“Non credo siano tutti maleducati ed imbecilli come quel Reddas...” disse Elv a Gwen “... su, andiamo a cercare quel Seth.” Ed uscirono dalla cabina, in cerca di Seth.
Chiesero dove poterlo trovare ad uno dei marinai e furono indirizzati verso la prua della nave.
E qui videro Seth, impegnato a discutere col capitano dell'Ipazia.



Icarius non ebbe tempo di dire e fare nulla, che si ritrovò ancora incatenato alla bocca calda ed avida di Altea, in quella morsa di sensuale voluttà.

Sbuffai e lo seguii, non avendo nulla in contrario da fare.
Ci indirizzarono finché non trovammo Seth, impegnato a discutere.
"Beh? Di cosa vorresti parlargli, adesso?" dissi a quel punto.

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"Non so..." disse Elv a Gwen "... magari qualche iformzione sull'isola e sul torneo..." per poi avvicinarsi a Seth.
Ma quello fu freddo e spiccio nel fissarlo.
"Conoscerete tutto ciò che c'è da sapere una volta giunti sull'Isola del Serpente." Mormorò, per poi andare via.

“Scegli tu se nella mia o nella tua cabina” disse Guisgard malizioso a Sexy Zvezda “e ti mostrerò cosa c'è di finto e cosa invece di vero nei miei film, tesoro...” sfiorandole una ciocca di capelli che scendeva bionda dalla maschera.

Elv insistette ancora, si avvicinò, ma quello lo liquidò in quattro e quattr'otto.
"Quando imparerai a seguire i miei consigli, testardo che non sei altro?" gli feci notare, guardandolo con la faccia di chi glielo aveva detto, ma lui non aveva ascoltato.
Erano tutti tremendamente maleducati su questa nave, Seth e Reddas di sicuro e l'ambiente mi piaceva sempre meno.

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"Già, l'edicazione qui è abbastanza sconosciuta..." disse sarastico Elv a Gwen.
Ad un tratto si sentì a bordo una certa agitazione.
Molti marinai sul ponte iniziarono a darsi da fare con varie manovre.
Allora all'orizzonte spuntò finalmente la terraferma.
Un'isola dai contorni cupi e sinistri, quasi fosse emerse dalle ombre che legano l'orizzonte sconosciuto al mare sterminato, con i suoi misteriosi ed inquietanti bastioni di pietre a strapiombo sull'acqua si stagliava davanti a loro.
https://vignette.wikia.nocookie.net/...20140403022711

Scossi la testa.
Ad un tratto, tutto divenne cupo e concitato a bordo.
I marinai si davano da fare come impazziti e capii dopo perché.
Da lontano, una sagoma diventava sempre più evidente.
Era l'isola.
L'immagine che ne stavamo avendo non era delle migliori.
Era altrettanto cupa come l'atmosfera che aleggiava a bordo e mi sentivo inquieta.
"Non ti inquieta quell'isola?" ad Elv.

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Lo baciai appassionatamente e poi mi scostai da lui e lo osservai "È inutile.. Verrai tu a cercarmi se ti interesso". Poi udii dei rumori e guardai dall'oblo'.. "È un'isola, oscura.. Forse stiamo arrivando".

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Quel sorrisetto malizioso, quello sguardo penetrante, e quell'elettricità che si sprigionava tra di noi mi facevano fremere.
Era così eccitante quel duello non detto, quel gioco di sguardi e di corpi, quell'avvicinarsi e allontanarsi.
Era così inebriante leggere nei suoi occhi il desiderio e la passione, la volontà di conquista.
Oh, sarebbe stata una sfida decisamente appassionante.
Poi quella mano sui miei capelli, quel gesto di arrotolarli attorno a un dito, mentre i suoi occhi non lasciavano mai i miei, mi produsse una lunga scarica di eccitazione che si protrasse per tutto il mio corpo.
Il mio sguardo si fece caldo, sensuale, provocatorio.
"Oh non vedo l'ora, superstar..." fissandolo negli occhi, per poi avvicinarmi a lui e sussurrargli all'orecchio.
"Ma non potrai mai provare a togliermi la maschera..." con voce calda e sensuale, mentre le mie labbra sfioravano lievemente il suo orecchio.
Con la coda dell'occhio vidi l'isola che si avvicinava.
Il torneo era vicino, e l'imminenza di quella che poteva essere la fine o la gloria accendeva ancora di più il mio desiderio e la mia voluttà.

http://i64.tinypic.com/ixbeq1.jpg

L'agitazione serorggiava a bordo in modo palpabile.
L'Isola del Serpente era lì, si stagliava cupa e misteriosa davanti a loro, quasi sospesa in quel mare di nessuno, ai confini del mondo.
Si udì il fischio della nave e l'andatura sulle onde aumento.
"Non mi dice nulla di buono quel posto..." disse Elv a Gwen, fissando l'isola.
Anche Icarius guardò dall'oblò della cabina la sagoma dellisola.
"Eccola..." mormorò, con Altea che era con lui nella cabina.

"Tranquilla..." disse Guisgard all'orecchio di Destresya "... la maschera è l'ultima cosa che vorrei toglierti..." fissando poi Sexy Zvezda.
Poi anche lui si accorse dell'isola all'orizzonte.
"Ecco l'isola!" Esclamò il vecchio Tanz.

C'era agitazione attorno a noi, come se l'influsso venefico dell'isola raggiungesse la nave e ci avvolgesse tutti.
"Neanche a me... Mi inquieta..." con espressione enigmatica.

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Quella voce all'orecchio fu come una carezza leggera e calda che mi attraversava, ambasciatrice di giochi senza fine, senza freno e senza pudore.
Cercai nuovamente i suoi occhi, con uno sguardo acceso, caldo e voglioso che non nascondeva affatto i miei pensieri.
Pensieri che in quel momento non avevano nulla di casto o adatto alla principessa che ero.
"Oh, così mi piaci..." facendogli l'occhiolino.
Anche lui vide l'isola avvicinarsi, mi voltai nella sua stessa direzione ad osservarla.
"Ci siamo..." sussurrai, restando vicinissima al divo.

L'isola era sempre più vicina.
E più si avvicinava, più il cielo ed il mare parevano mutare.
Un velo rossastro alterava quel tardo pomeriggio, riflettendo sulle onde piatte un venereo alone di un putrido e salmastro purpureo.
Tutti la stavano fissando, compresi ovviamente Guisgard, Icarius, Destresya, Gwen, Altea ed Elv.
Ma anche Reddas era fermo sul molo ad osservarla.
"Eccola..." disse piano "... finalmente... ho atteso questo viaggio da una vita... che il Destino mi perseguiti e mi maledica se non riuscirò a sconfiggere il campione del torneo." Con sguardo freddo.

Il cielo si fece rosso, il mare color porpora, un colore denso, opaco, quasi salmastro.
Una visione orribile, quasi uscita da un film apocalittico.
"È terribile..." dissi piano.
Udii ciò che disse Reddas, ma non gli diedi molto peso.
Era solo un arrogante e quelli come lui finivano sempre male, era solo questione di tempo.

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L'Ipazia si avvicinò all'isola, fino a raggiungere la sua baia.
Allora si avviò verso il piccolo porto.
In lontananza si poteva vedere il castello del signore dell'isola, una struttura fortificata che rappresentava il cuore di quel lembo di terra in mezzo al mare.
Dall'altoparlante una voce disse:
"Tutti i passeggeri si preparino a scendere a terra."
"Prepariamoci..." Elv a Gwen.
https://vignette.wikia.nocookie.net/...20111030224152

La nave si avviò verso il porto.
Da lontano, era già visibile il castello fortificato, che rappresentava il centro nevralgico dell'isola.
Poi, un altoparlante ci avvisò dell'imminente arrivo e dunque ci disse di prepararci.
Annuii ad Elv e con lui mi avviai verso le scale che dal ponte portavano verso l'uscita della nave.

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Finalmente l'Ipazia approdò nel piccolo porto dell'isola e tutti i passeggeri furono fatti scendere.
Da qui un furgoncino trasportò tutti loro fino al palazzo.
Era una struttura imponente, fortificata e soprattutto sorvegliata da molti uomini armati.
"Sembra di essere in uno di quei staterelli governati da un governo dittatoriale..." disse sottovoce Elv a Gwen.
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Scendemmo a bordo, giungemmo accompagnati al castello e rimasi molto sorpresa.
Era imponente e sorvegliata da parecchi uomini.
Eravamo nel medioevo, per caso?
Scoppiai a ridere di gusto alla frase di Elv.
"Credo che ti ci abbia preso..." divertita.

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Eccola, la famigerata isola.
Quel luogo dove tutto si sarebbe compiuto, dove i giochi avrebbero lasciato il posto alle sfide e vittoria e sconfitta sarebbero coincise con vita o morte.
Magari la facevo troppo tragica, ma l'imponenza di quel luogo, il suo alone di oscuro mistero mi colpirono immediatamente, tanto che il mio viso si fece serio per un momento.
Istintivamente sfiorai il braccio di Guisgard, mentre fissavo l'isola davanti a noi.
"Ci siamo..." sussurrai, per poi voltarmi verso di lui "Spero avremo tempo per quella dimostrazione privata, superstar..." facendogli l'occhiolino col mio tono scanzonato e malizioso, come se nulla potesse scalfirmi.
Oh ma in realtà l'avvicinarsi del torneo non faceva che aumentare la mia passione, la mia foga, la mia voluttà.
Non mi sarei persa nemmeno un momento di vita, nemmeno uno, nemmeno il più piccolo respiro doveva essere anonimo.
Scendemmo dal ponte quando ce lo indicarono, e fummo trasportati nel famoso palazzo, che sembrava tanto una prigione dorata.
Ero rimasta accanto a Guisgard, e di tanto in tanto incontravo i suoi occhi, chiedendomi se anche lui stesse facendo i miei stessi pensieri in quel momento, pensieri sconvenienti, estremi, appassionati e caldi come il sole sopra di noi, che così ben si specchiavano negli occhi azzurri del divo.

Il furgoncino arrivò al palazzo, il portone si aprì ed entrò.
Vi erano ampi guardini fioriti di piante e fiori esotici ed un lungo cortile colonnato.
Tutto era ben sorvegliato da uomini armati.
Apparve allora Seth.
"Benvenuti sull'Isola del Serpente." Disse con tono affabile. "Questo palazzo con tutti i suoi agi è a vostra disposizione e tutto è volto al vostro benessere. Unica richiesta che vi viene fatta, o meglio unica condizione, è che nessuno di voi lasci il palazzo durante questo soggiorno sull'isola. Ciò che può accadervi fuori da queste mura non sarà responsabilità del signore dell'isola." Fissando tutti i partecipanti.
"Organizzazione niente male..." disse sottovoce Guisgard a Sexy Zvezda e a Tanz "... prigione dorata in tutto e per tutto..."
"Non mi piace questo posto..." Tanz.
"Il tuo problema è che hai gusti troppo raffinati, vecchio mio..." sarcastico il divo di tanti film d'azione.
"Wow..." commentando Elv le parole di Seth "... che pacchia ci aspetta..." a Gwen.
Ad un tratto i partecipanti si accorsero di qualcosa.
Si trattava di una grossa statua sistemata all'ingresso del palazzo che raggigurava una creatura mostruosa, con quattro braccia e l'aspetto bestiale.
http://basementrejects.com/wp-conten...cage-fight.jpg

Entrammo dentro il palazzo, che ad essere sinceri era veramente stupendo.
Sembrava di essere immersi in uno di quei film ambientati nella Città Proibita, nel centro di Pechino, pareva che da un momento all'altro l'imperatore dovesse saltar fuori nelle sue vesti di seta.
Poi, arrivò Seth, molto più affabile di prima, o forse era solo una facciata, ribadendo che non potevamo lasciare il palazzo per i rischi sull'isola.
Ciò non era incoraggiante.
"Che tu sia sarcastico o meno, sono d'accordo con te" dissi ad Elv.
Poi, vidi una strana statua, con quattro braccia.
"Secondo me, sarebbe meglio battersi con quel tizio che con Reddas..." dissi sottovoce ad Elv, divertita.

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Arrivammo al palazzo, mi guardai intorno.
Ero abituata a simili lussi, ma lo stile era completamente diverso da quello del palazzo in cui ero cresciuta.
La cosa mi incuriosiva, e molto.
Guisgard era al mio fianco, e mi sussurrò qualcosa, facendomi sorridere.
"Oh sì, speriamo sia anche comodo.." voltandomi verso di lui e fissandolo negli occhi "Altrimenti a che serve una prigione dorata?" facendogli l'occhiolino.
"Sarei curiosa di sapere cosa si cela fuori dal castello di così pericoloso.... tu no?" lanciandogli un'altra occhiata furtiva.

“Probabilmente la privacy del padrone dell'isola.” Disse sarcastico Guisgard a Sexy Zvezda. “E a quanto pare sembra esserne molto geloso.” Ridendo.
“Si, anche perchè è meno antipatico.” Divertito Elv a Gwen, indicando la statua.
“E' Balrog...” una voce alle loro spalle “... secondo la leggenda è il millenario campione del Torneo Atheolin.” Annuendo. "Mi pressento... sono Lion e partecipo anche io al torneo."

https://i.ytimg.com/vi/8_PvOfVcJuI/hqdefault.jpg

Risi e annuii.
Non aveva torto.
Sentimmo poi una voce alle nostre spalle.
"Oh, interessante" commentai.
Scoprimmo che si chiamava Lion ed era un partecipante.
"Io sono Gwen. Lui è Elv Reeves, il campione mondiale di Jeet Kune Do, sono la sua segretaria" porgendogli la mano con un sorriso cordiale.

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"Beh, anch'io sono molto gelosa della mia privacy, specie quando ho qualcosa di molto interessante da nascondere al resto del mondo..." gli sussurrai con voce calda all'orecchio, fissandolo con uno sguardo magnetico e malizioso.
"Magari avremo la stessa privacy di cui occuparci, superstar!" sfiorandogli appena il braccio, con un gesto quasi involontario.
Ormai l'atmosfera era alle stelle, calda come non mai, da farmi perdere il controllo.

"Si, in verità mi sono avvicinato perchè ho riconosciuto il campione." Disse Lion fissando Gwen ed Elv. "E' un vero piacere."
"Tu invece di cosa ti occupi?" Chiese Elv.
"Ho una palestra di karate" spiegò Lion "ed alleno le reclute del distretto di polizia federale di Afragolopolis. Sono stato invitato in veste di rappresentate delle forze dell'ordine."
"Che ti pare di questo posto?" Elv a lui.
"Mah..." perplesso Lion "... mi sembra di essere in un film di arti marziali, tipo quelli di Bruce Lee..." ridendo.

“Se dici così, tesoro...” disse Guisgard a Sexy Zvezda, sfiorandole il braccio “... beh, se dici così mi fai diventare terribilmente curioso... ora muoio dalla curiosità di scoprirla sai?” Malizioso e divertito.

Sorrisi contenta ed annuii a Lion.
Ci credevo!
Elv era uno dei campioni più in vista!
Disse di avere una palestra di karate, allenava le reclute ed era stato inviato qui in veste di rappresentante delle forze dell'ordine.
"È un buon!" commentai.
Risi poi alle sue parole.
Sì, aveva decisamente ragione.


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I partecipanti furono condotti oltre un vasto androne, fino a raggiungere una grande sala interna, pronta per ospitare una mega festa.
Vi erano infatti preparati liquori, vini, apertivi vari ed ogni sorta di bevanda fredda e calda.
E poi cibo di ogni tipo, dolce e salato.
Vi erano poi ballerine quasi nude che ballavano e sexy cameriere che servivano ai tavoli.
Sia ballerine che cameriere, tutte con abiti succinti, sembravano in realtà prostitute pronte a soddisfare ogni desiderio.
"Wow, sono ben organizzati vedo..." disse Elv accanto a Gwen.

Ci condussero in un enorme salone, organizzato come per una grandissima festa.
Ogni tipo di cibo e bevanda era servito da camerieri e camerieri che sembravano gigolò e prostitute più che normalissima servitù.
Ma sul serio?
"Non ho parole" commentai, con tono piatto e incolore ed espressione sdegnata.

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"Beh, vogliono dare ai partecopanti un degno benvenuto." Disse divertito Elv a Gwen. "Avanti, non essere gelosa." Ridendo lui.

Lo guardai, con espressione tranquilla.
E questa da dove saltava fuori, adesso?
Magari era una frase buttata lì... O magari no.
"Gelosa di chi? Di te, forse?" chiesi, con sguardo enigmatico.
Lasciai lì in sospeso la risposta, e forse anche la domanda, presi un bicchiere a caso dal tavolo e mi andai a rintanare in un angolo lontano dalla confusione del centro del grande salone.
Non avevo dimenticato ciò che era successo due giorni fa, sebbene da allora ci stessi provando con tutta me stessa e non sapevo ancora come gestire quelle emozioni forti e travolgenti che avevo provato in quegli istanti.

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Elv guardò Gwen e rise piano.
"Ehi..." disse quasi in un sussurro, avvicinandosi all'orecchio di lei, come a soffiare tra una ciocca rossa dei suoi capelli "... guarda che fra tutte queste sventole io preferisco te..." per poi staccarsi e prendere due bicchieri, offrendone uno a Gwen.

Sentii un brivido, come una scossa, al suo sussurro nel mio orecchio, mentre una ciocca di capelli si agitava appena, mossa dal suo respiro.
Presi il bicchiere.
"Ci credo. Di sicuro, cucino meglio io" dissi con evidente sarcasmo e lo stesso tono di poco prima, prendendo un sorso.
Sapevo che non era ciò a cui si riferiva, ma sentivo il bisogno di smorzare quella tensione.
Sentivo di dover convincere me stessa che era stata davvero solo una cavolata.

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Quel gesto mi fece tremare, costringendomi a chiudere gli occhi per un secondo, per poi riaprirli e andare a cercare quelli del divo.
"Curioso di scoprire cosa, esattamente?" portandomi il labbro inferiore tra i denti per poi lambirlo con la lingua, in un gesto provocatorio, caldo, eccitante e sensuale.
Poi vennero a chiamarci e ci condussero in una grande sala, adibita a festa, con tanto di ballerine nude e cameriere sexy.
"Ah però, ci trattiamo bene!" annuii, guardandomi attorno.
Ecco, feste del genere non mi era mai capitato di vederle nel palazzo dei miei genitori.
No, decisamente.
Mi chiesi che effetto avrebbero fatto sul divo quelle sventole che esibivano così spudoratamente le proprie grazie.
Ma forse uno come lui amava la conquista, non certo trovarsi la pappa pronta.
"Diamine, il fast food del sesso?" con un sorrisetto divertito, per poi voltarmi verso Guisgard e fissarlo negli occhi.
"Ma così è troppo facile, che gusto c'è?" facendogli l'occhiolino, per poi avvicinarmi a un tavolo imbandito e prendere due bicchieri, uno per me e uno per il divo, a cui lo porsi subito dopo, senza smettere di fissarlo con sguardo eccitato, caldo e sensuale.

Elv la guardò e sorrise, per poi bere, senza smettere di fissare Gwen, come a volerne scoprire i pensieri con lo sguardo.
"Dimmi..." disse poi "... ti ho messa a disagio?"

Non seppi la natura del suo sguardo insistente su di me, ma ero curiosa, molto.
Poi la sua domanda.
"Ci vuole ben altro per mettermi a disagio" con tono sicuro, mentre bevevo.

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"Bene..." disse Elv finendo il suo bicchiere, senza smettere di guardare Gwen.
Ad un tratto le luci si alzarono ed un improvviso silenzio scese sulla sala.

Cos'è, aveva deciso di provare a mettermi a disagio continuando a guardarmi e fissarmi?
Va beh...
Improvvisamente, un totale silenzio scese in sala e le luci soffuse di poco prima si alzarono.
Allora mi guardai intorno per capire cosa stesse succedendo.
Che fosse appena arrivato il padrone di casa?

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