La donna annuì a Gwen in un cenno di gratitudine per le sue parole riguardo il pranzo ed ascoltò poi ciò che la ragazza recitò a memoria.
"E' un dialetto molto antico..." disse "... ora forse non lo parla più nessuno e i giovani delle tribù neanche lo conoscono... io lo imparai da mia nonna che era una sciamana... le parole recitate significano... fuggi via, con lui che ami o sarà tardi... ecco, questo significano... ma dove avete sentito queste parole?" Chiese.

Avemmo la conferma che si trattava di un dialetto in disuso, infatti raramente mi era sembrato di sentirlo presso i nativi, quando mi recavo nei loro villaggi.
Alla traduzione della donna, guardai Elv con espressione inquieta.
Non era molto consolante, affatto, soprattutto visto dove eravamo e in che casino eravamo finiti.
Guardai poi la donna.
"Oh, nulla di che, solo un'incisione su pietra..." mentii, con un leggero sorriso.

Uscii nel cortiletto e lo trovai intento a giocare con la pistola.
Sorrisi.
"Ehi, non avevi detto di non possedere nemmeno un'arma?" sorrisi, piacevolmente sorpresa.
Già con una pistola si poteva fare molto.
Poi apprezzò il pranzo.
"Oh, un uomo d'azione ha bisogno di energia, no?" facendogli l'occhiolino.
Poi risi quando vide i lupini.
"Non so perchè, mi sembravi tipo da apprezzare i lupini!" ridacchiai, divertita "Erano lì, mi sembrava un peccato buttarli! Se fosse stata quaresima ti avrei dato da mangiare solo quelli!" divertita.
Poi mi avvicinai al tiro al bersaglio.
"Posso provare?" candidamente.

La donna annuì a Gwen e tornò in cucina.
"Beh, parole senza senso a quanto pare..." disse Elv alla ragazza dai capelli rossi.



"E' una pistola caricata a salve..." disse il capitano a Destresya "... non mi danno certo un'arma con pallottole vere." Rise sui lupini. "Prego..." porgendole la pistola per farla sparare al bersaglio "... ah, spara dal buco mi raccomando." Divertito e sarcastico.

"Sei sicuro?" chiesi ad Elv.
Poi mi sporsi verso di lui.
"E se potesse essere la nostra occasione per fuggire da questa assurda follia e tornare a casa? Sono tutti spariti, noi abbiamo trovato i pezzi del carro e potrebbe essere molto più semplice di quanto crediamo" aggiunsi, guardandolo fiduciosa e speranzosa.
Ero del parere che dovessimo sfruttare la situazione, ora che se ne presentava l'occasione, facendo ciò che avevamo progettato fin dall'inizio, ossia fuggire e tornare a casa.
Non sapevamo quando una possibilità simile si sarebbe ripresentata e se non la coglievamo adesso, poteva anche essere l'ultima.

"Si, ci ho pensato anche io..." disse Elv a Gwen "... riparare il cingolato ed andarcene via, tornare ad una vita reale..." annuì "... ma se gli altri sono in pericolo? Se il sergente e i volontari hanno bisogno di aiuto? Dove possono essere finiti?"

"Lo so, ma io preferisco pensare che ho una casa ed una famiglia, un lavoro, a cui tornare. Non ho nemmeno deciso io di trovarmi in questa situazione, ma mi ci hanno costretta a forza e lo stesso vale per te. Potrebbe non ricapitarci più una possibilità simile, se non ne approfittiamo adesso" cercai di essere convincente, perchè nonostante avessi il pensiero per quei dispersi, la nostra salvaguardia per me era più importante.

"Si, forse hai ragione..." disse Elv a Gwen "... e poi, prima che a loro, io ho il dovere di pensre a te, alla tua sicurezza... si, ce ne andremo..."
"Quelle parole" ad un tratto uno seduto a qualche tavolo da loro "non erano un consiglio... non parlavano di fughe per tornare alla normalità..." era un nativo.

Sorrisi, un sorrisetto divertito a quelle parole del capitano.
Beh, procurarsi dei proiettili in un accampamento militare era molto più facile che procurarsi una pistola, quindi la cosa poteva essere molto più interessante del previsto.
"Dal buco?" con aria ingenua guardando il bersaglio un attimo, per poi voltarmi verso di lui e, quasi distrattamente tirare al bersaglio e colpirlo in pieno.
"Dici così?" con aria fintamente ingenua, per poi fargli l'occhiolino, come a lasciar intendere che c'era ben altro in me.

Annuii sollevata vedendo che capiva il mio punto di vista.
Sorrisi poi con un accenno di divertimento, vedendo che non riusciva a smettere di essere premuroso nei miei confronti.
Ad un tratto, nella conversazione si inserì un uomo, anche lui nativo e lo guardai.
"E dunque, a cosa si riferisce, secondo voi?" gli chiesi, in parte curiosa ed in parte inquieta, non sapendo cosa aspettarmi.