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Chreizer ed Astral seguirono sottobraccio il soldato, fino al palazzo baronale.
Qui furono fatti entrare nella struttura fortificata, attorno alla quale era arroccato il paesino. La cinta muraria correva a rinchiudere l'intero complesso nobiliare, con cinque torri a scandirne la pianta. Lo stemma degli Altavilla dominava ovunque, dagli stendardi, agli scudi, fino ai drappi. Entrarono e subito Chreizer con Astral furono accompagnati da Rodolfo. https://i2.wp.com/www.chiocciolafeli...size=930%2C523 |
“Sarà meglio risalire su...” disse Elv a Cassandra “... qui non c'è nulla, oltre a qualche botte vuota e tanta umidità...”
Tornarono al pianterreno ed Elv si lasciò cadere su una sedia, bevendo del vino. “Aspetta...” all'improvviso “... un momento... la chiave... si, la chiave!” Esclamò. |
Seguivo Elv ormai sconsolata e senza speranze.
Ad un certo punto, però, lui esclamò all'improvviso riguardo una chiave. "Cosa? Cos'ha la chiave?" gli chiesi, curiosa. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Aegos ed Elyse.
Si baciarono. Ancora ed ancora. Stretti l'una all'altro, l'una contro l'altro. Si baciavano avvinghiati ed erano nudi. Si baciavano in un gioco di labbra ardenti ed umide lingue. Si baciarono a lungo, mentre nel palazzo reale tutti si destavano al nuovo giorno ormai giunto. |
Quel bacio, prima dolce, poi sempre più intenso.
I nostri corpi si sfioravano continuamente, in quello scomodo divanetto. Era così bello tutto quello, scaldava il cuore da tutte le paure che potevano divorare il mio animo. Dopotutto ero pur sempre una fanciulla che aveva scelto l'uomo a cui donare tutta se stessa, e una scelta del genere non può non fare paura. Ma più mi baciava, più le sue mani accarezzavano il mio corpo, più sentivo che quello era il mio posto. "Lo sai.." con la voce calda "Il mio letto è molto più grande e comodo di questo divanetto.." divertita "Vuoi vederlo?". |
"La chiave..." disse Elv a Cassandra "... io credo di averla... ho la chiave... o meglio, una chisve!"
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Rodolfo e gli altri raggiunsero il palazzo, consegnando così il cadavere dilaniato della ragazza ai medici del barone.
“Tra breve il barone d'Altavilla vi riceverà.” Disse Rodolfo ad Eeila. Andarono così su una loggia preceduta da alcuni bassi gradini che sovrastava uno dei cortili interni. Sotto c'era un corridoio dal quale passavano i servi. Ad un tratto qualcuno, non visto dalla loggia, si ritrovò in quel corridoio, notando dalle ampie fessure nei mattoni coloro che stavano sopra ad attendere il barone. Soprattutto notò Eeila. La bella sacerdotessa indossava un abito leggero, esotico e succinto, che generosamente mostrava gran parte delle sue grazie. Quell'uomo, ben celato, guardava le snelle e lunghe gambe di lei, apprezzandone la bellezza. “Che bellissime gambe...” disse piano, in modo che solo Eeila potesse sentire “... bianche... lisce... snelle... lunghe... e che piedi delicati...” fissando i suoi sandali d'oro “... di certo sono le gambe di una regina... o forse di una dea...” https://s-media-cache-ak0.pinimg.com...e9cc800f1f.jpg |
Aegos sorrise ad Elyse.
“Il letto della regina...” disse sorridendo “... che onore... immagino quanto possa essere accogliente, caldo, profumato... mostramelo...” con tono caldo, profondo e gli occhi di un azzurro luminosissimo. Raggiunsero così, attraverso un vestibolo laterale, la stanza da letto della sovrana. Ma appena giunti là, dall'esterno si udirono delle grida. “Cosa succede?” Stupito Aegos. |
Ci avviammo e appena vidi il palazzo, rimasi seriamente a bocca aperta. Era magnifico! Non avevo mai visto un palazzo del genere (in verità, non avevo mai visto un palazzo in generale). Rimasi a guardarlo come facevano i bambini durante le mie esibizioni, cercando di non sembrare strana. Al suo interno, tutto mi sembro gigantesco, più dell'esterno. Aspettai col dottore di ricevere il cadavere, e intento mi sistemavo il camice.
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Rodolfo lasciò la povera fanciulla nelle mani di un dottore che avrebbe cercato di capire il motivo della morte.
E ci portò in una loggia per ricevere, a breve, il barone. "Cerchiamo di dimenticare per un attimo questi fatti..ammetto ho liberato troppa energia e ho bisogno di rilassarmi". Osservando il palazzo.."Che strano stile non pensi? Non è esotico come quello di Serenica ma ha il suo fascino, e hai visto come vestono. Penso pure noi dovremmo adattarci un pò alle loro vesti, tu mi accudirai ovviamente". Guardai sotto la loggia e vi era uno strano corridoio e lo osservai incuriosita, ma ad un tratto udii una voce. Avevo imparato a distinguere la voce di un uomo da quella di una donna, visto a Serenica non ne avevo mai sentita una. Era profonda ma pure bassa e dal tono molto suadente la qual cosa mi turbò ma poi udii quelle parole sulle mie gambe e mi avvicinai al corridoio guardando lungo i mattoni e passeggiando con indifferenza come Parvia ci aveva insegnato, purtroppo non perdevo quella camminata lenta ed ancheggiante.."Che sfrontatezza...e voi chi siete che vi permettete di guardare le mie gambe? Vi ho dato il permesso? Appunto potrei essere una regina e pure..una dea, il che non gioverebbe per voi, potrei punirvi severamente per questo sacrilegio sapete? E per di più non vi fate vedere, spiate...nel mio Regno sareste legato e frustrato e poi punito severamente..ovviamente dalla sottoscritta" con un sorriso sadico mentre continuavo a guardare tra i mattoni, ma notavo qualcosa si era risvegliato in me e quella curiosità di vedere l' artefice di quegli apprezzamenti era tanta anche se mi ribolliva il sangue visto qualche uomo aveva osato tanto. http://i.dailymail.co.uk/i/pix/2016/...1780503352.jpg |
Sgranai gli occhi quando disse di avere una chiave, sebbene io sperassi che fosse proprio la chiave.
"Sul serio? Questo è fantastico!" esclamai felice. Finalmente una piccola speranza tornava a farsi vedere di nuovo. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Risi a quelle parole, e prendendolo per mano, lo guidai attraverso il mio appartamento regale, fino ad arrivare alla camera da letto, con una leggerezza e una felicità nel cuore che non avevo mai nemmeno osato sognare.
Una volta raggiunta la mia stanza, tutto mi sembrava simile eppure diverso, tutto era così naturale eppure così nuovo. La luce del mattino ormai inoltrato filtrava dalla finestra, ben legandosi con gli arredi, una luce soffusa e calda si diffondeva tutto intorno a noi, avvolgendoci come in un sogno dalle tinte esotiche e surreali. Il grande letto era ancora perfettamente fatto, racchiuso nel baldacchino bianco e oro, ricoperto di morbidi cuscini. L'abitudine mi permetteva di avere ampie finestre sul panorama sottostante senza temere sguardi indiscreti. http://www.meteoweb.eu/wp-content/up...LA-BELLE-6.jpg Gli sorrisi, vederlo lì, nella mia stanza più segreta, accese nuovamente il mio desiderio. Non badai alle parole che mi disse, o al rumore che proveniva da fuori. Non sentivo nulla che non fosse il desiderio di lui, in quel momento. Così lo guardai, uno guardo intenso, malizioso. Guardava la finestra, dando le spalle al letto, ma io non ero ancora pronta ad abbandonare tutto quello. Lasciai la sua mano e risalii il suo braccio con la mano, fino ad arrivare al suo petto, per poi spingerlo all'indietro, con dolcezza e decisione, con la luce negli occhi di chi è abituato a comandare. Senza dargli tempo di replicare posai un ginocchio sul letto, poi l'alito, una mano, poi l'altra. Fissandolo negli occhi avanzai sopra di lui, fino a stendermi sul suo corpo nudo, e intrappolare le sue labbra in un bacio caldo e intenso, un bacio in cui i nostri corpi si sfiorarono, riconoscendosi e desiderandosi a vicenda una volta ancora. Un bacio da togliere il fiato, un bacio famelico e sensuale, un bacio che trasformò quell'istante in pura estasi ed eccitazione. Allora lasciai le sue labbra e iniziai a scendere piano, con le labbra e la lingua a stuzzicare il suo corpo, come avessi bisogno di nutrirmene per riuscire a respirare, e forse era così. Dapprima raggiunsi il suo collo, poi scesi ancora, sul suo petto. Lentamente, appassionatamente. Sempre più giù. Assaporai la sua pelle pezzo per pezzo, scendendo piano, ma senza fermarmi mai. Una volta arrivata al suo ombelico alzai la testa a guardare il suo viso, e un sorriso malizioso e caldo mi si dipinse sul viso, quando incrociai i suoi occhi, così belli e appassionati. Ma improvvisamente, con un balzo mi alzai, lasciandolo lì, tutto solo e forse eccitato su quel letto. Presi la vestaglia nera poggiata su una poltroncina, e la indossai in fretta. Allora allargai appena il braccio sinistro, e schioccai due volte le dita. "Vestiti!" ordinai, senza badare al tono autoritario che avevo usato. Indossai la corona nera che mi aspettava per evenienze come quella su una mensola, ed uscii sul balcone a cercare di capire cosa fosse successo. Eppure la mia mente continuava a tornare a quanto accaduto nella notte appena trascorsa, a ridosso dell'alba. Per quanto tentassi di concentrarmi sui rumori che provenivano fa fuori, o su qualunque altra cosa, riuscivo solo a pensare a quegli attimi infuocati. Quella stretta, così virile e forte, il contatto del suo corpo col mio. Mi sembrò quasi di volare fino al divanetto, aggrappata com'ero a lui. Sentii il velluto morbido sulla mia schiena, ma più di ogni altra cosa sentii il suo corpo contro il mio. Il calore della sua pelle, la mia che scottava come l'atmosfera tra di noi. Eppure nulla mi sembrava ardente come il fuoco che mi bruciava l'anima, che mi divorava dall'interno. Allargai piano le gambe, che scivolarono sulle sue, per far posto al suo corpo. Il divanetto era piccolo, stretto, come se ci obbligasse a stare l'uno sull'altra, a stare stretti, come se dovessimo aggrapparci l'uno all'altra per poter respirare. Mentre il mio corpo scopriva il contatto col suo, le nostre labbra non smettevano di rincorrersi, le nostre lingue di accarezzarsi, scoprirsi, assaporarsi. Sentivo le sue mani sempre più smaniose su di me, e le mie accarezzavano tutto il suo corpo, con un crescente desiderio di scoperta, volevo sentire il suo corpo, scoprirlo, farlo mio. Quel contatto mi eccitava più di quanto mi fosse mai capitato prima. Nulla aveva importanza in quel momento se non le sue mani su di me, il contatto con la sua pelle, il peso del suo corpo sul mio, le sue labbra che scavavano le mie, la sua lingua che possedeva la mia bocca. Eppure volevo di più, volevo sempre di più. Il mio desiderio urlava in me, l'eccitazione impazziva, il corpo era sul punto di esplodere, il cuore batteva così forte che credevo chiunque potesse sentirlo. Ma quel "chiunque" era solo lui. Lui era tutto il mio mondo, in quel momento così intenso e unico. Fu allora che mi resi conto di non sapere che cosa sarebbe successo dopo. Tutte le mie fantasie, quell'eccitazione, quel desiderio erano dettate dall'istinto. Ora stavo per scoprire davvero cosa accadeva in quelle pagine che i libri celavano, lasciavano immaginare. Ma io avevo immaginato abbastanza, ora volevo sentirlo su di me, volevo seguirlo dove nessuno mai aveva potuto portarmi. Aprii gli occhi e restai per un lungo istante ad osservare i suoi, così azzurri e appassionati, che mi fissavano. Per un momento mi sentii tremare, e anche quella sensazione fu bellissima, ed eccitante. "Guidami.." sussurrai pianissimo, sulle sue labbra, col respiro corto, la voce calda e uno sguardo che ormai gli apparteneva. Strinsi la mano sul bordo del balcone, come per cercare un contatto con la realtà. Dovetti sbattere le palpebre un paio di volte per riuscire a cancellare dalla mente quel ricordo ancora caldo, e concentrarmi su quanto stava accadendo. Presi un secondo respiro e mi guardai intorno, rammentando il motivo che mi aveva fatto lasciare il mio Cavaliere e uscire nella fresca aria mattutina: un gran trambusto. Chiunque ne fosse responsabile, mi ritrovai a pensare, non avrebbe fatto una bella fine, considerando cosa aveva interrotto. https://media4.giphy.com/media/11Y2RRWyviv7cQ/giphy.gif |
Eeila si avvicinò al parapetto, guardando sotto, attirata da quella misteriosa voce, senza però vedere nessuno.
“Mmm... ancora meglio...” disse di nuovo quella voce “... da qui lo spettacolo delle vostre gambe è ancora più affascinante... le muovete con grazia devo dire... perchè le guardo? Perchè amo le cose belle...” |
Osservavo ma quello sfrontato ancora continuava a parlare, a questo punto volevo proprio vederlo in faccia...avrei potuto fargliela pagare severamente questa sfrontatezza.
"Posso fare di meglio sapete?" sedendomi sugli scalini e accavvallando le gambe "Comunque non solo le mie gambe sono il punto di forza, dove ci vediamo, vorrei vedervi in volto...sempre non abbiate paura di me. Come detto le Leggi del mio Regno sono molto severe se un uomo osa fare ciò che voi state facendo..almeno mi guarderete in faccia" alzando il volto con sfida. |
“Si, ammesso sia quella giusta...” disse Elv a Cassandra “... anche se al momento non rammento dove l'ho messa...” pensieroso “... rovisterò nei miei bagagli... deve essere là...” e cominciò a cercare fra i suoi bagagli.
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Annuii speranzosa mentre lui cercava nei bagagli.
Speravo davvero che la trovasse e fosse quella giusta. Nonostante lui fosse l'erede di questo palazzo, poteva essere logico che la possedesse lui, ma in un certo senso tutto questo mi sembrava tutto come un grande segno del destino, mentre lo guardavo cercare fra i suoi bagagli sorridendo appena, con quell'espressione determinata sul bellissimo volto. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Lo fece impazzire, eccitare, quasi esplodere di desiderio. Poi di colpo si fermò, si alzò, indossò la pregiata vestaglia nera e andò alla finestra.
“Che...” disse Aegos con la voce alterata dal desiderio “... che fai? Dove vai? Vieni qua...” cercando un lembo della sua vestaglia, che però scivolò fra le sue dita. Elyse allora si affacciò al balcone, domandando dell'accaduto alle soldatesse nel cortile con alcuni di quegli uomini scimmieschi. “Altezza...” uno delle soldatesse “... abbiamo scoperto un curioso furto... sono stati alcuni dei nostri uomini...” Ma ad un tratto la bella regina sentì qualcuno sfiorare la sua vestaglia. Era Aegos che dietro di lei si inginocchiò ai suoi piedi, infilando delicatamente una mano sotto la stoffa di quella delicata veste da camere, con le sue dita che arrivarono a toccare la sua intimità mentre lei ascoltava la soldatessa. https://i2.wp.com/i44.tinypic.com/6fcmc1.gif |
“Magnifica visione...” disse sospirando la voce misteriosa nel vedere Eeila prima sedersi sugli scalini della loggia e poi accavallando le gambe snelle e lunghe “... così mi farete perdere il senno... dove vogliamo incontrarci? Un luogo appartato? Romantico? Segreto?”
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Elv cercò a lungo, tra bagagli e borse, senza però trovare nulla.
“Accidenti, non la trovo...” disse seccato a Cassandra “... eppure devo averla con me... ma dove?” Scosse il capo. “Oh, no... che idiota sono...” |
Non riusciva a trovarla, ma improvvisamente sembrò ricordare qualcosa.
"Cosa? Che succede?" chiesi, un po' in ansia. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Mandali a morte, poi ne parliamo..
Pensai, sbuffando nel sentire le parole della soldatessa. Ancora quei maledetti obbrobri si intromettevano nella mia intimità. E diamine avevo un bellissimo cavaliere che mi aspettava nel mio letto, e questi cani avevano anche l'ardire di venirmi a rovinare la mattinata, ma guarda un po'. Sospirai, cercando di formulare una frase che non fosse quella a cui avevo pensato. Ma non riuscii a pensare a niente, perchè Aegos mi raggiunse, sfiorandomi la vestaglia. La sua sola presenza riuscì ad accendermi nuovamente, ma non potevo voltarmi verso di lui, e restai immobile quando lo sentii inginocchiare dietro di me e risalire le mie gambe, fino a raggiungermi dove ero più calda, ancora umida per l'intenso piacere che mi aveva divorato su quel divanetto. Ma lui riprese a giocare col mio fiore, costringendomi ad aggrapparmi al cornicione del balcone per cercare di mantenere un autocontrollo mentre in realtà il mio corpo stava iniziando ad ardere di eccitazione e piacere. Eppure la soldatessa era lì, aspettava una mia risposta. "Che cosa è stato rubato?" chiesi, cercando di essere più impassibile che potevo. |
Nonostante le mie minacce continuava a essere sfrontato, le sue parole mi turbavano ma dovevo mantenere il controllo..era questo ciò che intendeva Parvia con..seduzioni?
Però questo gioco mi divertiva, era strano come nel mondo degli uomini si corteggiassero e lanciai il sasso.."In un luogo appartato ma non troppo..romantico? Cosa significa..scusate non sono di questi luoghi e non so il significato..segreto forse meglio" magari Parvia mi osservava e tremai al pensiero.."Fate voi.." muovendo leggermente la gamba accavvallata. Ma se avesse osato sacrilegio lo avrei trafitto con la mia freccia d' oro e non era quella di Eros. |
“La chiave...” disse Elv allo specchio di Cassandra “... credo... credo di averla persa al gioco... non le ho dato mai troppa importanza... l'ho eredita da un lontano parente... l'ho persa in una mano di poker...”
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Quelle parole mi colpirono come un fulmine a ciel sereno, come un secchio d'acqua gelata.
Abbassai un attimo lo sguardo senza sapere bene che dire. In fondo, cosa c'era da dire? Solo che tutte le mie speranze erano crollate come un castello di carte... Da poker. "Beh, io... Non so... Potremmo..." farfugliai, passandomi nervosamente una mano fra i capelli "Potremmo capire chi ce l'abbia adesso..." mormorai. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Elyse cercò di restare lucida, impassibile, rivolgendosi alla sua sacerdotessa, mentre inginocchiato dietro di lei Aegos faceva scivolare le sue mani sotto la vestaglia della regina.
Mani calde, sicure, avide, esperte che accarezzavano le gambe della sovrana, fino a risalire dove era più sensibile, più ardente, più debole. Mani che sapevano cosa fare e come fare per mandare in estasi la regina. Mani che si muovevano prima lentamente, poi sempre più velocemente, facendo eccitare la bella monarca. Eccitare fino alla follia, in un gioco proibito senza limiti. “Hanno rubato alcune mappe del palazzo, altezza...” disse la soldatessa “... credo cercassero qualcosa...” |
Quella voce senza volto rise a quelle parole di Eeila e restò poi a guardare la sua gamba accavallata che si muoveva.
“Allora ci troveremo in un luogo che sia segreto ed appartato...” disse “... dietro il campo di grano... e lì vi spiegherò cosa significa il termine romantico... a dopo, signora...” e andò via. Ad un tratto arrivò un servitore ed annunciò a lei ed a Rodolfo che il barone li stava aspettando. |
Era impossibile restare lucida, impassibile.
Le sue mani erano abili, appassionate, capaci di farmi perdere ogni controllo. Più quel gioco segreto e ardito continuava, più impazzivo. Più le sue mani rubavano la mia sanità mentale per sostituirla con eccitazione e piacere. Dovevo aggrapparmi al parapetto e fare affidamento su tutto il mio autocontrollo per evitare di lasciare trasparire tutto il piacere che mi stava facendo impazzire in quel momento. Non capivo nemmeno che cosa mi stesse dicendo la soldatessa. Mappe? Concentrati.. Ma come facevo a concentrarmi se l'unica cosa a cui riuscivo a pensare erano le sue mani che giocavano con me. "Le avere recuperate?" chiesi infine "Le mappe.." specificai. |
Aveva pure riso...dietro il campo di grano...e mi avvicinai a Jaime.."Dopo devo andare dietro il campo di grano..non ho la minima idea dove sia".
Ad un tratto arrivò un servitore e ci disse che il barone e Rodolfo ci stavano aspettando e mentre lo seguivo chiesi.."Scusate, dove si trova il campo di grano qui? E come posso fare per arrivarci?" e guardai Jaime, quanto volevo subito andare laggiù ma dovevo presentarmi al barone. https://s-media-cache-ak0.pinimg.com...4d485681f5.jpg |
“Si, hai ragione...” disse Elv pensieroso a Cassandra “... credo l'abbia Soffon... un tipo con cui giocai circa un mesetto fa... con lui feci quella mano di poker... potrei cercare di riaverla... ammesso sia la chiave giusta... ora però devo cercare di ricordare dove sia quel tipo...” riflettendo "... si, ora rammento... in un vecchio casolare tra le Cinque Vie e Capomazda..."
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Le mani di Aegos non sembravano voler cessare quel gioco che era diventato forte, intenso, veloce, profondo, penetrante.
Elyse non poteva restare impassibile a lungo. Era sfrenato ormai quel gioco. “Si, altezza...” disse la soldatessa “... crediamo volessero sapere della gemma...” Come se non bastasse, come se non fosse pago, l'avventuriero si chinò e scivolò col il viso sotto la lunga vestaglia, cercando con le labbra il profumo ed il sapore della regina. Cercando con la bocca e con la lingua dove lei stava ormai vivendo di gemiti soffocati. Lui iniziò a baciarla, a leccarla con tanta maestria che in breve la monarca sentì le gambe venirle meno. |
Annuii debolmente, un po' rincuorata dal fatto che comunque sapesse chi era che, probabilmente, aveva la chiave.
"Bene, è un inizio." Sapevo di non dovermi scoraggiare, ma in questa situazione era davvero difficile e dovevo comunque ritenermi fortunata se riusciva a contattare quell'uomo. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Il servo condusse Eeila, Jaime e Rodolfo verso il salone centrale.
“Il campo di grano” disse il servo “si trova poco dopo le vecchie mura, uscendo dal palazzo e camminando verso la porta Ovest, madama...” Raggiunsero il salone, dove trovarono ad attenderli proprio il vecchio barone d'Altavilla. http://1.bp.blogspot.com/-pdJ5V70yKK...usketeers4.png |
Cercai di memorizzare le parole del servitore.."Grazie mille" sorridendo, quell' incontro mi faceva fremere..e poi questa storia del romanticismo mi intrigava.
Ad un tratto vidi il barone d' Altavilla..vassallo dei Taddei..ricordai ma non capivo il significato. "Piacere barone d' Altavilla" e feci un inchino "Vi ringrazio della vostra ospitalità, il mio nome è Eeila e questa è la mia ancella Jaime" e pensai dovevo tenere in piedi la storia detta a Kyms e gli altri.."Veniamo da un paese orientale ed esotico, un piccolo regno che non si trova nelle mappe. E devo ringraziare le persone che ho incontrato qui per il rispetto per la mia differenza, solo le menti aperte le accettanno, quelle ristrette e chiuse hanno stupidi pregiudizi e ve ne sono..soprattutto chi giudica le persone dal modo di vestire, come il mio..e sono spiacente di cosa sta accadendo nelle vostre Terre ma io sono disposta ad aiutarvi in qualsiasi modo" sorridendo. |
Era sempre più eccitante, sempre più penetrante e intenso.
Non ce la facevo più, stavo per crollare, volevo crollare, volevo abbandonarmi completamente a quel piacere così intenso e incontrollato. Da una parte era eccitante quel gioco segreto, dall'altra era terribile dover nascondere il piacere che mi divorava. Quando poi lo sentii scivolare sotto la vestaglia e raggiungermi con le labbra e la lingua, fu davvero troppo. Non riuscivo nemmeno a reggermi in piedi, stavo per perdere il controllo. "Bene.." cercai di dire, con le ultime forse che mi restavano. "Conservate le mappe, sbattete in cella quegli uomini.." dissi solo "È tutto.." congedandole con un cenno della mano. "Io.." sussurrai pianissimo ad Aegos "Cado, attento..." un singulto incontrollato, quasi disarticolato. Allora finalmente mi abbandonai, lasciandomi cadere all'indietro, fino a ritrovarmi sdraiata a terra, lì, sul balcone, incapace anche solo di pensare. "Mi fai impazzire così.." sussurrai, sconvolta da tutto quello. |
“Devo andare e convincerlo a darmi la rivincita...” disse Elv “... ma tu?” A Cassandra. “Mi chiedo se tu possa lasciare questo luogo e venire con me... ma forse no, vero?”
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Sorrisi debolmente avvicinandomi a lui.
"Non preoccuparti per me. Va' da lui e dai il meglio di te" mormorai dolcemente "Io sarò qui ad aspettarti" sorridendo. Il fatto di essere inestricabilmente legata a questo luogo era una doppia condanna, ma sapevo che ce l'avrebbe fatta. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Quel gioco alla fine ebbe il suo risultato.
La regina congedò la soldatessa e un attimo dopo, finalmente, si lasciò andare, stendendosi sul balcone. Per l'enfasi la vestaglia si era aperta un pochino, mentre Aegos era completamente nudo ed inginocchiato accanto a lei. “La regina ha gradito, noto...” disse, per poi avvicinarsi ad Elyse e baciarla. Baciarla come sapeva ed amava fare lui. E nel farlo la sua mano scivolò sotto la vestaglia di lei, stringendo il suo seno. |
Elv guardò lo spettro di Cassandra, cercando i suoi occhi, immaginandoli per quanto possibile.
“Allora vado...” disse annuendo “... ma tornerò presto...” sorridendo piano. Poco dopo uscì e partì. “Chissà se ci riuscirà...” apparendo Atanasia. |
Ricambiai il suo sorriso, beandomi della vista dei suoi bellissimi occhi neri, e lo guardai andare via senza controbattere, mentre quel palazzo diveniva di nuovo freddo e vuoto ed io andavo ad attenderlo alla finestra.
"Sì, sono sicura di sì" sussurrai piano, nel frattempo che lui si allontanava sempre più, fino a sparire del tutto. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Quella meravigliosa tortura mi condusse sul pavimento del balcone, nascosta agli sguardi di chiunque, tranne che a quello di Aegos, che mi fissava intensamente.
"La regina ha appena cominciato.." sussurrai, eccitata, mentre lo stringevo a me con voluttà, baciandolo intensamente, mentre la sua mano stringeva i miei seni. "Tu hai deciso di farmi impazzire oggi, eh.." sussurrai, divertita e maliziosa, per poi baciarlo ancora. "Possibile che con un furto nel castello io l'unica cosa a cui riesco a pensare sia farmi prendere qui, su questo balcone?" sospirai, guardando i suoi meravigliosi occhi azzurri, inconfondibili. |
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