![]() |
Durante la notte appena trascorsa...
Il celebre Museo del Maschio, il più grande ed antico museo Afragolignonese ed uno dei più visitati al mondo, sorge al centro della città, tra il Lungolagno e la Piazza della Miglioria, in quello che fu uno dei più vasti ed inaccessibili castelli imperiali. La fortezza, realizzata dal sovrano Rollione all'inizio dei Secoli Bui, subì varie trasformazioni fino a divenire, verso l'anno Mille, sede del re. Quando poi alla fine del Medioevo l'Arciduca Ardea detto il Conquistatore unificò le due Corone di Afragolignone e di Capomazda, scegliendo come nuova sede reale il Palazzo dei Taddei, l'antica dimora dei re fu adibita prima a prigione, poi successivamente divenne il museo che oggi tutto il mondo conosce. La maestosa struttura prende nome dalla torre principale e più alta dell'intero complesso, attorno alla quale ruota tutto il maniero fortificato. Nel museo oggi sono conservate opere inestimabili frutto non solo del genio Afragolignonese, ma anche di secolari bottini di guerra, donazioni, confische ed acquisizioni della Corona. Il signor de Travvan, borghese di modeste origini ma da sempre impegnato nello studio e nella salvaguardia dell'arte imperiale, ricopriva il ruolo di direttore del museo da ormai ben due anni, grazie soprattutto al suo impegno nella spinosa questione delle opere conservate nei monasteri e nelle chiese, che da sempre il governo riconosce come patrimonio della Chiesa Cattolica. De Travvan non era apparso particolarmente scosso dopo i misteriosi e preoccupanti episodi avvenuti nella Cattedrale e al Palazzo dei Gigli, con al centro opere d'arte. Egli si fidava della sicurezza del museo e di come l'intera ed antica fortezza fosse di fatto un luogo imprendibile persino per un esercito ben armato. Quella notte, come sempre faceva, attraversava i padiglioni del castello insieme a Sciaquen, suo amministratore e consulente circa la gestione del museo. “L'Arcangelo di Telesino” disse il direttore “a breve tornerà nell'ala Nord. Il lavori qui nel padiglione sono ormai ultimati e così i visitatori potranno di nuovo ammirarne la bellezza.” Fissando la preziosa statua di San Michele nell'atto di trafiggere Lucifero. “Benissimo, direttore.” Annuì Sciaquen. I due risalirono verso l'androne principale, dirigendosi poi nella Sala delle Udienze, dove erano conservati molti dipinti del periodo Nolhiano. “Come mai solo due lampade sono accese?” Stupito il direttore. “Non saprei...” l'altro “... poco fa c'erano alcuni inservienti impegnati ad occuparsene...” “Andate a chiamarli, per favore...” il direttore “... l'inefficienza è qualcosa che non ho mai tollerato.” Sciaquen uscì, in cerca degli inservienti. Ma appena rimasto solo de Travvan, una delle due uniche lampade accese si spense, gettando la sala in una penombra fitta e sinistra. “E' inaccettabile...” scuotendo il capo il direttore. Ma anche l'altra lampada cominciò a spegnersi. Poi un respiro profondo. “Chi è là?” Perplesso il direttore. “Chi c'è'?” Di nuovo quell'innaturale respiro. “Il museo è chiuso, non si può stare qui!” Severo il direttore. “Uscite o chiamerò la sicurezza!” Si udirono allora dei passi, lenti, che echeggiavano nella sala. “Ma insomma...” preoccupato de Travvan “... farò una denuncia!” La penombra inquieta velava i dipinti che impreziosivano la sala, accarezzando i Santi Volti della Vergine, degli Apostoli e dei Santi lasciando su di essi un senso di vaga angoscia. De Travvan si guardava intorno, avvolto da quel cupo chiaroscuro. “Tu...” una voce bassa ed indefinita come sorta dal silenzio innaturale “... tu... hai rinnegato il tuo compito...” “Ch... chi è?” Spaventato il direttore. “Tu...” ancora quella misteriosa voce, indistinguibile se di uomo o donna “... hai rinnegato il tuo compito...” “Chi è?” Impaurito de Travvan. “Tu...” la voce sinistra “... hai venduto te stesso e l'arte che dovevi custodire... hai venduto tutto...” “Sciaquen!” Chiamò il direttore. “Sciaquen! C'è qualcuno qui!” “Nessuno ti salverà...” la voce che ora sembrava più vicina “... nessuno ti salverà... poiché tu non hai salvato l'arte che dovevi invece custodire... l'hai venduta ai preti... ora pagherai con la vita...” “No!” Per poi scappare verso l'uscita il direttore. Ma nella fitta penombra sbattè contro una colonna, cadendo a terra col volto insanguinato. E quei passi si facevano più vicini. De Travvan avvertiva una presenza, sempre più vicina, ma il sangue ed il dolore gli impedivano di essere lucido. Fino a quando intravide una figura davanti a lui. Tutta nera, coperta da un velo spettrale ed etereo. Vide però due occhi che lo fissavano. Come fossero una sentenza. Poi il bagliore di una lama, un sibilo e la testa di de Travvan rotolò sul lucido pavimento di marmo della sala, sotto gli sguardi afflitti ed assorti della Madonna, di San Giovanni, di Maria Maddalena che piangevano in quei ritratti. Piangevano i peccati degli uomini ed il male del mondo. https://upload.wikimedia.org/wikiped...icolare_2).jpg |
Theris si sveglio, si sgranchì braccia e gamba, per poi voltarsi verso Gwen.
La vide così in quello stato. “Ehi, piccola...” disse alzandosi “... cos'hai? Hai fatto un brutto sogno?” |
Annuii tuffandomi fra le sue braccia.
Gli raccontai tutto il sogno ancora sconvolta. "Promettimi che non te ne andrai oggi..." dissi con voce rotta, quasi tremando. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
La sala era gremita e si respirava l'impazienza dei presenti.
Vivian aveva eseguito il suo incarico in modo minuzioso e tutto sembrava procedere bene. Gaynor era tra gli spettatori, così come Dacey e Ottan, seduti però fra i giornalisti. Ad un tratto la porta si aprì e lo sguardo di tutti i presenti si voltarono, come se quello fosse un segnale, un segno, atteso da chissà quanto. Apparve allora una nobile figura, dai lineamenti gradevoli, i capelli scuri e mossi, lo sguardo vispo, azzurro e luminoso. Era vestito con eleganza, indossando un abito a metà tra l'uniforme militare con cui gli aristocratici si mostravano in pubblico e l'abito civile di rappresentanza, come i facoltosi mercanti ed industriali. La grazia e lo stile conferivano ancor più al suo aspetto quel certo splendore che solo la giovinezza e la nobiltà sapevano donare. Il giovane uomo salutò i presenti con un lieve inchino del capo, per poi raggiungere il suo posto, da dove avrebbe tenuto la sua conferenza. “Salute a tutti voi.” Disse sorridendo Guisgard. “Sono lieto di vedervi numerosi. Peccato non siate tutti qui per comprare.” Suscitando le risa divertite di molti. E nel vederlo, Dacey lo riconobbe. Era infatti il tipo irriverente ed indiscreto conosciuto la sera della festa. Era lui il capo della Taddeus. http://www.zorrolegend.com/zorro1940/diego4a.jpg |
La carrozza partì.
“Certo che potete permettervi, madama...” disse sorridendo Misk “... conosco il signor notaio in quanto si occupa di amministrare alcuni miei affari in questo paese. Più che altro l'acquisto di alcuni terreni che acquistai tempo fa. Purtroppo non è più possibile soggiornare nella mia terra a causa delle rivoluzioni e delle guerre civili.” Poco dopo arrivarono davanti alla dimora di Trevor. |
Theris strinse teneramente a sé Gwen ancora scossa per quel sogno.
“Tranquilla, oggi non ti lascerò neanche per un istante...” disse baciandole i capelli “... vuoi che ti faccia portare la colazione in camera? Così potrai riposare ancora un po'?” |
Eravamo tutti in attesa, quando la porta si aprì ed entrò Guisgard de' Taddei. Il suo fascino era innegabile, era un tipo che si notava e non si dimenticava. Lui e i suoi bellissimi occhi azzurri... Nei giorni precedenti avevo conosciuto la sua irriverenza e la sua ironia, adesso invece stava mostrando la sua indubbia classe, derivante dal suo status nobiliare. Ero curiosa di sentirlo parlare, per cui mi accomodai meglio e restai in attesa.
Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Rimasi stupefatta..aveva addirittura terreni..non edificabili o edificati? La cosa era strana..poi parlò delle rivoluzioni in atto nel suo Paese ma arrivammo a casa di Trevor..avremmo ripreso dopo.
"Se volete seguirmi, questa è la casa del professor Trevor" scesi e mi feci annunciare al maggiordomo e dissi di avvertire il professore ero col dottor Misk, il quale voleva conoscere la città e gradivo pure la sua presenza...e Trevor avrebbe capito il motivo. Mi voltai verso il dottore mentre aspettavamo.."Avete parlato di rivoluzioni in atto..di che tipo? La cosa mi incuriosisce". |
Ero sempre stata brava a riconoscere le facce delle persone che avevo visto anche solo per poco.
Fu un attimo e lo riconobbi. Non potevo crederci. Sfiorai il braccio di Ottan per poi bisbigliare. << É lui...l'uomo della festa che si era impicciato dei nostri discorsi... Così maleducato e sfacciato e ora... E ora mi toccherà discutere con lui per affari..>> sconsolata. |
Osservai il capo fare la sua entrata nella sala, sperando che trovasse tutto di suo gradimento, dato che vedeva solo ora il mio lavoro.
Era terribilmente elegante, non faticavo a comprendere perché un uomo come lui si accontentasse di mille conquiste, doveva far girare la testa a molte ragazze. Ragazze che si accontentavano di un bel viso, e nessun sentimento. Abbandonai quei pensieri inopportuni concentrandomi sulla conferenza, che avrei seguito accanto ad Ernot e Bafon. |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 22.26.11. |
Powered by vBulletin versione 3.8.11
Copyright ©2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.
Copyright © 1998 - 2015 Massimiliano Tenerelli