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A quelle parole di Altea, il militare scoppiò a ridere.
Ma ad un tratto si udì una cannonata partire dalla nave. “Accidenti...” disse il militare “... che succede ora?” E corse sul ponte. Passarono lunghi, interminabili minuti. Dal basso Altea sentiva i passi e poi un vocio confuso giungere da sopra. Come se stesse accadendo qualcosa. Allora udì dei passi scendere. E davanti alla sua cella alcuni soldati passarono spintonando in malo modo un uomo incatenato e col capo incappucciato. Lo rinchiusero nella cella accanto a quella della dama francese. |
Gwen raggiunse La Porta dei Leoni, dove trovò due sentinelle.
“Salute a voi, damigella.” Disse uno dei due militari. “Siete attesa a corte?” Chiese alla giovane dai capelli rossi. |
Raggiunsi la Porta dei Leoni e trovai duie sentinelle.
"Salute a voi" sorridendo "Sì, devo parlare con lord Rovolin, stamani mi aveva fatta chiamare, ma purtroppo avevo delle commissioni da sbrigare in città, posso entrare?" http://uploads.tapatalk-cdn.com/2016...f6bb1c1317.jpg Inviato dal mio Archos 90 Copper utilizzando Tapatalk |
Alla risata del soldato feci una smorfia derisoria.
Ma poi vi fu una cannonata e sobbalzai, il soldato corse sul ponte e sopra le assi sentivo i passi veloci dei militari e concitazione. Ad un tratto ne capii il motivo, probabilmente avevano proprio preso l' evaso, mi misi vicino le grate, era incappucciato e fu rinchiuso davanti la mia cella. Giusto un attimo per guardare il volto celato e tornai al mio posto per non rischiare. |
Pepino apparve pensieroso.
“Su, non temete.” Disse Ehiss. “La ragazza non correrà alcun rischio qui. C'è Sheylon ed i malintenzionati non si avvicineranno. Inoltre la riporterò a casa prima che faccia buio.” Sorrise sarcastico. “A meno che voi non pensiate che il pericolo per lei sia io...” “Oh, no.” Scuotendo il capo Pepino. “No, di certo, ser. Anzi, so che siete un gentiluomo. Poi figuriamoci se un uomo nobile ed affascinante come voi si senta attratto da una ragazza del popolo.” Annuì. “Beh, allora io vado... avvertirò suo zio che Dacey farà un po' più tardi.” E andò via col suo calesse, mentre Sheylon continuava a giochicchiare con la zingara. |
Sorrisi a Pepino che si allontanò poi sbottai.
<< Ma... Come se una popolana non possa essere bella quanto una nobile o anche più... Talvolta Pepino non pensa alle parole che pronuncia da quella sua boccaccia... Tu che ne pensi Sheylon? Sono più bella io o una principessa?>> grattai la pancia della tigre, ben attenta a cercare una risposta ovviamente dell'animale ma del cavaliere. << Ah Ser, volete una mano con quelle assi da sistemare? Già che sono qui almeno lasciatemi rendere utile>> |
La sentinella annuì a Gwen e la lasciò passare.
La giovane attraversò il monumentale ingresso e poi un ampio androne dove c'erano molti militari. Da qui si ritrovò nel grande cortile interno dove un valletto la pregò di seguirlo. Fu condotta così in una saletta di rappresentanza, in cui Rovolin era intento a leggere in compagnia di alcune dame di compagnia. “Milady...” disse vedendo Gwen entrare “... mi era stato detto che eravate andata via all'improvviso, nonostante vi avessi fatto chiamare...” |
Il prigioniero fu gettato nella cella accanto a quella in cui era rinchiusa Altea, poi i soldati chiusero le sbarre ed andarono via.
“Bella coppia...” disse uno dei soldati prima di salire sul ponte “... la sgualdrina ed il rinnegato.” Andati via, il silenzio calò tra le due celle. |
Lui, lui chi?
Quel ragazzino odioso e insopportabile che prendeva in giro il modo in cui parlavo. Che riusciva sempre a farmi imbestialire. Scossi appena la testa. "Lui.. Il nipote prediletto del mio signore... Quello che ha allontanato da corte per proteggerlo dalla maledizione..." Sospirai "Io so che la maledizione è reale, Lord Anione ci credeva e io credevo in lui... Ma non posso lasciare il ducato nel caos o nel malgoverno.. È l'unica speranza.. Se Lord Anione teneva a lui, si vede che ha visto in lui la persona giusta per guidare il ducato..." Sospirai "Ho bisogno del vostro aiuto, padre... Vi prego.." Mormorai piano. |
La sentinella mi lasciò passare me fui condotta in una saletta in cui Rovolin stava leggendo con delle dame di compagnia.
Congedai le donne con un gesto della mano e mi sedetti davanti a lui, senza rispondere. "Voglio che forniate un permesso a quegli artisti per esibirsi qui al Palazzo e se non volete farlo, almeno spero addurrete delle motivazioni valide che siano farina del vostro sacco" dissi una volta rimasti soli, diretta e tagliente come una lama, le mani incrociate in grembo. |
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