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“Non hai il diritto di andartene? E’ assurdo!” Disse Matthias a Talia. “Questa gente non ha alcun diritto su di te! E tu nessun dovere verso di loro!”
Si avvicinò poi al tavolo dove c’erano il pane ed il vino. “Chiamano noi barbari” continuò con disprezzo “e poi mangiano pane salato!” “Il pane di Afragogna è ottimo.” Intervenne il priore. “Così come il loro vino. Sono solo diversi dai nostri. Alla fin fine è solo una questione di scelta. La vita è un’insieme di scelte, che poi influenzano la nostra esistenza e quelle di chi ci è accanto. E voi, milady…” fissando Talia “… vedo che avete maturato la vostra scelta. Quella di restare qui. Vostro padre, temo, non comprenderà questa vostra volontà.” “E voi, monsignore?” Chiese Matthias. “Siete anche voi d’accordo che è una sciocchezza restare?” “Da diplomatico, da consigliere del mio re e da suddito di Sygma sono perfettamente d’accordo.” “Bene!” Esclamò Matthias. “Ma da uomo e uomo di Chiesa” aggiunse il priore “non posso non comprendere la scelta di lady Talia.” “Come sarebbe?” “Ora lei è la moglie del duca e signora di queste terre. Ha preso questo impegno davanti ai nobili di Sygma e a quelli di Capomazda, davanti a suo marito e, naturalmente, davanti a Dio.” “Questo matrimonio è sempre stata una farsa!” Replicò Matthias. “E lo sapete tutti! E tu…” rivolgendosi a Talia “… tu sei felice? E dimmi la verità, perché io so leggerti negli occhi!” “Dov’è vostro marito, milady?” Chiese all’improvviso il priore, quasi zittendo Matthias e destando Talia da quello che il suo amico d’infanzia le aveva chiesto. “Avete detto che non è qui… dove si trova dunque?” http://www.bbc.co.uk/northamptonshir...es_470x352.jpg |
“Scappa! Scappa!” Disse la zingara a Dafne, mentre la sua grottesca risata si diffondeva intorno alla ragazza in fuga. “Tanto gli spiriti della notte avranno già sentito il tuo odore!”
E tutto intorno a lei cominciò a mutare. La campagna, verdeggiante e luminosa del giorno, aveva lasciato il posto ad una tetra distesa di tenebre. Ovunque l’oscurità e misteriosi versi di belve sconosciute sembravano dominare. Dafne correva, scappava, senza però comprendere dove fosse realmente. Cominciò a sentire la voce di Friederich che la chiamava. Ma poi si accorgeva che era soltanto il sibilo del vento. Un sibilo che a tratti pareva mutarsi in uno spaventoso lamento. E più quel lamento si avvicinava, più Dafne scappava. E corse fino al sopraggiungere dell’alba. Fino a quando, stremata, cadde a terra addormentata. La campagna, soleggiata e verdeggiante. Attraversata da un fresco vento che schiariva l’aria ed il cuore. Nel cortile il cane si divertiva a correre dietro alle galline, mentre dalle stalle giungevano colpi di martello. “Friederich, il pane è pronto!” Chiamò Dafne. “E’ caldo, corri che lo mangiamo subito!” Preparò allora la tavola ed un attimo dopo giunse Friederich. “Cosa ne pensi?” Chiese mostrando a Dafne una culla di legno. “Andrà bene per il nostro bambini?” Dafne sorrise e gli si gettò fra le braccia. “Piccola mia… dimmi, sei felice?” “Tanto, amore mio!” Ad un tratto si udirono dei cavalli e poi delle grida. “Ci attaccano!” Gridava qualcuno. “Allarme!” “Nasconditi!” Disse Friederich a Dafne. E corse via. Scoppiò allora una battaglia e solo quando tutto cessò Dafne uscì nel cortile. C’erano morti ovunque e solo un cavaliere sembrava essersi salvato. Dafne vi si avvicinò. “Cosa vuoi?” Si voltò di scatto Pasuan. “Qui ormai non c’è più nessuno… prendi il tuo bambino e va via di qua…” Montò a cavallo e cavalcò via. “Aspettami, Friederich!” Lo chiamava Dafne. Ma lui era ormai sparito. “Aspettami, Friederich!” Svegliandosi Dafne. Si guardò intorno appena ebbe realizzato l’accaduto. Era nel bel mezzo del bosco. Era una mattinata di Sole e la natura sembrava essersi destata dall'inquietudine dalla notte appena trascorsa. |
“Milady, non inquietatevi con antiche storie e leggende!” Disse Monteguard a Melisendra. “Capomazda è braccata da temibili nemici e non occorre che fantasmi dal passato tornino a tormentare i nostri pensieri! Il palazzo ducale è intriso di antiche atmosfere che in tempi difficili come questi in cui viviamo assumono la forma di inquietudini ed ansie. Ora occupiamoci di cose reali… venite, chiederemo udienza a lady Talia… così conoscerà anche lei i vostri propositi.”
Si recarono così al palazzo e chiesero di essere ricevuti. Izar allora mandò un servitore dalla sua signora. “Lady Talia è stata avvertita. Appena vorrà sarete ricevuti.” Informò Melisendra e Monteguard. |
I miei occhi erano fissi in quelli di Matthias e in quell’istante, forse per la prima volta da mesi, sentii che la mia mente era stata totalmente messa a nudo... in quel momento seppi che lui sapeva, seppi che aveva percepito il mio disagio, il mio stato d’animo...
Le parole del priore, tuttavia, mi distrassero... Citazione:
E fu in quel momento che la testa mi girò forte e dovetti appoggiarmi al tavolo per non cadere... fu in quell’istante che, per la prima volta, la mia testa davvero comprese cos’era avvenuto: non avevo avuto molto tempo per pensarci prima, tutto era accaduto in fretta e la mia reazione era stata istintiva... prima c’era stata la confusione, gli ordini da impartire, la necessità di non venir sopraffatta... ma ora, nel privato di quella stanza, vacillai. Cosa avrei fatto se non l’avessero trovato? Cosa avrei fatto se non fosse tornato in tempo? Cosa avrei fatto se... Scelsi di non pensare a quell’ultima possibilità... non volevo e non potevo permettermi di crederci! Inspirai profondamente e tornai a guardare Matthias... “So quello che pensi...” dissi lentamente “So che cosa vorresti... vorresti che partissi domani mattina per Sygma e che lasciassi tutto questo al suo destino! Ma non posso! Non posso, Matthias... e non solo perché ho preso un impegno davanti agli uomini e davanti a Dio, ma perché io sono fatta così! E tu lo sai! Tu lo sai perché nessuno mi conosce come mi conosci tu, e da altrettanto tempo!” Lo guardavo e lui guardava me, e sapevo che capiva... forse non approvava, ma capiva! Gli tesi una mano... “Ho preso una decisione. L’unica che reputo giusta e l’unica che il mio cuore, nonostante tutto, può ammettere! ...Ma vorrei tanto avere il tuo appoggio!” |
Matthias le prese la mano.
“Non comprendo…” disse “… giuro che non ci riesco… ma ti conosco e so che sei testarda come nessun altro.” Sorrise ed aggiunse: “Come quel cavallo che tentasti di cavalcare quella volta durante la Festa del Vino, ricordi? Rischiasti di romperti l’osso del collo, eppure alla fine ci riuscisti!” La fissò per alcuni istanti. “E sia… ma resterò anche io qui… non ti lascerò… perché so che rinchiusa in questo luogo la solitudine ti attanaglia…” "Il duca è quindi scomparso?" Intervenne il priore. Restò allora pensieroso a quelle parole di Talia. Parole che lo avevano profondamente turbato. In quel momento entrò il servitore mandato da Izar. “Mia signora, il capitano Monteguard chiede di poter essere ricevuto.” |
“Mamma, mamma! Chi è quello?”
“E’ San Michele Arcangelo che risplende in chiesa al chiaror delle candele... esprimi un desiderio, bambino mio, ti sta sorridendo…” “Chi siete, mio signore? Forse San Michele?” “Non sono né San Michele, né nessun altro Angelo di Dio! Sono un cavaliere, ragazzo mio!” “Se non riesci a restare in piedi sotto la cascata, allora prendi le tue cose e lascia la mia casa…” “Maestro, guardate! Riesco a stare dritto sotto la cascata! Ci riesco, maestro! Ci riesco!” “Perecourt, metti il cucciolo in salvo!” “Chi sei tu, cavaliere?” “Il Cavaliere del Gufo…” Le acque melmose e fetide del Lagno… Il fuoco nella selva… Una figura misteriosa nella brughiera… “No!” Saltò su dopo quei confusi sogni. Si guardò intorno ansimando. Si trovava in una piccola stanza. Poco distante vi era un camino acceso, nel quale si consumavano alcuni rami secchi. Sentiva la testa sul punto di esplodergli, eppure fissando il lento ardere di quella fiamma un senso di pace e tranquillità per un istante si impossessò di lui “Finalmente avete ripreso conoscenza…” disse l’uomo anziano accanto al fuoco “… avete dormito per tre giorni…” In quel momento cominciò a sentire una fitta all’altezza del suo fianco. “Non agitatevi troppo, però…” continuò l’uomo anziano “… o vi si aprirà la ferita…” Si avvicinò al letto e, spostando la coperta, controllò la ferita. “Brutta ferita…” mormorò “… è un colpo di spada… e siete stato fortunato a sopravvivere… chi vi ha ridotto così?” L’uomo ferito restò in silenzio, fissando il suo interlocutore con aria stupita. “Io… io… non ricordo…” “Sarà stato a causa della caduta in acqua… vedrete che fra un pò vi ritornerà alla mente l’accaduto…” “Ho… ho un mal di testa insopportabile…” “Prendete questa tisana… vi farà bene…” L’uomo ferito prese la ciotola e cominciò a bere. “Chi siete voi?” Chiese poi a colui che sembrava essere il suo salvatore. “Il mio nome è Lho…” rispose questi. “Vivete qui da solo?” “Si, se il Sole, la Luna ed il vento non valgono come compagni.” Ed accennò un sorriso. L’uomo ferito smise di bere e cominciò a fissarlo. “E ditemi… perché sono qui?” Domandò. “Non ricordate neanche questo? Siete caduto nel Lagno, forse proprio in seguito a quella brutta ferita…” “Non ricordo nulla…” mormorò il ferito “… nulla… neanche il mio nome…” Lho si voltò di scatto e restò a fissarlo per alcuni interminabili istanti. http://2.bp.blogspot.com/_5OoQgmgdmb...600/zorro2.jpg |
Guardai il gruppo e dissi ora amici mie che facciamo? la prossima mossa da fare dissi guardandomi intorno e aspettandomi una risposta da loro
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Sorrisi alle parole di Matthias...
“Già, quel cavallo... l’avevo dimenticato!” mormorai, e per un istante vagai in quel ricordo “Mio padre era... furioso! Mezza corte andò in subbuglio! Ma tu... tu mi corresti dietro e mi aiutasti a legarlo alla fine... non so se da sola ci sarei riuscita!” Improvvisamente tornai seria... “Sono contenta che tu rimanga!” dissi. Citazione:
Esitai un istante e mille preoccupazioni di nuovo mi invasero... ma combattei e le misi a tacere. “Ma tornerà!” soggiunsi, tentando di apparire sicura “Sono certa che sta bene e che tra poco sarà di nuovo qui!” Citazione:
“Molto bene... dite pure al capitano che lo incontrerò subito! Voi, intanto, accompagnate i miei ospiti nelle stanze che sono state preparate per loro, perché si riposino dal lungo viaggio!” soggiunsi, invitando i due uomini a seguire il servo. Prima che si allontanasse, tuttavia, riafferrai la manica di Matthias... “Torna qui più tardi...” gli sussurrai con un mezzo sorriso “C’è una cosa che voglio farti vedere! Una cosa che sono certa ti piacerà!” |
Morrigan salutò con un cenno della mano il giovane apprendista e studiò con interesse l'altro cavaliere che era giunto insieme a lui, e che sembrava essere molto in confidenza con Finiwell, al punto da non disdegnare di rimproverarlo apertamente per quel duello... be', si vede che non è nuovo a simili sciocchezze... chissà quante ne deve sentire ogni giorno, povero lui!
Stava ancora commiserando tra sè il povero Pasuan, quando sulla strada si profilò un'altra figura. Morrigan guardò fisso in quella direzione, mentre il sole che ormai si levava alle sue spalle le veniva in soccorso, illumindo con i suoi raggi la strada che conduceva a Capomazda e che ancora luccicava qua e la della brina notturna che bagnava le foglie d'erba cresciute nel selciato. Il suo cuore ebbe un balzo quando fu certa di averlo riconosciuto... dunque era venuto! Non le doveva nulla, nè amicizia, nè rispetto... però si era ricordato!... hai visto, Samsagra? Si è ricordato! D'istinto avrebbe voluto correrglio incontro, raggiungerlo a metà strada per ringraziarlo di tanta cortesia, di non averla lasciata sola in quel frangente, ma poi si ritrasse... non dimenticare chi sei... e si limitò a sorridergli e ad indirizzargli un silenzioso grazie! con lo sguardo, mentre il cavaliere li raggiungeva su quella spianata. “Beh, direi di cominciare, signori.” intervenne Guisgard. “Tra un pò sir August potrebbe chiamare nuovi volontari per il Gorgo del Lagno.” Morrigan non riusciva a non sorridergli in quel momento, tanto era fiera di avere anche lei un secondo per quel duello, per dimostrare a quello sbruffone di Finiwell che lei non gli era certo da meno, in nessuna cosa! "Ben detto, amico mio..." rispose con sicurezza rivolgendosi quindi a Finiwell, mentre la voce e lo sguardo le brillavano "non vorrete certo essere costretto dal vostro capitano ad abbandonare una dama sul più bello, signore?" Disse questo e sfoderò Samsagra. Salutò elegantemente Guisgard, i due cavalieri amici di Finiwell, quindi distese l'arma davanti all'uomo, invitandolo all'attacco. |
Mi svegliai quando i raggi del primo sole puntarono sul mio viso tutta la loro luce.
Mi guardai attorno, mi alzai, cercai di ripulire il vestito ma era sporco e strappato. Avevo un fastidioso mal di testa e un intorpidimento che mi faceva dolere ogni muscolo del corpo. Mi accorsi che avevo una macchia di sangue sulla gonna, l'alzai e notai che avevo un taglio abbastanza profondo sotto il ginocchio destro, durante la notte doveva essere uscito molto sangue. Provai a camminare ma il ginocchio mi faceva male, un dolore pulsante, come se fosse trafitto da mille lame. Mi sedetti sconsolata: "Dove vado ora? cosa faccio? Non so nemmeno dove mi trovo..." Mi misi a piangere per il dolore e per la rabbia "Friederich, dove sei? Non dovevi lasciarmi quel giorno, avevi promesso di proteggermi invece ora sono qui sola. Non so dove sono, Friederich!" Non so quanto tempo rimasi con la testa tra le mani a chiamare il nome del mio povero marito morto poi, ad un tratto vidi un piccolo scoiattolo. Stava lì, poco distante da me e mi guardava, mossi la gamba buona sperando di spaventarlo ma lui non si muoveva. "Sciò, vattene! Vattene via da qui..." Ma lui restava lì a fissarmi. Decisi di alzarmi in piedi sperando di incutergli timore vedendomi molto più alta di lui... niente, non fuggiva, anzi iniziò a camminare lentamente girandosi di tanto in tanto come per invitarmi a seguirlo. "Santo Cielo! Sono impazzita, va bene il forte mal di testa ma pure vedere un animale che mi invita a segurlo. Devo stare proprio male!" Brontolando tra me e me decisi comunque di seguire quella bestiola "Tanto" pensai "non ho altro luogo ove andare. Per quanto ne so potrei essere a 100km da casa mia..." Presi un ramo caduto per aiutarmi a camminare. Man mano che avanzavo vedevo il bosco diventare sempre meno fitto finchè non intravvidi qualcosa "Laggiù in fondo mi sembra di scorgere qualcosa, una costruzione forse" mi stropicciai gli occhi sperando di mettere a fuoco in maniera migliore "Sembra, sembra una torre, è il posto dove sono stata l'altro giorno con Fri...... oddio, non può essere stato lui a portarmici" Cercavo di ricordare il viso di colui che credevo essere stato mio marito, non ci riuscii e intanto cresceva in me la rabbia per quell'approfittatore che aveva rubato l'identità del mio povero marito! Mi sedetti, il ginocchio aveva ricominciato a sanguinare... |
Citazione:
Che avete intenzione di fare? Di centro non possiamo prenderli alle spalle noi tre. Io riuscirei nell'intento...ma temo per la vostra incolumità, cavalieri" http://static.desktopnexus.com/thumb...gthumbnail.jpg |
Raccolsi le idee, mentre aspettavamo fuori dalla sala delle udienze.
Ero un po' inquieta, quelle sale mi opprimevano, l'atmosfera generale mi sembrava incombere e nascondere nuove visioni. Il capitano aveva ragione... non dovevo farmi influenzare dai secoli di storia celati tra le pietre di quell'antica dimora. Un pensiero mi attraversò la mente, mentre camminavo nervosamente accanto a una finestra: "Ti troverò, Gouf... fosse l'ultima cosa che faccio." Espiare non è mai semplice, ma forse il Cielo misericordioso avrebbe perdonato tutti quei peccati che io non riuscivo a perdonare a me stessa. Nella sala risuonava il rumore delle mie scarpine sul pavimento lucido e il tintinnio della spada del Capitano Monteguard contro la cotta, mentre aspettavamo. |
Il servo ritornò da Melisendra e dal capitano Monteguard.
“Lady Talia vi attende.” Disse loro. Un attimo dopo li accompagnò nella sala dove si trovava la principessa di Sygma. Nello stesso istante arrivò anche Izar. “I miei omaggi, mia signora.” Salutò Monteguard. “Milady, lady Melisendra aveva chiesto di essere ricevuta da sua signoria, ma… in sua assenza ho pensato di condurla da voi… ella è a conoscenza di molte cose che ritengo importanti per la guerra in corso… credo sia giusto ascoltarla, mia signora…” Fece un passo indietro e con un cenno invitò la bella incantatrice a cominciare a parlare. |
La torre.
Si ergeva alta nella sterminata e verdeggiante campagna di Capomazda, mentre il forte vento che si era alzato attraversava le sue antiche murature. Dafne, stanca, inquieta e ferita, era seduta presso la vecchia porta che dava accesso al vecchio Dongione diroccato. Ad un tratto sentì una dolce melodia. “Questa è la storia di lord Areo de’ Taddei che amò lady Baria, nata nella terra degli dei! E per vederla si fingeva un poetico menestrello, che cantava e sognava per il suo viso tanto bello! Ogni notte, nascosto tra gli arbusti del suo verziere recitava della bella Enide e di Erec, valente cavaliere!” Era un cantastorie. “Chi siete? Non pensavo ci fosse qualcuno qui…” disse accorgendosi di Dafne. http://www.natalie-portman-gallery.com/zPadmeROTS9.jpg |
Gervan restò impietrito davanti allo spettacolo appena avvenuto davanti ai loro occhi.
“Purtroppo, come voi avete detto…” disse a Llamrei “… noi tre possiamo ben poco contro così tanti cavalieri… non possiamo fare altro che attendere… appena saranno lontani controlleremo cosa è rimasto del monastero…” Ma ad un tratto i tre sentirono qualcosa strisciare fra gli arbusti alle loro spalle. “V… voi… prendete… questo… e portatelo via da… qui…” Era una vecchia monaca, ridotta ormai in fin di vita. Aveva con sé un antico libro, forse unica cosa ad essersi salvata dalla furia dei cavalieri di Gouf. “Ma… ma questo è proprio il codice che stavamo cercando!” Esclamò Gervan guardando Llamrei e Hastatus. La vecchia monaca tese il prezioso codice a Gervan e poi spirò. |
“In guardia!” Disse Finiwell imitando Morrigan e sfoderando la sua spada. “E non temete, milady… questo duello sarà più breve di un battito d’ali di farfalla!”
Poi, rivolgendosi a Cavaliere25: “Guarda e impara, mio giovane apprendista… ti insegnerò a mirare sempre al cuore!” Cominciò allora a tirare di spada, mettendo in mostra, oltre alla sua abilità di spadaccino, anche la solita, smisurata sicurezza in se stesso. “Un colpo alto ed un basso! Là! Ricordo che questa tecnica era molto in uso nelle Fiandre!” Rise e riprese a duellare. “Finta di affondo… raggiro dell’avversario e… zac!” Graffiando in superficie il corsetto di Morrigan. “Quella spalla nuda, milady, vi rende ancora più irresistibile!” Tirò poi un deciso fendente che però Morrigan ben bloccò, portando i due duellanti faccia a faccia. E improvvisamente Finiwell baciò Morrigan sulle labbra. “Sembra che anche stavolta io abbia centro!” Esclamò sorridendo. “Non è un duello, ma una buffonata!” Disse Pasuan. “O la infilzi o ti fai infilzare! Non ho tutto il giorno per le tue spacconate tra il cavalleresco e l’amoroso!” “Sentito il mio spazientito compagno, milady?” Fece Finiwell. “Dice che dovrei darvi il colpo di grazia… a meno che quel bacio non vi abbia già fatta cadere ai miei piedi!” Aggiunse facendole l’occhiolino. |
Lho lo guardò negli occhi.
“La febbre è scesa…” disse con la mano sulla fronte del ferito “… state decisamente meglio… la testa fa ancora male?” “Si… a tratti è insopportabile...” rispose il giovane uomo ferito. “E davvero non ricordate il vostro nome?” Domandò Lho. “Neanche cosa ci facevate al Gorgo del Lagno?” “No… non rammento nulla…” “Il nome Capomazda vi dice qualcosa? E quello di lord Rauger? Sapete chi sono i Taddei?” “Questi nomi non mi dicono niente… dovrebbero significare qualcosa?” “Se dicessi lord Icarius?” “E’ un nome come un altro per me…” Lho restò pensieroso e turbato. “Chi sono?” Chiese il ferito. “Perché mi avete fatto tutte quelle domande? Voi forse conoscete qualcosa di me? Rispondetemi, vi prego!” Lho lo fissò. “Possibile che non avete nessun ricordo? Niente, neanche un’immagine, una sensazione o qualsiasi cosa che vi parli del vostro passato?” “No, niente…” rispose il ferito “… è come se non avessi alcun passato… come se mi fossi svegliato ora da un sonno senza fine…” Lho restò in silenzio. “Chi sono?” Domandò ancora quell’uomo senza passato. “Se conoscete qualcosa su di me, vi prego, in Nome del Cielo, ditemelo!” “I vostri abiti li ho dovuti bruciare…” disse Lho “… le acque putride del Lagno li avevano resi inservibili… ma questo non è andato perduto…” Gli mostrò allora un anello. “Questo è l’anello col sigillo ducale… una civetta che tiene fra gli artigli una Croce…” continuò “… solo i Taddei possono averlo…” “E’ la prima volta che lo vedo…” mormorò il ferito prendendo quell’anello “… questo anello ha in qualche modo a che fare con me?” “Si…” rispose Lho “… voi siete lord Icarius de Taddei, signore di Capomazda.” “Icarius… Icarius de Taddei…” ripeté “… è questo dunque il mio nome…” http://farm2.static.flickr.com/1207/...2c88bffb77.jpg |
Questa volta non mi spaventai vedendo uno sconosciuto, oramai ero troppo stanca per provare qualsiasi cosa che non fosse una gran voglia di riposare e, magari, di bere qualcosa.
Poi quel cantastorie aveva un'aria gentile, forse era solo tutto merito della sua bella voce. "Sono Lady Dafne, moglie e purtroppo vedova di Sir Friederich cavaliere del Duca. Scuserete se non riesco a farvi un inchino Messere ma, non sono molto in forma anzi vi chiederei, se potete, di voltarvi un momento e di continuare a cantare per me. Devo medicarmi una brutta ferita". Il cantastorie accolse la mia richiesta e si voltò senza parlare e fare domande ma sapevo che qualcosa gli sembrava strano "Vi chiederete che ci faccio qui vero?" dissi mentre alzavo la gonna e, dopo aver strappato un lembo della sottogonna, cercavo di tamponare alla meglio quel taglio profondo, "a dire il vero non so nemmono io che cosa ci faccio qui, devo essermi persa mentre cercavo chissà cosa. Sareste così gentile, buon uomo, da dirmi quanto tempo ci vuole per raggiungere a piedi la città?" |
"non ci posso credere! E' proprio il vecchio codice che cercavamo!
.....povera donna....l'ultimo sforzo è stato quello di aiutarci....Che riposi in pace". Ricacciai indietro le lacrime pregai per quella povera donna. Iniziai a scavare una fossa dove sistemare il corpo della monaca e mentre lavoravo cercavo di raccogliere i pezzi di questo intricato puzzle. "Cavalieri...che cosa è più utile fare ora. Abbiamo il codice. Torniamo a Campomadza?" http://www.torinoarte.com/Libro/mistica/Codice.jpg |
"Mia signora," mi inchinai "conoscete il mio nome, ma non sono certa che vi abbiano informato sulla mia natura e sui motivi che mi hanno condotto presso il vostro feudo... sono un'incantatrice e, in passato, ho avuto modo di conoscere uno degli uomini che al momento figurano tra i vostri più pericolosi nemici: il cavaliere del Gufo. Sono giunta al vostro cospetto affinché accettiate i miei servigi e mi aiutiate a infiltrarmi tra le linee nemiche... da lì potrò essere un'utile arma per la vostra causa, ascoltare e venire in possesso di informazioni che potrebbero esservi utili, forse potrei addirittura essere tanto fortunata da riuscire a seminare zizzania tra i vostri avversari... In questo modo voi avrete un vantaggio sui vostri nemici e io potrò chiudere un conto col mio passato. Ucciderò il cavaliere del Gufo, se sarà necessario." La mia voce era grave e ben calibrata. La mia aria era quieta e la consapevolezza affiorava dai miei occhi.
"Ho un piano per riuscire in questa impresa... sono stata addestrata a compiti come questo da un uomo malefico che a lungo fece di me la sua arma migliore... fuggii da lui per poter essere libera di scegliere le mie battaglie e riparare agli errori passati..." un lampo mi attraversò lo sguardo, mentre pensavo alla mia fuga "Sono certa che la voce della mia fuga non si è ancora sparsa tanto da far sospettare che mi trovo tra di voi e che chiunque si serva delle arti oscure vorrebbe catturarmi e costringermi a servirlo... il Cavaliere del Gufo era un alleato del mio padrone e per un periodo fu il mio amante. Mi fu ordinato di ucciderlo e lo feci... ma, inspiegabilmente, sopravvisse." Presi fiato. "Tuttavia ho ragione di pensare che se dovessi rincontrarlo, potrebbe accogliermi senza nuocermi." Me lo augurai, era l'unica cosa che potessi sperare. "Ho bisogno di voi, per attuare il piano che mi farà avvicinare al nostro obiettivo comune. La messa in scena mi farà cadere in una trappola del nemico, inseguita da due dei vostri più rapidi cavalieri. I vostri uomini fuggiranno, mentre io verrò catturata. Tuttavia ho bisogno di un oggetto del tesoro dei Taddei, qualcosa che sia un simbolo riconoscibile del vostro tesoro, per far sembrare che vi abbia derubato. I soldati del nemico, con un po' di fortuna, mi porteranno davanti ai loro comandanti. Una volta accertato il fatto che non ho nulla a che fare con voi, ma anzi, convinti che vogliate la mia testa, e dopo che il Cavaliere avrà svelato la mia identità, riterranno opportuno, ne sono certa, avvalersi dei miei servigi e potrò agire." Osservai bene la lady, che mi osservava di rimando attraverso le folte ciglia. Quella donna aveva il potere di far crollare il mio piano, farmi imprigionare, se lo avesse ritenuto necessario. Sperai nello spirito pratico che quella donna aveva già precedentemente dimostrato. RImasi in silenzio, attendendo la sua reazione. |
Aiutai llamrei a seppellire la monaca che ci aveva consegnato il codice, e nel frattempo cercavo di pensare cosa era meglio fare.
Quindi le risposi: "Il codice l'abbiamo recuperato... però forse dovremmo anche cercare di capire chi sono quegli uomini. Ora non possiamo fare nulla, se non aspettare che ripartano. Forse è il caso di dividerci... voi potreste tornare a Capomazda con il codice, ed io potrei seguire questo gruppo di "banditi", oppure entrare addirittura nel loro gruppo, per cercare recuperare informazioni utili, e... appena potrò anch'io ritornerò a Capomazda." |
L'aveva invitato all'attacco, e in principio l'aveva fatto avanzare un bel po'... voleva studiarlo, cercare di capire come usava la spada, e per riuscirci doveva farlo sfogare, lasciargli il campo... forse lo aveva anche sottovalutato in un primo momento... se ne accorse quando la lama di Finiwell le aveva graffiato il corsetto, facendo scivolare appena la manica e scoprendole la pelle candida della spalla.
Quell'incidente l'aveva messa in guardia e aveva fatto sì che i suoi attacchi si facessero più attenti e più offensivi, ma mentre portava avanti il busto, nel tentativo di bloccare un pesante fendente, Finiwell si protese oltre la minaccia delle due lame incrociate e le schioccò un bacio sulle labbra. Quel gesto, così improvviso ed inaspettato, sembrò svegliare Morrigan da quel cauto riserbo in cui era rimasta per tutto quel tempo. D'un tratto la rabbia si impossessò di lei... era furente solo al pensiero che quell'uomo avesse osato sfiorarla... lei, che nessuno aveva mai toccato... lei, cui tutti dovevano rispetto! Di colpo i suo lineamenti si contrassero, e gli occhi da gatta si mutarono in occhi di tigre. Si passò la stoffa della camicia sulle labbra, con un gesto sprezzante, quindi cominciò a lanciarsi contro Finiwell bersagliandolo di colpi come una Furia. “Non è un duello, ma una buffonata! O la infilzi o ti fai infilzare!” sentì dire al cavaliere amico di Finiwell. Udì la voce di quest'ultimo che di certo rispondeva con una delle sue spacconate. Non ascoltò nemmeno. Mentre Finiwell la stringeva parando ancora una volta uno dei suoi attacchi, Morrigan decise di coglierlo di sorpresa. Fece una finta, mirando di nuovo al petto, ma nel momento in cui l'altro rispondeva, la ragazza scartò con agilità, sgusciò via al suo fianco, quindi si girò e con un fendente preciso di Samsagra tranciò di netto la candida camicia dell'avversario, che dopo un attimo si tinse leggermente di rosso, dalla spalla destra fino al fianco sinistro. |
“Capomazda non è lontana da qui, damigella…” disse il cantastorie a Dafne mentre accordava il suo liuto “… prendendo quella stradina” indicò il giovane “sarete in un’ora nel centro abitato.”
E riprese a cantare: “Se mi chiederete la storia di Immafiore saprò accontentarvi con i versi del mio cuore! Di lei s’invaghì quel bello e forte eroe che vinse Nolis e con la corona delle Fede ogni cosa cinse! Ma Amor di ogni storia è sempre il solo protagonista e mai sarà vinto, per grande che sia il suo antagonista!” “Siete vedova, dunque?” Chiese poi a Dafne. “Immagino sia stato a causa della guerra… purtroppo molte donne sono vedove e molti bambini orfani per colpa di questa grande tragedia…” Per un momento si rattristò, poi aggiunse: “Damigella, se volete possiamo fare un tratto di strada insieme… anche io devo seguire quella via, sebbene non mi è concesso ancora di giungere a Capomazda…” Si alzò e prese le sue cose. “Vi va?” Chiese sorridendo. |
Finiwell restò un attimo sorpreso da quel colpo di Morrigan.
Fissò la camicia strappata e quel leggero graffio che la tingeva di rosso. “Ehi, che colpo!” Disse sorridendo a Morrigan. “Bellezza, potevi evitare di rovinarmi la camicia… guarda che il tuo colpo migliore lo hai già messo a segno! E diritto nel mio cuore!” “Ormai è una buffonata!” Esclamò Pasuan. “Ti serve un giullare che ti passi dei versi, non un secondo per un duello!” Saltò giù dal muretto dove era stato seduto fino a quel momento e prese la via per tornare in caserma. “Dove diamine vai, Pasuan?” Chiese Finiwell. “Ad impegnare il mio tempo in qualcosa di meglio!” “Cosa diavolo ti prende? Sono giorni che sei strano! Da quando non ci siamo dati una mano a vicenda in fatto di donne? Ecco perché ti ho chiesto di farmi da secondo!” “Ti piace quella ragazza?” Chiese Pasuan indicando Morrigan. “Bene, allora conquistala, rapiscila, seducila, fa quello che più ti sembra opportuno, ma basta con queste bravate! Non perdere altro tempo ed approfitta fino a quando resterà qui con te! E’ libera, non ha nessun altro! Cosa diavolo aspetti? E ora lasciami in pace!” E andò via. “Il diavolo mi porti se ci capisco qualcosa…” mormorò Finiwell vedendo l’amico allontanarsi lungo la strada. “Beh, credo che il duello si possa concludere con un bel pareggio!” Intervenne Guisgard. “Ed ora, visto che il mio compito è terminato, mi scuserete se mi allontano. Mi attende una ricca colazione!” “Direi di passare anche noi dalla locanda per mettere qualcosa sotto i denti.” Disse Finiwell a Cavaliere25. “Andiamo, ragazzo! E tu, bellezza…” rivolgendosi a Morrigan “… se ti occorre un eroe, sai dove trovarmi!” Le lanciò un bacio e poi in compagnia di Cavaliere25 si diresse verso la locanda. |
Llamrei e Hastatus, aiutati da Gervan, seppellirono la povera monaca.
Poi, il cavaliere di Capomazda fissò i suoi due compagni di viaggio. “Quei cavalieri non sono comuni banditi…” disse “… almeno non nel modo in cui possiamo intenderlo noi… sono dei mercenari… ho riconosciuto il loro stendardo… La Legione degli Imperiali … e temo siano al servizio dei nostri nemici…” Ormai gli uomini di Gouf erano lontani. “Se ho ragione, e Dio non voglia, credo sia importante riferire ogni cosa al capitano Monteguard…” continuò Gervan “… lui sa come affrontare simili situazioni e voi, sir Hastatus, magari potreste illustrare proprio a lui il vostro piano di intrufolarvi fra quei cavalieri…” Fissò allora il prezioso codice ed aggiunse: “Ora credo che la cosa più importante sia riportare a Capomazda Le Angosce di Santa Lucia… questo codice ha un valore inestimabile ed è un miracolo che quei cavalieri non lo abbiano trovato.” |
Morrigan seguì quella scena sempre più confusa... possibile che Finiwell non riuscisse a prendere nulla sul serio, nemmeno la vita? E quel suo amico, Pasuan... sembrava di certo aver più sale in zucca... ma perchè si stava conportando in quel modo bizzarro? Sembrava insofferente, come turbato da qualche affanno interiore. Li guardò allontanarsi insieme al giovane apprendista, quando d'un tratto si accorse che c'era qualcosa che voleva ancora fare.
Corse allora, e trattenne Guisgard per un braccio, facendolo girare. Il sole era alle sue spalle e disegnava il suo corpo e i suoi capelli scuri, con i quali il vento che si era levato in quel giorno giocava disordinatamente. Gli occhi e le guance erano accesi per lo scontro e per le emozioni di quella giornata, e Morrigan dovette cercare di comprimere il battito del suo cuore mentre gli parlava: "Aspettate... Guisgard... "e il suo nome scintillò per un istante nell'aria del mattino "io volevo... io mio grazie! Non so quanti altri, al vostro posto, avrebbero fatto questo per una perfetta sconosciuta!" |
“Oh, ma io sono un romantico marcio, milady!” Disse Guisgard sorridendo. “I duelli e le dichiarazioni d’amore sono le cose che più mi incuriosiscono e mi affascinano!”
Cercò di accomodarle il corsetto strappato per il duello ed aggiunse: “E chissà che un giorno non possiate rendermi questo favore, assistendomi in uno di questi pittoreschi avvenimenti! Ovviamente mi riferisco ad un duello, non ad una dichiarazione d’amore! Ora vogliate scusarmi, milady, ma devo andare… sicuramente, a Dio piacendo, ci incontreremo presto!” La salutò con un inchino e riprese la via verso il centro di Capomazda. |
“Voi… voi chi siete?” Domandò Icarius.
“Sono Lho Thanziul… fui guardia del corpo di lord Rauger, come i miei antenati lo furono degli Arciduchi che lo precedettero sul seggio di Capomazda.” “Gli Arciduchi?” “Si, i signori e custodi di queste terre” rispose Lho “e voi siete l’ultimo di quella nobile stirpe.” “Per questo mi avete salvato?” “L’ho fatto per carità Cristiana… ormai non sono più al servizio di nessuno…” “Perché?” Chiese Icarius. “Ero la guardia del corpo di lord Rauger… ma quando l’Arciduca, in seguito alla morte della sua adorata Roselide, decise di lasciare il palazzo di Capomazda io ritornai nella mia casa… e ancora oggi maledico quella mia avventata scelta…” “Perché?” “Perché non ero col mio signore quando, tornato dopo trenta anni al palazzo, egli morì! Sarei dovuto morire insieme a lui e non sopravvivergli! Ho mancato al mio dovere… maledicendo la mia stoltezza e condannando me stesso alla peggiore delle punizioni… oggi sono un fantasma, un’ombra… vivo nella carne, perché l’aria ed il sangue pulsano ancora in me… ma morto dentro, perché il mio spirito erra nei meandri di un passato che grida ancora il mio fallimento!” “Allora siamo simili, amico mio…” mormorò Icarius “… entrambi cerchiamo un passato che ormai non ci appartiene più… e forse la morte è la nostra unica liberazione…” Non siate sciocco!” Esclamò Lho. “Voi avete un presente da vivere e, a Dio piacendo, un futuro da conquistare! Siete l’ultimo dei Taddei ed il ducato dipende da voi!” “Cosa dovrei fare? Non ricordo neanche il mio nome, come potrei servire al ducato?” “Che mi sia sbagliato? Forse non siete il duca Icarius… no, guardandovi meglio comincio a dubitare di tutto ciò… avete gli occhi dei Taddei, quegli occhi grandi, luminosi, indomiti, capaci di riflettere i sogni più grandi e trasmettere le passioni più travolgenti… avete forse anche un nobile portamento, dei modi gentili nel parlare e nel mostrarvi… ma non basta questo per essere uno dei Taddei… no, presentate qualcosa ad essi sconosciuta… qualcosa che vi rende un uomo come tutti gli altri…” “Cosa?” “Avete la debolezza!” Rispose Lho. “Si, il limite che separa i nobili da tutti gli altri uomini! Mi sono sbagliato… siete solo un povero miserabile come me… senza futuro… rimettetevi presto e quando sarete in forza lascerete questo posto.” Tornò allora a sistemare il fuoco, sul quale vi era una grossa pentola colma di minestra. “Ho visto io stesso lord Rauger uccidere un cinghiale con le sue mani…” continuò Lho “… conficcandogli la spada nel bel mezzo della testa. Sono stato con lui a combattere sotto le mura di Sygma… mura che sembravano incrollabili, invalicabili… eppure lui vinse quelle mura… conquistando Sygma e spegnendo ogni suo proposito di ribellione… no, voi non siete suo nipote… Icarius è morto… è forse è un bene… così nessuno dei Taddei dovrà assistere alla prossima ed inesorabile caduta di Capomazda…” “L… Lho…” mormorò Icarius scendendo dal letto “… se davvero sono colui che voi credevate… allora lo dimostrerò… e prima a me stesso… battiamoci…” “Siete ferito e senza forze… ed io sono vecchio e stanco… saremmo ridicoli…” “In… in guardia…” e tentò di lanciarsi sul vecchio davanti a lui, ma perse l’equilibrio. “Il furente gufo già spicca il volo…” disse Lho sorreggendolo “… anche se le sue ali non possono ancora sostenerlo!” “Io… io…” balbettò Icarius. “Ora non sforzatevi oltre… riposate… la notte per voi sarà dolce…” Un attimo dopo Icarius, aiutato da Lho, tornò a letto e cadde in un sonno profondo. http://www.filmmonthly.com/Profiles/...es_franco8.jpg |
Il capitano Monteguard presentò la nostra ospite con poche parole, poi lei stessa iniziò a parlare.
La guardavo in silenzio, valutando il suo volto e la cadenza della sua voce... appariva sicura, tranquilla, consapevole, eppure colsi qualcosa in fondo ai suoi occhi, un velo leggerissimo passare proprio sul fondo... durò un istante, poi scomparve. Quando la sua voce si spense, io sorrisi leggermente... “Un’incantatrice?” chiesi “Queste sono davvero giornate piene di sorprese...” Lentamente, voltai loro le spalle e mi avvicinai alla finestra, riflettendo... Il sole era ormai piuttosto alto nel cielo, ma non riusciva del tutto a sciogliere quella densa nebbia che saliva dal terreno... era come una coltre umida che ci avvolgeva e che in parte velava il cielo alla nostra vista. A Sygma vi era una credenza: si riteneva che quando il sole, salendo, non riesce a disperdere la nebbia della notte, significa che vi è molto male sulla terra tra gli uomini e che molto, molto male sta per giungere ancora. Mi presi ancora un momento, ma quando iniziai a parlare la mia voce era ferma... “Milady...” dissi, voltando le spalle al vetro e tornando a fronteggiarla “Voi mi proponete un piano avventato e rischioso! Mi proponete un piano che dipende da molte variabili, poche delle quali da voi o da me gestibili, e che... concedetemelo... ha molte più probabilità di fallimento che non di riuscita! Inoltre... voi stessa avete ammesso di aver già incontrato quell’uomo in passato, di aver tentato di ucciderlo e di non esserci riuscita... che cosa vi fa dunque credere che questa volta riuscirete nell’impresa? E cosa vi fa credere che invece, rivedendovi, quell’uomo non voglia vendicarsi del vostro ultimo incontro, uccidendovi lui per primo?” |
bella idea dissi guardando Finiwell ho davvero bisogno di mangiare e soprattutto di riposarmi e segui il gruppo verso la locanda
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Sorrisi, le sue parole erano ragionevoli. Io per prima avevo avuto quel dubbio... "Milady, sono certa che il piano presenti molte discutibili variabili, ma sono altrettanto certa del fatto che questo rappresenta una delle vostre poche possibilità di affrontare il Cavaliere del Gufo senza uno scontro diretto sul campo di battaglia, dove fin ora è riuscito ad avere la meglio, grazie alla sua indole spietata e a un'armatura incantata." Il ricordo di quell'armatura mi fece brillare gli occhi, rappresentava una delle poche difese che avrei mai avuto contro la magia del mio vecchio padrone e avrei certamente tentato di impadronirmene... almeno avrei cessato di guardarmi continuamente le spalle.
"Il fatto di non esservi riuscita una volta, non rappresenta una grande difficoltà...e nemmeno il rischio che mi voglia uccidere a vista... quando avrebbe potuto comodamente farlo durante il mio lungo soggiorno presso il suo castello o quando lo seguivo negli accampamenti delle sue battaglie... poichè sapeva, all'epoca, che ero una spia al servizio del suo alleato... eppure non lo fece..." Pensai al tempo in cui mi fu imposto di scegliere tra quell'uomo e quella fragile e miracolosa vita che mi cresceva in grembo e mi feci forza... "Ebbe l'occasione di uccidermi anche il momento prima che iniziassi la mia opera... ma nei suoi occhi vidi una quiete che mi sorprese, poichè gli sarebbe bastata una mano per spezzarmi." Feci una pausa. "Dunque, mia signora, questo vi offro... la mia lealtà e la promessa che se dovessi fallire, nessuno verrà mai a sapere del nostro patto e morirò come una spia o una strega o solo un'altra vittima di questo conflitto... e neppure la più innocente." Sospirai. "Ma se avrò successo, riusciremo a risparmiare molte vite dalla furia falciatrice del nemico." Fissai gli occhi nei suoi e tacqui. Non avevo più molto da aggiungere. |
"Voi già li conoscete? ... ... Non è un piano preciso e dal risultato certo.. sicuramente è una cosa un po' folle e pericolosa. Potremmo cercare di entrare nel loro gruppo in due o tre, integrarci con loro e acquistare la loro fiducia, ma da qui in poi bisognerà adattarsi alle situazioni ed essere molto prudenti."
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La osservai ancora per un istante... i suoi occhi, fissi nei miei, trasmettevano una decisione non comune e niente nella sua figura tradiva il pur minimo dubbio circa quel piano.
E allora, per un istante, la ammirai... quella donna non era di Capomazda, proprio come me, e proprio come me si era trovata in mezzo ad una guerra non sua, però lei aveva qualcosa per cui combattere, lei aveva un suo scopo, aveva una sua guerra personale per la quale battersi e in nome della quale, forse, persino morire. E io, invece? Io in nome di che cosa ero lì in mezzo a quella guerra? Per lealtà? Per devozione? Per amore? ...O forse soltanto per caso? Chinai appena la testa, poi tornai a guardarla... “Se doveste fallire, milady, credo che farebbe davvero poca differenza che il nemico venga o meno a conoscenza del nostro patto! Vedete... se Cimarow e Gouf dovessero entrare a Capomazda in questo preciso momento, io sarei comunque la loro prima preda, probabilmente! E sarebbe giusto così! Però avete detto una cosa corretta... è necessario tentare di risparmiare quante più vite possibile dalla loro furia!” Feci una breve pausa, poi conclusi: “Perciò, milady, avrete il mio completo appoggio!” Ci guardammo per un momento in silenzio e seppi che non ci sarebbe stato bisogno di dirsi altro... ci eravamo capite e il patto era stretto. Ci eravamo capite come solo due donne assolutamente coscienti delle proprie possibilità in un momento estremamente difficile possono capirsi. Poi, lentamente, i miei occhi si spostarono verso il basso e osservarono per un istante il ricco bracciale al mio polso... era un oggetto di una ricchezza estrema, decorato con raffinati smalti traslucidi e disegni di filigrana, un oggetto che non passava certo inosservato e che era stato il dono di nozze per me da parte di mio marito, sebbene io fossi abbastanza certa che era stato lord Rauger a farlo eseguire e che Icarius probabilmente non lo aveva neanche mai visto. Me lo sfilai e lo tesi a Melisendra... “Questo sarà il vostro lasciapassare!” dissi “E’ un oggetto di estremo valore, tanto materiale quanto simbolico: il mio dono di nozze da parte di Sua Signoria. Lord Cimarow lo ha visto in più di un’occasione al mio polso e una volta, perfino, ne ammirò la fattura... sono certa lo riconoscerà!” Spostai poi gli occhi alternativamente su Monteguard e su Izar... “Un’ultima cosa...” ordinai “Niente di quanto ci siamo appena detti dovrà mai uscire da questa stanza per nessun motivo! Soltanto noi quattro saremo a conoscenza della verità, e nessun altro... mi sono spiegata? Assolutamente nessun altro, senza averne prima parlato personalmente con me! ...Anche i vostri uomini, capitano, non dovranno sapere nulla: direte loro semplicemente di inseguirla, senza cadere ovviamente in mano nemica! In questo modo, milady...” spiegai verso Malisendra “spero di riuscire a preservare la vostra incolumità il più a lungo possibile! Buona fortuna!” soggiunsi, più piano “...e che il Cielo vi assista!” |
Ripresi a respirare solo quando la dolce signora che stava di fronte a me smise di parlare. Mi resi conto che eravamo talmente diverse... come il giorno e la notte, ma qualcosa ci univa in quella sventurata circostanza: quella forza sottile e disperata che cresce e germoglia nel cuore durante le difficoltà. La ammiravo per la sua calma apparente, la fragile limpidità del suo sguardo, che però celava la strenua volontà di una donna di sopravvivere... e, a Dio piacendo, prosperare.
"Mia signora," mormorai, inchinandomi e accogliendo il prezioso bracciale tra le mie mani, "partirò immediatamente... non c'è tempo da perdere. Spero che tutto ciò aiuti la vostra causa e vi mantenga al sicuro dalle pretese di Lord Cimarow." Presi un attimo per riflettere. "Vi terrò aggiornata, non appena avrò qualche informazione. Non temete, non occorreranno né messaggeri né altri intermediari... quando vi arriverà un messaggio, lo saprete. Sarà sufficiente cedere alle braccia di Orfeo." Frugai nel borsello che tenevo appeso alla cintura. Mi avvicinai a lei e posai una pietra dei sogni tra le sue mani, grande come un nocciolo di pesca, legato ad una sottile cordicella di seta bianca. Era un semplice cristallo di quarzo, di quelli che celano al loro interno tante misteriose figure e anfratti. Bianco, puro e freddo. "Col vostro permesso, scenderei nelle scuderie a sellare Pandemonio e mi recherei presso il crocevia che conduce da Capomazda verso le terre di Lord Cimarow... e che il Cielo misericordioso ascolti le vostre preghiere, Milady!" Chinai rispettosamente il capo, mentre il bracciale scendeva sul mio polso. |
Una sonora risata dovette risuonare alle sue spalle pochi istanti dopo. Morrigan lo guardava e rideva, con un'allegrezza nel cuore che non si sarebbe mai aspettata.
"Oh, che romantico che siete!" gli gridò dietro con voce gaia "Vi siete riservato una ricca colazione e lasciate digiuna una dama che ha appena vinto un duello! Ah be'... bel cavalliere davvero!" Così lo raggiunge e si mise a camminare al suo fianco, continuando a parlare allegramente: "E sia, vi perdono... e vi consento anche di ospitarmi alla vostra tavola!" Poi il suo tono mutò d'accento, la voce si fece più profonda e del tutto seria: "Sentite, Guisgard... devo parlare con voi in privato di una questione importante... devo farvi solo alcune domande, poi vi lascerò in pace..." Lo guardò un istante, come invitandolo a darle una risposta, quindi gli sorrise e continuò con fare affabile, come se non avesse voluto dar peso a quella strana richiesta: "Ah, e datemi in prestito anche il vostro mantello... non vorrete certo farmi entrare in quella locanda in questo stato!" Accennò con la mano all'abito strappato che lui le aveva sistemato con delicatezza, quindi, senza attendere risposta, tirò il cordone del suo mantello, glielo sfilò e se lo mise sulle spalle, coprendo la pelle che il fendente di Finiwell era riuscito a denudare. |
Le mie dita si strinsero intorno alla pietra che Melisendra mi aveva dato. Chinai appena la testa alla donna allora e, mentre lei usciva, feci cenno a Monteguard e a Izar che potevano ritirarsi.
Poi tornai a guardare fuori dalla finestra... Quella vaga caligine non se n’era ancora andata e, a banchi, continuava ad aleggiare sulla campagna, riempiendo il mio cuore di nefasti presagi... “Bruma che non si scioglie al primo chiarore...” recitai appena tra me e me nella lingua di Sygma “porta con sé pena e dolore” Rabbrividii. E in quel momento, quasi inavvertitamente, il volto di mio marito fluttuò tra i miei pensieri... e allora, allora che dalla sua scomparsa per la prima volta finalmente ero da sola, un nodo mi serrò la gola e gli occhi iniziarono a bruciarmi forte. Inspirai intensamente e lasciai che quella sensazione strana, cui non ero certa di saper dare un nome, defluisse... ma non avvenne. E ben presto, sopra tutto quel tumulto, iniziò a farsi strada soltanto una cieca, nera, irrazionale, incontrollabile paura... |
"Vi rallenterei se venissi con voi, saltello appena, non riesco a camminare veloce per colpa di questa gamba. Andate, se volete, io piano piano e facendo numerose soste arriverò a Capomazda trascinandomi".
Cercai di arrampicarmi aggrappandomi ai mattoni sporgenti del muro per tirarmi in piedi, feci una fatica e mi scappò un gridolino di dolore per una fitta che sentii anche alle costole oltre che alla gamba. Rimasi senza fiato un momento... |
“Milady…” disse il cantastorie a Dafne “… presto farà buio e questo non è un luogo adatto ad una ragazza sola… io affretterò il mio passo e tenterò di raggiungere il borgo il prima possibile… avete qualche persona cara, un parente o un amico che io possa avvisare della vostra presenza qui? Così da mandarlo a prendervi?”
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"No, sono sola, avevo solo mio marito... a proposito..." dissi lasciando la frase a metà pensando a quell'uomo che mi aveva mentito. Ero in collera con lui ma... chi avrei potuto chiamare? Coma avrei fatto in quello stato da sola? Misi da parte l'orgoglio e decisi di fare la povera vedova disgraziata
"sì beh c'è una persona che mi è amica, ma non ricordo il suo nome, forse lo trovate alla caserma dei cavalieri. Siete gentile ad aiutarmi, ve ne sarò eternamente grata!" Conclusi la frase mentre lui era già partito, lo guardai allontanarsi mentre cercavo di capire che cosa avrei fatto nel momento in cui avrei avuto davanti quell'uomo... |
“Ma come? Voi vincete un duello e a me spetta offrire la colazione? Bell’affare davvero!” Disse Guisgard ridendo forte.
Giunsero cosi alla locanda. “Locandiere, oggi sono in ottima compagnia! C’è un tavolo degno per l’occasione?” Gridò verso il bancone. “Di cosa volevate parlarmi, milady?” Chiese a Morrigan appena presero posto ad uno dei tavoli della locanda. |
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