Guardai il marinaio divertita mentre mi sistemavo la vestaglia.
Poverino probabilmente non aveva mai visto una donna in abiti da camera, vista la sua espressione.
Poi sorrisi alle parole dell'uomo, lusingata da quell'invito che, un po' speravo che arrivasse.
Oh andiamo, più di un po'!
"Riferite pure al capitano che lo raggiungerò tra poco..." cercando di non mostrare quanto quella notizia mi facesse piacere.
Mi richiusi la porta alle spalle e tornai nella mia stanza senza aspettare risposta.
Ora sì che dovevo decidere cosa mettermi!
Ci misi un po', alla fine optai per la soluzione più semplice, chissà perchè non ci si pensava mai in prima battuta.
Infondo, non era il caso di strafare, e poi non è che avessi portato abiti da sera per andare in missione.
Così, optai per un vestito nero, semplice ma molto attillato, che fasciava perfettamente il mio corpo accarezzandone ogni curva, ma allo stesso tempo era sobrio e sortiva l'effetto del "beh, se sono uno schianto che ci posso fare?" senza voler ostentare.
Sì, era la scelta migliore.
Mi truccai in modo raffinato e non ecessivo, e poi uscii, dirigendomi alla cabina del bel capitano.

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"Ah, ecco..." disse Elv divertito a Gwen, mentre con le mani prendeva l'acqua e la faceva poi scorrere piano sul corpo di lei "... e cosa hai detto di preciso?" Divertito.

Trattenni a fatica dei brividi, mentre prendeva l'acqua e la faceva scorrere su di me, con gesti delicati e lenti.
"Ti ho chiesto se non ti stanchi mai di ripetermelo..." risposi, teatralmente annoiata e divertita al contempo.

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Destresya raggiunse la cabina del capitano.
Lui aprì e la fece entrare.
La cabina appariva di un esotico epittoresco disordine, come la si immaginava pensando ai romanzi d'avventura ed ai film d'azione.
Cartine un pò ovunque, libri di navigazione e di astronomia aperti sulla scrivania ed un paio di pistole vecchie di un paio di secoli appese alla parete.
"Lei ha il raro dono di apparire più bella ogni volta..." disse lui acogliendola "... anche se non riesco ad immaginare come può esserlo ancora di più, dottoressa." Invitandola ad accomodarsi. "Mi sembrava un degno gesto accoglierla con un brindisi. Lei ama il vino?" Fissandola tutta, con un che di selvaggio che sembrava salire dai suoi occhi, al di là dei suoi modi galanti e gentili.

"In verità no..." disse lui a Gwen, mentre continuava a farle scorrere sulla schiena e sulle cosce l'acqua che raccoglieva a 2 mani "... anche se mi piacerebbe di più lavarti ora..." guardandola negli occhi.

Ridacchiai, mentre me ne stavo lì ferma, a lasciarlo fare.
"Beh, non mi sembra che tu ti stia facendo molti problemi, no?" divertita, mentre mi rilassavo ai suoi gesti che lavavano via la calura del Sole, dandomi sollievo.
Mi sentivo come una Dea, con un mortale, un bellissimo mortale, intento a venerarla, a contemplarla, era impagabile, era anche dolce a suo modo.

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Lui rise, senza smettere di bagnarla ancora ed ancora.
"Magari potrei fare di meglio..." disse guardando Gwen negli occhi "... non voglio certo sprecare questo scenario... e tu sei perfetta per tutto questo..."

Continuò ancora e ancora, finché la sua espressione mutò ancora.
"Ah, bene... Adesso hai tutta la mia attenzione..." dissi divertita, guardandolo in attesa di ascoltarlo.

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Elv la guardò, smise di bagnarla ed il suo voltò cambiò espressione.
Gwen vide i suoi occhi neri farsi grandi e vicini.
Un attimo dopo si ritrovò fra le braccia di lui, sul suo petto, con le labbra del fotografo che premevano sulle sue con impeto e trasporto.
Un bacio che le fece girare la testa e le tolse il respiro, mentre le mani di Elv la facevano sentire donna, desiderata e soprattutto sua.
Si baciarono così, labbra contro labbra, assaporandosi a lungo, stringendosi e toccandosi fra le calde onde di quel mare trasparente e spumoso, in un angolo di mondo che sembrava lontano da tutto il resto.

Cambiò espressione ed i suoi occhi si fecero grandi e vicini.
Improvvisamente, ma poi non così tanto, mi trovai fra le sue braccia, le sue labbra sulle mie e mi chiesi quanto avevo desiderato tutto questo stanotte.
Mi travolse col suo impeto, più ardente del Sole che ci scaldava.
Per un attimo, mentre stringevo il suo viso e i suoi capelli, mi passarono per la mente le parole di Lizzie e mi chiesi se sarei riuscita a fermare tutto questo, se mi avrebbe ferita, se una volta tornati a casa tutto si sarebbe dissolto e ognuno sarebbe tornato alla propria vita.

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Mi guardai intorno, osservando compiaciuta quella cabina che sembrava uscita da un romanzo di avventura, con carte che sembravano parlare di rotte sonosciute, di mari ancora da scoprire, di leggende sussurrate dai marinai nei porti con le case colorate, dove il profumo di salsedine si mischia con la birra scura e le risate dei pescatori che all'alba tessono le loro reti.
Poi mi venne incontro e gli sorrisi, illuminandomi ancora di più al suo complimento.
"Oh ma scommetto che lei dice così a tutte le dottoresse che accompagna su un'isola misteriosa..." con aria divertita ma molto compiaciuta.
Mi accomodai elegantemente dove mi indicava il capitano, accavallando le gambe con un gesto naturale e spontaneo.
Poi alzai lo sguardo su di lui e annuii.
"Oh sì, amo il vino ma a condizione che sia un vino di ottima qualità... nella vita i piaceri sono così pochi che quelli che decidiamo di concederci vanno assaporati fino in fondo, lei non crede, capitano?" con una voce calda e sensuale, fissandolo negli occhi intensamente.

Mentre avanzavo nella folta vegetazione mi guardavo intorno a destra a sinistra su e giù per vedere e intercettare qualche animale tenevo il coltello ben saldo tra le mani si sentivano rumori di spostamento delle foglie chissà cosa si nascondeva in quella vegetazione pensai dentro di me

Un bacio languido, caldo, avvolgente, mentre le loro lingue si intrecciavano in un gioco malizioso, appagante, soddisfacente.
Elv la stringeva a sè, con la pelle di Gwen bagnata di spuma marina e sale, mentre gli abiti di lui erano ormai completamente zuppi.
Un attimo dopo i loro corpi si stesero sulla sabbia bagnata, in preda a quel bacio sempre più travolgente.

Camminando a fatica tra ramoicanti, arbusi frondosi, radici giganti che sbucavano dal terreno e sciami di insetti ronzanti Goz, Cavaliere25, Lion e Stiao si facevano strada in quella natura primordiale e dimonante.
Poi si arrampicarono sulla parete rocciosa, risalento fino ad uno spuntone piatto, ritrovandosi a guardare così le strane rocce da poca distanza.
"Più le guardo e più mi sembrano scolpite a raffigurare un volto..." disse con il fiato corto Goz.
"Forse..." fissando Stiao le rocce "... ma di sicuro non un volto umano..."

Quel bacio si faceva sempre più morbido, appagante, una piena soddisfazione che raramente avevo sentito dentro di me, forse mai prima d'ora.
Sembrava che il Sole bruciasse ancora di più adesso, arroventando la mia pelle.
Entrambi eravamo sempre più fuori controllo, totalmente, i vestiti di Elv erano totalmente zuppi di acqua mista a sabbia ed io non sapevo se avrei avuto il coraggio di sottrarmi da quel bacio, se ci sarei riuscita.
Ma lì, stesi sulla sabbia, eravamo l'una preda dell'altro, in modo indissolubile.

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Mi guardai intorno e vidi un passagggio nelle rocce e dissi ragazzi li c'è un entrata nelle rocce vado a dare un occhiata se è tutto ok vi farò un fischio invece due se c'è qualcosa di anomalo e in incamminai verso il passaggio

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Destresya si sedette ed il capitano per un istante le guardò le gambe accavallate, per poi fissarla negli occhi e sorriderle.
"Se tutte le dottoresse avute a bordo fossero come lei" disse avvicinandosi ad un mobile che aprì con una chiave "certamente lo direi." Ridendo piano, per poi tirare fuori una bottiglia di vino. "Questo vino credo faccia al caso nostro..." stappando la bottiglia e sentirne il profumo "... lo vinsi durante una partita a carte... durante una partita che giocai per dimenticare una delusione d'Amore..." versando il vino in 2 bicchieri "... mi fu assicurata la capacità di questo fino di sedare i mali amorosi... vediamo se mi fu detto il vero..." porgendo un bicchiere a Destresya.

Elv continuò a baciare Gwen, mentre le onde continuavano a bagnarli e la sabbia non smetteva di appiccicarsi sui loro corpi.
Lui senza smettere di assaporare la bocca e la lingua di lei cominciò a sbottonarsi la camicia fradicia d'acqua, restando a torso nudo.
Allora le sue mani iniziarono ad abbassate il costume di Gwen.

"Fa attenzione..." disse Lion a Cavaliere25 che si incamminava verso quella fessura nella roccia, così simile ad un passaggio fra le pietre.
Quando fu vicino, il giovane marinaio si accorse che si trattava di una sorta di spazio fra 2 rocce sospese e poteva passarci un uomo per vedere cosa c'era dall'altra parte.

Iniziò ad un certo punto a sbottonare la camicia, fino a toglierla completamente ed io sentii sotto le mani il suo fisico asciutto, ma ben delineato, la sua pelle calda, morbida, che rivestiva i muscoli tesi e guizzanti.
Poi, cominciò ad abbassare il mio costume, ma fermai la sua mano e rimasi a guardarlo.
"Aspetta..." sussurrai, ansimando "Io... Io vorrei continuare... Ma mi piaci troppo per rassegnarmi all'idea di essere una delle tante che avresti potuto portare su quest'isola..." mormorai, guardando i suoi occhi neri con aria seria, o almeno lo speravo, mentre gli accarezzavo il viso.

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Mi infilai in quella fessura ero convinto di andare fino in fondo passato oltre la fessura mi trovai davanti una specie di tenda da campo mi avvicinai lentamente e mi guardai intorno per vedere che non ci fosse nessuno nascosto

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Gwen vide gli occhi neri di Elv, furenti di desiderio, brillare sopra di lei.
"Cosa..." disse lui con la voce calda di desiderio come chi fa uno sforzo immane per fermarsi "... cosa vorresti invece, Gwen?" Sfiorando la mano di lei che gli accarezzava il viso.

Cavaliere25 attraversò la crepa che sembrava un passaggio, ritrovandosi dall'altra parte della parete rocciosa, quasi fosse un limite, un confine che divideva in 2 la foresta.
Da lì infatti il giovane marinaio poteva guardare una sterminata distesa verde fatta di alberi giganteschi e tropicali, foglie piatte e lunghe, fori dai riflessi cromatici e frutti dalle forme bizzarre ed esotiche.
questa foresta di bambù giganti, di tamarindi alti il doppio di quelli conosciuti, di palmeti che si piegavano al vento australe che soffiava dall'altura dominante rivestiva ogni cosa a perdita d'occhio.
Quella che a Cavaliere25 era sembrata una tenda altro non era che una roccia bianca che spuntava dalla vegetazione.
Ma guardando oltre Cavaliere25 notò un pennacchio di fumo in lontananza.
Possibile?
Vivas era ritenuta da tutti disabitata.

I suoi occhia ardevano più del Sole stesso ed erano nei miei.
La sua mano accarezzava dolcemente la mia ed io non sapevo cosa rispondere.
"Non lo so..." mormorai sinceramente, sapevo solo che le parole di Lizzie mi rimbombavano nella testa, ora più che mai.
"Forse, vorrei la certezza di non starci troppo male quando torneremo alle nostre vite e probabilmente non avremo più a che fare l'uno con l'altra... O probabilmente, vorrei la certezza che quello che c'è stato stanotte, quei momenti, quelle foto, fossero una nostra esclusiva... Solo per noi..." ammisi poi, altrettanto sinceramente.

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Eppure mi hanno detto che era disabitata gli altri voglio andare a fondo della cosa dissi e mi incamminai verso il pennacchio di fumo che vidi in lontananza mi feci spazio tra la vegetazione ad un certo punto mi fermai ero quasi vicino guardai se intravedevo qualcuno o qualcosa ma non vedevo bene allora mi avvicinai ancora un po per vedere meglio

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Elv la guardò ancora negli occhi, con quel suo sguardo scuro e brillante.
"Mi fai tenerezza..." disse lui pianissimo a Gwen "... non ti immaginavo così ingenua..." baciando la mano di lei, per poi chinarsi sul suo viso e baciarla di nuovo.

Cavaliere25 aveva deciso di capirci di più e di raggiungere perciò quel pennacchio di fumo che spuntava dalla folta vegetazione.
Ma sentì le voci dei suoi compagni che lo chiamavano dall'altra parte di quelpassaggio roccioso, per cercare di sapere cosa aveva trovato il giovane marinaio.

Vidi i suoi occhi brillare ancora.
Poi le sue parole, mi baciò ancora, ma io mi staccai da lui, voltandomi e dandogli le spalle.
Sapevo che sarebbe andata a finire così.
Anzi, no.
In realtà no.
Non doveva finire così, non era per questo che mi ero avvicinata a lui.
Non volevo che i risvolti fossero questi, fin dall'inizio, ma ci ero cascata e la colpa era solo mia, non avevo nessun altro a cui rimproverare il mio errore madornale, se non alla mia stupidità.
No, non ero stata ingenua.
Oltre al mio errore di debolezza, era solo sua la colpa, sua nell'avermi illusa e nel ritenere che fosse giusto e corretto farmi credere tutte quelle cose, quella tensione, quei momenti, quando invece non esisteva nulla di tutto ciò.

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Tornai indietro e dissi se volete venire con me seguitemi sto seguendo una traccia dissi guardando i compagni di avventura mi raccomando fate silenzio e movimenti leggeri se no non capirete cio che vedrete e feci strada agli altri giungendo poco lontano da quel fumo che vidi ecco vedete laggiù c'è un focolare quindi qui abita qualcuno dissi guardando gli altri

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Goz annuì a Cavaliere25 e fece cenno agli 2 di andare a vedere tutti insieme.
"Un momento..." disse Lion "... andare solo noi 4 potrebbe essere pericoloso... magari c'è davvero qualcuno che si nasconde dall'altra parte dell'isola... e se si trattasse di contrabbandieri? Siamo solo in 4 e potremmo finire male... a queto punto torniamo alla nave e portiamo anche Jan e Govan, oltre a qualche fucile con noi."

"Ehi..." disse Elv appoggiando una mano sulla spalla di Gwen "... cos'hai? Pensavo lo volessi anche tu... fare l'amore no? Hai cambiato idea?" Giocando con i suoi capelli rossi.

Forse sarà meglio tornare ed equipaggiarci meglio dissi voi tornate alla nave io resto qui di guardia vi aspetterò qui non mi muoverò di un passo finchè non siete tornati voi continuai a dire agli altri amici su andate non abbiate timore me la so cavare e mi rannicchiai tra due alberi

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Sentii la sua mano sulla spalla, poi fra i capelli, mentre mi chiedeva se avessi cambiato idea.
"Il fatto che io lo voglia, non vuol dire che sia giusto" risposi "E forse, l'ingenuo fra noi due sei tu, a ritenere di poterti comportare con me come ti comporti come tutte le modelle che ti porti a letto per i tuoi scatti. E mi parli di amore. Come se tu conoscessi un decimo del significato di questa parola. Sì, sei decisamente tu l'ingenuo, qui..." risposi, con tono sarcasticamente amaro.

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Elv sbuffò e si lasciò cadere sulla sabbia bagnata, restando a guardare il cielo.
"Allora mi dici" disse poi a Gwen "cosa pretendi da me? La favola forse? Che faccia il principe azzurro e ti rapisca? O l'eroe che con suo aereo ti porti via, volando insieme verso il tramonto?"
In quel momento i 2 giovani videro spuntare sulla spiaggia Goz, Lion e Stiao, che, lasciato Cavaliere25 a guardia del passaggio fra le rocce, erano tornati per prendere armi e chiamare Govan e Jan.
"Ehi, abbiamo novità!" Goz a Gwen e ad Elv.

Intanto Cavaliere25 restava di guardia al passaggio nella roccia, sempre fissando il pennacchio difumo che si vedeva lontano nella foresta.
Ad un tratto il ragazzo sentì qualcosa.
Una sorta di cupo grugnito, un verso profondo e spaventoso di qualche misterioso animal selvatico.

Lo sentii sbuffare.
Addirittura ora era lui quello infastidito?
Stavo per rispondergli a tono, quando arrivò l'allegra brigata.
Sospirai reggendo la testa con una mano.
"Mancava solo lui, adesso..." mormorai, scuotendo la testa.

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"Forse non siamo soli su quest'isola." Disse Goz a Gwen e ad Elv.
"Come sarebbe?" Stupito questi.
"Oltre quelle pareti rocciose abbiamo visto un pennacchio di fumo nella foresta." Svelò il capitano.
"Potrebbero essere contrabbandieri." Lion.
"O magari una tribù indigena..." fece Elv.
"No, nessun navigatore qui ha mai incontrato selvaggi." Spiegò Goz, per poi guardare Gwen col suo costume tutto bagnato.

Dissero che forse c'era qualcuno sull'isola e forse si parlava di indigeni.
"Avete parlato di studiosi che ogni tanto vengono qui per gli animali, saranno loro..." dissi con tono piatto e noncuranza.
Scossi la testa infastidita, quando gli occhi di Goz si piazzarono di nuovo su di me, ma mi girai dall'altro lato facendomi gli affari miei.

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"Si, esatto." Disse Lion a Gwen. "Molto probabile. Potrebbero davvero essere degli studiosi, magari studiosi di geologia."
"Comunque andremo ad accertarcene." Goz. "Io invece credo ci sia qualche mistero da svelare. Magari sono gli alieni!"

Almeno c'era qualcuno che rimaneva coi piedi per terra, al contrario di Goz che fin da prima di toccare terra ci assillava con gli alieni.
Io volevo solo che se ne andassero e ci lasciassero liberi di continuare il discorso che avevamo lasciato in sospeso a causa loro, in santa pace.

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