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Non ero così speranzosa quanto lui, sul fatto di trovare un villaggio abitato dopo il cimitero. E non avevo nessuna voglia di camminare in mezzo alle lapidi. Ma dovetti farmi coraggio perché di certo non avrei potuto restare lì da sola.
Stretta la sua mano nella mia ci incamminammo tra la stretta stradina che separava una tomba dall'altra, tra la più completa desolazione. Non seppi dire per quanto a lungo camminammo ma iniziai a sentirmi stanca dopo un po'. |
Zoren strinse Gwen e restarono così per lunghi istanti.
“Capo...” disse Go “... dunque andremo via?” “Si...” annuì il mago “... restare è inutile... visto non siamo più ben visti...” Intanto le tre sorelle erano alle prese con i due nuovi arrivati. Tuttavia le anziane donne non erano affatto convinte che quell'uomo dal viso segnato fosse loro nipote. “Però...” mormorò Zoren “... ad essere sincero non me la sento di lasciare quelle tre donne sole con quei due tipi...” |
L'uomo condusse Clio in fondo ad un breve corridoio, dove c'era una piccola ma accogliente stanza.
“Ecco la tua camera...” disse l'uomo. E andò via, lasciandola sola in quella stanza. Da una piccola finestra si poteva vedere la campagna circostante e come fosse ormai giunto il crepuscolo. |
Zoren mi strinse e rstammo in quel modo a lungo.
Ad un certo punto, però, lui non sembrò convinto di lasciare le tre donne sole con quell'uomo dubbio. Restai in silenzio a lungo, poi alzai gli occhi su di lui. "Cosa pensi di fare?" Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“La giornata non è finita...” disse Tintus ad Altea “... dobbiamo cenare, no? Il barone ha piacere che le modelle impegnate a posare siano sue ospiti. Dunque ceneremo insieme a lui. Anzi, adesso ci starà aspettando per mangiare.”
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“In verità” disse Zoren a Gwen “non ne ho idea... forse la prima cosa da fare è cercare di scoprire se davvero quell'uomo è il nipote delle tre sorelle...”
“Spero solo che non finiremo nei guai, capo...” mormorò Go. In quel momento arrivò Tunetta. “Tra breve ci metteremo a tavola per cenare.” Sorridendo. |
"Spero non sia una cattiva idea... Non mi sembra un soggetto affidabile..." dissi con inquietudine.
Poi Tunetta ci avvisò della cena. Guardai di sottecchi Zoren, poi guardai Tunetta con un sorriso di circostanza. "Contate anche noi." Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Flegee...” disse Gozzone a Gaynor “... manco da quei lidi da diverso tempo... non immaginavo che la nobiltà fosse sopravvissuta in tutti questi secoli...” mentre veniva servito da mangiare e da bere a tavola.
“Dottor Gozzone...” mormorò il pirata “... esattamente dottore in cosa, signore?” “In verità” mangiando il dottore “io mi definisco un collezionista che utilizza le sue conoscenze e la sua passione per soddisfare il suo desiderio di bellezza.” “Sembra interessante...” sorridendo il pirata con sguardo indagatore “... dunque voi svolgete di certo il più appassionante mestiere del mondo, o forse siete soltanto un impareggiabile oratore.” Con un filo di sarcasmo. “Dite?” Bevendo Gozzone. “Io invece direi, più praticamente, che sono un appassionato amatore. Nulla di più, nulla di meno.” Guardò Gaynor. “Quest'isola è l'ideale scenario in cui coltivare la mia passione, tuttavia devo ammettere che le donne dai capelli chiari ovviamente scarseggiano.” Sorridendo. “Per questo mi piacerebbe avervi come modella.” |
“Benissimo.” Disse annuendo Tunetta, per poi tornare in cucina.
“Andiamo a metterci a tavola.” Zoren a gwen ed ai suoi due compagni di viaggio. Raggiunsero così la tavola e vi trovarono già seduti Nepote ed il dottore. “Pensavo foste di passaggio...” disse Nepote. “In verità” sorridendo Zoren “la cucina qui è davvero ottima. Così come la compagnia.” “Col nostro arrivo questa casa non è abbastanza grande per tutti.” Con tono enigmatico Nepote. “Finiremo per pestarci i piedi.” Con uno sguardo vagamente minaccioso. “E comunque tra breve ci sarà un'operazione molto delicata. Vero dottore?” “Oh, si, Nepote...” annuì il dottore “... ma non temere, in passato più volte ho dovuto lavorare su facce da rifare o da accomodare.” “Stavolta però non potrai sbagliare.” Replicò Nepote con voce cupa. |
Ci sedemmo a tavola e quell'uomo ricominciò con quelle velate minacce.
Mi si gelò il sangue nelle vene e strinsi forte la mano di Zoren sotto il tavolo, cercando di mantenere la calma e il controllo. Mi sarebbe piaciuto sapere a quale operazione i due si riferivano. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Ehiss e Dacey comminarono attraverso quelle lapidi ormai rese mute e consumate dal Tempo, fino a quando il Cimitero terminò e i due si ritrovarono in un folto bosco dai tratti oscuri ed impenetrabili.
Proseguirono ancora, senza però riuscire a trovare un sentiero in grado di portarli fuori. Il cavaliere ad un certo punto si rese conto che la zingara era stanca. Così si fermarono per riposare. “Credo” disse lui alla ragazza “che sia meglio tornare indietro... tra non molto il Sole tramonterà e non voglio trascorrere la notte in questo luogo...” |
“Oh, non preoccuparti, Nepote...” disse il dottore “... quella volta fui costretto a lavorare in una stanza semibuia, con strumenti sporchi ed imprecisi... dovetti fare l'impossibile... adesso invece” avvicinandosi a Nepote “in una stanza adatta, con strumenti puliti potrò accomodarti la faccia... ” toccando il viso segnato di Nepote “... tirerò la pelle delle guance in modo da coprire queste cicatrici... poi solleverò la pelle sulla fronte e ti rifarò con attenzione i lineamenti... vedrai, Nepote, dopo nessuno potrà più riconoscerti e saremo liberi...”
“Buon per te se riuscirai a mantenere ciò che dici, dottore...” mormorò Nepote “... sai cosa faccio a chi mi delude, vero?” Tutto ciò davanti a Gwen, a Zoren, a Go e a Nyccio. |
Ascoltavo quei discorsi pietrificata.
Ma con chi diamine avevamo a che fare? Quei due non mi convincevano nella maniera più assoluta e quella discussione era parecchio inquietante. Lanciai infatti uno sguardo a Zoren, per fargli capire cosa stessi pensando, e mi pentii subito di aver acconsentito a rimanere lì. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Rimasi leggermente perplessa...la cena..ma il barone non mangiava, non sapevo se essere in torto a pensare male o a pensare bene.."Direi..anche se non fossi una delle sue..modelle..che è sempre una forma di cortesia intrattenere l' ospite a casa propria, anche se il barone non mangia ha detto" sorridendo.
Poi mi guardai la veste.."Posso cambiarmi o milord vuole cenare con una ninfa stasera?" facendo segno al pittore di uscire dalla stanza. Avevo la sensazione non volessero io rimanessi sola nel castello, anche se di notte lo era consentito. |
Il cimitero finì ma dopo di esso non trovammo altro che un folto bosco. Nessun sentiero verso un villaggio, nessun segno di passaggio umano.
Solo bosco e alti alberi che non lasciavamo passare la luce del sole. Decidemmo di fermarci. Io trovavo quel camminare senza meta piuttosto frustrante. " Si avete ragione. Almeno alla locanda abbiamo un tetto sulla testa e un letto. Anche se il locandiera sembra essere svanito pure lui nel nulla." |
Le tre anziane portarono la cena in tavola e tutti cominciarono a mangiare.
“E dì, Nepote caro...” disse Tunetta “... quanto tempo ti fermerai qui? Immaginiamo tu sia molto impegnato e dunque non potrai fermarti a lungo...” “Mi spiace di smentirti, zia...” fissandola Nepote col suo sguardo cupo e l'espressione resa inquietante dalle cicatrici sul volto “... ma il dottore ed io ci fermeremo a lungo qui. Devo operarmi e mi occorre poi tempo per una lunga convalescenza.” Le tre sorelle si guardarono intimorite. “Oh, si...” mangiando il dottore “... occorreranno mesi... mesi di lungo riposo...” “Si, lungo riposo...” annuì Nepote, per poi guardare Gwen e Zoren. |
"Vi ringrazio.." dissi ad Affon, entrando nella stanza.
Una volta sola, mi guardai intorno, e mi lasciai cadere pesantemente sul letto. Tutta quella assurda storia mi aveva messo a dura prova, e non avevo idea di come uscirne. Restai immobile, a guardare il soffitto per un lungo istante, dopodiché mi alzai e iniziai a curiosare per la stanza, e soprattutto nell'armadio, giusto per capire se potevo cambiarmi d'abito e magari farmi un bel bagno. |
“Certo che potete.” Disse sorridendo Tintus ad Altea. “Vi aspetterò fuori.” Ed uscì, per consentire alla modella di cambiarsi d'abito.
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Le donne portarono la cena in tavola e Tunetta si informò riguardo la durata del soggiorno del presunto nipote.
Si vedeva che era spaventata per la presenza di quell'uomo, come biasimarla? A quell'ultima frase, fissò me e Zoren. Ricambiai seria quello sguardo, senza farmi intimorire; mi chiedevo chi fosse, cosa volesse e perché gli desse così fastidio la nostra presenza, anche perché non saremmo rimasti certo dei mesi lì, ma sospettavo che avremmo avuto le risposte che cercavamo. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Ascoltai in silenzio lo scambio di battute tra il Capitano e il dottore. Ero sempre più perplessa, in quella villa tutti possedevano il dono di parlare senza di fatto dire nulla. Una frase di Gozzone mi aveva però turbata... la nobiltà nel mio regno era in piedi da sempre, cosa aveva voluto dire il dottore? Glielo chiesi dubbiosa.
"Permettete dottore... sarei onorata dopo di sapere cosa intendete per modella, ma adesso mi preme di più ritornare su una frase che avete detto poc'anzi. Perché parlate come se la nobiltà fosse sparita dal mio regno? Fino a pochi giorni fa, io regnavo tranquilla e se non fosse stato per quei cani di Capomazda che hanno raso tutto al suolo, avrei continuato ad essere la regina Gaynor fino alla fine dei miei giorni... È stato in seguito ai bombardamenti che mi sono trovata priva di conoscenza sulla nave del Capitano, con la quale siamo naufragati qui in seguito ad una tempesta..." Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Ehiss annuì a Dacey e dopo qualche istante in cui il cavaliere lasciò la zingara riposare, ritornarono sui loro passi.
Così percorsero a ritroso quello scorcio di bosco, poi il Cimitero, ritrovandosi infine di nuovo nella cittadina. Era ormai il crepuscolo ed un cupo silenzio avvolgeva le stradine in balia di sterpi e rovi, le case vuote sibilanti di vento e le piazze in cui vegetavano piante incolte. Ehiss e Dacey arrivarono alla locanda, trovandola senza nessuno al suo interno. Né locandiere, né clienti. Lui allora condusse la ragazza in camera loro per farla riposare. |
Sorrisi al pittore e andai nella mia stanza, levai i sandali e la corona che posi in uno sgabello, i bracciali e poi feci scivolare la tunica bianca.
Misi tutto in ordine per il giorno dopo, rimasi nuda ed indossai subito il corpetto e il vestito di Cramelide poggiato all' Alba sopra il letto. Indossai nuovamente il ciondolo con la effige dei pirati e lo Scorpione e uscii di fretta andando verso la sala da pranzo, chiamando il pittore...sorrisi scommettendo ci sarebbe stato formaggio per cena. |
Clio controllò quella stanza, non trovando però né abiti nell'armadio, né acqua calda nella tinozza per lavarsi.
Su un basso tavolino tuttavia notò qualcosa. Un campanellino. http://www1.unipa.it/oadi/oadiriv/wp...0/12/sci18.jpg |
Curiosare in quella stanza non fu poi tanto entusiasmante.
Non trovai nulla di interessante. Ma poi notai qualcosa, una campanellina sul basso tavolino. Incuriosita mi avvicinai, e la scossi, facendola tintinnare. |
A quelle parole di Gaynor, Gozzone smise di mangiare, prendendo il calice per bere.
Guardò allora Sbroz incuriosito, ricevendo da questi la medesima occhiata. “Dunque” disse fissando Gaynor “mi state dicendo che fino alla vostra partenza l'aristocrazia dominava le terre di cui siete natia?” “Esattamente.” Annuì il pirata. “La cosa vi stupisce, dottore?” Gozzone si appoggiò contro lo schienale della sedia, guardandoli perplesso. “E ditemi...” mormorò “... come vi appare quest'isola? E il palazzo in cui ora dimoriamo? E gli abiti che vedete indosso a noi?” |
Come mi aspettavo al nostro arrivo alla locanda non trovammo anima viva.
Saliti in camera mi sedetti sul letto e solo in quel momento mi resi conto che nessuno dei due aveva mangiato nulla per tutto il giorno. " Ser volete che vado a cercare se c'è qualcosa nella dispensa? Magari posso prepararvi qualcosa da mangiare. Immagino sarete affamato" |
Il pasto proseguì in un cupo silenzio, rotto solo da qualche parola del dottore che si complimentava con le tre donne per l'ottimo cibo ed il buon vino.
La voce di quell'uomo però, bassa e melensa, al limite dell'indisponenza, risuonava nella stanza insopportabile e fuori luogo. Alla fine Nepote ed il suo compare si alzarono e pretesero una camera in cui riposare. Melina allora li accompagnò sopra, dando loro una stanza. “Ditemi...” disse Zoren a Tunetta e a Sissi “... ma davvero quell'uomo è vostro nipote?” “In verità” rispose Tunetta “io e le mie sorelle non abbiamo mai veduto il suo volto. Egli afferma di essere Nepote, ma noi lo sapevamo morto anni fa.” “Morto come?” Il mago. “In un manicomio prigione...” svelò Sissi “... rinchiuso anni fa per aver seviziato ed ucciso un'intera famiglia di coloni...” Zoren allora si voltò verso Gwen. |
Gozzone e Sbroz si scambiarono un'occhiata incuriosita, come se io stessi dicendo una sciocchezza.
"Io sono la regina Gaynor delle Flegee, sebbene spodestata, figlia del defunto re Scignone. Non avete mai sentito parlare di noi?" Guardai il dottore, sentendomi a disagio. "In effetti la villa ha uno stile particolare che non mi è noto ed i vostri vestiti sono di una foggia strana. Ma del resto, su quest'isola niente è normale... i fiori, ad esempio, sono bellissimi e sconosciuti... o quelle creature che vedo, anch'esse non si sono mai viste..." Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
La cena andò avanti avvolta da un cupo ed inquietante silenzio, intervallato da alcuni melensi ed insopportabili complimenti del medico.
Quando i due andarono via, Zoren ne approfittò per parlare con le sorelle. Impallidii a quello che risposero e ricambiai, sconvolta ed impaurita, lo sguardo del mago. Il pensiero di restare lì con quel soggetto in giro mi terrorizzava, ma sapevo che Zoren non si sarebbe mosso di lì, e fuori per giunta era già sera, dunque avremmo dovuto aspettare la mattina seguente se fossimo andati via, ma non ci speravo più di tanto. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Tintus attese Altea nel corridoio, per poi condurla in una vasta sala dove trovarono una tavola imbandita.
C'era pane bianco, alto e soffice, insieme a verdure e pesce grigliato. In un ampio vassoio faceva bella mostra frutta di stagione, colorata e matura, il tutto accompagnato da un buon vino bianco. Poi le porte si aprirono ed entrò il barone, col suo volto rugose, il pallore cadaverico e le movenze impacciate, come chi è troppo dolorante per muoversi liberamente. “Buonasera, madama...” disse ad Altea “... siete ancora più bella di come rammentavo... prego, accomodatevi e servitevi pure... mi auguro che il tutto sia degno del vostro aristocratico gusto...” |
Clio suonò e pochi istanti dopo giunse un uomo.
“Ditemi...” disse “... vi occorre qualcosa?” |
Entrammo nella sala da pranzo e la tavola era imbandita di ogni prelibatezza, scacciai il pensiero del formaggio sorridendo tra me e me.
Ad un tratto entrò il barone...il suo aspetto era davvero impressionante, davvero sembrava provenisse dall' Ade. Sorrisi forzatamente al suo complimento.."Sempre gentile, barone" sedendomi dopo che egli ci portò in tavola "Stasera la cena è ottima...spero abbiate più appetito". |
Come immaginavo, un servitore giunse alla mia porta non appena suonata la campanella.
"Non so se mi sia concesso chiedere.." Esordii "Ma se possibile vorrei dell'acqua per il bagno e un abito per cambiarmi, vorrei rendermi presentabile, insomma..." Sorrisi. Restai sull'abito così avrei potuto continuare a nascondere le mie armi, che non si sapeva quando mi sarebbero potute essere utili. "È il crepuscolo, immagino sia quasi ora di cena, giusto?" Chiesi poi all'uomo. Cos'ero io? Prigioniera, ospite, alleata? Non vedevo l'ora di saperne di più. |
“Si, stanca come siete vi vedo proprio bene ad andare in cerca di cibo...” disse sorridendo Ehiss a Dacey “... su, stendetevi...” avvicinandosi al letto, per poi toglierle le scarpe “... cercate piuttosto di riposare... nel frattempo andrò io in cerca di cibo... magari ne troverò nella cucina o nella dispensa...” massaggiandole i piedi piano “... passeremo la notte qui e domattina ripartiremo...”
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“Quest'isola” disse Gozzone a Gaynor “è fuori dal Tempo, milady. E forse lo siamo anche noi tutti, voi ed il vostro amico compresi.” Annuì. “Ma questo ora non è importante... prima mi chiedevate del perchè io abbia detto modella, giusto? Ebbene, voglio che posiate per me... in modo da poter trarre da voi un nuovo pezzo per la mia collezione.”
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"Sono stanca ma non inutile Ser" tentai di protestare inutilmente ma il cavaliere non mi diede ascolto, aiutandomi a stendermi.
In effetti la stanchezza iniziò a farsi sentire non appena posai la testa sul cuscino. " Non è necessario che vi prendiate tutto questo disturbo per me" mormorai un po' in imbarazzo, come sempre quando eravano più vicini del solito. Lo osservai senza aggiungere altro, gli ero grata di quei gesti gentili e premurosi. |
Come al solito, le risposte di quella gente urtavano i nervi, oltre a cominciare ad annoiare.
"Vorrei potervi dire che mi piacerebbe molto posare per voi, ma purtroppo non ho capito per cosa dovrei fare da modella... voi parlate di collezione e di passione, ma siete così vago che non riesco proprio a figurarmi di cosa si tratti..." Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Zoren restò pensieroso.
“Spero di non avervi spaventati o turbati...” disse Sissi. “Su, andiamo...” fece Tunetta “... certo che si tratta del nostro Nepote. Chi altri può essere sennò? Sono passati anni e le persone cambiano. Per questo non lo abbiamo riconosciuto.” Sforzandosi di sorridere. “E poi chissà cosa avrà passato in quel brutto posto.” “Beh, se è stato rinchiuso in un manicomio per criminali” mormorò Zoren “un motivo ci sarà pur stato, no?” Le tre impallidirono. “Ave, popolo!” Ad un tratto una voce. “Oh, sei tu, zio...” Tunetta. “Si, il vostro Augusto e sommo imperatore.” Annuì il buffo uomo conosciuto in cantina da Gwen e da Zoren “... giungo ora dal colle Vaticano. E ho avuto una splendida idea. Voglio costruire una nuova chiesa. La più grande mai eretta a Roma. Una chiesa attorno alla tomba dell'Aspostolo Pietro. Sarà la mia più grande impresa.” Con tono solenne. “Ho convocato i miei architetti per cominciare il progetto. Li avete visti? Uno dei miei pretoriani ha giurato che fossero già sulla strada per Ostia.” |
“Oh, no...” disse il barone sorridendo ad Altea “... io mangio pochissimo, il necessario per sostenermi... gustate dunque questa cena, sperando sia di vostro gradimento, madama.”
Tintus cominciò a mangiare con appetito. “Ditemi...” ancora il barone alla dama “... com'è stato il vostro primo giorno da modella?” |
Spaventati o turbati, certo che no.
Dividevamo solo la casa con un pazzo omicida, cosa poteva esserci di pauroso? pensai con sarcasmo. Ad un certo punto, come se non bastasse, arrivò lo zio, che mi fece sussultare non poco. Sospirai guardando Zoren. "La pazzia è davvero un gene ereditario..." sussurrai, avvilita. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
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