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Gillen tirò via la coperta, scoprendo la misteriosa figura.
“Un bambino...” disse stupito fissando colui che era uscito dalla coperta “... è un bambino...” guardando poi Gwen che stava sopra, all'eccesso del fossato. Era un bambino sporco, malnutrito e spaventato. |
Quei selvaggi erano come sotto l'effetto di un'estasi avvolgente, simile ad una sorta di magia collettiva, ballando e urlando come ossessi.
Gaynor fu portata davanti ad una donna completamente stravolta da chissà quale sostanza allucinogena, che pronunciava parole incomprensibili con la bava alla bocca e gli occhi completamente bianchi. Poi bagnò il volto della bionda diva con la sua saliva e tutti gli indigeni esultarono. Allora Gaynor, sempre su quella primitiva brandina, fu portata davanti alle monumentali palizzate che aveva visto in precedenza con i suoi amici. Una monumentale porta fu aperta da decine e decine di selvaggi grazie a corde lunghe e spesse. La ragazza così fu portata oltre quella titanica soglia e poi gli indigeni andarono via richiudendo la porta, lasciandola sala in quello scorcio dimenticato della foresta, come se fosse il solenne tributo, l'orrendo sacrificio, il terribile pasto di qualche oscura divinità pagana. http://www.cdhv.it/dati/locandine/Ma...ng_Kong_05.jpg |
Quando Gillen tirò via la coperta,scoprì un bambino.
Sembrava terrorizzato, oltre che essere malnutrito e sporco. "Vedi se riesci a portarlo fuori. È pericoloso là sotto, potrebbe crollare tutto" dissi al ragazzo. http://l7.alamy.com/zooms/85864372e1...003-bpjgtg.jpg |
Taddeus fu piacevolmente sorpreso da quella rivelazione di Dacey.
“Voi...” disse stupito “... voi siete...” sorrise “... questa si che è una sorpresa!” Esclamò. “Si, mi avete decisamente sorpreso!” Divertito. “Su, ora sono troppo curioso... voglio assolutamente sentire qualcuno dei vostri scritti...” raggiungendo con lei un albero frondoso del giardino “... si, sono troppo impaziente...” sedendosi ai piedi dell'albero con un cenno a lei di fare altrettanto. |
Tutti esultarono nel vedere la terraferma.
Naturalmente le loro forze, trainate dall'entusiasmo e dalla vitalità ritrovate, si triplicarono. Remarono forte e dopo un paio d'ore erano giunti nella baia di quella che si rivelò ai loro occhi essere un'isola. Appariva come un gigantesco blocco di granito nero in mezzo al mare. E nel vederla, Altea sentì un profondo senso di angoscia, poichè un luogo simile era per forza di cose disabitato.http://2.bp.blogspot.com/-tU0lcn6x92...fKong+(40).jpg |
" Vi prego però di mantenere questo mio segreto" guardandolo seria per poi sedermi accanto a lui sotto l'albero.
" Vi ho sorpreso? Pensavo che un uomo come voi avesse visto talmente tante cose da non sorprendersi più per una cosina così" con un leggero sorriso. " Va bene Altezza allora uhm... sto ancora lavorando su questa idea a dire il vero, per cui potrebbe essere un po' confuso al momento." Socchiusi gli occhi cercando la concentrazione giusta. " La storia parte da un sogno... Di una ragazza che non dorme mai perché appena chiude gli occhi viaggia in un'altra dimensione, totalmente diversa da quella che lei conosce, qualcosa che la destabilizza perché è una specie di mondo sottosopra. La ragazza si sente smarrita in quei luoghi estranei e sempre contaminati dalla nebbia...ma non era nebbia. Erano fumi, fumi di motori, di un oggetto sconosciuto alla ragazza, un oggetto che si potrebbe definire del futuro" |
Quell'orribile donna strafatta, che continuava a parlare nella sua incomprensibile lingua, mi sputò in faccia spalmandomi la sua fetida e viscida saliva sul viso. Lo schifo di quella situazione, unito al terrore, fu troppo per me e così, non potendomi muovere perché legata, mi sfogai nell'unico modo che potevo: piansi, piansi e ancora piansi, fino a che le lacrime mi bruciarono gli occhi.
Dopo poco, fui portata verso la gigantesca palizzata davanti alla quale poche ore prima mi ero fatta fotografare sorridente. In quella stessa palizzata, decine di selvaggi aprirono un'enorme porta tirandola con lunghe e forti corde. E oltre quella porta mi condussero gli indigeni, sempre legata, salvo poi andarsene e richiudersela alle spalle, lasciandomi sola in quell'angolo dimenticato da Dio e dagli uomini. In preda alla disperazione, cominciai a gridare sperando che qualcuno potesse sentirmi. Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Gillen annuì a Gwen e si chinò sul bambino, per poi prenderlo in braccio.
Con lui allora risalì, arrampicandosi sui detriti più sporgenti. “Ecco...” disse portandolo in mezzo alle due fate ed a Daniel. “Trema dalla paura...” fece Selia. “Avrà fame...” Daniel. “Ehi, piccolo...” Gillen al bambino “... ora sei al sicuro e noi siamo amici... mi puoi capire? Vuoi dirci il tuo nome?” Ma quello restò in silenzio. |
Arrivammo all' isola...la guardavo attentamente, tutti esultavano ma io ero seria e guardai Raspion ed Ulpa.."Che strana roccia..tutta nera..non sarà un vulcano? Magari spento...sembra disabitata questa Isola..oh bella..dovremmo allora sopravvivere".
Portammo la barca fino alla spiaggia e feci cenno ad Ulpa e Raspion di scendere.."Perlustriamola..anche se non abbiamo via di scelta..rimanere qui o morire nel mare". E feci solo pochi passi all' erta. http://www.superherohype.com/assets/...dow-header.jpg |
Gillen risalì col bambino, per poi portarlo in mezzo a noi.
Aveva così tanta paura che tremava. "Dubito che parlerà ora, è troppo scosso... Credo che l'unica cosa da fare sia portarlo al castello, così da dargli da mangiare, farlo riposare e poi vedremo il da farsi... Che dici?" a Gillen. |
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