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C’era un’altra candela accanto a quella che ardeva sul tavolo.
Gouf le avvicinò e subito anche l’atra candela cominciò ad illuminare la stanza. Il tenue chiarore sembrava confondersi con la penombra di quell’ambiente, generando inquiete ombre che parevano danzare sulle pareti della stanza. La luce accarezzava i loro volti, quasi disegnando tratti nuovi su quei visi. Gouf si lasciò cadere sul letto, appoggiandosi allo schienale. “Il tuo bacio…” disse quasi sottovoce “… avrebbe dovuto uccidermi, invece…” la luce delle candele disegnò una strano bagliore nei suoi occhi “… forse fu la mia corazza… ora però, come vedi, non indosso che semplici abiti…” voltandosi verso di lei “… quanto al tuo signore…” accennando quasi un sadico sorriso “… egli è un vigliacco, un parassita… si nutre del suo stesso male, dei suoi stessi peccati… gli do la caccia da anni, ormai… sembra svanito nel nulla… ma so che prima o poi ci rincontreremo… e solo allora saprò se le mie armi sono capaci di sconfiggerlo… comunque vada, ne resterà in vita uno solo di noi due…” Respirò profondamente. “Forse dovresti andare via da questo poso…” continuò “… lontana da questa guerra e lontana da me… prendere tuo figlio e lasciare tutto questo…” Tese poi improvvisamente la mano a Melisendra. “Ma non stanotte…” mormorò “… non voglio restare solo stanotte…” |
Certo dissi guardando Finiwell poi rivolgendomi al boscaiolo gli chiesi dove sta questo albero da abbattere domandai con una voce stanca e aspettai una sua risposta poi dissi voi come vi chiamate signore?
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Probabilmente in un altro momento veder comparire una ragazza tanto giovane nel bosco da sola e a quell’ora mi avrebbe molto sorpresa... ma in quella circostanza ero troppo sconvolta, troppo preoccupata per far caso a questo dettaglio. “Non lo so...” le risposi, con un vago senso di colpa “E’ caduto da cavallo e...” Ma la voce di Icarius mi interruppe. Tornai a guardarlo, allarmata... Citazione:
Lo osservai appena per un istante, era sorridente, allegro... e subito un impeto improvviso mi colse, quasi in reazione al terrore cieco che avevo provato... “Sei orribile!” dissi con la voce che tremava forte, colpendolo sulle spalle e sul torace con le mani strette a pugno “Sei tremendo! Sono morta di paura... Come hai potuto? Pensavo che tu fossi... io ho davvero creduto che... oh, ti odio! Io... ti odio!” Ma quell’impeto si esaurì in fretta com’era arrivato... mi bloccai, avevo gli occhi lucidi e così li chiusi per un istante. Quando, infine, li riaprii la mia espressione era mutata: non sapevo che cosa significasse quel tumulto di emozioni che provavo, ma sapevo che l’unica cosa realmente importante era che stesse bene. Il resto non contava, ci sarebbe stato tempo per il resto... Lentamente mi chinai su di lui e lo abbracciai forte. Tremavo. “Non farlo mai più!” mormorai, affondando il viso contro la sua spalla “Non spaventarmi mai più così! Mai più! Hai capito?” |
Scivolai verso di lui e mi appoggiai sul suo petto.
I miei poteri mi trasformarono in acqua fresca che riempie le crepe di una terra straziata, mi tornarono le forze mentre gli avvolgevo le spalle come l'acqua di una cascata e pettinavo tutti i suoi timori e i suoi dubbi. Trascinai via la tensione e la trasformai in resa, in delicatezza. La sua forza nutriva la mia, mentre i miei poteri funzionavano come le dita di un'arpista che pizzica e sfiora le corde per ottenerne la melodia. Lo abbracciai e sollevai lo sguardo verso il suo volto. "Non voglio lasciarti... e sono sicura che nemmeno tu lo voglia...." Abbassai un attimo gli occhi. "Uriel non ha bisogno di me, non ancora... avrà un'infanzia serena fino a quando resterà al sicuro lontano da me..." Con un gesto della mano sciolsi i lacci della sua tunica e sussurrai: "Tu hai bisogno di me invece..." |
Rimasi lì immobile aspettando una risposta che non arrivò, ma tanto il duca non aveva più bisogno d'aiuto... faceva finta!
Appena Icarius parlò, Lady Talia si dimenticò di me, ma il duca, invece, mi fissò in modo alquanto strano. Fortunatamente sta bene! Ma perchè mi guarda in quel modo? Cosa ho fatto? Dopotutto lui vede solo una povera, timida, bambina malconcia. "Voi siete il duca? Io... vorrei... Capomazda!" Fingere è sempre stata la cosa migliore che riesco a fare. Balbettai delle cose incomprensibili e poi ingoiai delle erbe che mi fecero svenire all'istante. Un potente rimedio per ferite profonde, se viene appoggiato sulla ferita in questione, ma se ingerito è capace di stendere anche un drago! |
Melisendra dormiva sul suo petto, mentre lui fissava la luce proveniente da una finestra.
Un misto di inquietudini e sensazioni indecifrabili attraversavano il suo cuore. Con una mano giocava nei capelli di lei, intrecciandoli fra le dite e con l’altra sfiorava la sua pelle nuda e vellutata. Cosa siamo? Ciò che vogliamo, o ciò che possiamo? E’ possibile sfuggire al proprio destino? L’amore è davvero la risposta a tutto? E’ capace di difenderci come l’odio, ma senza consumarci? Queste cose pensava Gouf, mentre il suo respiro si confondeva con quello di Melisendra. E quel figlio. Che strana sensazione. Un figlio. E poi c’era lei. La fissò. Dormiva serena sul suo petto. Era bella. Bella come la vita intrisa di tutti i sogni più belli. E forse, proprio lei, era il suo solo sogno. L’unico sogno che la vita non gli aveva portato via. |
“Il nome è Hoberdon!” Disse il boscaiolo a Cavaliere25.
Condusse poi i due presso la grande quercia che non riusciva ad abbattere. Così, con l’aiuto di Finiwell e Cavaliere25, Hoberdon riuscì alla fine ad abbattere il tenace albero. “Sono vostro debitore, amici!” Fece il boscaiolo. “Sarete miei ospiti per stasera?” “Purtroppo non possiamo.” Rispose Finiwell. “Dobbiamo giungere in un posto e siamo già in ritardo.” “Spero che l’avermi aiutato non vi abbia portato danno.” “Non datevene pena, amico mio. Ora però dobbiamo andare. Che Dio vi protegga!” “E protegga anche voi, messeri!” |
“Ehi, piccola…” disse Icarius con un fil di voce, quasi sussurrato, mentre Talia lo stringeva ancora spaventata “… va tutto bene… era solo uno scherzo… uno stupido scherzo…”
Le sfiorò allora i capelli con le labbra, per baciarle poi il capo. “Non sai che i Taddei, stando al buon Izar, sono praticamente invincibili?” Accarezzandola e spostando i capelli che le coprivano il volto. “Dai, fammi un bel sorriso… pensavi che bastasse cosi poco per mettermi fuori gioco? Mica potevo lasciarti nel bel mezzo del bosco tutta sola! Io…” fissandola negli occhi “… non ti lascerò mai sola… mai…” Ma in quel momento Sayla, che stava a pochi passi da loro, all’improvviso cadde svenuta. “La ragazzina!” Urlò all’improvviso Icarius. “Credo sia svenuta…” tentando di farla rinvenire “… Talia, dobbiamo portarla da qualche parte…” si guardò attorno “… presto farà buio ed il palazzo non è vicinissimo… forse sarebbe meglio portarla al borgo e trovare un posto in cui possa riprendersi.” Icarius e Talia, portando con loro Sayla, salirono allora sui loro cavalli per dirigersi verso il borgo vicino. Poco dopo giunsero nel centro abitato, presso la locanda del posto. “C’è nessuno?” Chiamò Icarius entrando con Sayla in braccio e seguito da Talia. “Abbiamo bisogno di aiuto!” “Bontà Divina, cosa accade?” Urlò un uomo sbucato da una porticina laterale alla sala con i tavoli. “Buon uomo, questa fanciulla credo abbia bisogno di cure!” Disse Icarius. “Ci occorre una stanza ed un medico!” “Chi strilla tanto?” Domandò una donna entrando nella locanda. “Mary, questa fanciulla ha bisogno di un medico!” Disse il locandiere a sua moglie. “Seguitemi al primo piano…” fece questa “… la metteremo a letto. Nel frattempo prepara una tisana calda, Fruan!” Parlando poi al marito. Sayla fu così messa a letto, in una stanza non troppo grande, ma calda ed accogliente. “Serve un medico, signora.” Disse Icarius. “Questa le farà bene.” Fece la donna, mentre tentava di far sorseggiare la tisana alla fanciulla. “Credo abbia ingerito qualche erba selvatica che le ha procurato una perdita di conoscenza. Tra poco starà meglio e riprenderà i sensi.” |
Dormii profondamente e sognai
"Forza Dafne, amore mio, forza amore, spingi e stringi i denti. Vedrai che nascerà presto!" "Friederich non ce la faccio, aiutami!" "Sono qui amore, ti aiuto io! Ora concentrati e spingi forte, verrai che nascerà presto". Mi sembrò di uscire dal mio corpo e vidi il bambino nascere, Friederich era seduto sul letto vicino a me e mi teneva la mano mentre partorivo. "E' nato Dafne, è un maschio e si chiamerà Hubert come mio padre! Grazie Dafne, grazie amore!" Poi mi sembrò che Friederich entrasse in una bolla di sapone e cominciasse a svanire a poco a poco "Dafne, io ora devo andare ma sarò sempre con voi e vi proteggerò da lassù. Racconta di me a Hubert, digli che l'ho amato sempre anche se non ho mai saputo che sarebbe venuto al mondo. Ricordati che io ti ho amato veramente e intensamente e per sempre ti amerò" Mi venne da piangere "No Friederich, non andare, non andare! Resta!" "Dafne, io devo andare! Il cavaliere che entrerà tra poco dalla porta sarà il padre che ho scelto per mio figlio. Dona a lui l'amore che avevi per me, è come se io fossi con voi. Ricordami sempre!" Poco dopo vidi Pasuan entrare eccitato e felice. Mi svegliai... "Pasuan sei qui? E' già mattino?" poi mi girai ricordando che Hubert si era addormentato lì vicino a me, ma non c'era "Dov'è Hubert? Pasuan, dov'è?" dissi preoccupata. |
Non ero mai stata tanto spaventata in vita mia, ma le sue parole mi fecero sorridere debolmente...
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Mi precipitai, dunque, anche io su di lei... respirava lentamente, come avviene quando si è perduto i sensi, ma non capivo come questo fosse potuto accadere: un momento prima sembrava stare bene e un momento dopo... Risalimmo a cavallo e raggiungemmo il borgo, qui trovammo la locanda e in breve tempo ci fu data una stanza, dove sistemammo la ragazza. “Lasciate!” dissi alla locandiera, avvicinandomi al letto e prendendole la scodella dalle mani “Lasciate che le dia io la tisana! Voi, vi prego, potreste portarci un’altra coperta per la ragazza? Sarà meglio che stia al caldo questa notte!” Attesi che la donna uscisse, poi mi sedetti sul bordo del letto e tentai di far bere quell’infuso alla fanciulla... era così giovane... com’era possibile, mi chiesi, che non lo avessi notato prima? Sospirai... era giovane e tutta sola... e più la guardavo e più che una sorta di vaga preoccupazione si impadroniva di me... Mi voltai, dunque, e lanciai un’occhiata a mio marito... “Guarda... ” dissi a mezza voce “Sembra poco più che una bambina! Ma che cosa ci faceva da sola in mezzo al bosco? Chi credi che sia?” |
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