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La donna si voltò di scatto nell'udienza la voce di Altea, per poi avvicinarsi a lei ed al cavaliere.
"Salute, signori..." disse la donna "... Frate Roberto è amico di questa casa e mai si dimentica di noi. Dio lo benedica." "Diteci, signora, di cosa necessitate?" Chiese Alvaro. "Eh, messere..." mormorò la donna "... di tante cose... siamo poveri e bisognosi... ma ciò che ora più ci preme sono le condizioni di nostro figlio malato... occorrono delle cure costose e l'unica nostra possibilità sarebbe quella di vendere la mucca... ma mio marito non vuole..." |
Gwen aprì la porta e trovò sulla soglia alcuni soldati.
"Salve, bella ragazza..." disse uno dei militari alla giovane "... stiamo cercando un piccolo delinquente... l'hai forse veduto?" |
Non commentai le parole del barone, né mi sfuggì l'ossequioso commento del cortigiano.
Ogni corte era così, piena di gente che mente pur di compiacere il signore. Era molto più divertente essere nella posizione di poter dire ciò che si pensava. Dopotutto chi si aspetta cortesia e raffinatezza da dei rozzi mercenari? Alle parole del barone mi accorsi che il maresciallo mi stava effettivamente guardando. Gli lanciai un'occhiataccia, e poi distolsi lo sguardo. Farmi arrossire? Nascosi un sorriso divertito a quel pensiero. Clio arrossiva solo se era parte del piano. Era già difficile far arrossire Lila a suo tempo. Eppure qualcuno ci era riuscito. Ma proprio per quello far arrossire Clio era ancora più arduo, pensai, scacciando quel ricordo fastidioso. Clio era molto più forte di quella ragazzina, Clio aveva armato il suo stesso cuore, memore di quanto accaduto a Lila. Tornai a concentrarmi sulla cena, col barone che non voleva saperne di lasciare in pace quella ragazza. |
Perché non si decideva a lasciarmi in pace. Anche solo il suono della sua voce mi irritava.
<< Non caccio. Io non amo uccidere. Che sia uomo o animale>> e nel dirlo lo guardai irritata, << ho tuttavia un falcone. Ma più per la bellezza di questo animale che per le sue abilità venatorie>> In realtà ero stata a caccia, qualche volta, con mio padre. Di solito oltre al mio falco usavo l'arco per colpire le prede ed ero brava. Precisa e non avevo esitazioni una volta puntata la preda. Adoravo sentire il sibilo della freccia che fendeva l'aria. Ma non dissi nulla. Ferico non avrebbe avuto tutte le soddisfazioni |
Sospirai.."Posso capirvi milady..io sono una del popolo come voi..qui si va avanti a giornata, e per fortuna vi sono uomini come frate Roberto...forse vostro marito non vuole vendere la mucca perchè è un mezzo di sostentamento, ma vostro figlio viene prima di tutto...quindi cosa dovremmo fare..siamo pronti a fare qualsiasi cosa, vero ser Alvaro" sorrisi al nobile.
Mi affidai a San Michele per risolvere la situazione...eravamo soliti rivolgerci al Capo delle Milizie Celesti io e lui..ora lo dovevo fare sola. |
Aprii la porta e trovai quei militari.
"Purtroppo no, non ho visto nessuno. Non posso esservi d'aiuto, mi dispiace" con espressione dispiaciuta "Avrei di certo avvertito, se avessi notato qualcosa di strano. Non voglio certo avere problemi" con un sorriso di circostanza. Piccolo delinquente... Cosa si dovrebbe dire di voi, allora? Scacciai subito quel pensiero, per evitare di apparire contrariata e attesi che andassero via. |
"Che spreco..." disse Ferico a quelle parole di Dacey "... un falco dato in dono ad una donna... neanche usato per cacciare... ma si sa, voi infedeli riconoscete più importanza alla vita degli animali, rispetto a quella degli uomini. Anche perché siete più simili alle bestie che a noi altri uomini." Ridendo Ferico. "Non la trovate arguta questa nostra battuta, messere?" Rivolto a Jean.
"Qui a Sygma" rispose questi "siete celebre per la vostra arguzia, milord." "Si, vero." Annuì divertito il barone. "Suvvia, che si discuta di caccia seriamente ora. E naturalmente anche questi valenti mercenari possono partecipare." Fissando Clio ed i suoi uomini. "Come dicono i Capomazdesi" fece uno dei cavalieri presenti alla cena "la caccia è ciò che ha reso gli uomini diversi dalle bestie, in quanto i primi braccato anche senza le motivazioni della fame." "Ser Ghirel..." fissandolo il barone "... mi meraviglia di come apprezzate la virile cultura Capomazdese... ma forse ritenete che essa sia più adatta ai misteri della caccia e della guerra, giusto?" "Milord..." rispose Ghirel "... ho studiato la cultura dei Capomazdesi ed in fede posso bene dire, con licenza, che essa è la naturale lingua della caccia, della guerra ma anche dell'Amore, con cui le dame possono essere conquistate ed i nemici sconfitti." "Quanta romantica adulazione per quella cultura nemica..." seccato il barone "... eppure nonostante tutto i nostri antichi invasori non sono riusciti a conquistare questa nostra bella Sygma." Per poi ridere forte. |
"Si..." disse annuendo la donna ad Altea "... la mucca ci serve per sfamare l'intera famiglia e mio marito non può venderla o moriremo tutti di fame... purtroppo se non possedete il denaro che ci occorre ben poco potete fare..."
"Possibile" stupito Alvaro "che una mucca sia più importante di vostro figlio?" "Purtroppo siamo molto poveri" mormorò la donna "e la mucca è la nostra unica ricchezza..." |
Sentivo le mia labbra lottare contro la mia resistenza, per trasformarsi in una smorfia invece che restare un sorriso.
<< Avete ragione... Non so se oso troppo ma... Vorrei tanto vedere voi valorosi uomini in azione, a caccia. Forse potrei apprender qualcosa>> E conficcarti una bella freccia al centro della fronte, aggiunsi solo con il pensiero guardando il barone |
"Allora se lo vedi avvertici..." disse il soldato a Gwen "... dobbiamo catturarlo, per poi arrestare anche suo nonno. Sono tutti delinquenti." E fece per andar via, ma uno dei suoi compari lo fermò.
"Ehi, vuoi andare e lasciare tutto solo questo bel bocconcino?" Indicando Gwen. "Magari si annoia e cerca compagnia..." con fare lussurioso. |
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