Iniziò a darsi arie su un suo qualche scoop ma io non ascoltavo, piuttosto pensavo a cosa avrei detto a Symminel per convincerlo.
" Mi aspetti qui, vado a fare una telefonata" dissi con decisione e mi alzai andando alla cabina telefonica.
Composi quindi il numero dell'ufficio del direttore della Gazzetta, con impazienza.
" Pronto? Il direttore Symminel, sono Dacey. Potrei avere trovato qualcosa ma... richiede una certa spesa"


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Restai ad osservarlo scendere dall'auto e sorrisi.
Era strano però, che scendesse da un'auto così lussuosa.
Ma dopotutto non sapeva nulla di lui.
Che potevo dirgli?
Che avevo tentato di liberarlo, ma ero arrivata tardi?
Non era credibile.
E poi che gli avrei detto.. perché volevo liberarlo?
Già perché?
Eppure ero felice di vederlo lì, sano e salvo.
Decisi così di adottare un altro approccio.
Mi avvicinai e gli sorrisi.
"Sembra che questa città continui a farci incontrare..." con un luminoso sorriso "Lieta di vedere che stai bene...".


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Risi alle parole del professore. "Un amante di storia antica, potrebbe trovarvi del romantico in questo posto, come io ne ho trovato nella maledizione dei Taddei" dissi continuando a guardarmi intorno. Poi quella proposta... Non dissi nulla, mi limitai ad afferrare la gonna ed a strapparne un lembo. Era un bel vestito, ma di certo non ne davo alcun valore. "Ecco a voi, professore" dissi sorridendo e offrendogli il lembo. https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...3116811cdf.jpg

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“Si, signora.” Disse annuendo Stewart a Gaynor.
La giovane e bella donna allora, mentre mangiava, diede uno sguardo al giornale, scoprendo così che un grosso dirigibile era giunto sui cieli di Afragolopolis per pubblicizzare il nuovo film della celebre casa di produzione.
Per giorni si era tenuta segreta la cosa proprio per suscitare curiosità e scalpore fra la gente.
Ora finalmente tutto era stato svelato e naturalmente tutti ne parlavano.
Ad un tratto Stewart portò il telefono alla sua padrona.
“Signora, la sua amica Charlotte...” dandole la cornetta.

Gwen sfiorò la mano di Elv e lui la guardò negli occhi.
“Pensavo di essere io il fondente...” disse sorridendo “... e tu magari più un cioccolato di gusto vivace, non so tipo quello al peperoncino... dico bene?” Accarezzando la mano di lei.

Mentre mangiavo e leggevo del dirigibile usato dall'Afra Golden Mayers a scopo pubblicitario, Stewart mi annunciò una telefonata della mia amica Charlotte.
Presi la cornetta e risposi. "Buongiorno cara... come mai così mattiniera? Hai qualche novità?"

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Lo guardai divertita.
"Interessante, anche se non l'ho mai assaggiato" con aria divertita "Ma direi che ci può stare" sorridendo e intrecciando le nostre dita.
C'era un'intimità palpabile nella stanza, ma era una sensazione meravigliosa e non avrei voluto mai, per nulla al mondo, che finisse.
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“Si, Dacey, mi dica tutto...” disse Symminel al telefono “... cosa ha chiesto questo sedicente giornalista? Quale cifra ha chiesto?”

A quelle parole di Clio, lui si voltò di scatto, restando a guardarla.
“Buongiorno a lei...” disse con un solare sorriso “... mi perdoni ma non ricordo di esserci mai incontrati... e sicuramente questo è imbarazzante, oltre che incredibile... beh, una bella ragazza non si può dimenticare così in fretta...” un po' imbarazzato.

Lei?
Non si era detto di darci del tu?
Però il suo sorriso solare era rassicurante, e il mio si allargò.
Per poi svanite.
Dapprima sbiancai alle sue parole, sgranando gli occhi incredula.
Possibile che mi fossi sbagliata?
Eppure la gemma non mentiva.
Magari era colpa del manicomio, chissà cosa gli avevano fatto lì.
Sì, ma che penserà di me?
A quel pensiero arrossii violentemente e abbassai il capo, imbarazzata.
"Oh.." dissi soltanto, restando poi in silenzio per un lungo istante.
"No ecco.." farfugliai dopo un po' "Mi scusi allora.. colpa mia.." alzando per un istante lo sguardo imbarazzato e deluso per poi abbozzare un sorriso "Mu scusi se l'ho disturbata, allora..".
Ero imbarazzata.
Io non ero mai imbarazzata.
Perché diavolo quell'umano mi doveva fare quell'effetto?
Era davvero incredibile e io ero furiosa con me stessa per quel comportamento che però non ero riuscita a contrastare.