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Best annuì a Destresya e poi chinò il capo.
Un attimo dopo prese di peso il mendicante e lo portò nelle segrete. “Dunque, signora...” disse Lila “... acquisteremo il castello dei De Goth?” |
Trascorse buona parte della giornata e verso il tardo meriggio, quasi ormai prossimi al tramonto, Missan fece il suo ritorno alla magione.
Era un uomo dall'aspetto per nulla affascinante, dai lineamenti marcati, gli occhi piccoli ed un'espressione in generale che non tradiva nulla di particolare. Anche fisicamente non attraeva e la voce, sgraziata e roca, ben si legava ai suoi modi dimessi. “Miei signori...” disse a Gwen e ad Elv “... potrei avere da bere? Oggi vi è un'insolita calura e la gola mi è diventata secca. Oltretutto la polvere respirata durante il viaggio ha reso il tutto ancora più insopportabile. Un buon vino rosso mi darà sollievo.” Sorridendo. |
“Voi siete giovane e bella” disse De Goth ad Altea “e la vita vi sorride. Io sono invece stanco di questa esistenza e nulla è peggio del mar di vivere.”
“Cercheremo di trovare degli acquirenti, milord.” Annuì Clemen. “Si, mi impegnerò personalmente, barone.” Il nonno di Altea. “Vi ringrazio.” Fissandoli De Goth. “Milord, è giunto un invito per il teatro stasera...” fece la vecchia servitrice. “Sai che non mi interessa.” “Un tempo amavate l'arte e gli spettacoli.” La vecchia. “Li amava Layla” rispose De Goth “ed io amavo compiacerla in tutto.” |
Quasi al crepuscolo, Missan tornò a deliziarci con la sua sgradevole presenza.
Lo guardai, guardai per un istante Elv, poi feci apparire una bottiglia di vino con la magia, con un gesto pigramente aggraziato della mano. Presi poi un calice. "Dunque. Quali nuove ci porti dalla città?" chiesi, con tono interessato e composto. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...911f04cb0d.jpg |
Rimasi in silenzio mentre mio nonno e il notaio parlavano col barone del castello, lo guardavo affascinata, volevo propormi quasi. Trovavo ingiusto il barone se ne dovesse andare per dei dolorosi ricordi.
La servitrice entrò con l' invito per il teatro e io lo guardai raggiante. Layla..per lui viveva ancora, ne parlava come fosse viva.."Pure io adoro il teatro milord de Goth, sarebbe un onore per me se voi mi accompagnaste" sorridendo "Non vorrete io mi presenti sola, sono pure io vedova da pochi giorni" con noncuranza, forse celata o forse no. |
“Vi è una discreta abitazione...” disse Missan sorseggiando il vino fatto comparire da Gwen “... non certo piccola, anzi, ma abbastanza barocca da risultare perfetta. Infatti appare troppo ridondante, al limite del cattivo gusto, per attirare l'aristocrazia e naturalmente abbastanza ampia e funzionale da essere proibitiva per le persone comuni. A mio parere adeguatissima dunque per il nostro scopo.” Posando il bicchiere. “Non offrite mai questo vino ai vostri ospiti, signori... piuttosto adoperatolo in cucina... può essere un discreto aceto.” Fissando i due vampiri.
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Lo ascoltai, annuendo piano.
Sì, poteva andare. Inarcai un sopracciglio quando disse"nostro". Nostro? Di certo non suo. Posò il calice sul tavolo ed io mi scambiai un'occhiata con Elv. "Non siamo grandi esperti di vino, noi beviamo altro. Per caso vuoi favorire?" mormorai, con un ghigno sinistro e gli occhi ardenti fattisi sicuramente cremisi. Così, tanto per torturarlo un po'. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...8daf1e630b.jpg |
“I miei rispetti per la sua vedovanza, madama.” Disse De Goth ad Altea con un leggero ed elegante inchino. “Quanto al teatro sono però costretto a declinare il grazioso vostro inchino. Temo infatti che risulterei un pessimo accompagnatore, incapace di godermi una commedia persino di Aristofane o Molier ed indegnamente superbo al punto da rivedermi nelle tragedie di Eschilo, Pacuvio, Shakespeare e dell'Alfieri.”
“Vi siete sepolto qui...” la vecchia “... murato vivo fra queste decadenti mura.” “Ormai sono più simile ad un morto che ad un vivo...” mormorò il nobile “... magari fossi invece già un fantasma... almeno potrei rivederla...” fissando il vuoto della stanza. |
La mano strinse la sontuosa gonna di seta, abbassai lo sguardo a quelle parole "Perdonate l' impudenza barone, ma penso davvero voi vi siete sepolto in questo luogo, ma forse il vostro animo si è spento.." guardando il suo sguardo perso "Vi chiedo solo di accompagnarmi, non ho mire e rispetto il vostro dolore. Lo riterrei una offesa" osai impudentemente.
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“Siate clemente, mia bellissima padrona...” disse Missan senza espressione a Gwen “... vi risulterei di certo indigesto ed il mio sangue non è affatto degno delle vostre labbra e della vostra lingua...” fissandola “... sono stato assaggiatore prima presso l'Arconte di Rodi e poi al servizio del sultano Ottomano durante il suo soggiorno a Cipro. Ho ingerito diversissimi sieri al punto da sviluppare una sorta di tolleranza verso molti dei veleni che invece risultano mortali ai miei simili. Un giorno sorseggiai un elisir giunto dalle Indie ed al gusto mi parve simile ad un liquore estratto dagli agrumi e dalle angurie... ma quando poi lo assaggiò il sultano, beh, si ritrovò morto all'istante.” Annuendo.
“Oltre alla cosa hai anche trovato una copertura per noi due?” Chiese Elv. “Naturalmente, padrone.” Rispose Missan. |
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