I tre si sedettero a tavola e cominciarono a mangiare.
“Adoro i cibi piccanti...” disse Misk, per poi fissare Dacey ed annuire, invitandola ad aprire il discorso col professore.

Avrei voluto sorridere a quella carezza, ma il cuore era troppo scosso. Scesi così la corda di lenzuola, percorrendo tutto il muro fino alla fine. Quando i miei piedi toccarono terra, la voglia di voltarmi era troppa. Ma mi fermai. Filax miagolava impaziente, facendomi tornare a guardare avanti. Cominciai a camminare piano, cercando di nascondermi fra l'erba alta, incerta su cosa mi sarebbe successo, cercando di fare il meno rumore possibile. Nella mente continuava ad apparire l'immagine di Seth con il coltello in mano. Quello che avrebbe dovuto recidere il mio collo e non quelle lenzuola. Pensai al gesto che aveva fatto. Mi aveva salvato la vita e un forte calore mi era pervaso nel corpo. Tutto ciò finì quando mi resi conto di trovarmi dall'altro lato dei cacelli.

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Bafon sorrise.
“E' sempre così con lui...” disse ad Altea “... venite, prego.” Ed entrarono nel palazzo, passando per la saletta in cui dominava il ritratto di Guisgard col narciso nella mano.

"Certo per essere la donna di Sir Guisgard ci vuole molta pazienza" passammo davanti al quadro e lo fissai "Ma perché in quel quadro Sir Guisgard tiene in mano il narciso nero?".

“Si, andiamocene...” disse Theris a Gwen, per poi dirigersi verso la carrozza tenendo sua moglie per mano.
La campana intanto non cessava di suonare.
“Fermi.” Intimò loro Asputin, impugnando una pistola. “Fermi dove siete o vi ucciderò entrambi.”
Tutto ciò sotto lo sguardo di E'hiss e di Gaynor che se ne stavano nascosti.

La maschera si scioglieva piano e Vivian attendeva di vedere quel volto misterioso.
Poi un gesto rapido, duplice ed improvviso, con cui il Narciso Nero prima spense la piccola lampada che illuminava a stento la stanza e poi tirò via definitivamente la maschera.
Allora si avvicinò al volto di Vivian e lei sentì il respiro di lui sulle sue calde labbra.
Non poteva vedere nulla la ragazza, avvolta ormai nel buio, ma avvertiva il calore di quella bocca.
E le labbra di lui, come carezze, presero a scivolare su quelle di lei.
E la baciò.

Theris mi prese per mano, andammo verso la carrozza, ma Asputin ci bloccò, minacciandoci con una pistola.
Mi strinsi a Theris, fissandolo poi intimorita.
Guardai poi di nuovo il filosofo e schioccai pianissimo le dita della mano nascosta da Theris, udendo dopo un istante il rumore della pistola che scoppiava letteralmente fra le mani dell'uomo, disintegrandosi.
Non saremmo morti lì, adesso, non lo avrei permesso.

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Avrei voluto protestare quando spense la luce, ma ormai avevo deciso di seguire il mio cuore, e sapevo che non mi avrebbe tradito.
Scossi solo la testa, sospirando.
Non capivo quell'ostinazione, ma non potevo certo costringerlo.
Mi bastava averlo solo per me, anche se per un istante solo.
Sentivo il suo respiro sul mio viso, il calore delle sue labbra sulle mie.
Poi quel bacio.
Quel bacio così intenso, appassionato, a cui risposi con altrettanta passione.
Lo strinsi a me come fosse la cosa più preziosa del mondo.
Accarezzai il suo viso con dolcezza, ma lo baciai con trasporto.
Avrei voluto che quel bacio durasse una notte intera, o forse, addirittura, una vita intera.
Perché un'ora, una notte, non sarebbero mai bastate.

Nyoko aveva attraversato i cancelli, mentre Filax miagolava fra le sue braccia.
Ma un attimo dopo la ragazza udì un calpestio.
Qualcuno si stava avvicinando.
E se l'avessero scoperta?

Altea e Bafon erano davanti al ritratto.
“Sapete” disse Bafon “che non ci avevo mai fatto caso? Non avevo mai notato quel fiore in mano al Capo... e guardate dietro... si intravede qualcosa... sembra vagamente un'elsa... a forma di fiore...”

La pistola di Asputin esplose nella sua mano, facendolo gridare più per lo spavento che altro.
“Presto...” disse Theris a Gwen “... nella carrozza!” Gridò, cercando di sfruttare il momento.

Guardai bene...era proprio la spada..Mia Amata..a quel punto indietreggiai e mi resi conto mi aveva imbrogliato. Trattenni le lacrime e mi sedetti sulla poltroncina.."Perdonate Bafon..potete portarmi un bicchiere di acqua fresca.." e mi voltai per non mostrare gli occhi arrossati.

Asputin urlò per lo spavento ed io non ci pensai due volte a raggiungere la vettura, che partì subito.
"Bene, o Ordifren è d'accordo con tutto questo, e in tal caso mi dovrà un bel po' di spiegazioni, oppure deve imparare a scegliere per bene le sue amicizie..." dissi sarcastica, ma mi sentivo ancora scossa.

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Ero finalmente fuori e presi a correre verso la città, quando udì dei passi.
Il cuore mi si fermò un secondo. Cosa dovevo fare? Voltarmi? Fermarmi? Avevo paura e cominciavo a sentirmi anche stanca. Cosa dovevo fare?

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Quel bacio.
Li unì, li strinse, li avvolse.
Lui affondava sulle labbra di lei, come se le bramasse da sempre e con le mani la teneva stretta a sé.
L'impeto di quel bacio portava i loro volti a cercarsi, a rincorrersi, a trovarsi e a ricominciare, mentre i lunghi e biondi capelli di Vivian sembravano volteggiare ovunque intorno a loro.

Mi abbandonai completamente all'impeto infuocato di quel bacio, che sembrava sconvolgermi nel profondo.
Non avevo mai provato qualcosa di così forte, pensavo.
Eppure un instante dopo mi sembrava ancora più intenso, appassionato.
Il mondo intero poteva attenderci, persi com'eravamo in quella passione.
Le mie mani scendevano, salivano, accarezzavano, stringevano, bramavano il suo corpo che mi teneva stretta, come in una morsa, come se avesse paura che scappassi.
Oh, ma io non desideravo altro che le sue mani, le sue labbra su di me, e il suo cuore intrecciato al mio.
"Perché..." sussurrai sulle sue labbra.
Dovevo pensare a una frase corta perchè non riuscivo a stare più di un istante lontano da quelle labbra, infuocate.
"Hai spento la luce?" sussurrai, prima di tuffarmi di nuovo nel mare impetuoso di quel bacio.
"Perché mi tieni ancora lontana?" sussurrai di nuovo, facendo uno sforzo immane.
Dovetti concedermi un altro lunghissimo istante di pura passione prima di riuscire a parlare ancora.
"Voglio essere tua.." sussurrai, spalancando gli occhi per un istante, cercando l'azzurro dei suoi "Ma voglio poterti guardare..." sussurrai, mentre le mie mani scendevano sul suo petto "Tutto.." in un sussurro appassionato, prima di incatenare di nuovo le sue labbra.

“Subito, madama...” disse Bafon ad Altea “... ecco...” tornando un attimo dopo con l'acqua “... ma vi sentite bene?”

Guardai Bafon e ammisi.."Lo so nello studio vi era Guisgard con me e poi arrivò il Narciso..Icarius..ma quello è il Narciso Nero nel ritratto quindi è Guisgard e prima mi ha mentito ... mi state mentendo tutti" e una lacrima scivolo' "Forse è meglio me ne vada".

La carrozza partì di corsa, ma ad un tratto si fermò di colpo, facendo sussultare all'interno Gwen e Theris.
“Ma...” disse affacciandosi dal finestrino “... cosa accade?” Al cocchiere.
Ma un attimo dopo si udì un colpo di pistola ed il cocchiere rotolò morto a terra.
“La corsa finisce qui, signori.” Un uomo a cavallo, alla testa di altri e tutti armati che avevano circondato la carrozza. “Venite fuori con le mani in alto e non costringeteci ad uccidervi.” L'uomo puntando l'arma contro i due sposi nella carrozza.
Quell'uomo armato era Seth.
http://www.imfdb.org/images/thumb/5/...loups_IP_3.jpg

“Voi...” disse una voce alle spalle di Nyoko “... ferma.” Era un poliziotto. “Cosa ci fate qui tutta sola? Siete forse una ladra che cerca di entrare nel castello?”

A quel punto mi voltavi, era un poliziotto. Mi fermai e cercai di prendere fiato.
"I... Io... " dissi affannata. "Non sono una ladra, signore. Ecco, io sono una pittrice..." mi fermai un attimo a guardare il poliziotto, temevo di non essere creidibile. "Vi prego, so che può sembrare sospetto, ma... " avevo ancora il fiatone e il cuore palpitante. Sentivo le guance bagnarsi e gli occhi svuotarsi di tutto quel terrore inalato in così poco tempo.

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Ci bloccammo all'improvviso.
Theris chiese cosa fosse successo, ma udimmo solo uno sparo che mi fece sobbalzare e che fece rotolare il cocchiere a terra, morto.
Un attimo dopo un uomo a cavallo ci ordinò di uscire.
Io guardai impaurita Theris e timorosa scesi dalla carrozza, stretta a lui., non capendo il motivo di tutto quello.
Stavolta era davvero la fine?

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Quel bacio continuò e poi quelle parole di Vivian.
Allora lui la guardò.
Non poteva vederlo, ma sentiva i suoi occhi su di lei.
Fu un attimo.
Le mani di lui strinsero le sue vesti e poi cominciarono a tirare.
Vivian sentì la stoffa scendere giù, lenta, morbida, inebriante sulla sua pelle ardente.
Era buio.
Quel buio verso cui lei protestava.
Ma era buio anche per lui.
Allora prese a toccarla.
Toccarla sul petto ormai nudo.
Le mani erano i suoi occhi ed esploravano il corpo nudo di lei.
Vivian sentì le mani di lui sui suoi seni.
Mani che cercavano, accarezzavano, stringevano, giocavano.
E la ragazza sentì nascere un fuoco che la divorava.
http://stec-t02.xhcdn.com/t/037/7_b_1077037.jpg

Bafon guardò confuso Altea.
“Madama, non comprendo...” disse guardando poi il ritratto “... quella spada nel dipinto vi inquieta?”
Arrivò Ernot.

"Si" ammisi "È..la spada che il mio defunto marito progettò con un professore..Nigros..e prima ne parlai con Guisgard dicendo lui che la usava il Narciso Nero..e lui disse non ne era al corrente..e invece..eccola nel quadro" col sospiro corto..e improvvisamente entrò Ernot.

Il suo sguardo: era strano come nel buio riuscissi a vedere il suo sguardo.
Quel luccichio azzurro che sembrava volermi attraversare, volermi leggere dentro.
Non mi ero mai sentita così.
Poi sentii la stoffa della veste scendere, in una carezza leggera, attraversarmi tutta.
Sapevo di essere nuda davanti a lui, eppure non poteva vedermi.
Perché arrivare a tanto?
Che senso aveva?
"Sono così brutta che non vuoi guardarmi?" dissi allora, con un sorriso amaro, capendo che non avrebbe ceduto.
Poi quelle carezze infuocate sul mio seno, così appassionate e sensuali.
Nulla aveva più importanza.
Sentivo il mio corpo accendersi di un fuoco che non conoscevo, un fuoco che sembrava volermi divorare e spingermi sempre di più verso di lui, come se fosse l'unico al mondo in grado di domare quell'incendio.
E infondo era così.
Tornai a baciarlo, col respiro sempre più affannato e il battito sempre più accelerato, finché le mie mani non scesero a cercare i bottoni della sua giubba.
Se non potevo vederlo, volevo almeno poter conoscere ed esplorare il suo corpo, come lui stava facendo col mio.

“Cercate di calmarvi...” disse il poliziotto a Nyoko “... su... un bel respiro e poi parlatemi, vi ascolto...”

“Voi...” disse Theris stringendo a sé Gwen “... chi siete? Cosa volete da noi?”
“In verità” disse l'uomo che i lettori hanno riconosciuto come Seth “non voglio alcunché da voi. Ma temo dobbiate seguirmi. Avanti, camminate verso la chiesetta... su e senza fare scherzi o morirete.”

Entrò Ernot.
“Si, quella è la spada che usa il Narciso Nero...” disse fissando il quadro “... non ci avevo mai fatto caso... in effetti è quasi nascosta nel ritratto... credo il Capo l'abbia acquistata e poi donata alla sua guardia del corpo.” Rivolto ad Altea.

Il poliziotto cercò di calmarmi ed io presi più aria possibile per poter parlare.
"Sono fuggita... " dissi guardando in basso.
"Mi tenevano segregata in un castello... Ed io sono fuggita..." asciugandomi una lacrima.

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Tutto quello era assurdo, che cosa avevamo fatto di sbagliato?
Camminavo tremante, mentre Theris mi stringeva ancora forte a sè e solo quello mi faceva andare avanti.
"Cos'abbiamo fatto di sbagliato?" mormorai, con poca voce, mentre camminavo.

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Un altro bacio, carico di passione e desiderio.
Poi Vivian prese a sbottonare la giubba di pelle di quel misterioso amante.
E lui la lasciò fare.

Preda di quella passione, sbottonai la giubba e la feci cadere a terra, poi feci lo stesso con la camicia, finché le mie mani non trovarono la sua pelle.
Allora restai per un lungo istante ad accarezzarlo, a disegnare con movimenti leggeri ogni muscolo, mentre la passione mi infuocava sempre di più.
Eppure c'er sempre qualcosa che mi fermava.
"Almeno parlami.." sussurrai, posando la testa sul suo petto, per un istante.
Poi la rialzai a cercare i suoi occhi, mentre i miei si erano riempiti di lacrime.
"Non puoi trattarmi così..." sussurrai "Ho il diritto di sapere.." con un filo di voce.

“Avete scoperto cose di cui non dovevate sapere.” Disse Seth a Gwen.
I due innamorati camminavano verso la chiesetta, la cui campana ancora stava suonando.

“Segregata...” disse stupito il poliziotto “... nel castello?” Fissando Nyoko. “E chi vi teneva segregata? Chi era?” Guardandola. “Avanti, raccontatemi tutto, ormai siete al sicuro...”

Avevamo scoperto cose di cui non dovevamo sapere...
Ma certo,era ovvio.
Il nascondiglio delle opere era la chiesetta ed io lo avevo detto sia ad Ordifren che ad Asputin.
Mi diedi dell'idiota mentalmente, tante volte.
Volevo dirlo a Theris, ma non sarebbe stata una mossa intelligente in quel momento, così continuai a camminare, facendomi guidare dal suono della campana.

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Mi lasciai confortare da quella sicurezza. Mi strinsi nelle spalle. Non sapevo da dove iniziare e raccontai tutta la mia storia, da quando vivevo ai servizi del mio ex capo fino a quel ultimo giorno, tutto questo tremando e respirando a fatica.

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“Questa notte” disse lui stringendo al suo petto nudo Vivian “è strana... è magica... malinconica... misteriosa... è buia... come questa stanza...” le baciò i capelli “... domattina tutto sarà più chiaro, limpido, pulito... aspetta domani... tra breve andrò via... ma se mi aspetterai allora forse tornerò...”

Quella voce, quelle parole.
Mi illuminai e gli accarezzai dolcemente il viso.
"No..." sussurrai, sulle sue labbra "Questa notte è nostra.." per poi baciarlo.
Un bacio intenso, appassionato, che voleva cancellare le preoccupazioni, i pensieri, il duello che lo attendeva.
Un bacio che lo stringeva a me mentre le mie mani esploravano il suo petto, il suo collo il suo viso.
"Domani potrebbe essere tardi.." sussurrai, sulle sue labbra.
"E se tornerai.." con un filo di voce, per poi sfiorare le sue labbra con le mie "Perché tornerai..." ribadii, con tono appassionato "Saprai cosa troverai ad aspettarti..." accarezzandogli dolcemente il viso e i capelli.
"Perché io ti aspetterò.." sussurrai, sorridendo "Sempre...".
Allora lo baciai di nuovo, con una passione disperata e folle.
Mi fidavo di lui, ma avevo paura di perderlo, una paura atavica e viscerale, che mi sconvolgeva nel profondo.
"Ora però resta con me..." sussurrai, lasciandomi cadere all'indietro sul letto, per poi attirarlo a me.

Gwen sentiva la rabbia salire, forte, mentre con Theris avanzavano verso la chiesetta, seguiti da quegli uomini armati.
Arrivarono allo spiazzo del Sacro Edificio, trovando Asputin ad attenderli.
“Ce ne hai messo di tempo...” disse a Seth.
“Meglio tardi che mai.” Ridendo questi. “Li uccidiamo davanti alla chiesa?”
“No, facciamoli entrare dentro...” Asputin, per poi avvicinarsi ad un pozzo ed azionare una botola segreta “... avanti, voi due...” a Gwen e a Theris “... dentro... subito, che già mi sono stancato di questa storia.”