Camelot, la patria della cavalleria

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Talia 23-10-2010 10.45.21

Alla parola ‘fidanzato’ mi irrigidii...
“Lasciate perdere i fatti che non vi riguardano!” dissi a mezza voce “Inoltre vi assicuro che non vi è niente di ingenuo, né tantomeno di sognante nella mia fantasia... anzi! E per quante dame annoiate voi abbiate potuto conoscere, sono abbastanza sicura che neanche una di loro mi somigli, nemmeno vagamente...”
Ma il cavaliere non badò alla mie parole. Lo vidi voltarsi e allontanarsi... per la seconda volta quella sera!
Al diavolo... ma chi aveva detto che i cavalieri, pur di impugnare una spada, si lancerebbero in qualsivoglia impresa? Proprio a me, dunque, era capitato l’unico cavaliere moralista?
“E va bene!” sbottai irata alla sua schiena “Andate pure a quella stramaledetta locanda! Troverò da sola quello che cerco! Farò anche a meno delle vostre dannatissime informazioni... Anzi, è persino meglio così: almeno non dovrò guardarvi la schiena nel bosco!”
Così dicendo mi voltai e presi di corsa la strada verso il palazzo. Passai come una furia di fronte alle guardie che sorvegliavano l’ingresso e proseguii oltre, verso il cortile laterale, dove si trovavano gli alloggi della guarnigione e dove c’era anche la casa che io e mio padre occupavamo da sempre...
“Papà!” dissi entrando, ma non ricevetti risposta. Non era tornato! Feci mentalmente un rapido calcolo... undici settimane! Era partito da undici settimane e ancora nessuna notizia...
Inspirai profondamente e mi costrinsi a scacciare quella preoccupazione via dalla mente, almeno per il momento. Non me ne serviva proprio un’altra!
Mi avvicinai allora al mio baule e lo aprii... scansai malamente tutti gli abiti colorati e fruscianti che indossavo solitamente e iniziai a frugare sul fondo, finché le mie dita non sfiorarono ciò che cercavano: una stoffa liscia e rigida, pelle, la fibbia metallica di una cintura... l’abito che indossavo quando mi recavo nel bosco da mia madre, lo stesso che avevo messo le volte che mio padre mi aveva permesso di accompagnarlo nei suoi giri d’ispezione... erano passati anni ormai!
Tirai tutto fuori e li indossai: una gonna nera lunga e rigida, un corpetto di pelle, una cintura, un paio di stivali stretti...
Mi avvicinai poi alla cassapanca sotto la finestra e ne estrassi il mio arco, lo accarezzai per un istante, quell’arco che era cresciuto con me... che da piccola neanche riuscivo a tendere... e me lo misi a tracolla, appendendo alla cintura la faretra. Aprii infine il cassetto di mio padre e presi quel pugnale che era stato fatto fare apposta per me, così piccolo e maneggevole, e lo fissai all’avambraccio.
In quell’istante un brivido mi percorse la schiena, chiusi gli occhi...

Rividi mio padre, quel giorno che sembrava ormai lontano, rividi i suoi occhi incerti mentre mi guardava aprire l’involto di stoffa rossa e liscia...
“Un... un pugnale!” esclamai sorpresa.
“Sì! So che forse non è il regalo che volevi...” disse lui, con uno strano tono.
“No, papà, è bellissimo! E’ solo che... beh, hai sempre detto di fare affidamento solo sul mio arco! Di non permettere mai all’avversario di avvicinarsi tanto da dovermi battere...”
“E’ così! Ma poiché non si può mai sapere cosa ci attende, conviene esser preparati! E poi quel pugnale è leggero e maneggevole... è adatto a te!”
Gli sorrisi.
Lui mi osservò per un istante, poi soggiunse: “...ma forse non è un regalo adatto ad una ragazza, vero? Mi dispiace, piccola, è solo che... lo sai, io sono solo un soldato e tutto ciò di cui mi intendo è questo...”
“Non dire così, papà! Mi piace il tuo regalo!”
“Se solo tu avessi avuto una madre...” proseguì lui, ignorandomi.
“L’ho avuta una madre!” lo interruppi con la voce ferma.
L’uomo mi osservò un istante, poi si corresse: “Se avessi avuto una madre... normale!”
“Papà, ti prego, basta!”
“Avrei voluto di più per te!”
“Papà, la mia vita mi piace! E poi tu mi hai permesso di vivere a corte...”
“Come niente più che la figlia di un soldato! Vorrei poterti dare qualcosa di meglio... E invece tutto ciò che ti ho potuto insegnare è stato la cura delle armi e a tirare con l’arco!”
“E a cavalcare!” soggiunsi, con un sorriso.
“Già, a cavalcare!” ripeté.
“E a tirare di spada!”
Mi fissò un istante poi, finalmente, sfoderò il suo tipico sorriso sardonico: “No, sei un’incapace con la spada!” sentenziò “Riesci a fatica a sollevarla con una mano sola!”
“E’ vero...” annuii “...per questo mi hai fatto questo regalo!” soggiunsi, sfilai rapidamente il mio nuovissimo pugnale dalla fodera, girai su me stessa e tentai di affondare il colpo... invano; mio padre, ancor più velocemente, aveva afferrato il mio polso e l’aveva ruotato dietro la mia schiena, rendendomi inoffensiva.
“Colpo prevedibile, signorina!” disse sogghignando “Mi aspettavo di più dalla tua inventiva!”
“Sì, se non mi spezzi il braccio, papà, magari...” dissi.
“Tesoro!” mormorò lui, preoccupato, lasciando immediatamente la presa... appena libera, serrai il coltello, eseguii un mezzo giro e questa volta affondai il colpo, fermandomi ad una decina di punti dal volto dell’uomo...
“Ah, ti ho ingannato!” lo canzonai, ridendo “Colpo troppo facile, capitano! Non dovreste calare così la guardia!”
Anche lui rise.
“Va bene, va bene! Sei promossa!” disse poi “Però la prossima volta credo che ti regalerò dei nastri per capelli...”

Il suono delle risate svanì lentamente e io mi trovai sempre in quella casa ma nel silenzio più assoluto.
Oltre la finestra il cielo scuro stava diventando lentamente rosso e una striscia di giallo intenso iniziava ad allargarsi all’orizzonte... l’alba si avvicinava. Era il momento di mettersi in marcia.
Uscii di casa e, con passo sicuro, mi diressi di nuovo in paese... attraversandolo, per raggiungere la porta delle mura, passai di fronte alla locanda: un gran vociare si sentiva provenire dall’interno anche a quell’ora... lanciai un’occhiata truce in quella direzione e tirai dritto.

llamrei 23-10-2010 13.02.30

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 22820)
"abbiamo tra noi un'altra nobile dama... era da quando straziammo la figlia del signore di Cartignone che in questo luogo non scorre più sangue blu..."
E si abbandonò ad una diabolica risata che echeggiava di morte.


"Forse non vi è chiaro...chiunque voi siate....che farete cilecca anche stavolta: nobile non lo sono se non per il mio coraggio.Quindi inutile che vi creiate castelli mentali su di me. Dite, piuttosto, -sempre che la donada non sia troppo complicata per voi,- chi siete e che cosa cercate nelle nobili donne. Almeno fatemi questa cortesia prima tagliarmi la gola, no?"

Parlavo nonostante la paura mi attanagliasse la gola,.....ma non potevo mostrare alcuna debolezza....e mentre parlavo cercavo di intravedere il suo volto....
Quando gli offrii la mia gola in cambio di una sua risposta....

Arowhena 23-10-2010 16.47.38

Finalmente Arowhena arrivò nel luogo più buio ma più illuminante della città di Cartignone, le antiche biblioteche ricolme di manoscritti, pergamente, illustrazioni. Chiuse gli occhi e si abbandonò nell'odorare l'aroma piccante della polvere poggiata sugli antichi volumi, l'inchiostro, il legno degli scaffali robusti che, durante la notte, scricchiolano di rado, come a volersi stiracchiare dopo cotanta immobilità...
Riaprì gli occhi e si guardò intorno. Conosceva tanti di quei volumi... era incuriosita da libri illustrati su luoghi che ella aveva già visitato come il Civitates Orbis Terrarum, o l'Atlas... ma non poteva attardarsi su quegli argomenti, per il momento.
Cercò la Bibbia. Ve ne erano tre copie diverse, di cui una riccamente illustrata e decise di aprire proprio quel volume, così pesante e pieno di colore. Mentre ne girava le pagine, cercava un versetto in particolare. Voleva essere certa di ricordare bene per meglio comprendere se il suo intuito l'aveva guidata verso la giusta strada.

Sentì dei passi dietro di lei, ma Arowhena continuò a sfogliare le pesanti pagine di cartapecora.

- Immagino stiamo cercando la stessa cosa, vero, milady? - Chiese l'uomo di chiesa sorridendo fissando la donna. -E chissà che non si riesca davvero a far luce su quelle oscure parole...

Arowhena si voltò verso il Cappellano e, guardandolo amichevolmente, e mantenendo le dita sottili sul grosso volume, disse semplicemente:

- "E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa" Cosa ne pensate Cappellano Ludovico, amico mio?

lady_Empi 23-10-2010 18.58.51

<Empi assestò una gomitata ad icarion non rendendosi conto della nuova forza che il suo aspetto da nana le offriva e poi si apprestò a seguire il nano Calomenant. La sua andatura risultava goffa con quelle gambe così corte e tozze, lei che amava librarsi inseguendo il vento, lei che aveva la grazia d’un fiore che si apre alla vita. Ma la fatina era divertita da quella situazione ma poi pensò ad Icarion e un velo di preoccupazione scese sul suo viso> Lasciate parlare me, sempre <sentenziò severa sottovoce al suo principe. Nel frattempo erano giunti nella caserma. L’atmosfera era fredda e severa. Empi simulò un sospiro e rimase in attesa fin quando vige giungere un nano con una strana divisa. Sentì il nano chiamarlo Signore e avanzò di un passo assumendo una buffa posizione rigida, come fosse sull’attenti. Con una gomitata impercettibile intimò ad Icarion di fare lo stesso>

Vagava da sola nel bosco, Signore. Ci siamo occultati e l’abbiamo seguita. Non vi sono stati contatti con altri umani. Tuttavia, Signore, abbiamo incontrato sul nostro cammino due cadaveri di umani, Signore <forse stava esagerando con la parola Signore?...si chiese Empi> Trucidati selvaggiamente, Signore. Li abbiamo lasciati lì <parlava con tono secco> Niente altro da riferire, la dama non costituisce pericolo, ma ci offriamo di interrogarla se lo ordinate <propose infine Empi>

Morrigan 23-10-2010 19.09.21

All'udire quelle parole di Goldblum, Morven ebbe una strana, improvvisa reazione.
I lineamenti del suo viso si contrassero in una smorfia di dolore, che il ragazzo si affrettò a reprimere nascondendo il volto e lanciando lo sguardo verso un punto lontano.
Indietreggiò appena di qualche passo, mentre Cavaliere25 stringeva fraternamente il nano, e si impose di ricomporsi... per la mia gente io sono solo un poco di buono... già!

Per Morven non era affatto difficile comprendere quell'affermazione, quelle lacrime amare... io non posso sopportarlo... quelle parole erano anche state sue... non poteva sopportarlo, non poteva sopportarne nemmeno il pensiero o il solo ricordo di quel pensiero!
Il pensiero... quel pensiero che cozzava così prepotentemente con l'idea che aveva di sè, delle proprie capacità, delle proprie speranze... quel pensiero opprimente di non essere abbastanza, di non essere mai abbastanza... ma io non sono nato per tollerare questo!

Scosse il capo, cercò di tornare in sè... l'amore per l'ordine... si ripetè... l'amore per l'ordine è una qualità essenziale se si vuol essere un buon cavaliere... un cavaliere che sia affidabile per i propri compagni, un cavaliere che voglia essere da scudo per un indifeso, un cavaliere che voglia affondare con precisione la propria spada nel petto del nemico, senza tema di fallire... un siffatto cavaliere deve cancellare il caos e la confusione dalla sua anima... ricordalo, Morven, ricordalo... torna indietro... torna indietro!
E quell'urlo della sua coscienza lo riportò immediatamente alla realtà che lo corcondava.
Il suo viso si rifece calmo, disteso, attento.

Prese Belven per un braccio e ne attirò l'attenzione, facendolo scostare di qualche passo dal prigioniero. Quindi con voce bassa, seria:

"Capitano," disse "io credo che in quel nano vi sia del buono, in fondo, e sebbene comprenda che molti dei nostri sarebbero reticenti all'idea di farlo unire alla compagnia, penso che dovreste considerare l'ipotesi di fargli una simile offerta. Egli conosce il bosco, i suoi abitanti e i suoi nascondigli come noi non arriveremmo a fare nemmeno se passassimo un mese intero tra queste fronde... e il tempo e la celerità, signore, sono adesso più che mai essenziali, adesso che Lady Llamrei è dispersa in questi boschi! Offriamo lui il nostro aiuto per la sua causa... offriamogli l'opportunità di riscattare il suo nome e il suo valore... offriamogli un modo per ritornare a testa alta dal suo popolo, e in cambio facciamogli promettere fedeltà alla compagnia e aiuto nella nostra impresa"

Tacque un istante, scrutò il viso di Belven per studiarne l'espressione e la reazione alle sue parole. Quindi, lanciandogli uno sguardo ancor più diretto ed intenso.

"Non esistono forza, audacia o impeto più grandi di quelli che nascono e sono nutriti dentro un'anima che cerca riscatto, credetemi!"

E questo, Morven, lo sapeva benissimo...

Guisgard 24-10-2010 01.36.55

Cavaliere25 strinse a sè Goldublum, il quale ricambiò il suo fraterno abbraccio.
Era tanto tempo che nessuno più lo abbracciava.
Forse l'ultimo era stato proprio suo padre.
Affetto, tenerezza, comprensione.
Nessuno può vivere senza queste cose.
E poco più indietro, Belven aveva ascoltato con attenzione le parole di Morven.
"Si, forse avete ragione..." disse "... quel nano potrebbe esserci d'aiuto... anche se comunque andrà controllato a vista... non siamo nella situazione di poterci fidare di chiunque..."
Si riavvicinò al nano.
"Liberatelo." Ordinò ad uno dei suoi.
"Ascoltami, Goldblum..." prese a dire "... se sei davvero il guerriero che dici di essere allora il tuo braccio potrebbe esserci d'aiuto..."
"Cosa devo fare, signore?" Chiese con entusiasmo il nano.
"Farci da guida in questo bosco." Rispose Belven.
"Cosa cercate?" Domandò il nano.
"Chi rapisce e tortura le nostre fanciulle."
"Allora voi state cercando i Prediletti di Dio..."
Belven fissò il nano incuriosito e poi scambiò una sguardo con i suoi uomini.
"Chi sarebbero?" Chiese a Goldblum.
"Gli ignoranti li chiamano demoni, gli stoli li credono ispirati dal Cielo." Rispose Goldblum. "Noi nani invece li definiamo per quelli che sono... fanatici ed assassini..."
In quel momento il nano fu liberato.
E con un balzò raggiunse Belven, inchinandosi al suo cospetto.
"Sono ai vostri ordini, mio signore." Disse.

Guisgard 24-10-2010 02.02.13

Intanto, nella locanda, un uomo era pensieroso al bancone.
"Cosa vi servo, messere?" Chiese il locandiere.
"Qualcosa di forte" rispose Guisgard "che mi faccia dimenticare tutto il mio passato..."
"Allora assaggiate questo..." disse il locandiere prendendo una bottiglia da sotto il bancone "... è un liquore talmente forte da far sembrare una botta in testa una carezza della mamma in confronto!"
"Bene, allora lascia pure qui la bottiglia, amico mio!" Esclamò Guisgard.
"Ciao, bel cavaliere..." disse una donna avvicinandosi "... stasera non trovi che faccia troppo freddo per stare da soli? E credimi, io potrei scaldarti molto più di quanto non faccia quella bottiglia..."
"Lo immagino..." sorrise Guisgard, mentre buttava giù sorsi di quel forte liquore "... lo immagino... ma stasera non fa poi così caldo..."
"Ma come? Io ti offro la mia compagnia e tu la rifiuti? Che uomo sei, dunque?"
"Sono di quelli che piacciono a te, amica mia..." rispose il cavaliere tirandole alcune monete "... di quelli con il denaro..."
"Oh, grazie, mio signore!" Disse la donna prendendo al volo le monete. "Però sappi che avrai sempre un forte credito presso di me e le mie grazie..."
"Lo terrò a mente..." sorrise Guisgard.
"Meglio chiudere le finestre a quest'ora..." mormorò il locandiere guardando fuori "... mi è sembrato di vedere un'ombra andare verso il bosco..."
"Di matti ce ne sono parecchi in questa città..." disse Guisgard continuando a bere "... senza scomodare fantasmi e spiritelli..."
Poco più avanti, intanto, Talia era ormai svanita nel buio e spettrale manto del bosco.

Guisgard 24-10-2010 02.32.27

Nel frattempo, al villaggio dei nani, Empi ed Icarion, nelle loro nuove vesti, erano alla presenza di Stellow, l'esperto militare di quei piccoli uomini.
"Mmm... interessante..." mormorò questi "... in effetti quella donna mi incuriosisce non poco... perchè è giunta qui? Gli uomini ci trattano come se fossimo più vicini alle bestie che a loro... e sia..." disse "... vi do il permesso di interrogare quella donna... la troverete a casa di Sausar, il capovillaggio. Andate ora."
Ed appena usciti, Icarion mostrò il suo disappunto alla fatina.
"Perchè mai mi hai rifilato quelle gomitate?" Chiese lievemente alterato. "Prima mi hai fatto trasformare in questo buffo essere, poi mi porti a zonzo in questo villaggio ed infine mi prendi a gomitate! Non è giusto, ecco!"
Intanto, poco distante, Elisabeth era stata invitata nella casa di Sausar.
"Cosa vi ha spinto fino al nostro villaggio?" Chiese il capo dei nani alla donna templare, mentre la sua governante serviva loro un caldo infuso di erbe aromatiche. "Di solito gli uomini ci guardano con disprezzo o indifferenza."

Guisgard 24-10-2010 02.39.44

Nel frattempo, nella biblioteca del palazzo di Cartignone, Arowhena, insieme al Cappellano, cercava qualcosa tra i libri.
Questi, alla lettura del versetto del Vangelo, sorrise.
"Quella pietra è nelle mire di molti... fortuna che è solida, altrimenti Nostro Signore non l'avrebbe scelta per edificarci sopra la sua Dimora."
Si avvicinò alla donna e gettò un'occhiata su quella preziosa Bibbia.
"Siete arguta, milady..." disse "... sembra che siate riuscita a decifrare parte di quelle parole tatuate sul misterioso uomo del bosco... ma i suoi tatuaggi parlavano anche del gallo... cosa volevano dire quelle parole? Solo scoprendolo riusciremo a capire chi sono veramente i nostri nemici e cosa vogliono in realtà..."

Guisgard 24-10-2010 03.05.01

Nello stesso preciso momento, nel punto più buio e oscuro del bosco, Llamrei era davanti al capo dei misteriosi Atari.
"Chi siamo... ci chiedete..." disse il misterioso uomo "... solo gli stolti possono crederci come assassini o fanatici... in realtà noi siamo la luce del mondo, la parte più pura della Divina Creazione, le schiere angeliche sotto forma di uomini! Noi vegliamo su tutta l'umanità... amiamo d'infinito amore ogni nostro simile... un amore che ci porta a batterci contro i veri nemici dell'umanità e della sua Fede! E proprio per amore facciamo tutto questo... le donne che abbiamo immolato alla nostra causa, ora saranno già beate al cospetto dell'Altissimo! Sono le nuove martiri! Pari ai primi martiri della nostra Fede! Prima che il marcio la rendesse putrida! Ma noi, i divini Atari, i puri, i presclti, i prediletti di Dio libereremo la Fede dai suoi carnefici! Ed in questa nostra missione il mondo si dividerà in due... chi è con noi e chi è contro di noi!"
E mentre questro delirio prendeva forma dalla voce di quell'uomo, un raggio di Luna penetrò nella semibuia sala, illuminando il suo folle sguardo.
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cavaliere25 24-10-2010 10.12.20

Sorrisi felicemente vedendo il nano liberato poi mi avvicinai a Belvan e dissi signore ora dobbiamo trvare quegli assassini e trovare mylady Llamrei speriamo di trovarla ancora viva dobbiamo sterminarli quei barbari maledetti e aspettai di metterci in marcia.

Talia 25-10-2010 10.08.35

L’aria era umida e brumosa. Quella debole luce, tipica dei minuti che precedono l’alba, stava iniziando a dissipare il muro di oscurità entro cui la campagna era stata avvolta fino a quel momento e ciò conferiva ad ogni cosa un aspetto ed un colore del tutto particolare. I miei passi si posavano sull’erba bagnata ma non producevano alcun suono, la gonna ondeggiava ad ogni movimento pur non perdendo la sua linea severa, i capelli sfioravano la spalle e il legno dell’arco. Camminavo in silenzio, con passo sicuro e regolare, in direzione della massa scura di alberi... la mia espressione era ferma e impassibile, gli occhi fissi sulla meta, le orecchie erano tese a cogliere ogni eventuale minimo movimento o suono insolito.
Raggiunsi il bosco ma non mi immersi nella vegetazione, al contrario iniziai a camminare lentamente seguendone il perimetro con passo lento... guardavo, osservavo, cercavo un segno, pur minimo, che mi indicasse la direzione.
‘Gli uomini lasciano sempre traccia del loro passaggio!’ soleva dire mia madre...

llamrei 25-10-2010 11.05.24

"Con quale coraggio vi definite tali, se siete i primi a uccidere? Non sono martiri quelle povere ragazze che avete ucciso in nome di che cosa: sono solo vittime di voi, malefici carnefici"

E mentre parlavo il suo volto si rivelò...

elisabeth 25-10-2010 13.38.51

Era una casa tutta in miniatura........Sausar era stato cortese aveva preferito farmi le dovute domande all' interno della sua casa........era calda e accogliente.......sedermi su una sedia...a me sembrava un basso sgabello e cosi' preferii sedermi a terra accanto al camino.......presi dalle mani di una donna l'infuso caldo.....era piccola e col viso rugoso.....quando camminava sembrava dondolasse.......la tazza era calda e ne ebbi un senso di beneficio....." Vi ringrazio signora.......ha un profumo piacevole e comunque e' qualcosa di caldo"........mi rivolsi cosi' al padrone di casa......." Permettemi di ringraziarvi per l'ospitalita' che mi state riservando, sono arrivata a voi solo per caso........dovete sapere che alcune ragazze sono scomparse da Cartignone, e qualche giorno fa ho potuto vedere un uomo il cui corpo era coperto da segni, ovviamente ho fatto la mia traduzione, una traduzione che probabilmente sara' lontana dalla verita'.......Sausar...ho visto i segni che avvolgono la vostra torre, sono particolari e chiari.......sapete bene, che i segni sono stati il primo linguaggio dell 'uomo......col tempo invece i segni vengono utilizzati perche' chi li comprendesse fosse un iniziato.......comunque sia ....quando ho tradotto la frase c'erano con me anche due chierici.......due visioni diverse.......ma pur sempre un modo particolare di rendere interpretabile quello che sembravano solo dei disegni..........allo stesso tempo e perdonate, potreste non comprendere sento la voce di una mia mica che cerca aiuto.......il mio sentirala non e' avvenuto nel modo convenzionale della parola e' stato un unione di pensiero......cosi' ho preso il mio cavallo e ho raggiunto il bosco.......ho pregato le creature di quel sacro luogo di aiutarmi a trovare il sentiero che mi avesse portato da lei......ho ringraziato Madre Terra perche' ho potuto avvertire la presenza di un popolo che ad occhi umani non e' permesso vedere............sono stata protetta dal battito d'ali......di un'amorevole creatura.........ma qualcosa, un'energia malevola ha fatto si che io perdessi l'orientamento........sono un Templare e la prima cosa che dovevo fare era cercare un corso d'acqua......e l'acqua mi ha condotta da voi............Non ho preconcetti.....su nessun essere vivente.......se mi e' nemico lo combatto e lo faccio con il piu' grande rispetto.........se mi e' amico sono disposta a stargli affianco posando la spada...........sono a casa vostra e spero di non esserlo come nemico......vorrei da voi solo un aiuto.....e' necessario che voi mi diate tutte le informazioni possibili per mettere fine a questo scempio di creature e devo trovare la mia amica............allo stesso tempo desidero che la mia presenza qui..non vi crei dei problemi.......".........Avevo detto tutto quello che potevo, infondo non c'era null'altro da dire......mi alzai da terra, poggia la tazza vuota sul tavolo e mi portai vicino alla finestra.......davo le spalle a Sausar.....sapevo che doveva riflettere......e volevo creare quella piccola barriera che gli avrebbe dato il tempo per riflettere........ma nell'affacciarmi.....vidi una cosa strana, c'erano alcuni nani che si stavano avvicinando alla casa......gli uomini non mi dicevano nulla....ma la donna.....aveva una strana luce verde......io vedevo un alone di luce abbracciare i suoi occhi...era la stessa luce che avevo visto nel bosco e quando ero stata accerchiata dai nani...............Lei era la mia guida......Madre terra......era presente.....una mano sulla Croce....e un pugno di terra nella mano..........

lady_Empi 25-10-2010 21.29.08

<Empi annuì alle parole di Stellow e si affrettò ad uscire dalla caserma con Icarion>Avete ragione Altezza <mormorò Empi con un tono di voce impercettibile> perdonatemi ma è importante non sembrare impacciati o i nani non si fideranno di noi <gli sorrise e in quel sorriso vi era tutto il calore della Terra. L’energia della Madre permase in lei e gli occhi le lucevano sprigionando la sua essenza fatata mentre Empi ed Icarion si avvicinavano alla casa di Sausar> E’ permesso? <chiese Empi varcando la soglia e affrettandosi a guardarsi intorno. La vide lì, nei pressi della finestra e il tumulto del suo cuore si acquietò>

Stellow ci manda a dare il benvenuto alla nuova ospite <si affrettò a spiegare Empi e cercò lo sguardo di Elisabeth…avrebbe visto oltre l’apparenza? Si chiese la fata> e vorremmo farle qualche domanda se lo permettete <aggiunse avviandosi goffamente verso il focolare>

elisabeth 25-10-2010 21.58.42

Ero rimasta dov'ero sino a quando non sentii aprire la porta.......vidi piccoli raggi di luce verde riflettersi sul vetro della finestra, mi voltai e vidi i suoi occhi.......erano splendidi......e quella luce........avevo la sensazione di poter vedere le sue ali.........era goffa nei movimenti..ma riuscivo a vederla per quello che era....." A quanto pare......sono diventata oggetto di curiosita'.....".........non mi avvicinai al focolare........mi inginocchiai e mi sedetti sui talloni........ma l'ambient era cosi' piccolo che sembravo sempre piu' alta di loro..........chissa' cosa avrebbe detto Sausar..........la piccola nana avrebbe dovuto dare qualche spiegazzione....

Guisgard 26-10-2010 00.02.24

Sausar cominciò a soffiare nella tazza per raffreddare ciò che stava bevendo.
"Mmmm... conosco i fatti di cui mi dite..." disse ad Elisabeth "... viviamo nel cuore del bosco e non siamo né ciechi, né sordi... ma sappiamo che restando chiusi qui nel nostro villaggio saremo al sicuro..."
Sorseggiò dalla sua tazza e poi riprese a dire:
"Il mio compito è tenere i miei simili al sicuro... e non immischiandoci in ciò che avviene fuori è l'unico modo per tenere il villaggio lontano da fatti spiacevoli... del resto ciò che sta accadendo nel bosco riguarda gli uomini, non noi..."
In quel momento Empi ed Icarion entrarono nella casa.
"La nostra ospite non credo ci negherà la sua disponibilità a parlarci di lei." Annuì Sausar dopo aver ascoltato Empi. "Avete il mio permesso a parlare con lei, sempre se la nostra ospite è daccordo a rispondere ad alcune domande."

Guisgard 26-10-2010 00.18.05

Intanto, in un altro punto del bosco, Belven ed i suoi cavalieri avevano appena liberato il nano Goldblum.
"Ora fai parte della nostra compagnia" disse Belven al nano "e quindi non vi è più differenza tra i tuoi intenti ed i nostri."
"Si, mio signore." Rispose il nano.
"Ora raccontaci tutto su coloro che hai definito i Predilitti di Dio."
"Ecco, non so molto su di loro..."
"Dicci cosa sai."
"Non sono né demoni, né fantasmi... sono uomini come voi..."
"Cosa vogliono?" Chiese Belven.
"Essere liberi..." rispose Goldblum "... liberi da tutto e da tutti... ad ogni costo..."
Belven fissò incuriosoto quel nano.
"Liberi?" Ripeté. "Non capisco... cosa significa questo con l'orrore che stanno seminando in queste terre?"
Ma proprio in quel momento si udì qualcosa nell'aria.
"Cosa è stato?" Chiese uno degli uomini di Belven.
"La morte..." mormorò Goldblum.
"Tenetevi pronti..." disse Belven.
Un attimo dopo alcune misteriose e velocissime figure cominciarono a saltar fuori dalla vegetazione, assalendo la compagnia dei cavalieri di Camelot.
"Allarme!" Gridò Belven. "Siamo attaccati! Mano alle armi!"
Un momento dopo quelle sinistre figure, in numero doppio in confronto ai cavalieri di Belven, con le armi in pugno avevano già cominciato il combattimento.

Guisgard 26-10-2010 00.32.08

Nello stesso momento, in una zona del bosco ben più distante, Talia attraversava quel misterioso ed inospitale luogo.
La vegetazione era fitta, ma talvolta gli alti e robusti alberi, che si intrecciavano fra loro, sembrava aprirsi, permettendo al firmamento di mostrarsi alla terra.
Un cielo pulito, chiaro di stelle ed engmatico sembrava osservare indifferente a ciò che avveniva in quel bosco.
Ad un tratto Talia avvertì qualcosa.
Prima un lieve fruscio, poi come se qualcuno calpestasse il terreno ricoperto dalle foglie.
Poi la ragazza non sentì più niente.
Ma un attimo dopo di nuovo udì degli strani rumori, come se qualcuno o qualcosa la seguisse.

Talia 26-10-2010 01.15.21

Mi ero a poco a poco inoltrata nella vegetazione, non vedevo niente di insolito ma una strana sensazione avvolgeva il mio cuore... vi era qualcosa di cupo tra quegli alberi, qualcosa che mai prima avevo avvertito.
Levai gli occhi al cielo, le chiome degli alberi lasciavano intravedere uno stralcio di blu e per un istante mi ci persi dentro...
Ad un tratto un fruscio. Qualcosa di leggero, appena percepibile... mi irrigidii, in ascolto, in attesa.
Niente!
Mi rilassai per un istante...
Poi di nuovo, un rumore come di foglie calpestate... e si avvicinava.
Mi guardai intorno. Ero in trappola: qualsiasi cosa o chiunque fosse, se mi seguiva avrebbe potuto attaccarmi da ogni lato...
Riflettei per un istante, poi la soluzione. Sorrisi. Sollevai le braccia e afferrai quel ramo che provvidenzialmente calava verso di me, quasi ad offrirmi la soluzione ideale; mi issai senza un rumore e mi acquattai tra le fronde, sfilando delicatamente il pugnale dalla manica... in attesa. La luce era ancora scarsa e non vedevo bene ciò che avveniva sotto di me, il rumore si avvicinava, ora era ben distinguibile, erano passi sulle foglie. E improvvisamente una sagoma: lo vidi fermarsi proprio sotto di me, come se cercasse la via... Non ci pensai neanche un istante: saltai giù e atterrai alle sue spalle.
“Va bene!” dissi, puntandogli il coltello a lato del collo “Ti resta un istante per dirmi chi sei e cosa cerchi nel bosco a quest’ora!”

Guisgard 26-10-2010 01.52.59

Talia, messa in allarme da quei rumori, aveva deciso che fuggire non sarebbe servito a nulla.
Si nascose allora, per poi saltare sulla misteriosa figura che la stava seguendo.
E quando Talia fu sopra il suo inseguitore, lo bloccò puntandogli al collo il suo pugnale.
"Ehi... che avevate una gran voglia di saltarmi addosso me ne ero accorto sin dal primo momento, ma non mi aspettavo tutta questa fretta!" Esclamò questi. "Cosa direbbero a corte se vi vedessero in questa dubbia situazione? Rischereste di perdere il vostro alone di brava ragazza!"
E all'improvviso, con gesto improvviso, si scrollò di dosso la ragazza, bloccandola a sua volta al suolo e rivelando la sua identità.
"E poi questo pugnale non è un giocattolo adatto ad una viziata dama di corte." Aggiunse Guisgard, ridendo di gusto.

Talia 26-10-2010 02.05.22

"Voi!" esclamai, sinceramente sorpresa "Ma siete impazzito a giunger qui così silenziosamente? Avrei potuto anche tagliarvi la gola..."
Se c'era una cosa che detestavo era esser messa a tappeto... mi svicolai, quindi, all'istante e balzai in piedi, allontanandomi di qualche passo...
"E peccato che non l'abbia fatto!" sbottai a mezza voce, irritata dalla sua usuale risata di scherno.
"Beh, allora..." soggiunsi a voce più alta, puntandogli di nuovo il pugnale al petto "Non avete ancora risposto alla mia domanda! Che cosa ci fate nel bosco a quest'ora? Il principe ne ha vietato l'accesso, non lo sapete?"

Guisgard 26-10-2010 02.17.43

Guisgard la osservò divertito.
"Dove avete trovato questi abiti e queste armi?" Chiese con il suo solito sorriso. "Guardate che così vestita non credo troverete mai marito... gli uomini non amano le donne che camminano per i boschi di notte ed armate fino ai denti! Già una volta vi diedi consigli in merito... ma di questo passo resterete zitella!"
Fissò allora il pugnale che Talia gli puntava contro e chiese:
"Posso alzarmi senza correre il rischio di essere infilzato?"
http://www.everyeye.it/public/immagini/27052007/c_2.jpg

Talia 26-10-2010 02.32.45

Lo studiai per un lungo momento, valutando il suo volto che non sembrava volersi decidere ad abbandonare quell'espressione e quel tono che mi davano dannatamente sui nervi... infine sorrisi.
"Sapete..." dissi, allontanandomi di mezzo passo e facendogli cenno con il coltello perché si alzasse "Io non so cosa cerchiate di dimostrare con quest'atteggiamento, ma vi assicuro che sottovalutarmi sarebbe un errore molto, molto stupido! Vi ho già detto di non occuparvi di fidanzati o altri fatti che non vi riguardano e di curare piuttosto i vostri interessi... nient'altro che la vostra incolumità, infatti, mi pareva vi stesse a cuore... mi chiedo, dunque, cosa vi ha spinto a lasciare quella confortevole locanda per un luogo tanto inospitale?"

Guisgard 26-10-2010 02.49.55

Guisgard si alzò, scuotendo la polvere dai suoi vestiti.
"E sia..." disse "... i vostri fidanzati non sono affar mio... tenterò di rammentarlo in futuro... sottovalutarvi io?" Chiese fingendosi stupito. "Oh, il Cielo mi scampi da una simile leggerezza! Quanto alla confortevole e calda locanda che ho lasciato per giungere in questo bel posto, beh, devo dire che il motivo siete stata voi, milady... come avrei potuto dormire sapendovi qui da sola? Certo, ammetto che ignoravo il vostro nuovo abbiglio e l'arsenale che vi portate dietro... altrimenti forse mi sarei preoccupato più per eventuali malintenzionati, devo dire..."
Sorrise ed aggiunse:
"Beh, ora che avete fatto il vostro bel giretto notturno, direi di ritornare in città..."

Talia 26-10-2010 03.12.04

"Oh..." sospirai, dissimulando un tono forzatamente carezzevole "...volevate salvare me, cavaliere? Me?" sorrisi e soggiunsi "Ma che pensiero delicato... e chi avrebbe, poi, salvato voi?"
Lo scrutai per un istante, impassibile, poi mi avvicinai a lui e dissi a voce più bassa: "Vedete... forse per voi tutto questo non è che uno scherzo, una situazione come un'altra... ma per me non è così! Probabilmente ciò non vi interessa, però... beh, dovete sapere che tra le giovani donne catturate e brutalmente uccise c'era anche la principessa di Cartignone, Eileen... la quale, per altro, era la migliore amica che io abbia mai avuto! Sapete... era una ragazza buona, Eileen... io la conoscevo da tutta la vita e le volevo bene come ad una sorella, era intelligente e piena di vita... e di certo non meritava di finire com'è finita!" chiusi gli occhi un istante, come a scacciare quel peso, poi li riaprii e soggiunsi con voce sepolcrale "Ora, voi potete anche tornarvene in città e continuare a vivere come se niente fosse, ma io no! Io devo sapere chi sono i mostri che hanno catturato la mia amica, come tutte le altre ragazze... io ho intenzione di andarli a cercare, ho intenzione di stanarli e di farli a pezzi con le mie mani! Avete, per caso, qualcosa da obbiettare a questo?"

Guisgard 26-10-2010 03.12.31

Nel frattempo, nel cuore oscuro del bosco, Llamrei era al cospetto del fanatico e visionario capo degli Avari.
"Tu donna..." disse "... non puoi comprendere la verità più alta ed assoluta. Hai la mente troppo intrisa di illusioni ed utopie. Non puoi capire il senso dell'esistenza... sei legata alla materialità ed alle miserie della tua condizione umana... a te e a quelli come te non è dato conoscere, non è stato rivelato... siete destinati al nulla... noi invece siamo illuminati dalla Luce Eterna... in noi si manifesta la più alta e completa Essenza Divina... quelle che tu chiami vittime sono state santificate dalla nostra missione e dalla loro sofferenza... ora ci guardano da lassù e vegliano su di noi e sulle nostre azioni!" Gridò guardando in alto. "Pregano per noi e ci guidano in questa nostra lotta di liberazione da chi rende schiavi gli uomini con falsi dogmi e precetti! Ma il tempo è giunto e gli Atari puniranno i colpevoli!"
E si abbandonò ad una folle e delirante risata.
Poi fece alcuni passi verso Llamrei, quasi a mostrare il suo volto.
Ma prima che la donna riuscisse a vederlo, dalla bocca emise una nuvola di fumo, che fece pedere i sensi alla coraggiosa dama di Camelot.
E mentre i suoi carcerieri portavano via Llamrei, il misterioso capo degli eretici la fissava con uno sguardo in cui era quasi possibile vedere le fiamme dell'Inferno.
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Guisgard 26-10-2010 03.25.55

"Si, capisco..." disse con tono sarcastico Guisgard "... si, ora mi è tutto chiaro... ma una cosa non ho compreso... una volta che avrete trovato i colpevoli, cosa farete? Li colpirete con le vostre frecce mentre loro si mettono in posa tipo belle statuine? O li infilzerete col vostro bel pugnale dopo un avvincente corpo a corpo in puro stile romanzo cortese?"
Sorrise e scosse la testa.
"Ciò che è accaduto a quelle poverette ed alla vostra amica" aggiunse facendosi serio "non è affar vostro. Anzi, se continuerete a vagare di notte per questo bosco la prossima potreste essere voi. E credetemi, queste vostre armi non serviranno a niente contro quei maledetti. Perciò, ora ce ne torneremo in città e voi andrete a farvi un bel sonno ristoratore."

Talia 26-10-2010 03.42.27

Le sue parole mi colpirono e mi ferirono. Non era affar mio... aveva detto, ma non era vero! Che cosa ne sapeva lui?
L'immagine si ripresentò chiara ai miei occhi...
"Vieni! Voglio andare a cavalcare!"
"Eileen, veramente io..." mi giustificai.
"Non fa niente... a più tardi, amica!"
Scomparve alla mia vista, sul suo cavallo... era stata l'ultima volta che l'avevo vista!
'Saresti dovuta andare anche tu...' ripeté una vocina nella mia testa, per l'ennesima volta... un nodo mi serrò la gola.
Le parole del cavaliere mi riportarono indietro. Quel tono saputo mi fece rivoltare e forte si fece avanti l'impeto di colpirlo... impeto che dominai appena in tempo!
"Ma voi che cosa ne sapete?" sbottai "Voi siete come tutti gli altri... siete buoni solo a parlare e mai ad agire! Ma io sono stufa di cavalieri che parlano parlano e basta! E poi, che cosa ve ne importa a voi se mi prendono? Tanto meglio! E ora, se non vi togliete di mezzo, giuro che vi farò sperimentare in prima persona quanto inutili sono le mie armi!"

Guisgard 26-10-2010 04.10.29

Guisgard fissò gli occhi di Talia.
C'era quacosa in quegli occhi.
Un'inquietudine mista a rabbia.
Le afferrò allora le mani, quasi a volerla calmare da quell'impeto che animava le sue parole.
"Ora calmatevi!" Gridò. "Calmatevi! Cos'è che vi tormenta? Cos'è che vi causa tanta rabbia? Volete consacrare la vostra vita a questa insensata vendetta? Guardatevi, siete una splendida donna ed invece di vivere correte dietro a questa missione che vi siete data! Volevate forse proteggere la vostra amica? Beh, sappiate che a questo mondo ognuno è artefice delle proprie azioni! E ciò che deve accadere accade comunque, che lo vogliamo oppure no!"
La fissò con ancora più intensità.
"Avanti!" Aggiunse. "Colpitemi pure! Anche con le vostre armi, se vi farà sentire meglio! Fatelo e forse dopo comincerete a vedere le cose per quelle che sono!"

cavaliere25 26-10-2010 09.24.43

Presi il mio arco e iniziai a scoccare le mie frecce contro quelle figure sentendo il grido di allarme di Belvan mi guardavo intorno e cercavo di ucciderli il piu possibile di quei dannati.

lady_Empi 26-10-2010 15.17.48

<Empi sollevò il viso e fissò gli occhi di Elisabeth, comprese che quella dama cavaliere non guardava con gli occhi fisici ma con quelli del cuore e che riusciva a percepire la sua essenza> La Terra non sbaglia mai <mormorò con voce quasi impercettibile> Cosa cercate, Signora ochi?<disse poi rivolgendosi ad Elisabeth> in questo nostro villaggio? Ho avuto modo di perlustrare i boschi e poco prima di incontrarvi io e il mio fratello <indicò Icarion>abbiamo visto due cadaveri di umani trucidati con violenza inaudita. Da tempo il bosco è oppresso da qualche oscura forza, per questo noi nani ce ne teniamo alla larga, cosa conoscete, mia Signora, in merito? <Empi avrebbe voluto aggiungere molte più cose, avrebbe voluto chiederle di quella statua dell’arcangelo, della compagnia che avevano seguito da Camelot, ma non poteva e limitò la sua curiosità per il momento, sperando che le parole di Elisabeth potessero diradare la nebbia della sua conoscenza>

Arowhena 26-10-2010 18.58.51

Arowhena lo fissò un istante con un sorriso di simpatia.
Quell'uomo sapeva molte cose, e la sua saggezza era antica, antica come la propria, sebbene di radice differente.

- Il gallo... - mormorò - il gallo è un simbolo complesso, amico mio! Come tutto su questa terra, ogni cosa ha molteplici aspetti e molteplici letture. Ma se la pietra è quella angolare cui siete devoto, allora il gallo è il testimone di quel tradimento che sancì con tre chicchirichì!

Sorrise allora trionfante rivolta al Cappellano.

Guisgard 26-10-2010 19.09.57

La verdeggiante foresta che circondava Camelot.
Le possenti mura dei quel favoloso reame.
Le alte torri che sembrava quasi sorreggere il cielo.
Le strade in festa, attraversate da cortei colorati, di paggi e musici, cavalieri in parata e dame tutt'intorno con i loro sguardi innamorati.
Le campane delle cattedrali che con i loro rintocchi sembravano voler destare i cuori alle più alte gioie della vita.
E poi i volti dei suoi amici.

Ma l'incanto di quel sogno durò poco.
Qualcosa destò Llamrei.
La donna sentì un rumore di passi ed un attimo dopo tre di quegli uomini che aveva imparato a conoscere condussero nella cella una fanciulla terrorizzata.
La legarono con delle catene alla parete, mettendola accanto a Llamrei.
La fanciulla cominciò a pingere e a gridare ed allora uno di quegli uomini la prese a schiaffi e poi a pugni, fino a zittirla.
Un momento dopo i tre uscirono dalla cella.
La fanciulla, colpita a sangue, visti usciore i tre, riprese a piangere in preda al terrore.
http://blog.rassegna.it/blogs/cinepr...e/martyrs2.jpg

Talia 26-10-2010 23.34.50

Serrai il pugno, stringendo l’elsa del coltello tanto forte da perdere quasi la sensibilità alle dita... lui mi aveva preso le mani ma me ne rendevo conto appena, tanto era il tumulto di rabbia, di frustrazione, di paura che mi avvolgeva e mi rendeva difficile riflettere.
Abbassai lo sguardo un istante e inspirai... Quel cavaliere aveva ragione, in parte, ma non sapeva tutto e perciò non poteva capire... Quando, infine, rialzai gli occhi su di lui ero più calma e una sorta di serenità intrisa di consapevolezza era scesa in me.
“Vivere...” sorrisi “E’ un consiglio saggio il vostro! Molto! Ma, vedete, la mia vita è a Cartignone! E’ a Cartignone che ho passato più della metà dei miei giorni, e l’altra metà l’ho trascorsa in questo bosco... non conosco vita lontano da qui e non posso conoscere pace se non vi è pace in questi luoghi. Comprendo ciò che dite, credetemi... e ammetto che ci possano essere delle persone che preferiscono chiudere gli occhi e aspettare che qualcun altro risolva i problemi per loro, ma io non sono così: io non posso chiudermi entro le sicure mura della città ed ignorare ciò che avviene al suo esterno!”
Lo osservai un istante, come cercando le parole, chiedendomi quanto fosse saggio raccontargli tutto quello... e tuttavia ero lì, c’eravamo entrambi...
“Io conosco molto bene questo bosco!” ripresi “E mi ci posso orientare con una certa facilità! Ho parlato con impeto poco fa e forse ho esagerato nei termini ma, credetemi, non sono stupida: non ho intenzione di gettarmi tra le braccia di quegli assassini... però voi ci avete dimostrato che sono uomini e non demoni o fantasmi, come si vociferava in città... e, se sono uomini, come tali possono essere affrontati! Ho parlato con i soldati che hanno ritrovato alcuni dei corpi delle vittime... loro mi hanno descritto un luogo che non dovrebbe esserci in questo bosco: gallerie, grotte, come una sorta di antiche catacombe... ad ovest. Niente di simile dovrebbe esserci in quella zona! Non c’è nessuno a Cartignone che ne sappia qualcosa... e io è là che voglio andare! Scoverò il luogo in cui si nascondono, osserverò le loro abitudini, li renderò affrontabili... e solo allora tornerò a Cartignone e farò rapporto al principe!”
Scossi appena la testa e sorrisi: “Voi penserete che sono pazza... e forse avete ragione. Però, qualsiasi cosa possiate dire, non mi farete cambiare idea! Perciò, che siate d’accordo o meno, vi prego ora di lasciarmi andare! Come vedete sto bene, perciò niente vi impedisce di tornarvene al confortevole tepore della locanda...” lo scrutai per un istante e poi, con un sorrisetto sarcastico, soggiunsi “Suppongo che gli agi di quel luogo vi manchino... vi inviterei ad accompagnarmi se non fosse così, ma temo che per voi sarebbe intollerabile restarne lontano per più di qualche ora!”

Guisgard 27-10-2010 01.07.46

Nel bosco, Belven ed i suoi, furono sott'attacco prima che potessero rendersi conto di chi fossero i propri assalitori.
Gli alberi secolari che li circondarono divennero trappole mortali, dalle quali scesero i misteriosi nemici.
Dai rami degli alberi infatti, col favore della notte, veloci e silenziosi, gli assolitori furono in un momento sopra di loro.
La notte sembrava essere loro alleata e la sorpresa la loro forza.
In un attimo ben tre dei cavalieri di Belven furono sgozzati dai lunghi ed agili pugnali dei misteriosi assaltatori.
Lo scontro fu letale e sanguinoso.
Cavaliere25 scagliò le sue frecce contro quelle sinistre figure che sembravano confondersi nella notte e in un incubo senza forma, ma apparivano troppo veloci per essere colpite.
L'unica cosa che si mostrava di quelle figure ai cavalieri era la lucentezza delle loro lame ed il bianco dei loro occhi, che li rendeva simili a spettri.
"Restiamo in posizione di difesa!" Gridò Belven nell'impeto di quella battaglia.
Anche Goldblum il nano, con la sua arma, offrì il braccio ai cavalieri di Belven.
I cavalieri rimasti, benchè molto inferiori di numero agli assalitori, combattevano con vigore, ma l'esito dello scontro sembrò ben presto segnato.
"Così siamo troppo vulnerabili!" Pensò Belven. "Loro combattono in gruppo... è chiaro che questa è la loro forza... e noi abbiamo solo una possibilità... sebbene disperata..."
"Dividiamoci!" Ordinò improvvisamente Belven, cercando di far udire la sua voce al di sopra del fragore delle armi e delle grida della battaglia. "Dividiamoci! Cavaliere25, con me... da questa parte! Morven, Goldblum... dall'altra parte!"
E detto questo, Belven, facendo segno di seguirlo a Cavaliere25, corse nella direzione opposta a quella di Morven e Goldblum.

Guisgard 27-10-2010 01.41.16

Nello stesso momento, al palazzo di Cartignone, nella biblioteca due figure stavano cercando di decifrare il misterioso linguaggio tatuato sull'uomo ucciso da Guisgard.
E nell'udire le parole di Arowhena, il cappellano sorrise.
"Credo che abbiate colto nel segno, amica mia." Disse entusiasta il chierico. "A questo punto sappiamo a cosa mirano i nostri misteriosi nemici. Vogliono colpire la Chiesa... ma abbiamo ancora alcune domande senza risposta... chi sono in realtà? E perchè torturano a morte delle povere innocenti, rendendole martiri della loro follia?"
Si avvicinò ad una delle finestre e scrutò la notte, prossima all'albeggiare, quasi ad invocare quelle risposte alle sue domande.
"Sant'Ireneo diceva..." aggiunse "... che il Male è sempre vicino al Bene..."
In quel momento qualcuno scese nella biblioteca.
"Avete trovato qualcosa?" Chiese Frigoros ai due. "Qualcosa che ci aiuti a scacciare questo incubo?"
"Non credo che le risposte al nostro dramma" aggiunse Guxio, che aveva seguito il suo signore nella biblioteca "le troveremo fra questi libri... o chiedendole ad una pagana..." concluse fissando con disprezzo Arowhena.
"Mi è stata di grande aiuto, invece." Intervenne il Cappellano. "Lady Arowhena ha il dono della conoscenza unita all'arguzia di intendere e alla sottigliezza nell'interpretare. E questi doni il buon Dio li ha concessi alla nostra dama, senza badare troppo alla sua razza, o alla cultura dalla quale proviene."
E finito di parlare fece un lievo inchino col capo, come segno di osservanza e rispetto.

Guisgard 27-10-2010 02.00.07

Intanto, nel vilaggio dei nani, Empi ed Icarion, con le stesse sembianze degli abitanti del posto, avevano raggiunto Elisabeth a casa di Sausar.
"Ciò che sappiamo" disse questi, interropendo Empi "è che qualcosa di oscuro dimora la fuori, nel bosco. Ma fino a quando resteremo qui, protetti nel nostro villaggio, nulla ci accadrà."
"Ma vivere così è da vigliacchi!" Intervenne Icarion. "Non potete restare chiusi qui dentro, mentre qualcosa di terribile dimora propri fuori le mura di questo villaggio!"
Tutti restorono sorpresi dall'impeto di quel nano, ignorando ovviamente la sua vera identità.
"Non essere insolente!" Lo richiamò Sausar. "Rammenta il tuo ruolo e bada a come ti esprimi!"
"Ma vivere così e come non vivere affatto!" Ribatté il principe.
"Ora basta!" Lo zittì Sausar. "Un'altra parola con quel tono e ti farò metterò ai ferri!"
"Anche se starò zitto le cose non cambieranno!"
"Ora basta!" Urlò Sausar. "Portatelo in prigione!" Ordinò alle due guardie presenti. "Stare al fresco gli calmerà i bollenti spiriti!"
Appena le guardie lo immobilizzarono, Icarion avrebbe voluto reagire.
Ma fissò Empi e per non rovinare tutto, suo malgrado, decise di non fare resistenza, lasciando che le guardie lo portassero via.
"Ora perdonatemi..." si scusò Sausar "... ma sono atteso da alcune faccende da risolvere. Affido a te la nostra ospite." Disse poi ad Empi, indicando Elisabeth.
E, salutati i presenti, uscì.

Morrigan 27-10-2010 02.40.38

In un istante, la luce era cambiata.
Un attimo prima Morven stava ascoltando con avidità le informazioni che Goldblum stava rivelando loro.
Un attimo dopo le sue orecchie furono oscurate da un rombo sordo che riempì l’aria intorno.
Un attimo prima stava guardando con sollievo e con una punta di soddisfazione al proprio operato e a come fosse riuscito a comprendere bene l’animo del guerriero.
Un attimo dopo il suo spirito fu come oscurato, sorpreso, stordito e bendato da una forza violenta e improvvisa, che gli scese sul capo e che per poco non lo scaraventò al suolo.

Morven perse l’equilibrio, si puntellò sull’erba e in un istante il suo sguardo si lanciò verso l’alto, verso i rami degli alberi che circondavano la radura e che si protendevano verso di loro. Quei rami che si erano rivelati provvidenziali per i loro agguerriti assalitori, che in quel momento, come rapidi uccelli oscuri generati dal ventre della notte, si scagliavano contro di loro. Le loro lame scintillavano rapide nel buio, e al suo fianco il giovane cavaliere vide cadere un suo compagno senza che questi avesse il tempo di estrarre le armi.
Morven, allora, si lanciò di lato, per prendere almeno un istante, ed estrasse dai foderi le due spade. Quindi, incitato dalle grida di Belven, adirato per la morte dei suo compagno e galvanizzato dall’idea di un nuovo scontro, si lanciò contro l’uomo che aveva appena ritratto la lama dal collo del soldato. Si lanciò contro di lui con foga incontrollata, anelando soltanto di vederlo cadere al suolo in una pozza di sangue.

Era stato forse a causa della natura improvvisa di quell’attacco, della sorpresa di vedersi di fronte un numero così elevato di nemici, o forse solo l’oscurità della notte, che rendeva tutto più incerto e pauroso… o forse era stato semplicemente perché ancora non era così avvezzo alla mischia come gli piaceva credere… per questo o per altri motivi, comunque avvenne che Morven si lasciasse completamente vincere dalla foga, dimenticando l’ordine e ogni forma di ragionamento razionale.
Nella singolar tenzone, fino a quel momento, il giovane aveva dimostrato di avere un equilibrio e un controllo del duello fuori dal normale… ma nella mischia di quella notte, dal suo animo venne fuori soltanto una rabbia sorda ed incontrollata, guidata forse dalla paura, o guidata forse del desiderio… una paura che lo spinse a cercare con insistenza i corpi degli avversari, a menare fendenti con l’una e l’altra mano, a bramare la lama di più nemici alla volta, esponendosi pure con mosse azzardate, che troppe volte lasciarono scoperto il bersaglio.

Fu mentre la testa iniziava a girargli in quella violenta emozione della battaglia che udì in lontananza la voce di Belven, quasi gli stesse arrivando da distanze infinite. Morven non ne afferrò che il vago senso, tanto le sue orecchie erano piene del battito accelerato del suo cuore.

"Dividiamoci!... Dividiamoci! … Morven, Goldblum... dall'altra parte!"

Automaticamente, istintivamente, Morven si spostò nella direzione indicata da Belven, continuando a tenere a bada gli aggressori con le sue due spade.
Tuttavia, il loro numero era ancora superiore, rispetto alle loro forze, e Morven si trovò ad un tratto nella scomoda posizione di dover indietreggiare. Cominciò a chiamare Goldblum, a cercare l’appoggio della sua spada in quella lotta, ma la bassa statura del suo compagno gli impediva di scorgerlo tra gli assalitori.
Indietreggiò ancora, e già era al limitare del bosco. Con un fendente squarciò il ventre dell’uomo che gli stava davanti, ma ancora altri due gli stavano addosso. Le sue due spade, pur valenti, erano troppo corte per tenere i nemici a debita distanza. Il ragazzo cominciò a perdere lucidità e a menare colpi con violenza senza calibrare troppo la direzione ed il bersaglio. In breve, pensò di essere rimasto solo, solo con le sue due armi, solo con quei nemici, ed ebbe paura. E la paura fa muovere gli uomini con mala grazia e con scarza ponderatezza, conducendoli spesso proprio in quelle vie che essi avevano in principio deciso di rifuggire.
Un ultimo impeto di coraggio, di forza, di ardimento, gli permise ancora una volta di scagliarsi contro quegli uomini che lo compivano senza sosta. Il sangue di uno di loro gli schizzò il viso e lo accecò per un istante.
L’attimo dopo il cavaliere era a terra. Gli aggressori giacevano sull’erba, davanti a lui. Il corpo di uno di loro gli pesava su una gamba. Morven fece uno sforzo, si liberò. Si guardò intorno e si avvide di essersi allontanato dalla radura e dai suo compagni. Era solo.

“Goldblum!” gridò, chiamando il nano nella speranza che fosse ancora in vita “Goldblum!”

Ma gli rispose solo il silenzio del bosco.
Allora Morven si trascinò per qualche metro, chè il dolore alla gamba gli impediva di sollevarsi. Si trascinò nella direzione in cui il suo orecchio intese scorrere dell’acqua in lontananza. Ma per quella fatica, gli occhi gli si chiusero e di colpo tutto divenne buio nella sua testa.

Guisgard 27-10-2010 02.50.15

Nel frattempo, nel bosco, Guisgard e Talia erano avvolti dalle inquietudini che animavano quella notte ormai prossima all'alba.
Il cavaliere di Cornovaglia osservava quella ragazza.
Le teneva le mani e si accorgeva della sua determinazione da come stringeva quel pugnale.
E poi il suo sguardo.
Ora deciso, ora incerto.
E da uno sguardo si può capire molto di una persona...

La campagna al tramonto assume dei colori unici.
Tutto sembra assopirsi ed acquietarsi al passaggio del Sole morente.
Se si è fortunati e l'aria è limpida, allora tutto si tinge di un vivo manto purpureo che sembra rinvigorire ogni cosa.
"Non essere sciocca, Carry..." disse Guisgard "... la casa sul lago è dall'altra parte della riva e noi non abbiamo tutto questo tempo..."
"Io sogno quella casa da quando ero bambina..." sospirò lei "... qiuando con mia sorella venivamo a giocare su questo lago... ho sempre desiderato vederla da vicino... ed il fatto che oggi posso vederla con te... oh, ti prego... andiamoci ora..."
"Ma tuo marito sarà al castello a momenti..."
"Guis... portami a vedere quella casa..."
"E sia... andiamo."
"Oh, amore mio!" Gridò raggiante lei. "Ti amo!"
"Andiamo e non perdiamo altro tempo..."
Ma proprio in quel momento si udì in lontananza il suono di un corno che salutava il ritorno del marchese al castello.
"Oh... la casa sul lago..." sospirò lei.
"Ci andremo domani... te lo prometto..."
"Odio quel castello... io... io non posso più viverci... portami via con te, Guis... portami dall'altra parte del lago e dall'altra parte del mondo..."
"Amore mio..." le sussurrò lui prendendola per mano.
"Che sciocca... perdonami..." disse lei asciugandosi le lacrime "... non è questo il momento di lasciarsi prendere dallo sconforto..."
"Fuggiamo via da qui! Ora! Vieni via con me!" La esortò lui.
"Amore... sai bene che dobbiamo ancora attendere... ma tu mi aspetterai?"
"Sai che lo farò..."
"Domani ci ritroveremo qui, alla solita ora..." disse lei "... e mi porterai a vedere la casa sul lago, vero?"
"Si, te lo prometto..."
Il suo sguardo.
Guisgard non avrebbe mai dimenticato quello sguardo.
E nemmeno quel giorno.
Perchè i due amanti non riuscirono mai a vedere la casa sul lago.

Lo sguardo di Talia tradiva inquietudine, tormento, paura, sofferenza.
Poi Guisgard sorrise come era suo solito.
"Si, avete ragione..." disse "... la locanda è confortevole... ma lo è soprattutto di notte... ed ora invece è quasi l'alba..." aggiunse scrutando il cielo che andava pian piano schiarendosi ad Oriente.
Lasciò le sue mani e raccolse da terra la sua spada.
"Avanti, cosa aspettate..." voltandosi verso la ragazza "... credevo foste impaziente di visitare quel posto misterioso... su, forza, dirigiamoci dove avete detto... ad ovest."
Poi, facendosi serio aggiunse:
"Ma badate che se non troveremo niente voglio da voi la promessa che la smetterete con questa insana voglia di fare l'eroina! E non accetto rifiuti!"


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