Camelot, la patria della cavalleria

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Tara La Banshee 07-01-2014 22.42.02

Finii di leggere le due pergamene e senza neanche pensarci presi una decisione.
Sarei andata alla grotta per tentare di scoprire la soluzione dell'Enigma.
Era molto importante per tutto il mio popolo e poi ormai questa faccenda mi si era insinuata nella mente ed ero sicura che fino a quando non avessi trovato una risposta non sarei stata in pace.
Mi sentivo entusiasta e pronta all'avventura e stavo già per precipitarmi verso la mia capanna a fare i bagagli quando mi venne incontro la realtà, riportandomi con i piedi per terra.
Avevo bisogno del permesso del Consiglio per lasciare la mia patria, tanto più per intraprendere una missione così importante.
E se il Consiglio mandasse qualcun altro al posto mio in questa impresa, o se invece non mandasse nessuno pensando che sono tutte sciocchezze....ero sicura di voler rischiare..
Mi ritrovai a combattere tra il dovere che mi era stato insegnato e la brama di novità....
Alla fine però vinse il dovere, inculcato per molti anni nella mia mente e sufficientemente forte per soffocare sul nascere il seme dell'avventura.
Avviserò il consiglio delle mie scoperte e se mi riterrà idonea alla missione tanto meglio...e in cuor mio speravo ardentemente di essere scelta.
Non mi fu difficile rintracciare alcuni membri del Consiglio e anticipar loro le mie scoperte.
Venne così convocato un Consiglio ristretto, composto solo dai capi delle 4 classi presenti nella società icena e dalla Protettrice...http://www.google.it/search?q=arpie&...%3B1680%3B1050
Dopo aver esposto le mie ragioni venni fatta accomodare fuori dalla stanza di consiglio, incominiciai a camminare su e giù senza meta ed ad un tratto la porta si aprì e venne fatta rientrare..

Parsifal25 08-01-2014 00.15.48

Il leader del gruppo mercenario avanzava baldanzoso verso la mia figura. Era davvero molto spavaldo nell'opporsi cosi' facilmente ad una strana figura.....

Mi volsi verso il soldato che lo accompagnava e dissi: "Credo che il tuo compagno abbia ragione.....caro capitano". Avanzai' avvolto da una nebbia nera la quale mi permetteva di poter render la mia figura più sfuggente verso di loro e pronunciai' tali parole:

"In codesto luogo una cappellina lontana suona le sue note tristi senza il suo fedel campanaro......a pochi passi da me vi è un'antica lapide ove incisa vi è la figura dell'Accidia e del suo Demone......siete incappati in un territorio maledetto, cari signori......"

"Capitano......voi.....conoscete la leggenda del Revenhearth, vero? Dite che non è possibile che sia un fantasma.....lo ammetto è vero, ma cosa vi è di peggior che cammini su questa di un esser ne' morto ne' umano.......posso dar tutte le prove che volete, ma codesti uomini che state cercando di arruolare stanno già contraendo la maledizione delle piaghe.....potete vederlo voi stesso...."

Alzai' il dito verso uno di loro e ciò che sarebbe andato a concretarsi....era qual che era stato predetto......

Guisgard 08-01-2014 00.57.48

Astin annuì agli ordini di Clio.
Inoltre inviò un messaggero presso il palazzo Gheorgis, per avvertire che il suo capitano avrebbe raggiunto la dimora del senatore il giorno seguente.
Anche Amian comprese che le parole del militare lasciavano poco spazio ad obbiezioni.
Così, sebbene a malincuore, fu condotto presso l'infermeria come indicato dalla ragazza.
Aveva ormai capito che ella sapeva essere assai risoluta.
Poco dopo, Astin aveva fatto radunare tutti i soldati nella Sala Grande della caserma, dove ormai si attendeva solo di ascoltare il capitano.

Guisgard 08-01-2014 01.04.51

“In verità” disse Tyssen ad Altea “questa storia mi turba davvero... voglio dire... so che amate l'avventura, il rischio ed il pericolo... siete tanto audace, quanto bella e non difettano in voi il coraggio ed il senso del mistero... tuttavia ho idea che questa storia sia molto diversa da tutte le avventure che avete vissuto fino ad oggi... non so, ma ho questa sensazione... però, se devo essere sincero, non riesco a comprendere come possa un abate salvare il regno... e soprattutto qual'è questo pericolo che lo minaccia... mah... vedremo...” annuì “... si, direi di prenotare delle stanze... così domani mattina ripartiremo riposati...”
Così i tre trascorsero la notte in quella locanda, per poi ritrovarsi pronti a partire il mattino seguente.
Tuttavia, il nano Gyen apparve turbato ed inquieto.
“E' accaduta una cosa strana...” mormorò.

Guisgard 08-01-2014 01.12.40

Gufo Scarlatto restò turbato da quella scena.
Si voltò allora verso Parsifal.
“Forse” disse “siete un negromante... o magari un alchimista...”
“O forse” intervenne il suo luogotenente Boyke “è un cavaliere condannato da qualche oscuro incanto... fate attenzione, capo!”
“O molto più probabilmente” mormorò Gufo “un illusionista o un indovino...” accennò un lieve sorriso, simile ad un ghigno “... eppure vi è qualcosa in voi che mi affascina, cavaliere... vi offro un patto... risparmierò gli uomini di questo campo, lasciandoli anche liberi, a patto di avervi nelle mie schiere... come mercenario al mio servizio... la paga è ottima e la fama non mancherà... accettate?”

Guisgard 08-01-2014 01.21.15

Tara fu così convocata davanti al consiglio.
“Il consiglio” disse una delle consigliere “ha accettato la tua richiesta. Così abbiamo deciso di inviarti, in qualità di messaggera di questa augusta assemblea, presso il luogo che la tradizione conosce quale dimora delle Sarchie... così ti assicurerai se le tre sono davvero al corrente di ciò che i rotoli predicono... eccoti una mappa della regione, in cui è indicato il luogo in cui dimorano le tre veggenti... bada che sono terre in gran parte sconosciute e ormai da anni nessuna di noi mette più piede laggiù... va e torna con buone notizie...”

Guisgard 08-01-2014 01.29.29

Così, come deciso da Eilonwy, Aladiah e Coco restarono a far compagnia al cavaliere, mentre la ragazza partiva col suo Dante in cerca di cinghiali.
“Voi due” disse Riccardo al Cherubino e alla fatina “siete servitori di Eilonwy?”
“Noi?” Stupito Aladiah. “Vi sbagliate, cavaliere!” Risentito. “Siamo piuttosto suoi consiglieri. Diciamo che siamo la voce della sua coscienza.”
“Si, diciamo così.” Sorridendo Coco.
“Lady Eilonwy” fece Riccardo “è una ragazza particolare... non so, ma non credo di aver conosciuto mai nessuna dama metà amazzone e metà cavaliere...” sorrise “... diciamo sembra una sorta di Diana...”
“Cavaliere...” fissandolo Aladiah “... badate che ella è davvero diversa dalle ragazze che avete potuto incontrare... e non mi riferisco solo alla sua passione per la cavalleria...”
“Cioè?” Incuriosito il cavaliere.
“Nulla...” sentenziò il Cherubino “... ma rammentatelo...”
Riccardo restò turbato, tuttavia senza fare altre domande, poiché un degno cavaliere non si rende indiscreto circa la vita di una dama.
Eilonwy, intanto, era riuscita a trovare un cinghiale nel bosco.

Eilonwy 08-01-2014 09.49.26

Tirai fuori l' arco e lo puntai contro il cinghiale. Esitai un po' perchè non volevo, dopotutto, ucciderlo....però era anche vero che avevo fame.
Vidi il cinghiale che scappare via a causa di un nitrito, anche se flebile, di Dante.
Lo inseguì per un bel po' scagliandogli varie frecce. Poi alla fine una lo colpì alla testa.
Vidi il povero animale selvatico accasciarsi per terra. Alla fine gli diedi il colpo di grazia al cuore e trascinandolo con una fune lo portai dove c'era il carro.
"Se qualcuno di voi è debole di stomaco.....non guardate!" dissi ed aggiustandomi il vestito di ghiaccio per non sporcarlo.
Con un coltellaccio staccai la testa al cinghiale e poi lo sviscerai. Dopo averlo impalato e messo sul fuoco, andai ad un pozzo lì vicino.
Mi pulì le diafane mani e mi riavviai verso i miei compagni di viaggio.
COLONNA SONORA:
http://www.youtube.com/watch?v=VsTbze4x-s4

Parsifal25 08-01-2014 13.05.45

La proposta era molto allettante ma come potevo presentar tal potere al cospetto di un cosi' strano individuo. Utilizzai' al meglio il potere dell'aura che mi avrebbe permesso di capire come le sue prerogative eran disposte.

Muovendomi con il potere delle ombre sollevandomi a mezz'aria andai' dietro di lui e gli sussurai' nell'orecchio tali parole:

"Potrei' unirmi alla tua causa......ma se non mantieni la promessa nel liberar codesti uomini potrebbe succedervi qualcosa.....messere. Non si scherza con un Mietitore......" . Instillai' nella mente dei suoi uomini un senso di oppressione emotiva.

La maledizione nel mantener sigillato il demone che portavo con me....qualora, avessi usato i suoi poteri, diveniva sempre più fulgida. Se non fosse stato per i sentimenti che mi legano a Richard e la piccola Eilonwy......già.....sarei' un essere incorporeo.


"Non amo esser preso in giro......e se la vostra causa non mi aggrada.....sarete condannati; un'ultima cosa messere.....sareste disposto a sigillar i sette demoni che affannano codesta terra.? Le posso assicurare che è una cosa molto divertente....." una risata isterica divagò nel silenzio del fitto della radura.....

Clio 08-01-2014 14.04.12

Sprofondai nella poltrona, chiudendo gli occhi per un momento.
Ero davvero stanca.
Pian piano, gli ufficiali iniziarono a prendere posto attorno al grande tavolo, e gli addetti alla cucina portarono brocche di vino e bicchieri.
Salutai gli ufficiali ad uno ad uno mentre entravano, alcuni erano giovani quanto me, altri invece erano stati agli ordini di mio padre, prima di me, c'era chi era arrivato fin lì grazie al proprio nome, e chi aveva fatto carriera dal basso.
Ciò nondimeno erano tutti validi e fidati.
"Grazie di essere arrivati tanto in fretta, oggi è stata una giornata pesante per tutti, e so che per alcuni di voi la notte lo sarà altrettanto, quindi sarò breve.." Sospirai "Non vi avrei convocati se non fosse importante..".
Così, aggiornai gli ufficiali degli ultimi avvenimenti: dai Gufi Scarlatti al viaggio improvviso del re, alla lotta tra i senatori, fino alla mia scelta di appoggiare il senatore Gheorgis.
"Dunque, questo è quanto... La mia scelta si ripercuote su di voi, naturalmente.. Ho provato a sostenere che schierare l'esercito è pericoloso, che dovevamo essere sopra le parti, ma mio padre mi ha tacciato di ignavia.. Così, la guerra civile sarà inevitabile... Fate attenzione ai mercenari che saranno nei vostri reparti, perché temo risponderanno a Bool che li ha voluti e che, ai loro occhi, li paga..".
Lasciai che il mio sguardo vagasse sui loro volti.
"Ma immagino che non saremo tutti d'accordo.. E non possiamo permetterci discordie interne, né intendo obbligarvi ad andare contro le vostre convinzioni... Chiunque di voi non desideri schierarsi con Gheorghis, lo dica adesso... Verrà congedato con onore, con una mia raccomandazione personale sul suo valore, che gli aprirà le porte di altri reparti dell'esercito, meno coinvolti in questa faida.. E, naturalmente, la mia stima non muterà di una virgola.. E se quando tutto questo finirà, io avrò ancora il comando, vi accoglierò a braccia aperte, anche se non posso garantirvi la medesima posizione, perché non sarebbe giusto verso chi vi sostituirà ... Perché apprezzo chi ha il coraggio delle proprie azioni.. E, lo ripeto, non voglio che, da domani, ci siano dissidi tra voi... Voglio essere sicura che eseguiate gli ordini senza titubanze o recriminazioni... Dobbiamo essere uniti e compatti.. Perché già l'arrivo dei mercenari porterà scompiglio... Se ci mettiamo a litigare tra noi, è la fine...".

Altea 08-01-2014 14.51.30

Ascoltavo Tyssen e pensavo...avevamo viaggiato molto io e lui e mai si era intimorito di nulla..era strano come anche lui avvertisse qualcosa di strano.
"No" pensai "quel frate non è la soluzione per il regno e la Granduchessa Consel e la sua famiglia...ma forse potrebbe indirizzarci verso la soluzione".
Andammo a riposare, la notte trascorse tranquilla e ci svegliammo di buon'ora..tutto era pronto per la nostra partenza quando arrivò Gyen, lo vedevo spaventato.."Cosa è successo..?" lo guardai perplessa ma anche piena di insensato timore.

elisabeth 08-01-2014 22.29.26

Le peggiori situazioni si propongono alla vista dell'uomo con stupore e senso dell'orrore...la meraviglia non traumatizza.....il sangue fluì come sgorgasse da una fonte di acqua appena scoperta e l'uomo finì a terra in una pozza di sangue....Frate Saverius.....si riprese con voce esanime ,,,perchè il suo lavoro doveva essere completato...l'estrema unzione.......mi guardai intorno, tutte le persone presenti continuavano a fare ogni cosa senza scomporsi nella loro massima indifferenza.......mi colse la nausea...non sapevo se per il cadavere o per l'indifferenza umana...ma L'assassino, sembrava voler andare via in fretta da lì...e non da solo, i nostri soldi a quanto pare gli facevano gola.......mi senti afferrare per un braccio e trascinare fuori.....i Frati sembravano essere dietro di me e questo mi fece star meglio....." Quanta furia, sembravate così spiritoso e invece siete spietato......mi state facendo male, e non capisco il motivo per cui ci state trascinando con voi.......a questo punto rischiamo di essere vostri complici e la cosa non mi piace....quindi ...fateci il favore...troveremo un'altra anima pia che ci accompagni al bosco...."......niente le sue orecchie sembravano colme di cera....ormai correvo ed avevo il fiatone un passo suo erano due dei miei...stavo praticamente volando .....".....State correndo...state correndo per andare dove..questa non e' la strada per il bosco...."......conoscevo bene il percorso e quello non era di certo quello giusto...quella strada portava ad un casolare abbandonato...dove i ragazzini dicevano che la notte si riunivano le streghe ......... " Conoscete quel posto ?.....se non lo conoscete state attento perchè non e' bene frequentato...".........Parlare coni sordi era un dramma.....

Tara La Banshee 08-01-2014 22.52.00

Felice della decisione del consiglio corsi a casa e, dopo aver preparato frettolosamente un bagaglio, partii finalmente per la mia avventura.
Spiegai le ali assaporando ogni alito di vento, chiusi gli occhi per un attimo...pace...
Tenevo salta nella mia mano destra la mappa ed ogni tanto le davo un'occhiata, come per ricevere da essa conferme.
Intanto sotto di me il paesaggio stava cambiando...non vi era più mare,sogli e spiagge, ma verdi pianure lussureggianti sulle quali vivevano animali e uomini.
Mi spinsi più in alto nel cielo per non essere vista da quest'ultimi, tutte noi Icene, da piccole, avevamo ascoltato la storia di una di noi che era stata catturata e esibita come attrazione nelle fiere di paese proprio dagli uomini.
La pianura scomparve e lasciò il posto a colline sulle quali era coltivata l'uva, un semplice frutto, che, nelle mani degli umani, diventava strumento di perdizione.
Sorpassai le colline mentre il sole lasciava il posto alla Luna, sua moglie e alle Stelle sue figlie.
Iniziai ad avvertire la stanchezza, guardai la mappa..no, non sarei riuscita ad arrivare alla grotta oggi.
Guardai in basso alla ricerca di un posto dove passare la notte quando scorsi quella che sembrava una sorta di stalla.
Mi avvicinai prudentemente assicurandomi che fosse deserta.
Mi rasserenai, in questa stagione gli uomini portavano le loro bestie a pascolare sulle alture, potevo stare tranquilla, non sarei stata disturbata.
Restai un po' distesa sul prato ad osservare le stelle ed a pensare a quello a cui stavo andando in contro poi entrai e, sistemandomi alla meglio, mi addormentai.
Il calore di un raggio del sole sul viso fu ciò che mi fece aprire gli occhi quella mattina, era già alto in cielo e questo significava soltanto una cosa: dovevo sbrigarmi.
Mi rimisi in viaggio mangiucchiando una mela che avevo portato con me.
Passai così altri due giorni senza neanche rendermene conto.
Ad un certo punto del mio viaggio infatti il paesaggio era divenuto tutto uguale, una distesa di terra arida e rocce dalla quale, di qua e di la, uscivano spruzzi di fumo di acre odore.
Ormai la mappa non mi serviva ad un granché, non segnava quasi niente di quei luoghi.
Dovevo lasciare fare al mio istinto e sperare che la fortuna fosse dalla mia parte per una volta.
Passai l'intera giornata a scrutare il suolo alla ricerca di una grotta, una cava, un incavo, qualcosa che potesse darmi un segno.
E di nuovo il Sole stava per cedere il passo alla sua signora quando finalmente, nella penombra mi parve di scorgere un'apertura tra delle rocce.
Scesi lentamente e quando i miei piedi toccarono terra non produssero alcun suono.
Ancora più silenziosamente mi addentrai nella spelonca sperando non fosse la tana di qualche bestia misteriosa.
Con mio grande sollievo invece vidi tre donne.
http://www.google.it/search?q=donne+medioevo&rlz=1C1RNPN_enIT426&espv=2 10&es_sm=122&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ei=CsjNUvHx OIvOygPP_YGADA&ved=0CAkQ_AUoAQ&biw=1024&bih=609#fa crc=_&imgdii=_&imgrc=HdraSZ20vy_kCM%3A%3BOUmzJ3jpK xjYnM%3Bhttp%253A%252F%252Fwww.atuttascuola.it%252 Fi%252Fstoria%252Fdonne%252FImmagini%252Ftre%25252 0donne.jpg%3Bhttp%253A%252F%252Fwww.atuttascuola.i t%252Fi%252Fstoria%252Fdonne%252Fdonne_nel_medioev o.htm%3B232%3B250

Guisgard 09-01-2014 01.05.10

Tara raggiunse, così, quella grotta e vi entrò.
Quel luogo, austero e per molti inaccessibile, ma non per le Icene che a differenze degli uomini sono dotate di ali che all'occorrenza possono nascondere molto bene, appariva ben protetto dal mare, dai fiumi che scorrevano non molto lontano, dai boschi circostanti e dalle montagne.
Nell'entrare, Tara si ritrovò in una stretta ed angusta galleria semi sotterranea, illuminata a stento dai raggi del Sole che filtravano baluginando attraverso le strette fessure delle rocce, conferendo a quel luogo una mistica ed enigmatica atmosfera, come se davvero fosse una sorta di passaggio tra questo mondo e quello degli spiriti.
E percorsa quella galleria, la donna alata si ritrovò in una stretta spelonca, dove tre donne, di età avanzata, stavano facendo bollire qualcosa in un fumante calderone.
“Ehilà...” disse sorpresa una delle tre, accorgendosi che qualcuno era giunto “... chi è che giunge in questo luogo?”
“Sei un vivente o uno spirito?” Gridò la seconda delle tre.
“Oh...” sorridendo la terza “... non la riconoscete, sorelle? E' un'Icena...”
“Icena?” Ripetè la prima. “Non si sono ancora estinte?”
“No, vivono oltre i monti e le pianure basse...” mormorò la terza.
“E cosa vuole da noi questa donna alata?” Stupita la seconda.
“Sarà lei stessa a rivelarcelo...” fece la terza, per poi indicare a Tara di avvicinarsi.

Guisgard 09-01-2014 01.14.58

Appena Clio ebbe terminato di parlare ai suoi, Astin si alzò dal suo posto, voltandosi verso i soldati.
Li guardò a lungo, senza dire nulla.
Sembrava fissarli uno ad uno negli occhi.
Ad un tratto tra i militari cominciarono ad alzarsi alcuni di loro.
Prima pochi, poi sempre più numerosi, fino a ritrovarsi tutti in piedi alla fine.
“Siamo tutti con voi, capitano.” Disse uno di loro.
“Si, come sempre è stato.” Un altro.
“E come sempre sarà.” Un altro ancora.
E tutti iniziarono a mostrare con entusiasmo la propria fiducia verso il loro capitano, inneggiandone il nome.
“Questi uomini” voltandosi Astin verso Clio “ non sono meno dei legionari che sul Rubicone scelsero di seguire Cesare che marciava contro Roma, capitano... vi seguirebbero in capo al mondo... ed io non avevo dubbi.”
Nella sala continuava ad echeggiare il nome di Clio scandito dai suoi fedeli soldati.
Dopo un po' le fila furono sciolte e la notte trascorse serena, per quanto possibile, nella caserma.
L'indomani Clio era attesa dal senatore Gheorgis.
Ed infatti, nel cuore del mattino, un messo del senatore giunse in caserma per condurre il capitano al palazzo del suo padrone.

Guisgard 09-01-2014 01.24.44

I mercenari di Gufo Scarlatto, a quelle parole di Parsifal, rimasero inquieti e quella delirante risata del cavaliere gettò i loro animi in un profondo turbamento.
Tuttavia il loro leader apparve risoluto e difficilmente impressionabile.
“Cavaliere...” disse fissando Parsifal “... ho dato la mia parola e la manterrò... voi unitevi a noi ed io libererò gli uomini di questo campo... quanto ai demoni di cui parlate e che forse vi tormentano, posso dirvi che a me interessano i vivi e non i morti o gli spiritelli... vi prometto fama e ricchezza... cose che ci saranno date dagli uomini... del resto a me non interessa... dunque a voi l'ultima parola... accettate di unirvi a noi?”

Guisgard 09-01-2014 01.32.25

“Ma quante storie” disse il contrabbandiere ad Elisabeth, mentre continuava a trascinarla lontana dalla locanda, con i due monaci sempre dietro di loro “e quanto chiacchieri, bellezza! Dovresti fidarti un po' di più delle guide che cerchi di ingaggiare, sai? Dopotutto sono io che devo portarvi nel bosco!” Raggiunsero il vecchio casolare abbandonato.
“Elisabeth ha ragione...” con affanno Fra' Severius “... questa non è la strada per il bosco...”
“Ovvio che non lo è.” Senza scomporsi il contrabbandiere. “Volevate forse andare a piedi laggiù? Vi avverto, voi magari credete davvero al Regno dei Cieli e a questa vita come un qualcosa di passaggio, ma io, che invece non ho la vostra Fede, sono più propenso ad essere prudente quando è in ballo la mia pelle.” Fissò Elisabeth. “Quanto al mio essere spietato, bellezza...” sorridendo “... ti dirò... in quella locanda o lo si è, oppure arriverà qualcun altro e lo sarà a tue spese... sono stato chiaro o vuoi che ti faccia un disegnino?” Le fece l'occhiolino.

Guisgard 09-01-2014 01.39.38

Riccardo osservò Eilonwy mentre preparava il cinghiale, rendendolo pronto per essere arrostito.
Vide poi Aladiah e Coco che si preoccupavano di accendere un fuoco per scaldarli e permettere loro di cucinare il cinghiale.
“Vedo” disse il cavaliere alla fanciulla “che siete una ragazza piena di risorse... cacciatrice, amazzone e persino capace di scuoiare un cinghiale...” sorrise “... sareste una perfetta moglie... e mi chiedo... è scortese da parte mia domandarvi se qualcuno, magari, vi sta aspettando da qualche parte? Intendo un amato...”

Guisgard 09-01-2014 01.45.44

Anche Tyssen, come Altea, si accorse dell'inquietudine del nano.
“Ho...” disse visibilmente scosso Gyen “... ho veduto i registri del locandiere... lui stesso me li ha mostrati, per farmi rendere conto dei buoni prezzi che pratica rispetto alla concorrenza...”
“E allora?” Fissandolo Tyssen.
“E ho potuto vedere i clienti di ieri sera...”
“Dunque?” Incuriosito l'avventuriero.
“Ecco...” mormorò il nano “... c'eravamo noi e due vecchi che si sono fermati solo a bere qualcosa, per poi andare via... e nessun altro... non c'è traccia dei tre religiosi seduti al tavolo accanto al nostro... lo stesso locandiere afferma di non averli mai visti entrare nella locanda... è la stessa cosa giurano sua moglie e le loro due figliole che servivano ai tavoli...”
“Ma è impossibile...” scuotendo il capo Tyssen “... ci hanno parlato a lungo... è assurdo che nessun altro li abbia visti...”
“Eppure è così...” mormorò Gyen.

Guisgard 09-01-2014 02.14.54

Quadro III: Odissea videoludica


“Il guerriero allora comprende che il ripetersi delle esperienze ha un'unica finalità: insegnargli quello che non vuole apprendere.”

(Paulo Coelho, Manuale del guerriero della luce)


Guisgard fu così condotto dal direttore del carcere.
“Signor Guisgard...” disse questi, accogliendolo con entusiasmo nel suo ufficio “... che onore... l'uomo più veloce del mondo...” sorridendo “... mi creda, è davvero straordinario averla qui... ma si accomodi, la prego...”
Guisgard si sedette, continuando a fissarlo per capire cosa celasse tutta quella storia.
“Lei non mi crederà” continuò il direttore “ma io ricordo a memoria tutte le sue vittorie... anche le Pole Position e persino i record che ha fissato nei vari circuiti... lei è un fenomeno!”
“La ringrazio.” Sorridendo Guisgard. “Vedo che qui prendete molto sul serio la Formula 1... anche i suoi detenuti.”
“Ma perchè lei è un asso, un campione, amico mio!” Ridendo il direttore.
Il pilota annuì con un altro sorriso, stavolta di circostanza.
“Rammento una sua frase dopo le qualifiche...” fece il direttore “... dov'era? In Germania mi pare... si, quella sua frase dopo che un giornalista le aveva chiesto del suo rivale classificatosi molto più indietro... e lei rispose... non guardo mai indietro, ma davanti e davanti a me c'è solo il vento!” Rise di nuovo. “Fantastico! Da quel momento fu soprannominato Il Figlio del Vento!”
“In verità” fece Guisgard “già da prima.”
“Lei non lo sa” dandogli una pacca sulla spalla il direttore “ma io ho dovuto penare un bel po' per averla qui. Ho dovuto tirar giù un bel po' di pezzi grossi dalle loro poltrone.”
“Lusingato da tanto interesse.”
“Lei è proprio come la immaginavo, sa?” Guardandolo il direttore. “Del resto per fare la professione che fa lei, signor Guisgard, bisogna essere così, immagino... schivi, freddi, probabilmente cinici...” annuì divertito “... dopotutto non molti riuscirebbero a fare le cose che fa lei in pista.”
“Signor direttore...” disse il pilota “... davvero, io ho piacere del suo entusiasmo, ma voglio essere chiaro... se qui nel penitenziario organizzate corse fra detenuti, beh, vi avverto... a me non frega nulla... sono mesi che non scendo in pista...”
“Oh, signor Guisgard...” ridendo ancora il direttore “... da un uomo come lei non mi aspettavo tanta ingenuità...” scosse il capo “... non sa che simili corse sarebbero vietate dalla legge?”
“Quindi il suo è solo un benvenuto da appassionato di corse, giusto?”
“Giustissimo!” Esclamò il direttore. “Del resto non sempre si ha l'onore di avere una celebrità come lei in un posto come questo.”
“Ne ho piacere.”
“Signor Guisgard...” guardandolo negli occhi il direttore “... lei è un uomo fuori dal comune... un uomo con abilità straordinarie... è l'idolo di milioni di appassionati, che vorrebbero emularla in ogni modo possibile... basta la sua faccia su un qualsiasi prodotto, dai dolci, ai giocattoli, ai videogiochi, per farne vendere milioni di pezzi...”
“Vuole farmi pubblicizzare qualche manufatto prodotto dai suoi detenuti?” Sarcastico Guisgard.
“Eh, amico mio...” rallegrato il direttore “... lei è una forza... ma in un certo senso ha indovinato...”
“Davvero?”
“Già...” annuendo il direttore “... si tratta di un progetto che va oltre il semplice interesse commerciale... lei conosce il romanzo I Pilastri di Afravalone?”
“Si, ne ho sentito parlare...” rispose il pilota “... una di quelle tante sciocchezze che oggi vanno così in voga... cavolate dove si mettono insieme in modo improbabile personaggi come Gesù e Maria Maddalena e si descrivono complotti assurdi dove la Chiesa mira ad assoggettare il mondo, un po' come gli alieni fanno nei cartoni animati giapponesi...”
“Lei è molto sagace, amico mio...”
“Faccio del mio meglio.”
“I Pilastri di Afravalone è in realtà un best seller che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo...” spiegò il direttore “... e come tale è capace di muovere miliardi... e da esso ne hanno tratto un videogioco...”
“Mi faccia indovinare...” mormorò Guisgard “... uno di quelli in cui un commando, invece di far fuori qualche leader mediorientale, deve entrare in Vaticano ed accoppare il Papa, giusto?”
“Lei è davvero spiritoso...” accennando un sorriso il direttore “... quel videogioco è qualcosa di rivoluzionario... qualcosa che cambierà per sempre il modo di vivere la propria esistenza... un qualcosa che forse per un uomo come lei è impossibile da comprendere...”
“Ma se un minuto fa mi ha dato del superuomo...” ironico Guisgard.
“Arriverò subito al dunque...”
“Mi lasci indovinare...” derisorio il pilota “... lei non è un mio fan?”
“La linea pubblicitaria che vuole diffondere quel videogioco” chiarì il direttore “mira ad utilizzare grandi personaggi, come gli attori, le rock star e i campioni dello sport... ed io voglio vendere il suo volto a quel videogioco... in pratica lei parteciperà a quel gioco, aumentandone così la popolarità... e i suoi ammiratori correranno in massa per poter entrare in quel mondo virtuale...”
“Capisco...” disse Guisgard “... e mettiamo che io non accettassi?”
“Sa perchè io posso attraversare il cortile di questo penitenziario” avvicinandosi alla finestra il direttore “in mezzo alla peggior specie di criminali, senza che nessuno di quelli mi aggredisca?”
“Beh...” senza scomporsi il pilota “... immagino sia perchè ci sono guardie armate un po' ovunque che tengono sotto tiro quei criminali...”
“Questo è vero in parte, amico mio...” tornando a fissarlo il direttore “... in realtà è perchè io qui esercito il potere... ed il potere impone la paura su chi lo subisce...” sorrise ancora una volta “... ora sta a lei decidere cosa fare, signor Guisgard... io ho il potere di farle trascorrere un soggiorno molto confortevole qui con noi... oppure renderlo un vero Inferno...”
“Signor direttore...” replicò Guisgard “... io voglio solo scontare la mia pena, i miei cinque mesi e poi andarmene...”
“Signor Guisgard...” con tono garbato il direttore “... cinque mesi possono essere lunghi... in cinque mesi possono accadere tante cose...” aggiunse con un tono inequivocabile, per poi mostrare, sul pc che aveva sulla scrivania, la pubblicità di quel videogioco.
E Guisgard restò a fissare la donna di quella pubblicità e le sue promesse di felicità.
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Eilonwy 09-01-2014 10.27.30

Sorrisi a Sir Riccardo e dissi: "No, non ho alcun fidanzato.......e mio padre non mi ha mai promessa a nessuno perchè, secondo lui, ero abbastanza matura ed intelligente per scegliermelo da sola l' uomo da sposare. Mio padre e mia madre avrebbero avuto solo come compito quello di metterlo alla prova e di vedere di quale casato o regno appartenesse, in modo tale da farmi vivere sempre in un modesto lusso. Altro compito dei miei genitori era di constatare se mi amasse veramente e se fosse un bravo ragazzo/uomo".
Poi, dopo aver detto ciò, presi la borsa magica fatta da Coco, la quale bastava avvicinare un qualunque oggetto e di qualunque dimensione e peso ai bordi della borsa che subito diventava grande quanto il palmo di una mano e leggera come una moneta d' argento, e la misi per terra.
Infatti, prima della fuga, Coco aveva ficcato in quella borsa tutti i miei vestiti, la mia armatura, borracce d' acqua e di Vin Santo, focacce di croccante pane, un set da cucito, delle bianche bende, i cosmetici da donna con la spazzola per capelli, la "Divina Commedia" di D. Alighieri, il "De regimine principum" di E. Romano, il "De Principatibus" di N. Machiavelli e la Sacra Bibbia (questi erano i miei libri preferiti).
Senza farmi vedere dal cavaliere tirai fuori una borraccia contenente Vin Santo, il set da cucito e le bende.
Mi avvicinai a Sir Riccardo e dopo aver pulito la ferita con un po' d' acqua, la disinfettai con il Vin Santo. Dopo questo, sterilizzai l'ago sul fuoco e gli ricucii la ferita.
Per finire l' opera, spalmai l' unguento di Aladiah e Coco sulla ferita e fasciai ben bene il paladino.

Clio 09-01-2014 11.42.00

Restai a guardare e ad ascoltare i miei soldati commossa da tanta lealtà.
Quando tornò il silenzio, lasciai scorrere lo sguardo sui loro volti.
"Grazie.. È inutile dire quanto io sia fiera di voi... Non esistono uomini migliori.." Sorrisi, e congedai tutti, perché tornassero nei loro alloggi o raggiungessero i posti di guardia.
Mi avviai anch'io verso il mio alloggio in caserma, lieta che quella giornata fosse finalmente finita.
Una volta sola, la porta chiusa, sospirai, ripensando a tutto quello che era successo.
Sciolsi la treccia che tratteneva i miei capelli, lasciai l'uniforme per una veste da camera, e iniziai a spazzolarmi, cercando di allontanare ad ogni colpo le preoccupazioni di quel giorno.
L'attentato, i mercenari, il viaggio del re.. Ci mancava solo quell'impertinente di un medico, come ciliegina sulla torta.
Pensava davvero di impressionarmi? Lui, un giovane ufficiale medico che non si è nemmeno meritato il posto? No, ci voleva ben altro..
Incontrai per un momento il mio sguardo riflesso nello specchio e sorrisi.
L'unico momento della giornata in cui mi sentivo davvero donna, l'unico in cui permettessi alla mia mente di vagare, fantasticare, ricordare.
Sospirai, alzandomi dalla sedia.
Potevo raccontarmi che nessun uomo era mai stato in grado di turbarmi, ma avrei mentito a me stessa.
Lanciai uno sguardo alla spada, così preziosa, troppo preziosa per me, che me lo ricordava costantemente, chiedendomi se il suo viaggio diplomatico l'avrebbe tenuto lontano ancora per molto. Era via da mesi, ormai.
Scossi la testa mente mi infilavo sotto le coperte: anche se fosse tornato non avrei certo avuto occasione di vederlo... e probabilmente, era meglio così.
Non era che un sogno, infondo: tanto bello quanto irrealizzabile.

Una voce, qualcuno mi stava chiamando. Di chi era quella voce?
Sentii una mano delicata e liscia accarezzarmi il volto, era una mano curata, non quella di un soldato, una volta, un’altra volta, eppure non la spostai, non avevo la forza di farlo, il mio corpo non rispondeva, e poi non volevo che smettesse, era così dolce e così piacevole. Stavo sognando?
Sentii l’altra mano, posarsi delicatamente sulla mia spalla, e scuotermi dolcemente.
E poi lo sentii.
“Capitano, capitano..” chiamava, quasi con timore “capitano, vi prego, vi prego, aprite gli occhi, vi prego..”.
Ci provai, e la mia oscurità fu squarciata da un raggio di sole che filtrava tra gli alberi.
“Oh, grazie al Cielo.. siete viva..” esclamò.
MI voltai verso quella voce, e due occhi di smeraldo si materializzarono di fronte ai miei, così vicini, così belli.
Sbattei le palpebre un paio di volte, quei pensieri non erano da me.
In un attimo, ricordai ogni cosa: la carrozza, il viaggio, l’attacco improvviso, la lotta.
Provai ad alzarmi, ma una fitta al fianco mi fermò immediatamente, voltai lo sguardo e vidi che vi era conficcata una freccia.
Con una smorfia di dolore, tornai a sdraiarmi.
“Non dovreste essere qui, mio signore..” dissi al giovane uomo chinato su di me “…siamo qui per difendervi, non complicateci le cose..”.
Il suo sorriso mi abbagliò.
Andiamo, Clio, smettila con queste sciocchezze, pensai, senza riuscire a togliere gli occhi da quel bellissimo viso così chiaro, incorniciato da lunghi capelli corvini, che gli ricadevano lisci come seta sulle spalle.
Ero come paralizzata.
“L’avete fatto eccome, capitano.. i nemici sono sconfitti… avete perso i sensi ” si fermò, per un momento, abbassando lo sguardo, per poi rialzarlo su di me.
Era difficile decifrare quello sguardo, nessuno mi aveva mai guardato in quel modo, sembrava un misto di ammirazione, quasi timore reverenziale, e qualcosa che non riuscii a decifrare.
“Mio padre aveva ragione, ad insistere perché voi in persona mi accompagnaste… siete stata, veramente…. Insomma, avete sbaragliato quegli uomini così velocemente.. Se non fosse stato per voi..” disse con voce tremante “…vi devo la vita, capitano…”.
Sorrisi, senza staccare gli occhi dai suoi.
“E’ un onore per me, servirvi, mio signore..” dissi, sorridendo.
“Karel..” Disse piano “chiamatemi per nome, capitano.. Vorrei poter fare lo stesso..”.
Spalancai gli occhi “Mi fate un grande onore, mio signore, ma non sarei mai capace di osare tanto.. Voi potete chiamarmi come preferite, non vi occorre certo il mio permesso..”.
Provai nuovamente ad alzarmi, ma non ci riuscii.
“Permettete?” disse lui, scrutando il mio sguardo, incerto, per poi sorridere “Credo di essere abbastanza forte da portarvi…”.
“Non preoccupatevi per me, milord.. ci penseranno i miei uomini..” dissi, stupendomi di quella premura.
Mi voltai per vedere dove fossero i miei uomini, ma vidi che si tenevano a distanza, probabilmente intimoriti dalla sua presenza.
Sarebbero accorsi se li avessi chiamati.
Nel voltarmi nuovamente verso il giovane accanto a me, una ciocca di capelli si avvicinò ai miei occhi.
Prima che potessi farlo io, lui allungò la mano e la spostò, gentilmente, per poi ritrarsi immediatamente, come temendo una mia reazione.
Ma io mi limitai a sorridere, stupendomene io stessa.
“Insisto capitano…" esitò "Clio.. sono in debito con voi..” sorrise “..sarò sempre in debito con voi..”.
Non riuscivo a parlare, incapace di comprendere il mio comportamento.
Annuii impercettibilmente.
Così, lui mi prese tra le braccia, delicatamente, quasi avesse paura di sfiorarmi, paura che andassi in mille pezzi, o qualcosa del genere.
Un brivido mi attraversò.
Nessuno mi aveva mai trattato in quel modo, e mi resi conto di sorridere nuovamente.
Quando mi sollevò da terra, lanciai un grido soffocato, quella freccia andava tolta al più presto.
Non mi ero mai accorta che fosse così forte, sembrava delicato e gentile, così diverso dagli uomini che mi circondavano.
“Permettete, capitano..” disse lui, guardandomi negli occhi “..il palazzo ormai non è lontano… il mio medico vi curerà… è il minimo che possa fare..”.
“Siete troppo gentile mio signore…” mormorai, trattenendo a stento il dolore.
Mi resi conto di essere sporca di sangue, terra, e sudore, mentre lui era vestito di seta e raso e profumava di fiori e spezie che richiamavano paesi lontani.
“Vi sporcherò l’abito..” dissi distrattamente, inseguendo i miei pensieri. Per poi arrossire immediatamente, accorgendomi di aver parlato ad alta voce.
Lui scoppiò a ridere, e in un attimo, al di là degli abiti preziosi, delle gemme, del nome che portava, intravidi un ragazzo giovane e spensierato.
“Sono quasi sicuro che questo non sia l’unico che possiedo…” sorrise, facendomi l’occhiolino.
E quel sorriso fu l’ultima cosa che vidi, prima di sprofondare nuovamente nel buio.


Mi svegliai di buonumore, rintemprata da quel dolce ricordo.
Il senatore mi aspettava per colazione, dovevo prepararmi in fretta.
Indossai l'uniforme, la corazza fatta su misura, e il lungo mantello.
Nel cingere la spada al fianco, sfiorai dolcemente l'elsa, tempestata da minuscoli zaffiri. Così preziosa, eppure così raffinata.
Un dono che solo un uomo come lui avrebbe potuto farmi.
Scesi di sotto col sorriso sulle labbra, dove mi fu riferito dell'arrivo del messo.
Così, lo seguii fino alla dimora del senatore.

Tara La Banshee 09-01-2014 12.37.45

Mi avvicinai alle tre donne e narrai loro delle vicende che mi avevano condotto al loro cospetto.
L'incontro con la Wesen, la scoperta di un antico tesoro, il giardino nel tempio, le due pergamene, il consiglio, l'enigma...
Le tre donne mi ascoltarono con attenzione e di tanto in tanto, durante il mio racconto, si lanciavano sguardi e occhiate di difficile interpretazione.
Quando terminai la mia storia mi invitarono a sedere accanto a loro mentre una delle tre, la più anziana a quanto mi sembrava, continuava a girare il contenuto del grande calderone.
Restammo per un po' in silenzio.
Non sapevo cosa pensare, speravo che presto si sarebbero pronunciate in merito al tesoro e all'enigma che lo riguardava.
Ad un tratto la donna smise di mescolare ed emise un grido...le sue due compagne mi fecero alzare e mi condussero al calderone poi mi invitarono a guardare al suo interno....

Parsifal25 09-01-2014 12.43.16

"Non si potrà scappare dal destino tessuto dalle amate Parche......vivi, morti, non morti, demoni.....per me non vi è alcuna differenza ne faccio di tutti.....un'unica collona da esequie; è probabile che unendomi alla tua causa i demoni che tanto sbeffeggi con tal scetticismo ci seguano."

Girandomi verso i cavalieri che erano li' disarmati e minacciati dalle armi dello Scarlatto dissi:

"Levate le tende all'istante, prima che il campanile della chiesetta qui vicino suoni i suoi cinque rintocchi. Siete stati fortunati, messeri........". Tornai' verso il gruppo dei mercenari e mi volsi ad ognuno di loro:

"Ognuno di voi se seguirà la strada che il vostro leader ha scelto nel condivider la trama del fato con il sottoscritto......stia pronto ad assumer tutto ciò che si parerà innanzi. L'offerta verrà accettata, ma ciò equivarrà ad un prezzo che stesso l'impresa presenterà......."

Pronunciando parole arcane ed antiche e seguitando ad un rituale di ombre e pentacoli, evocai' un contratto.
"Non vi è bisogno di alcuna firma, siete già stati predestinati.....". Un demone nero prese vita e scrutò uno ad uno coloro che mi avrebbero accompagnato. Nessuno poteva scappar via.......

Altea 09-01-2014 14.30.49

I miei occhi passavano da Gyen e Tyssen e ascoltavo turbata ma non più di tanto...credevo al nano e pure all'oste e alla sua famiglia.
"Se non li aveste visti pure voi..penserei di essere diventata pazza all'improvviso" esclamai.."Eppure qualcosa di strano mi turbava mentre parlavo con loro.." mi rivolsi a Tyssen guardando il suo bel volto " e ve lo espressi pure..vedere tre Uomini di Fede diversa seduti a un tavolo..nemmeno a Gerusalemme forse potrebbe capitare..un ebraico, un musulmano e un cattolico. Questa storia ha del mistero.." dissi iniziando a camminare verso la carrozza "e infatti vi dissi mi inquieta..i tre Uomini dissero che l'impresa sarà possibile ma molto ardua e di stare attenti, non so chi fossero ma a mio parere è un segno che qualcosa di misterioso vi sia dietro questa storia".
Salii sulla carrozza e feci cenno ai miei compagni di viaggio di salire..."Non lasciamoci turbare, questa è la prima prova del nostro coraggio"..e pensai alle parole del Frate Cattolico e dell' Imam e Rabbino...la conoscenza e il sapere si può racchiudere in una cosa semplice...come un Fiore.
Ma perchè proprio un Fiore, presi lo scrigno e osservavo quel Fiore stilizzato.

elisabeth 09-01-2014 18.02.28

Nella corsa lo ascoltavo......fino a che arrivammo al casolare.....non sembrava essere vissuto da fantasmi, anzi ..... certo di cosa avevamo bisogno di cavalli ?.....certo il tragitto sarebbe stato meno faticoso....ma quando mi parlo' del disegnino e di come vanno le cose nella vita......lo guardai con disprezzo levando di forza il mio braccio dalle sue mani......" Nel Bosco ci stiamo andando per il volere di Dio....e che voi non crediate a nulla...poco importa, pregheremo anche per voi......ma vi racconto una storia.......c' erano Tre Donne sedute in cerchio le Moire le Dee del destino..figlie della notte....Cloto la Filatrice del filo della vita, Lachesi..che da' a ciascuno cio' che gli spetta in sorte, Atropo, l'irremovibile..l'inevitabile fatalità della morte nel momento stabilito..........Tutto e' predisposto Assassino o come vi chiamate.......anche se per voi questa e' stata una giustificazione......per qualcuno non lo e'...statene certo....."......guardai i Frati.....ed attesi che formulassero i patti..per poter prendere la strada del bosco......." per i pagamenti saranno i Frati....ad avere a che fare con voi..."....e mi sedetti su una pietra.......ero sicurissima che in quella situazione mi ci avesse cacciato mio padre....no so perchè......ma avevo quel sesto senso femminile.....che tocca tutte le donne anche se non sono Maghe....

Guisgard 09-01-2014 18.53.00

Le Sarchie invitarono Tara ad avvicinarsi al loro calderone e poi a guardarci dentro.
La ragazza alata, allora, vide tra i fumi di ciò che bolliva in quel pentolone delle oscure immagini, che pian piano cominciarono ad apparire sempre più nitide.
Vide così un meraviglioso Giardino, con al centro una bellissima fontana di marmi policromi, da cui fuoriuscivano getti d'acqua tinti da azzurri riflessi.
La fontana era sormontata da una piccola volta sorretta da sette colonne di porfido.
E tutte le piante, gli alberi, i fiori ed i frutti presenti in quel Giardino erano perfettamente orientati verso la fontana, come se si dovessero inchinare a ciò che essa conservava.
Ed infatti, al centro della fontana, vi era una piccola edicola di gusto classico, il cui accesso era coperto da un velo bianco.
E dietro quel velo filtravano bagliori di un'intensità sconosciuta anche alle Icene.
E da i fumi del calderone, Tara iniziò ad udire una voce che così recitava:

“Tre uomini si trovano in un Giardino meraviglioso e fissano un bellissimo Fiore.
Il primo si contenta di ammirare il Fiore senza però toccarlo mai.
Il secondo decide di vendere tutto ciò che possiede e acquistare quel Giardino, anche se non sceglierà mai di cogliere il Fiore.
Il terzo, infine, coglie il Fiore, ma solo per sottrarlo alla vista di tutti gli altri e conservarlo nella sua dimora.
Chi fra i tre uomini possiede veramente quel Fiore?”

Guisgard 09-01-2014 19.00.55

“Signora...” disse Fra' Severius ad Elisabeth “... portate pazienza e sarete ricompensata... dopotutto anche Nostro Signore preferì accompagnarsi a dei peccatori...”
“Un momento...” interrompendolo il contrabbandiere “... andiamoci piano... io non sono un Santo, certo, ma non mi va di essere apostrofato come peccatore... voglio dire, certo, avrò le mie mancanze, ma non sono il peggior individuo di questo mondo... cosa credete? Che tutti siano disposti a condurvi nel bosco? Magari qualcuno lo farà, ma per derubarvi dopo... io invece non sono un ladro... e neanche un assassino... lì dentro mi sono dovuto difendere...”
“Non siamo qui per giudicarvi.” Fissandolo Fra' Favelius.
“Va bene...” annuì il contrabbandiere “... comunque, parliamo di affari... io vi porterò nel bosco... ma voglio duecento Taddei... cento subito e il resto quando vi lascerò là.”
“Lascerete?” Ripetè Fra' Severius.
“Certo.” Rispose la canaglia. “Non vorrete certo che vi faccia anche da balia! Quel posto è pericoloso! Anche per me! Comunque...” aggiunse “... mentre voi discutete se accettare o meno le mie condizioni, io vado a preparare il motivo per cui vi ho portati qui...” ed entrò nel casolare abbandonato.

Guisgard 09-01-2014 19.03.00

Gli altri, a quelle parole di Parsifal, raccolsero le loro cose e lasciarono il campo.
“Bene.” Disse Gufo al cavaliere. “Ho mantenuto la parola ed ora, come pattuito, voi sarete dei nostri.”
“Capo...” avvicinandosi a lui uno dei mercenari “... non pensate possa essere pericoloso? Parla in modo strano e si comporta come se conoscesse le leggi del mondo degli spiriti...”
“E' solo un uomo” rispose Gufo “come lo siamo io e te. Magari conosce leggende e tradizioni oscure e forse anche qualche ingegnoso trucco, di quelli che usano gli illusionisti, ma resta comunque un uomo. Ed io credo sia molto abile nell'uso delle armi.” Guardò Parsifal. “E sia. Allora sarete dei nostri. Vi informo che abbiamo già un impegno. E di quelli importanti. Siamo stati ingaggiati dal Senato di Afravalone. Ora siamo diretti là.”

Guisgard 09-01-2014 19.05.22

Dopo che Eilonwy pulì e disinfettò la ferita a Riccardo, questi, per il sollievo dal dolore, stanco cadde addormentato.
“Bene...” disse Aladiah “... cosa ne faremo ora di lui? Tra breve saremo nella città di Afravalone... dunque? Non possiamo portarci dietro questo cavaliere. Non sappiamo nulla di lui... potrebbe essere un bandito, un traditore, persino un eretico. Magari c'è anche una taglia sulla sua testa.”
“Non dovremo certo pagare noi per le sue eventuali colpe.” Osservò Coco.
“Ma ti rammento” sarcastico il Cherubino “che se davvero costui è ricercato, noi, essendo in sua compagnia, possiamo essere accusati di essere suoi complici.”
“Sei il solito piantagrane!” Esclamò Coco. “E poi non credo sia un furfante... è troppo bello per esserlo!”
“Anche Lucifero” replicò il Cherubino “era il più bello fra tutti gli Angeli prima di essere fatto precipitare negli Inferi da San Michele!”

Guisgard 09-01-2014 19.08.20

Clio giunse al palazzo di Gheorgis e fu subito condotta in un'ampia sala che dava su un vasto terrazzo.
A sua volta il terrazzo permetteva di dominare con lo sguardo dei lussureggianti giardini di gusto classicheggiante.
Qui il senatore ricevette il bel capitano della Guardia Reale.
“Vi attendevo, capitano...” disse lui, andando incontro alla ragazza “... prego, accomodatevi pure...” e con un cenno ordinò ai suoi servitori di portare bevande calde e frutta sciroppata “... non vi negherò che siete il primo volto che guardo con serenità da giorni... purtroppo sono tempi oscuri per il nostro reame... l'incertezza domina ovunque... e l'incertezza è il peggior nemico di ogni ideale e giusto proposito, poiché rende debole l'animo umano... vi rivelerò subito che non vi ho invitata per chiedere il vostro appoggio... anzi, io stesso sono restio a candidarmi per la carica di Senatore Supremo... l'ho fatto solo perchè altri senatori mi hanno chiesto di farlo... e il motivo non è difficile da comprendere... il senatore Bool è ambizioso... usa la Religione per rafforzare la sua figura... per questo ho deciso che, qualora venissi eletto Senatore Supremo, rimetterò i miei poteri appena la situazione si sarà tranquillizzata... ritirandomi a quel punto, e questo siete la sola a saperlo per ora, a vita privata qui nella serenità del mio palazzo... ormai sono troppo vecchio per gli intrighi politici... se ancora non mi tiro fuori da tutto questo è solo per il bene del reame...” scosse il capo “... ma veniamo al motivo per cui vi ho fatta venire qui... le milizie Ecclesiastiche, fedeli a Bool, hanno scoperto il nome del leader dei ribelli... pare si tratti di un membro dell'alta società Afravalonese... il nome con cui si fa chiamare è Lord Ateon... naturalmente immagino sia un nome fittizio per celare la sua vera identità...” guardò Clio “... ho voluto rivelarvelo, perchè non voglio che di questo se ne occupi solo la Guardia Ecclesiastica di Bool...”
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Guisgard 09-01-2014 19.10.34

La carrozza di Tyssen partì subito, diretta verso la foresta che separava quelle terre dai monti vicini.
Percorsero il sentiero che tagliava in due quel luogo, giungendo infine, quando ormai il crepuscolo aveva ceduto il passo alla sera, ad un piccolo villaggio.
Tyssen fece arrestare la carrozza e inviò il suo cocchiere a scoprire dove fossero giunti.
Poco dopo il servitore di Tyssen ritornò.
“Signore...” disse fissando l'avventuriero “... questo villaggio è abitato solo da alcuni minatori...”
“Non credo allora” fece Tyssen “che qui si possa trovare traccia o indizio che conduca a quell'abate... siete d'accordo, milady?” Rivolgendosi ad Altea.
Ma la dama, osservando ancora il sigillo dello scrigno, si accorse che l'immagine stilizzata era fatta di una pietra particolare.
Una pietra azzurrognola.
E questo apparve, visto che erano giunti presso una miniera, come una strana coincidenza alla dama.

Clio 09-01-2014 19.54.40

Ascoltai attentamente il senatore, gustando l'ottima colazione.
Quando terminò il suo discorso, presi la parola.
"Beh, prima di tutto, che lo chiediate o no, avete il mio appoggio, e quello della Guardia Reale.. Le divergenze tra me e il senatore Bool sono di dominio pubblico.. Nonostante tutto, non ha mai accettato che una donna guidasse la Guardia Reale.." Sospirai "avete ragione, sono tempi bui.. E una lotta interna rinforzerà solo i ribelli... Nemmeno io sono entusiasta di avere un Senatore Supremo.. Mi perdonerete, ma.. Non vorrei che il re tornasse e vedesse il regno trasformato in una repubblica.. La mia lealtà, prima di ogni altro, va alla famiglia reale.. Ma se il re ha scelto proprio questo momento per un lungo viaggio.. Evidentemente non gli importa del destino del regno... Almeno, questa è l'impressione che da alla gente..".
Presi un sorso della bevanda che mi avevano portato.
"Ma non siamo qui per discutere di politica, sembrerebbe.." Con un sorriso "Lord Ateon... Beh, devo dire che il nome è azzeccato, e di certo lo usa per celare la sua identità.." Scossi la testa "Mi piacerebbe proprio sapere come l'hanno scoperto.. Non è molto.. Ma ci sarà utile.. Vi ringrazio di avermi avvertito.. Come fanno a sapere che è qualcuno dell'alta società? Voglio dire, i nobili sono riconoscibili.. Hanno interrogato qualcuno? Perché, se fosse un nobile, sarebbe facile riconoscerlo.. Molto più complicato sarebbe se, invece, fosse un uomo qualunque, come tanti altri..O è una figura di quelle misteriose, che nessuno ha mai visto, perché se lo vedessero lo riconoscerebbero.. Comunque, anche le nostre operazioni vanno avanti, spero di avere successo, e questa informazione mi è comunque stata utile.. Devo fare quattro chiacchiere con il comandante della milizia, dobbiamo unire gli sforzi, non metterci i bastoni fra le ruote.. Ma, vi dirò senatore... Non mi spaventano le truppe ecclesiastiche, il comandante Frakis è un brav'uomo, e un ottimo soldato, ma sono meno della metà di noi, e hanno compiti marginali... Certo, come dice mio padre, danno lustro e prestigio, persino il perdono dei peccati.. A loro la gloria, a noi il lavoro sporco.. Ma non sono una minaccia... Resta da vedere come si comporteranno i Gufi Scarlatti, piuttosto... Ma ho fatto adottare misure per scongiurare dissidi..." guardai il senatore sorridendo "C'è altro, senatore?".

Altea 09-01-2014 21.10.26

La carrozza correva veloce e proseguimmo per un bel pezzo di strada finchè giunse di nuovo la notte e raggiungemmo un piccolo villaggio.
Guardai fuori la carrozza...era un piccolo villaggio e in giro quasi non vi era anima viva.
Il cocchiere mandato da Tyssen tornò presto dopo aver ricevuto notizie su quel paesino e ci disse era abitato solo da minatori..."Effettivamente" dissi a Tyssen "non ha alcun indizio da darci ma è pure notte fonda..." e il mio sguardo si rivolse verso lo scrigno e rimasi immobile..il Fiore stilizzato, aveva cambiato forma e disegno e lo accarezzai.."Guardate..."mostrai al nano e Tyssen "il Fiore...è fatto di una pietra azzurrognola...un bellissimo Fiore Azzurro..e trasparente come l'acquamarina..allora Tyssen non vi sembra strano tutto questo sia avvenuto proprio in questo paese e per di più di minatori che estraggono pietre si presume, forse dovremmo sapere qualcosa di più..guardate quella locanda..magari potremmo entrarci e sapere dove siamo o magari il destino ci proporrà qualche strana sorpresa".
Scesi dalla carrozza e dissi loro di seguirmi quando mi accorsi che quella locanda si chiamava proprio..."La Locanda del Fiore Perduto" e osservai Tyssen un pò sorpresa.
E mentre stavo per entrare mi accorsi vi stava seduto sul muretto un cavaliere..era giovane e bello..e i suoi occhi al buio splendevano dello stesso colore della pietra del Fiore e mi avvicinai a lui osservando dentro alla locanda la quale era affollata, ovviamente, di robusti e rudi minatori.."I miei saluti cavaliere..gentilmente vorreste dirmi come si chiama questo paesino e se per caso, oltre a essere un semplice paesino, è legato a qualche leggenda?Voi siete di queste parti?".
Il mio sguardo rimase per un attimo sugli occhi turchini di quel cavaliere...e poi cadde a terra..che mi stava succedendo? Lo riguardai e vidi il suo sorriso mentre mi osservava per rispondermi e mi sentii imbarazzata.
Oh no..no..pensai...Altea ricordati di quel cavaliere conosciuto a Gerusalemme..e che ti donò..un libro di leggende orientali che sembra una presa in giro quasi...forse sarà perchè gli assomiglia in modo spaventoso, e lui mi guarda pure..e poi è uno sconosciuto..non essere sciocca e ritorna nel mondo di noi comuni mortali.

Eilonwy 09-01-2014 21.57.50

Guardai Sir Riccardo dormire.....sembrava un bambino. Aladiah aveva ragione, ma non sembrava malvagio.
"Non voglio abbandonarlo.......non posso e non voglio!!! Lo porterò via con me e forse lui potrà essermi utile, quando si sarà rimesso, contro Slathnir.....forse....forse quando chiederò alla maga Lady Galatea di creare un esercito magico e di togliermi la maledizione, ma non i poteri del ghiaccio......forse potrà aiutarmi. Non è malvagio e non penso che sia un assassino, uno stupratore, un ladro, un traditore o anche una spia di Slathnir!!! Non lo lascerò....e questo è quanto!!!" dissi con un tono che non voleva obbiezioni.
Con i miei poteri creai un velo di fiocchi di neve e lo misi come una coperta sopra il bel paladino.
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Mi portai una mano alla vermiglia bocca perchè mi veniva da sbadigliare e dopo essermi sfregata gli occhi, dissi: "Di grazia.....svegliatemi quando è pronto il pranzo".
Così mi misi a dormire vicino a Sir Riccardo.

Parsifal25 09-01-2014 23.04.52

" Il Gufo Scarlatto......somigliava molto al mio amico Erin......sempre sicuro, ambizioso e sfrontato. Potrebbe esser lui? Forse, potrò riconoscerlo in seguito....."

L'atteggiamento del Gufo Scarlatto, non presagiva niente di buono. Era molto sconsiderato, poco affine al tempo in cui viviamo e troppo impuntato sullo scetticismo.

"
E' strano sentir dire, da un uomo, in un mondo dove vige la legge del sacro e profano che il tutto è riconducibile all'umano. Non potrà ragionar solo di spada e pugno forte......"

Mi volsi verso lui ed i suoi uomini e dissi: " Credo......che viaggiando con me......imparerete e conoscerete molte cose. E' facile scambiar entità pure da coloro che si fingon ciarlatani, negromanti, demonologi ed altro.......ma intercorre un'abissale differenza fra me e quegli stolti......"

Mi guardai' attorno: " Vuoi saper se son capace di usare armi.....la mia risposta è la seguente.......", di colpo tirai' fuori dal mantello una prima bozza di arma da fuoco e la usai'; ".......eccovi la mia prova di ammissione......." con questo la riposi e proferi': "La promessa verrà rispettata ma se ciò che vedrò non mi compiace.....soffrirete molto....., ne ho già dato atto.......io son come un Mefistofele......non temer Gufo Scarlatto, al mondo che appartengo l'onore ed i "contratti" son la prima cosa. "

"Permettetemi soltanto di attender il mio compagno di ventura", entrai' in contatto con Alonius e gli dissi che il grosso era stato risolto. La nostra meta sarebbe stata Afravalone, terra molto conosciuta per la sua affinità con l'occultismo, probabilmente da li' potremo trovar la risposta per le 7 tombe dei demoni da sigillare e controllare.

Guisgard 10-01-2014 00.24.15

“Salute a voi, milady...” disse il bel cavaliere ad Altea “... questo paesino ha nome Bagnianus ed è abitato perlopiù da minatori che estraggono dai pietre preziose dai monti vicini... si, qui vi sono diverse leggende” continuò “e tutte legate all'antica Tylesia, la città sommersa da un'inondazione del fiume Calars... oggi, poco più avanti da qui, sorge la nuova Tylesia che racchiude nelle sue tradizioni gli echi lontani del passato...”
“E il nome di quella locanda?” Chiese Tyssen al giovane.
“Qui è ancora molto noto” rispose il cavaliere “il mito di un Fiore perduto... si narra sia sbocciato nell'antica Tylesia, ma fu portato via dagli Angeli prima del disastro che annientò la città... il proprietario dunque conta di attirare i clienti con quel nome...” sorridendo “... ora perdonatemi, signori, ma devo raggiungere il mio maestro... sono apprendista e devo allenarmi duramente per poter un giorno ambire ad essere un cavaliere di Afravalone... i miei omaggi...” e corse via.
“Un paesino di minatori” fece Tyssen “circondato da miti e leggende... ma dubito che un abate qui possa trovare asilo... cosa ne pensate voi, milady?” Fissando Altea.
“Fatto sta” intervenne Gyen “che ora è tardi per riprendere il cammino. Dunque per forza di cose dobbiamo soggiornare qui stanotte.”

Guisgard 10-01-2014 00.34.22

“Si, c'è un'altra cosa...” disse Gheorgis a Clio “... ciò che avete detto è giusto... la Guardia Ecclesiastica vanta meno unità rispetto alle milizie Reali... tuttavia le cose potrebbero cambiare molto rapidamente se Bool decidesse di mettere insieme i soldati a lui fedeli con i mercenari... mi sono informato circa quegli avventurieri... il loro leader, tale Gufo Scarlatto, è un ex soldato espulso tempo fa dall'esercito regolare della sua città... il motivo è alquanto vago, ma sembra che tradimento sia la parola più ricorrente... sul campo di battaglia è conosciuto come un condottiero abile ed implacabile... ambizioso e venale... e si dice che non abbia mai conosciuto sconfitta da quando ha messo insieme la sua armata di mercenari... io credo che bisogna comprendere al più presto che razza di uomo sia e in che modo può influenzare la nostra situazione qui ad Afravalone... per questo voglio affidarvi un incarico della massima importanza, capitano... un vostro uomo, il più fidato, deve introdursi nelle fila di quei mercenari... certo, è impossibile credere che accettino di arruolare qualcuno così su due piedi... dunque la vostra spia potrà spacciarsi per scudiero, maniscalco, paggio... non so, trovate voi in che modo introdurlo... ma voglio essere informato su ogni cosa riguardi quei mercenari... ho fiducia in voi, non deludetemi, capitano... il regno ve ne sarà grato... avete la mia parola...”

Guisgard 10-01-2014 00.40.13

Gufo Scarlatto fissò a lungo Parsifal.
“Sono certo” disse infine “che questa nostra alleanza porterà molti frutti... per entrambi...” sorrise “... sono lieto di sapervi uomo d'onore... anche per me i contratti valgono poco... mi basta una stretta di mano per sancire il nostro patto...” e diede la mano a Parsifal.
In quel momento sul capo scese Alanius dal cielo, poggiandosi poi sul braccio del suo cavaliere.
“Superbo falco, cavaliere...” rivolgendosi Gufo a Parsifal “... siete pieno di risorse e più vi conosco, più mi rendo conto che come guerriero non avete pari... vedrete, fama e ricchezza ci correranno incontro, come le falene fanno con la luce...” si voltò verso i suoi soldati “... si parte, ragazzi... Afravalone ed i suoi tesori ci aspetta!”
Tutti esultarono e poco dopo l'armata mercenaria si mise in cammino verso la capitale del regno.

Guisgard 10-01-2014 00.51.05

Eilonwy terminò appena di parlare che subito, essendo tramontato il Sole, cominciò a sentire brividi freddi attraversare il suo giovane corpo.
Poi, pian piano, si sentì leggera come l'aria.
Le sue gambe, allora, si allungarono, per poi unirsi verso l'estremità dei piedi, mentre si ricoprivano, poco a poco, di squame lucenti.
Il suo abito scivolò via, quasi sciogliendosi come neve al sole, lasciando sui suoi seni solo due conchiglie tra l'indaco e l'argento a coprirne le fattezze.
E senza accorgersene, la ragazza ormai sirena, si ritrovò in un vicino fiumiciattolo, avvolta dalle chiare e fredde acque trasparenti.
Poco dopo Riccardo si destò dal suo sogno.
Ma non vide più la ragazza accanto a lui.
Un po' più avanti trovò solo Aladiah e Coco ormai addormentati.


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