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“Già, lo temo anche io...” disse Lion a Gaynor fissando il ladro nella cella “... tu...” avvicinandosi alle sbarre “... mi senti? Devo rivolgerti qualche domanda...”
“Questa è per me...” il ladro a terra a dividere le mosche da lui stesso uccise “... questa per il mio padrone... ma a lui non piacciono le mosche...” “Chi è il tuo padrone?” Chiese il tenente. “Lui ha mandato te ed il tuo compare a rubare nella cappella?” “Rubare?” Ripetè l'uomo. “Oh, no... non è un ladro il padrone...” ridacchiando e mangiando una mosca. |
Quel furfante era decisamente tocco, ma magari facendolo parlare qualcosa sarebbe venuto fuori.
"Se non è un ladro, allora cos'è il tuo padrone? Parlaci di lui e ti prometto che non gli racconteremo mai delle mosche..." Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Gwen entrò nel palazzo, dove uno dei domestici la informò che la zia li stava attendendo nel salone.
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Entrai nel palazzo e i domestici mi dissero che la zia era nel salone.
Così diedi loro il soprabito e mi diressi da lei. Quando arrivai davanti alla porta, inspirai profondamente e poi entrai. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
" Non mi piace parlare del mio passato signore. Cioè che per voi è una notizia per me non è altro che dolore"
Mi ero pentita di aver risposto, anche se solo in parte alle sue domande. Mi alzai di scatto, come se volessi scappare. Ero brava a scappare, le circostanze mi avevano insegnato a farlo prima del dovuto. " Non vi chiedete mai se, scrivendo un articolo, infierire su qualcuno, ricamate sul dolore e la sofferenza, la miseria altrui. Francamente non ho idea di come siate a posto con la conoscenza." Il povero Ottan aveva appena conosciuto la versione oscura della sorridente Dacey. |
“Si, vi farò accompagnare con una carrozza, così che poi potrete ritornare qui.” Disse Ernot a Vivian. “E naturalmente dovrò anche illustrarvi un po' quale sarà il vostro compito, visto che il capo non è stato molto esaustivo.” Sorridendo.
Intanto, all'esterno del palazzo, Altea chiedeva di poter incontrare il capo. “Madama, in questo momento il signor Ernot, responsabile della Taddeus in assenza del capo, è qui nel palazzo. Se avrete la compiacenza di seguirmi vi condurrò da lui.” |
Sospirai..Non era ancora arrivato questo riccone..avevamo rischiato la pelle la sera prima e lui se ne stava chissà dove..."D' accordo..vi ringrazio" palesando il mio umore nero, che già si era rovinato per la situazione con quel dottor Misk.
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Sorrisi ad Ernot.
"Naturalmente, sono ansiosa di conoscere le mie mansioni..." gaiamente "E spero di esserne all'altezza.. posso andare anche più tardi alla locanda, se preferite..". Ero davvero curiosa. Curiosa di scoprire che cosa avrei combinato lì. Anche se l'idea di stare in mezzo alle armi mi rassicurava. Qualunque fosse il mio ruolo nella vita, era legato a loro, dunque in un certo qual modo mi sentivo a casa. Ernot era un'ottima compagnia e quel tipo davvero strano. Gli ero grata per quell'opportunità, anche se non mi aveva aiutato con la spada. Chissà, forse era destino che dimenticassi. Dopotutto nulla accade per caso. |
“Posso...” disse il ladro a Gaynor “... posso fidarmi?”
“Certo.” Annuì Lion. “Tu aiutaci a capire chi è il tuo padrone e noi serberemo il segreto delle tue mosche.” “Poveri sciocchi...” ridendo il ladro “... lui già sa... lui conosce tutti noi... anche voi... e si fa beffe di voi... vi ucciderà tutti...” alzando gli occhi su di loro “... vi ucciderà e si prenderà ciò che suo...” “Cosa è suo?” Chiese il tenente. “Tutto ciò che è custodito nelle vostre chiese...” ridacchiando il ladro. |
“Ecco io...” disse Ottan fissando Dacey “... io... perdonatemi, non pensavo di causarvi malessere con le mie domande... mi spiace, sono davvero mortificato...” pentito “... facciamo un patto... non vi chiederò mai più nulla del vostro passato... e voi... voi dimenticherete questa tristezza... vi va?”
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