piangere! ora sei al sicuro qui con noi. Vuoi una buona e dolce mela per te e per la tua bambola? Su, dai. Intanto dimmi come ti chiami e che cosa ci fai tutta sola nel bosco. Abiti lontano da qui?"
La bimba era terrorizzata ma pian piano riuscii a tranquillizzarla e a farla sentire protetta. La mela fu addentata dalla bimba con voracità. L'appetito era sicuramente un buon segno e pian piano avremo scoperto dell'altro su quel casuale incontro. |
Guardai Ammone. "Va bene. Non posso impedirvi di andare con sir Morris... vi siete offerto volontario... il vostro padrone mi ammazzerà se però non ritornerete... ricordatevelo!"
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Mentre vedevo la bimba mangiare la mela...notai qualcosa in lei...qualcosa di strano. Ogni tanto il suo occhio furbo mi scrutava attentamente.
"Una bimba impaurita non reagisce in questo modo" pensai. E, mentre le accarezzavo i capelli, pensavo ai vari, strani accadimenti accorsi negli ultimi giorni....qualcosa non quadrava...e la bimba...era strana |
Elisabeth si lasciava avvolgere dalle acque del lago come in un abbraccio primordiale.
Le acque, prima freddissime e dense, divennero poco a poco tiepide e limpide. Il lago sembrava voler accogliere nel suo seno Elisabeth. Intanto, in un luogo poco distante, un uomo, nel buio della sua stanza, nel suo letto, era in preda ad incubi ed agitazione. Sudava e si contorceva. Vedeva, nei suoi inquietanti sogni, Elisabeth, il fiore che bruciava senza consumersi ed il falco che le girava intorno. Poi gli apparve Vickyen con il suo medaglione...o forse era Elisabeth. Tutto si confondeva e quell'uomo, che il buio della stanza non permetteva di riconoscere il suo volto, iniziava a dire parole senza senso. Elisabeth, nel lago, veniva come accompagnata dalle acque, in un luogo mistico, tra la vita e la morte, tra il bene ed il male. Fino a quando vide una donna. Era Vickyen. Questa l'accoglieva a braccia aperte ed aveva con se il medaglione. Le due donne erano quasi sul punto di sfiorarsi. In quel momento l'uomo che si agitava e soffriva nella sua buia stanza, si alzò di scatto e gridò. Un attimo dopo, due servitori entrarono nella stanza. "Vi sentite male, padrone?" Chiesero. "Andate via, maledetti!" Gridò quell'uomo, ancora agitato e ricoperto dal sudore. E nello stesso istante, nel lago, un attimo prima che Elisabeth e Vickyen potessero toccarsi, le acque iniziarono ad agitarsi. Un vortice catturò Elisabeth e la spinse in superficie. E fuori dalle acque il suo bellissimo corpo si ricoprì di candide piume bianche ed Elisabeth tornò ad essere un meraviglioso cigno. Guisgard e frate Elia (che, travestito da eunuco, aveva permesso ad Elisabeth di fuggire dalla terrazza del palazzo) avevano seguito Elisabeth fino al lago. Ed osservarono tutta la scena, dall'immersione delle acque di Elisabeth alla sua incredibile trasformazione. Guisgard restò allibito. I suoi occhi fissavano quel regale uccello che si librava nell'aria e che solo un momento prima era la bellissima ragazza incontrata nella foresta giorni prima. Quella ragazza che tanto l'aveva colpito. "E' magia." Disse frate Elia. "La magia più oscura...quello che avete visto, amico mio, è il terribile Pegno d'amore!" http://galleleo.nm.ru/Galereia/Astro...the%20Swan.jpg |
Ammone fissò per un attimo Hastatus.
"Grazie, milord." Disse. "Vi chiedo solo una grazia...se io non dovessi ritornare più dalla foresta...promettetemi che cercherete Guisgard...finchè non sarete certo della sorte che gli è toccata!" Nel cuore della foresta intanto, i mercanti erano pronti per partire e ricondurre Llamrei a Camelot. Quella bambina però sembrava aver riconosciuto in Llamrei l'unica persona al mondo di cui fidarsi. La seguiva ogni volta che la donna si spostava per l'accampamento, restando sempre attaccata, con la mano, alla sua veste. E, ad un certo punto, la piccola ritornò finalmente a parlare: "Signora...tu somigli tanto alla mia mamma..." Le sorrise e la strinse forte. |
Guardai Ammone negli occhi e gli dissi "Vi prometto che qualunque cosa accada non abbandonerò sir Guisgard, ma voi state attento."
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Ero quasi riuscita ad abbracciare Vickyen, quando una forza superiore mi spinse fuori dall' acqua, ripresi a respirare, quando mi resi conto che mi stavo trasformando.....ero di nuovo un cigno.........avrei voluto urlare ma non potevo, presi il volo....e mi accorsi di due uomini sulla riva del fiume, era Sir Guisgard e un Frate............ a palazzo avrei ripreso le mie sembianzema sarei dovuta sottostare al male oscuro, anche se in mente mi veniva Caitli....se scendevo da Guisgard avrei dovuto sudare sette piume prima di farmi riconoscere..........decisi di avvicinarmi ai due uomini e se propio non fossi riuscita nel mio intento sarei ritornata a palazzo.......una volta a terra...guardai il vlto attonito di Guisgard e il viso sorridente del Frate, incominciai a picchiettare con il becco la punta degli stivali di Guisgard, piu' lui si allontanava piu' io gli correvo dietro, ma come biasimarlo non c'era niente in me da potergli ricordare Elisabeth...incomincia a piangere disperata e lacrime di cristallo scesero sul mio becco.....
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Nel frattempo Dunmer era sceso in profonda meditazione.
Non mangiava, non beveva ma tuttavia non deperiva. Era come assente dalla realtà, continuamente immerso nei suoi pensieri, intaccabili da tutti gli insulti e le derisioni dei soldati lì fuori. |
Ringrazio sir Hastatus per la sua comunque difficile decisione: sette soldati scelti e il possente Ammone..sono pronti a morire con me per salvare sir Dunmer.. Shalimar è una furia, conosce il mio orgoglio.. è pronto anch'esso!
Il ponte levatoio viene calato velocemente per i Nove impavidi cavalieri...la loro bellezza è inimitabile, perfino quella di Ammone! Patapam Patapam Patapam Patapam........... http://giornalediguerra.files.wordpr...cavalieri1.jpg Sir Morris |
Era prmai pomeriggio inoltrato.
La foresta iniziava ad assumere colori più scuri e sembrava riflettere i toni dei pensieri di Guisgard. Egli e il frate erano presso una grotta poco distante dalla riva del lago. "L'avete visto anche voi" disse il frate "questo cigno è in realtà la nostra sacerdotessa." "Nostra?" Rispose seccato Guisgard. "Vostra, vorrete dire! Io non ho nulla a che fare con i culti di questi luoghi! Sono cristiano...e non voglio avere a che fare con i vostri riti!" Mentre parlava, il cigno, che si lasciava docilmente accarezzare dal frate, lo fissava con attenzione. Ad un tratto si avvicinò a Guisgard e cominciò a beccargli gli stivali. "Amico mio" disse il frate "ciò che è più grande di noi non ha bisogno della nostra fede per eseere reale! Ciò che ognuno di noi crede è del tutto indifferente. La vita, la realtà in cui viviamo, ha molti veli...non lasciatevi ingannare da quelli più esteriori. Questo uccello, benchè vi rifiutate di crederlo, è Elisabeth. E, permettetemi di dirlo, ho visto come la guardavate sulla terrazza." "Cosa volete dire, frate? L'ho vista si e no una volta sola. E poi è sposata con quel Morris! Ed io ho l'abitudine di rispettare le donne degli altri." Il frate lo fissava senza dir nulla, con uno sguardo che sembrava aver il potere di leggere nel cuore di quel cavaliere. "Quel cigno vi sta parlando, amico mio" disse "vi sta parlando con il linguaggio degli occhi e del corpo. Ha bisogno del vostro aiuto...sapete perchè quella maledizione porta quel nome?" "Il pegno d'amore?" Chiese Guisgard. "Si. Perchè, per essere vinta c'è bisogno di un gesto d'amore. Un immenso gesto d'amore..." |
Era avvilente non poter comunicare, continuavo a beccare Sir Guisgard, ma non capiva ero esausta, quel Frate invece vedeva la mia pena........mi misi in un angolo della grotta.......l'unica cosa che mi rimaneva era ritornare a palazzo, ma prima dovevo riposare.............
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