Gli occhi azzurri di Icarius, che la luce del Sole riflessa sulla sabbia bianca rendeva di mille sfaccettature, erano in quelli di Destresya.
“Ecco, zia...” disse il ragazzo deglutendo “... pensavo... tu detesti il Sole... potresti fare un bagno in acqua...” deglutendo ancora “... mentre io... io potrei raccogliere alcuni frutti qui intorno e spremerne la polpa, per farne una crema... infatti i frutti tropicali contengono vitamine importanti per la pelle... potrei...” con le mani intrecciate nervosamente “... potrei così farti... un massaggio... se vuoi...” sentendosi impacciato ed arrossendo di colpo.

Elv guardò ciò che indicava Gwen, ritrovandosi davanti quella spettacolare città.
Era sterminata, più di qualsiasi altra città avessero mai visto.
I palazzi più alti svettavano come nessuna torre potrebbe mai, mentre una fita rete di strade percorse da veicoli velocissimi, con nell'aria mezzi volanti che attraversavano il cielo urbano.
"Ecco Agnostor City." Disse Bryzol.

Era enorme, stranissima, ma tremendamente affascinante.
Addirittura dei veicoli volavano in cielo!
"Hai mai visto una cosa simile?"incantata ad Elv.
Era semplicemente meravigliosa!
Non vedevo l'ora di arrivare per immergermi in quel posto così unico e fantastico!

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"Ma visto nulla di simile..." disse Elv a Gwen, fissando la città sempre più vicina.
Il fuoristrada infine la raggiunse ed entrarono in quella gigantesca metropoli.
"Li lasci lla prima piazza, capitano." Augas a Rus.
Questi annuì quasi grugnendo e si fermò, facendo scendere i due ragazzi.
"Buona fortuna, ragazzi." Bryzol.
Poi il fuoristrada ripartì.

Entrammo finalmente in città ed era sempre più mozzafiato!
Non subito, magari, ma avrei potuto persino abituarmici.
Ci fecero scendere in una grande e caotica piazza.
"Ciao dottoressa, e grazie!" la salutai.
Sospirai guardandomi intorno.
"Che si fa ora?" ad Elv, impaziente.
Nemiche io sapevo per cosa, ma ero impaziente di scoprire ogni angolo e ogni segreto di questo posto!

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“Non ne ho idea...” disse Elv guardandosi intorno “... c'è da perdersi qui...” a Gwen.
Ad un tratto i due ragazzi sentirono cantare.

Lo guardai perplessa, con la perplessità che cresceva mano a mano che parlava.
Passi il fatto che io non amo il sole, questo credo lo sappiano anche i sassi.
Passi pure l'idea di fare un bagno, in effetti ci stavo pensando anch'io, considerando la calura insopportabile di quel momento.
Ma la cosa dei frutti tropicali per fare una crema proprio mi ha lasciato spiazzata.
"Perchè, tu sai fare una crema usando dei frutti tropicali?" guardandolo divertita "Studi da estetista e non me l'hai mai detto?" con aria di derisione.
Ci mancava solo quello, ma guarda un po'!
Ma poi guarda come arrosisce, dico io, è una scolaretta a lezione?
Non lo capisco, non lo capirò mai sto ragazzo.
Secondo me ha qualcosa che non va.
Però la faccenda del bagno non è poi così male.
Allora mi alzo e lo guardo a metà tra il divertito e la presa in giro.
"Facciamo così, io faccio due tuffi e vediamo che intruglio riesci a preparare!" ridendo, per poi dirigermi alla spiaggia e buttarmi in acqua.


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"Sì, è vero!"ridacchiando.
"Oh, senti? Cantano!" trillai a un tratto e seguii quella musica, entusiasta e curiosa, tirandomi dietro Elv.
Iniziava un'altra tappa di questo viaggio!

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Icarius seguì con lo sguardo sua zia che andava verso l'acqua, fissandola tutta, ovunque,in modo morboso, più e più volte, senza riuscire a dire nulla.
“Si...” disse infine “... si, zia... ci ho fatto un esame... era Archeologia Precolombiana...” rossissimo in viso “... gli Aztechi e gli Inca che sfruttavano la frutta per realizzare cosmetici...” con le mani intrecciate nervosamente.
Poi la guardò entrare in acqua e fare il bagno.
“E dai, dimmi di si...” pensava eccitato “... su... e dimmi che lo vuoi questo massaggio... su, bella, fatti toccare tutta...” euforico.

"Si, è vero...” disse Elv cercando con lo sguardo da dove arrivasse la voce di chi cantava “... là, in quella piazza.” A Gwen.
C'erano alcuni giovani stesi sul prato cittadino, altri all'ombra di qualche albero, altri ancora seduti sul bordo di una fontana.
Tutti cantavano la stessa canzone.