Camelot, la patria della cavalleria

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Lady Gaynor 27-01-2016 16.20.14

Camminare mano nella mano con il Capo in quello scenario idilliaco scatenò in me una miriade di sensazioni diverse, tutte forti e tutte piacevoli, tanto che avrei voluto fermare il tempo e cristallizzarlo in quelle due mani unite. Arrivammo alla sponda dello stagno dove giaceva il resto dell'abbigliamento del mio cavaliere, che si rivestì in fretta e mi condusse poi sotto una grande e secolare quercia. Lì accese un fuoco che avrebbe contrastato il freddo della sera. Lo osservavo attentamente in ogni suo movimento, i gesti sicuri, le braccia forti, le mani veloci... mi piaceva, si... mi piaceva moltissimo.
"In tutta sincerità, la vostra compagnia è la migliore di cui abbia goduto nell'ultimo decennio..." gli risposi. Gli raccontai poi di come i soldati del Maresciallo avessero confiscato l'offerta fatta alla Pieve e del giardino di casa devastato. "Il denaro in sé non è un problema, infatti il mattino dopo ne ho portato dell'altro in offerta a Frate Roberto, ma ciò che veramente mi preoccupa è che adesso non mi sento più sicura... i soldati mi hanno apostrofata in malo modo, ho paura che mi abbiano segnata sul loro libro nero. Forse sono stati proprio loro gli artefici di quello scempio a palazzo... Sta di fatto che da quando c'è il nuovo barone, l'aria di Sygma si è fatta irrespirabile..."

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Guisgard 27-01-2016 17.01.14

Tutti si voltarono a vedere.
Ferico, il Maresciallo Fagas, Jean, Dacey, Clio ed i suoi mercenari e tutti i presenti.
Le porte della sala si spalancarono e sulla soglia apparve una figura.
Il volto era nobile e bello, gli occhi di un azzurro luminoso e i capelli bruni e mossi.
Indossava una giubba verde e sulle spalle portava un cervo senza più vita.
Due guardie gli si avvicinarono per bloccarlo, ma il giovane uomo li scaraventò via ruotando le corna e le zampe dell'animale che portava di peso.
Con la mano libera teneva un lungo arco ed avanzava verso la ricca e nobile tavola con passo irriverente e scanzonato.
I due soldati che sorvegliavano il banchetto subito incrociarono le alabarde davanti al nuovo arrivato, per bloccargli il passo.
“Chi è...” disse Ferico “... chi è questo intruso che osa presentarsi al nostro cospetto come l'ultimo dei briganti?”
“Milord...” uno dei valletti al barone “... è... è sir Guisgard di Capomazda, signore di Altafonte...”
“Ah...” stupito Ferico, per poi voltarsi verso il Maresciallo e Jean “... ebbene, che venga pure avanti...” tornando a fissare il guascone.
E subito le guardie lasciarono che si avvicinasse alla tavola.
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Guisgard 27-01-2016 17.04.40

Il bambino sorrise a Gwen.
“Mi chiamo Gamarc...” disse “... e vi ringrazio, madama... ma non posso restare qui a lungo, perchè mio nonno ha bisogno di queste erbe... aspetterò un po', magari che i soldati si allontanino dalla zona e poi uscirò... sperando di scamparla...”

Lady Gwen 27-01-2016 17.08.08

Sorrisi a Gamarc e annuii.
"Vieni allora, aiutami a sistemare delle erbe in cucina" dissi, prendendolo per mano e andando in cucina, dove, sul tavolo, c'erano ancora le erbe e gli utensili che avevo utilizzato per fare il sacchetto.

Guisgard 27-01-2016 17.11.32

Era un manipolo di soldati e tutti armati.
Si avvicinarono con i loro cavalli alla casa, calpestando con gli zoccoli le verdure coltivate nel piccolo orticello dietro lo spiazzo.
“Dite bene, madama...” disse sorridendo uno di quelli ad Altea “... con noi in giro i mascalzoni se la fanno addosso... siete fortunata che siamo di pattuglia, così potremmo difendere le vostre grazie.”
E tutti loro risero.
“Comunque” continuò il militare “siamo qui per le tasse.”
“Altre tasse?” Fece la donna, che aveva nascosto il sacchetto donatole da Altea. “Abbiamo già pagato una settimana fa, signore...”
“Lurida cagna!” Con rabbia il soldato. “Non sai che ci sono degli aumenti? State sempre a lamentarmi, voi poveri miserabili! Credi sia divertente per noi arrivare fin qui, in questo lercio letamaio, solo per pochi luridi spiccioli?”

Dacey Starklan 27-01-2016 17.14.10

La mia sorpresa fu grande ma non quanto i nobili della tavola quando capirono chi era l'intruso.

Ed ecco che tutti i punti si stavano ricongiungendo fino a formare un volto, un volto che svelava finalmente il misterioso avventore.

Dovetti sforzarmi di non sorridere, tanto che infine nascosi la bocca con le mani. Vedere il trambusto provocato dall'uomo era davvero divertente, una piacevole variazione alla monotonia della cena.

I suoi movimenti erano decisi, senza esitazione, sapeva esattamente ciò che stava facendo.

Altea 27-01-2016 17.18.38

Rimasi interdetta, come potevano comportarsi così..."Per favore...io lavoro in locanda, se passate domani vi pago io le tasse per questa famiglia...d' altronde vi faccio sempre bere gratuitamente in locanda.." guardai Alvaro..cosa altro potevamo fare?

Guisgard 27-01-2016 17.22.26

Il misterioso brigante ascoltò ogni parola di Gaynor, mentre le fiamme zampillavano sui rami secchi e disegnavano vivaci giochi di luci ed ombre intorno a loro, rendendo quello scenario, quell'angolo di bosco, quasi incantato.
“Nove su dieci” disse poi l'uomo, gettando altri sterpi sul fuoco “sono stati i soldati. Vogliono impaurirvi, milady... è una loro tattica che attuano con il popolo...” con disprezzo “... sono bestie, non uomini... degni cani del loro vile e tirannico padrone...” la fissò negli occhi “... siete stata generosa a portare altro denaro a Frate Roberto... ma voi? Ne avete per voi? Non vorrei che il vostro impegno a donare denaro ai poveri vi abbia poi dato noie...”

Guisgard 27-01-2016 17.28.20

Gwen e Gamarc sistemarono alcune erbe nella cucina della giovane e questo li occupò per un bel po'.
Poco dopo Mezzanotte il piccolo però cominciò a guardare fuori da una finestra.
“Sembra che i soldati se ne siano andati...” disse “... meglio che vada, mio nonno mi aspetta...”

Clio 27-01-2016 17.29.30

Trasalii.
Quegli occhi erano impossibili da dimenticare.
Erano passati anni, eppure in un istante fui catapultata indietro nel tempo.
Quando ancora le mie gote erano capaci di arrossire.
Ma non ero più quella ragazzina sognante a cui aveva spezzato il cuore senza nemmeno saperlo.
Vidi Lila alzare gli occhi timidamente e Clio sorriderle con uno sguardo che diceva "Tranquilla piccola, ci penso io adesso....".
Clio non era così facile da ferire.
Tutto sommato ero felice di vederlo, felice di sapere che il mio cuore era al sicuro ora, dietro la pesante armatura che lo avvolgeva.
E paradossalmente era stato molto più facile convincere Lila a proteggere il suo cuore infranto.
Avrei dovuto ringraziarlo, dopotutto.
Ma l'indifferenza era la migliore soluzione, certo non poteva sapere chi ero.
Per un momento temetti mi potesse riconoscere, poi mi ricordai che probabilmente non aveva mai saputo il mio nome, e sicuramente non si sarebbe mai ricordato di me.
Tanto meglio, tanto quel nome ormai era sepolto lontano.
Stavolta però il mio sguardo non tremò, restò saldo, indecifrabile, vagamente divertito da quella situazione.


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