Sollevai le sopracciglia vedendo entrare un indigeno.
Vedendo gli abiti occidentali che aveva addosso, mi tornarono in mente le parole della donna del sogno.
Sorrisi alle sue parole, che seppur incomprensibili, sembravano avere un tono piuttosto bonario.
"Grazie..." dissi sorridendo, prima di prendere la frutta.
Mi sentii subito meglio quando iniziai a mangiare, era fresca e mi aiutava molto con l'arsura che avevo in gola e in tutto il corpo, per via del morso e del veleno.

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I selvaggi lasciarono cadere nella polvere il povero Cavaliere26, in uno spiazzo irregolare al centro del villaggio.
Ad un tratto il ragazzo sentì dei passi che si avvicinavano.
Vide allora un uomo alto, non più giovane, al cui arrivo gli indigeni si spostavano di un passo, quasi lo venerassero.
"Ragazzo..." disse l'uomo a Cavaliere25 "... chi sei?"
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L'indigeno restò a guardare Gwen mangiare, ma poi delle voci che giungevano da fuori lo fecero scattare subito ed uscire dalla capanna, come un animale che sente la voce del padrone.
La ragazza attraverso la finestra sentì la voce di un uomo non più giovane che parlava nello spiazzo la lingua di lei.

Restò lì mentre mangiavo e non mi dispiacque un po' di compagnia.
Poi, però, sentendo parlare uscì ed io sentii un uomo, circa di mezza età, parlare.
E parlava la mia lingua.
Sempre più tasselli si aggiungevano a quel puzzle.
Cercai allora di affinare l'udito per sentire cosa diceva.

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Mentre Gwen cercava di sentire cosa dicesse l'uomo anziano fuori ad un tratto la porta si aprì, stavolta senza che nessuno avesse bussato prima.
Entrò allora un uomo alto e grosso, dallo sguardo bieco che subito si fissò sulla ragazza.
Indossava una divisa.
"Finalmente hai ripreso conoscenza." Disse sedendosi accanto al letto. "Chi sei? Che ci facevi nella foresta?"
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Improvvisamente, senza che me ne rendessi conto, un tizio in divisa entrò in stanza.
Che educazione...
Voleva sapere cosa ci facessi nella foresta.
"Ero con un mio amico, siamo fotografi, siamo venuti qui per un servizio fotografico e mi ha morsa un serpente..." parlavo ancora a fatica, anche se la frutta mi aveva fatta sentire meglio "Dov'è lui? Dov'è Elv?" chiesi poi, visto che non ve n'era traccia.

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Lui ascoltò Gwen e si accese una sigaretta.
"Si e ti ha salvata il dottor Flamig..." disse lui fumando "... nessuno però si avventura nella foresta... e nessuno lo farebbe mai solo per scattare qualche foto..." con tono inquisitorio.

A quanto sembrava, l'uomo bianco era parecchio ben stanziato, da queste parti...
"Abbiamo scalato le rocce per cercare l'equipaggio dell'imbarcazione che ci ha portati qui... Li avevamo visto arrampicarsi, ma poi non li abbiamo più trovati" risposi, perchè era inutile non dirlo e poi perchè non ritenevo che avessimo qualcosa da nascondere.
"Comunque, vorrei sapere dov'è il ragazzo che è con me" dissi ancora, visto che non mi rispondeva.

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Guardai l'uomo dal basso verso l'alto e dissi io mi chiamo cavaliere25 e sono un marinaio voi chi siete signore dissi mentre lo guardavo incuriosito

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I baci non sono tutti uguali e baci come quello che ci travolse in quel momento era ancora più arduo e caldo di ogni altro mi avesse mai stravolto l'anima.
Potevo sentire il calore del suo viso sul mio, quelle labbra calde e carnose che accarezzavano le mie in un crescendo senza fine. Ero persa in quello sguardo chiaro e limpido che mi dominava e mi faceva perdere il controllo.
Non capivo più niente, ero totalmente in balia di quel gemito, di quel momento che sembrava cristallizzare ogni emozione.
Finimmo contro la parete, ma quello non fece che aumentare il mio desiderio, il mio folle desiderio e la mia passione, così forte e prorompente.
Sentivo le sue mani su di me, strette attorno al mio corpo, calde e ardenti.
Poi fummo a terra, in un attimo, come se il tempo si fosse fermato per darci abbastanza tempo per cogliere ogni istante di piacere come un frutto troppo dolce e maturo per aspettare.
Le sue mani mi spogliarono, facendomi perdere completamente il controllo, gemetti piano quando le sentii sui miei seni, mentre le mie continuavano a cercare il suo corpo, spogliandolo a mia volta.
Lo volevo, desideravo ogni parte del suo essere, impazzivo.
Poi le sue labbra, la sua bocca sul mio seno, persi ogni controllo.
"Ti voglio..." gemetti, folle, mentre la sua lingua mi faceva impazzire come mi sembrava di non aver mai provato.
Ero folle, incontrollata, gemevo e impazzivo mentre il mio corpo esplodeva di eccitazione e passione senza limiti.

"Un equipaggio..." disse l'uomo a Gwen, senza rispondere alla seconda volta in cui Gwen chiedeva di Elv "... quindi ci sono altri nella foresta..." pensieroso "... idioti che non siete altro... saranno già morti a causa dei serpenti, dei giaguari o delle piante carnivore." Scuotendo la testa.
Intanto dalla finestra giungevano le voci dallo spiazzo, dove i selvaggi avevano portato Cavaliere25, ora interrogato da un anziano uomo bianco.
"Sono il dottor Flemig." Questi al ragazzo. "Come sei arrivato su quest'isola e perchè hai tentato di attraversare la foresta?"

Sono con un equipaggio di marinai abbiamo portato sull'isola un fotografo e la sua modella per delle riprese fotografiche dissi guardando l'uomo voi chi siete dissi? Volevo esplorare l'isola ma mi sono spinto troppo e mi sono perso continuai a dire

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Erano a terra, su quel tappetto che accarezzava con la sua stoffa i loro corpi nudi ed ardenti.
In pochi istanti il capitano abbassò del tutto lo stretto e succinto abito di Destresya, strappandole letteralmente via, dopo il reggiseno, anche ciò che restava del suo intimo.
Le mani di lui stringevano con fare maschio i fianchi ed i seni di lei, mentre le labbra audaci ed avide di quell'uomo di mare stavano portando i capezzoli della dottoressa ad un livello di eccitazione che le provocava quasi dolore.
Lui allora si aprì la camicia e si abbassò famelico i pantaloni della sua divisa, per poi stendersi su di lei, fra le sue gambe.

Il dottor Flemig guardò Cavaliere25 negli occhi, quasi volsse leggere fin nel suo animo.
"La modella di cui parli credo sia arrivata qui prima di te." Disse. "Era stata morsa da un serpente ma sono riuscito a salvarla ed a curarle la ferita. L'equipaggio da te descritto però qui non è ancora giunta. Forse sono morti nella foresta."

Era sopra di me, con quelle mani e quella bocca che mi facevano impazzire.
Non capivo più niente
Mi ero completamente abbandonata, il desiderio e la passione annebbiavano la mia mente.
Non ricordavo più nulla, come se tutto si fosse concentrando in quel momento.
Sentii il mio abito scivolare via, strapparsi sotto le mani forti del capitano.
Alzai lo sguardo su di lui e sorrisi, godendomi tutto lo splendore di quel corpo che si mostrava a me.
Ma era molto più del corpo che volevo da lui e i miei occhi intensi e forti lo guardavano come se volessero averlo completamente.
Poi si stese su di me e io mossi le lunghe gambe bianchissime per accoglierlo, e poi gliele avvitai attorno alla vita.
"Oh sei uno che non perde tempo, eh, capitano??" con un sorriso malizioso e la voce rotta dall'emozione e dal desiderio.

Tutti accorremmo fuori e vidi la parete rocciosa "È vero, sembra un volto, forse è una pittura primitiva" perplessa.

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Onestamente, di Goz mi fregava poco, ma lui continuava a non rispondere alla mia domanda.
"Voglio sapere dov'è Elv!" insistetti, cercando di alzare la voce per impormi, dato che quel maledetto non voleva saperne di dirmelo.

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Cosa sono morti dissi sbigottito non ci posso credere poi continuai a dire ora la ragazza come sta? Domandai e il fotografo dove è? Continuai a chiedere potete chiedere a loro mi conoscono

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Il dottor Flemig annuì a Cavaliere25 e gli fece segno di seguirlo.
Lo portò così nella capanna dove Gwen era stata curata e dove la ragazza stava prlando col militare.
"Capitano Maday..." disse Flemig entrando con Cavaliere25 "... il ragazzo afferma di conoscere la ragazza..." l'anziano scienziato guardò Gwen "... è vero, signorina?" Le chiese.

Ad un certo punto, un uomo anziano, quello che avevo sentito parlare e con lui c'era Cavaliere25.
"Ma sì, certo" confermai.
Poi guardai il ragazzo.
"Ma cosa ci fai tu qui da solo? Dov'è Goz, insieme a tutti gli altri?" chiesi stranita.
Alla fine, guardai il dottore.
"Sto cercando di capire dov'è il ragazzo con cui sono arrivata qui, lei può dirmelo?" spazientita.

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Guardai Gwen e dissi salve signorina si ricorda di me dissi sono il marinaio cavaliere25 come sta? Che gli è successo domandai guardandola mi sono perso nella foresta ecco gli altri non so ci siamo persi

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Von Loff chiese ai marinai dello yacht di puntare uno dei fari contro la parete rocciosa, visto che la luce crepuscolare rendeva difficile ora vedere bene.
La luce colpì quelle rocce e molti a bordo pensarono che su di esse apparisse davvero un volto scolpito nella pietra.
"Che io sappia" disse Von Loff "l'isola è disabitata, quindi se anche quella fosse una scultura vera, chi avrebbe mai potuto realizzarla?"
"Magari" fece il campione sportivo che era accanto ad Altea "secoli fa qualche popolazione oggi scomparsa abitava l'isola e quella scultura potrebbe essere ciò che resta della loro civiltà..."

Osservai il campione nonchè collega "Lo pensavo pure io, forse è un dipinto primordiale, forse era una isola abitata da primitivi ma chi mai riuscirebbe a dipingere su una montagna?" osservandolo negli occhi.

Il bel capitano era steso sopra il bianco corpo di Destresya, contro le sue forme morbide e sensuali, intrappolato fra le gambe di lei strette attorno ai suoi fianchi.
Tutto il suo peso, tutto il suo impeto e tutta la sua passione sembravano voler schiacciare e dominare la bellissima dottoressa bionda e giunonica.
"Sei la donna più bella che abbia mai visto..." disse pianissimo lui, cominciando a muoversi sopra di lei "... per terra e per mare..." spingendo il suo corpo contro quello della ragazza "... una donna che ti ruba il senno, il respiro..." gemendo "... voglio fare in modo..." con il respiro sempre più incerto "... che questa notte... non finisca mai... non senza... che io... impazzisca per te..." chinandosi e baciandola con tutta la lingua che aveva, muovendosi in modo sempre più forte sopra di lei.
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"Non lo so..." disse lui ad Altea "... sicuramente una simile struttura richiede un numero nutrito di uomini per essere realizzata... soprattutto se muniti di strumenti semplici..." sostenendo lo sguardo della bella diva.
Nella luce di quell'esotico crepuscolo i loro occhi chiari sembravano brillare della medesima luce, sebbene con riflessi cromatici differenti.
"Potremmo sfruttare quella colossale scultura" fece De Ratt "per le nostre scene all'esterno!" Entusiasta.
"Mi piace!" Esclamò l'ex calciatore con un sorriso che sprizzava sicurezza. "La bella Regina di Serenica offerta come verginale sacrificio ad un'oscura divinità dell'isola... ed io che arrivo a salvarla!" Ridendo piano. "Ti piace l'idea, tesoro?" Facendo l'occhiolino ad Altea. "Ovviamente senza controfigura!"

Prima che Gwen e Cavaliere25 potessero parlare fra loro, Maday si alzò, finendo la sua sigaretta.
"Il fotografo è anche lui qui." Disse alla ragazza.
E senza dire altro uscì dalla capanna, lasciando soli Gwen, Cavaliere25 e Flamig.

Sospirai di sollievo.
"Ma ci voleva tanto?" mormorai quasi fra me e me.
Poi, guardai Flamig.
"Lui sta bene?" volli assicurarmi.


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Possiamo vederlo??? domandai quindi saremmo solo noi tre sovravvissuti oltre a voi in questo villaggio continuai a dire

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"Certamente, signorina." Disse Flamig a Gwen. "Siete stati fortunati ad essere trovati da alcuni dei nostri. Ancora un'ora e quel morso sarebbe stato letale per lei." Fissandola. "Appena starà meglio potrà vedere il suo amico." Con tono affabile lo scienziato. "Tu puoi vederlo anche ora se vuoi." Rivolto poi a Cavaliere25.

Annuii adesso decisamente risollevata.
"Grazie mille dottore, per tutto" lo ringraziai sorridendo.
Almeno, era andato tutto bene, Flamig era riuscito a salvarmi, Elv era qui in giro da qualche parte.
Certo, Goz probabilmente era perso da qualche parte, ma non ero chissà quanto risollevata al pensiero che potesse essere morto, nonostante lo detestassi.
E poi, era l'unica possibilità per noi di lasciare l'isola.

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"Ma mi dica..." disse Flamig a Gwen "... il ragazzo" indicando Cavaliere25 accanto a lui "afferma ci sono altre persone... l'equipaggio di un'imbarcazione... non sa dove potrebbero essere? La foresta è pericolosa ed ormai è buio... bisogna organizzarci per andare a cercarli..."

Poi, Flamig mi chiese a proposito degli altri.
"Non so dirle nulla. Li abbiamo visti entrare nella foresta e quando pensavamo di poterli raggiungere, non li abbiamo visti più. A dire il vero, io ero abbastanza preoccupata" ammisi onestamente.

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"Posso chiederle" disse sempre con tono affabile Flamig a Gwen "come mai se siete giunti su quest'isola per un servizio fotografico vi siete poi ritrovati nella foresta? Solitamente chi viene sull'isola di Vivas utilizza la spiaggia per set cinematografici o fotografici..."

"Infatti abbiamo iniziato sulla spiaggia, poi Goz ci ha detto di seguirlo perchè aveva la sensazione che su quest'isola ci fosse qualcuno e voleva controllare" risposi, sempre onestamente.
"Senta, lo so che sembra sospetto, ma mi creda, non volevamo fare nulla di strano, non sapevamo nemmeno che l'isola fosse abitata, lo giuro" aggiunsi poi, seria.

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Flemig sorrise a Gwen.
"Signorina, lei non è in una caserma e non deve certo giustificarsi." Disse lo scienziato. "L'isola non è proprietà privata e tutti possono visitarla. Questo villaggio non è altro che un campo base per degli studi antropologici qui a Vivas. Chiedo dei suoi compagni perchè so che la foresta può essere una trappola mortale." Con tono sempre affabile.

"Da come parlava quel tizio prima non direi..." risposi risentita, pensando al capitano.
"Comunque, spero anch'io che siano da qualche parte, mi dispiacerebbe sapere che sono morti..."

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Flamig rise.
"il capitano Maday è un militare, ma i suoi sono solo scrupoli, non tema." Disse a Gwen. "Senza di lui ed i suoi uomini sarebbe troppo rischioso per me ed i miei collaboratori stare qui. Ora lei riposi e vedrà si rimetterà presto. Io chiederò al capitano Maday di madare qualcuno a cercare i suoi amici."

"Ancora grazie, dottore" annuii, tranquilla.
Menomale che c'era lui, almeno l'influenza di Maday sarebbe stata mitigata e mi sembrava decisamente una brava persona, di sicuro gli dovevo la vita.
A quel punto, aspettai ansiosamente di poter rivedere Elv.

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Flamig sorrise a Gwen e poi uscì, lasciandola affinchè riposasse.
Dopo circa una mezz'ora però qualcuno arrivò nella tenda.
"Ehi, eccoti..." disse entrando Elv "... mi hanno detto stavi bene... ed infatti ti vedo bene!" Sorridendole.

Dopo circa mezz'ora, Elv arrivò ed io sorrisi, allungando la mano per cercare la sua.
"Sì, ora sì, mi sento un po' meno intorpidita e non c'è più quel calore ad uccidermi..." sospirai.

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