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L'uomo annuì a Clio e raggiunse il tavolo con i suoi compagni.
Poi tornò dalla ragazza e da Ammone. “Si, andiamo.” Disse. “Attraversare la brughiera a quest'ora?” Chiese Ammone. “Avete paura dei fantasmi forse?” Ridendo l'uomo. “Grande e grosso come siete?” Scosse il capo. “Non temete, siamo tutti armati.” E fece loro cenno di uscire dalla taverna. Così, Clio, Ammone e i quattro uomini lasciarono la taverna, tornando verso il posto in cui la piratessa e l'omone avevano visto il pastore. La brughiera era avvolta nelle tenebre, con poche e sporadiche luci lontane, perse nel silenzio e nella desolazione di quel luogo selvaggio e sterminato. “E' come camminare nel nulla...” mormorò Ammone. Proseguirono, fino a quando trovarono una piccola casa nel bel mezzo di quelle lande. |
Ci incamminammo nella brughiera, che sembrava di stare nel nulla più assoluto.
Il cuore mi batteva forte, temevo di deluderlo, temevo che si sentisse tradito, ed era buffo perché nemmeno mi conosceva. Ma Capomazda aveva bisogno di lui, e se l'avessi tenuto lontano dal suo destino non me l'avrebbe mai perdonato. D'un tratto scorgemmo una casetta nel nulla. "Vediamo un po' se riusciamo ad avvicinarci senza fare il minimo rumore..." Mormorai piano agli uomini "Meglio non farci vedere per adesso..." Sorrisi appena. Così, ci avvicinammo alla casetta, speranzosi e fiduciosi. |
Clio guidò il gruppetto fino a quella casa, dalla quale si vedeva una luce da una delle finestre.
La ragazza si avvicinò senza farsi scoprire e vide che qualcuno era accanto al fuoco. Si trattava di un vecchietto che abitava in quella casa. Poi ad un tratto un cane cominciò ad abbaiare e l'anziano corse sulla porta. “Ehi...” disse cercando di fissare il buio circostante “... chi è là? C'è qualcuno?” |
Capitolo IV: La cripta senza nome
“Mi sono chiesto più volte se la maggior parte della gente si soffermi a riflettere sul significato dei sogni, che a volte è clamoroso e comunque appartiene a un mondo di oscurità e mistero.” (Howard Phillips Lovecraft, Oltre il muro del sonno) Altea e Bensuon, seguendo quell'insolito rumore, arrivarono in quel vecchio Cimitero Longobardo. L'interno di quel luogo era freddo ed ammuffito, tra vecchi monumenti, Croci erette da tempi ormai dimenticati e cripte quasi del tutto distrutte dalle intemperie e dall'abbandono. Ogni passo in quel luogo sembrava intriso di un qualche antico sortilegio. Ovunque vi erano statue di Angeli e figure piangenti, lastre di marmo e ciò che restava di vecchie bare. E poi quel rumore che li aveva attirati in quel posto. Continuo, infaticabile, enigmatico. Come se qualcuno lavorasse incessantemente. Altea e Bensuon videro allora una piccola capanna nel bel mezzo di quel Cimitero e proprio da essa giungeva quello strano rumore. “Andiamo a vedere...” disse Bensuon. E i due si incamminarono verso la capanna. Poi alle parole di Altea la porta della capanna si aprì e una figura uscì fuori. “Chi è là?” Chiese un uomo anziano con in mano una lanterna. E proprio in quel momento, grazie alla luce della lampada, Altea si accorse di alcune immagini dipinte su delle vecchie lastre. Rappresentavano l'inquietante Danza Macabra. http://www.bellacroazia.it/wp-conten...3/05/Vermo.jpg |
Annuii, entrando; e nel farlo mi segnai, esortando Lucas a fare altrettanto.
-In effetti, non è mia intenzione togliere più del necessario alle vostre giuste meditazioni- Pesai un istante le parole, prima di proseguire; -Non farò giri di parole, né cercherò di mascherare la particolarità della mia cerca, perché in tale particolarità vi è qualcosa di necessario, soprattutto nel tempo disgraziato che stiamo vivendo- Rimasi un istante in silenzio, come a rimirare quei luoghi, poi proseguii; -E' il legittimo governante, quello che sto cercando; perché invero, aldilà di chi lo dichiarò tornato alla Casa del Padre, c'è chi dice di averlo visto....Proprio in questi paraggi. Costui è stato tacciato per pazzo, e solo Dio può dire se invero lo è, ma anche i primi Cristiani, non furono forse disprezzati e e derisi, talvolta persino temuti? Cristo ci insegna ad andare oltre, e voi, dato il vostro ruolo, probabilmente lo sapete meglio di me. In questi luoghi, Domine Magister, il presunto folle ha visto lord Guisgard, mentre suonava un'ocarina, a bada di un gregge di pecore.....Potete aiutarmi?- |
Continuavo ad ascoltarlo, rapita. Come sotto l'effetto di un incantesimo. Questo, pero`, non l'avevo mai provato prima.
Mi disse di chiamarsi Velven; mi strinse la mano e fu come se quell'incantesimo si fosse intnsificato. "Cosi siete voi, Velven, che nei miei sogni sussurrate dolci parole. Adesso anche io posso darvi un nome". |
Un anziano venne ad aprire la porta di quel macabro posto dimenticato dal mondo..come fosse un antico guardiano.
Sembrava stupito e mentre faceva luce vidi dei pannelli..raffiguravano la Danza Macabra..leggermente sobbalzai e pensai alle parole del becchino di prima e ciò che quel dipinto rappresentava..la morte e le persone, tutte uguali..unite tra poveri e nobili, a dimostrazione davanti a Dio siamo tutti uguali. Respirai profondamente e mi feci coraggio.."Scusate se vi abbiamo interrotto nel vostro lavoro, avevo detto ci siamo persi e io devo andare dal pastore Marion e poi tornare a Corte, la sua casa è vicina?" mentivo spudoratamente, sapevo benissimo la strada e non era molto lontana "Ma scusate la mia curiosità o invadenza, questo cimitero è antico, come mai state lavorando...siete forse un artista?". Bensuon era bianco in volto e spaventato ma io guardavo l' anziano con coraggio, mentre la notte era scesa sulla brughiera coi suoi spiriti e leggende. |
Ci avvicinammo alla casetta, e riuscii a scorgere un vecchietto accanto al fuoco.
Putroppo, però, il cane si accorse di noi, e iniziò ad abbaiare, portando il proprietario di quella casa sull'uscio, a scrutare la buia notte. Osservai il vecchietto, e mi voltai verso gli altri uomini. "Non penso sia questa la casa.." sussurrai pianissimo "Il pastore parlava di un maniscalco, e poi dovrebbe esserci l'ovile con le pecore.. passiamo oltre o chiediamo indicazioni a quell'uomo?" chiesi "Anche se, certo.. rischiamo di spaventarlo". |
“In verità” disse il vecchio ad Altea “io non esco mai da questo luogo e poco o nulla conosco dei miei simili e delle loro abitudini. Dunque temo di non potervi aiutare, madama.” Con tono dispiaciuto. “Comunque si, lavoravo. Io lavoro continuamente, è l'unico passatempo che ho.”
“E sai che divertimento...” mormorò ironico Bensuon. |
Clio, Ammone e gli uomini del Patto delle Civette erano fermi, davanti alla casa di quell'anziano.
“Lasciate parlare me...” disse uno di questi a Clio “... perdonate...” poi al vecchio con la lanterna “... cerchiamo la casa di un maniscalco e di un pastore... potete aiutarci?” Intanto la pioggia cadeva forte sull'umida brughiera. “Conosco un pastore” fece il vecchio “e so che vive più in là nella brughiera, ma non precisamente dove... vi occorrono latte e lana forse?” Chiese a quegli uomini. |
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