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“In verità” disse Ehiss a Dacey “sono tornato qui perchè mi mancava questo luogo...” guardando la verde brughiera accarezzata dal vento “... mi mancava il sibilo indomito del vento, il lento mormorio delle acque del lagno che scorrono tra ciottoli e sterpi... e poi quest'aria profumata di campo e di libertà... tutto in questo luogo mi narra della mia infanzia, dei miei sogni... qui sono stato vestito cavaliere... ed era ora che tornassi qui a casa...” guardò la ragazza e sorrise “... no, non temete, non ho più intenzione di andare in guerra... voglio fermarmi qui e risistemare questo luogo...” indicando Marchesa delle Rose.
“Vi ci vorrà un bel po', ser.” Fece Pepino. “Il lavoro non mi spaventa.” Rispose il cavaliere. “Beh, credo sia ora di andare...” alzandosi l'ometto “... andiamo signorina?” A Dacey, mentre Sheylon si accucciò ai piedi della ragazza, quasi impedendole di alzarsi. |
Sorrisi al frate.
"Il mio nome è Clio de Lorendal..." Iniziai a dire "Sono il capitano della Guardia Ducale..". Sapevo che non sarebbe stato facile, ma volevo capisse quanto lord Anione si fidasse di me. "Ser Gervan dice che voi potete aiutarci..." con un sorriso gentile "So che il mio signore si fidava di voi.." Sostenendo lo sguardo del religioso. "Ho giurato di difendere questa terra e i suoi duchi a costo della vita..." Sospirai "E ora il ducato sta per cadere nel caos.. Cimas è un traditore, Rovolin non è all'altezza.. Capomazda ha bisogno di lui..". |
<< Sono certa che diventerà splendido, anche se a me piace già anche ora. E posso capire, in un certo senso, il vostro desiderio. Vivere qui ha qualcosa di magico, del tutto diverso a vivere dentro la città... Scusate se prima sono stata un po' dura, non era mia intenzione solo che...>> scossi appena il caso lasciando cadere le parole, parlare della morte dei mie genitori ancora faceva male e non volevo mostrare il mio lato debole al cavaliere.
<< Di già?>> stropicciai il naso contrariata ma non volevo far arrabbiare Pepino o non mi avrebbe più portata con sé quindi, controvoglia, mi alzai. O ci provai almeno ma incontrai una certa resistenza. Scoppiai a ridere accarezzando un orecchio di Sheylon. << E ora come la mettiamo? Sono la tua prigioniera? Beh Pepino io verrei anche con voi>> con una sottile ironia,<< ma dovreste battervi con la tigre per avermi...>> |
Altea era in quella cella maleodorante, tra mille paure, mentre la nave procedeva spedita.
Da alcune assi allentate filtrava la luce del Sole, unica fonte luminosa in quel luogo. Il soldato che faceva da sentinella canticchiava una canzoncina sconcia, gettando sguardi lussuriosi verso la prigioniera. “Guarda che se vuoi uscire da qui dipende da te...” disse ridendo. |
“Io apprezzo tutto di te...” disse Velvot avvicinandosi all'orecchio di Gwen.
Il carrozzone dopo un po' ritornò in città, ma subito fu fermato da alcuni soldati. “Che accade?” Uscendo dallo spioncino Go. “Voi artisti della malora non potete stare in città.” Uno dei militari. “Ordini di ser Reddas.” |
Da delle assi filtrava della luce almeno, ma era una mera consolazione.
La sentinella cantava una canzoncina improponibile e scossi il capo alle sue parole.."Dipende da me? Immagino..se sono accondiscendente vero? Se darò il mio corpo facilmente..a uomo come voi? No grazie...preferisco le frustrate" e mi rannicchiai..ci mancava pure una violenza fisica e avevano finito di denigrarmi. |
“Lui...” disse Don Nicola a Clio “... lui chi? Di chi parli, ragazza? Sii più chiara.” Fissandola con sguardo indagatore.
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Sorrisi alle parole di Velvot sussurrate nel mio orecchio.
Dopo un po', però, il carrozzone fu fermato dai soldati. 'Ordini di Ser Reddas', che faccia tosta... "Vado al palazzo a parlare con Rovolin, voi aspettatemi all'entrata della citta" dissi piano a Velvot, sfiorando poi le sue labbra con un leggero bacio. Sgattaiolai fuori dal carrozzone senza farmi notare dai soldati e dopo un po' raggiunsi il palazzo ducale. Stavolta Rovolin mi avrebbe ascoltata, altro che Reddas. Inviato dal mio Archos 90 Copper utilizzando Tapatalk |
“Beh, se tuo zio mi vede tornare senza di te” disse Pepino a Dacey “temo che diventerà più pericoloso di quella tigre.”
Ehiss rise di gusto. “Facciamo così...” il cavaliere “... devo sistemare alcune assi all'ingresso prima che qualcuno entrando si possa far male... dopodiché potrei riportare io la ragazza a casa, sempre se ciò non renda infastidito suo zio.” |
<< Ecco si, facciamo così Pepino, se voi dovete andare non voglio farvi far tardi. E non voglio che dobbiate vedervela con nessuna tigre. Dite allo zio che arriverò presto, ha detto che si fida di me quindi questa é l'occasione per dimostrarmelo>> dissi nascondendo un sorrisetto mentre ripresi a coccolare Sheylon, quella si che era una tigre furba, sembrava quasi avesse compreso che volevo restare ancora nella brughiera.
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