Pier guardò Nyoko e sorrise.
“Oggi non si direbbe...” disse la moglie del cugino “... lei uno sfigato? Proprio no...”
“Da piccoli si è spesso ragazzi particolari” fece Pier “e talvolta gli altri ne approfittano.”
“Eravate molto amici a scuola?” Chiese Jeffrey a sua moglie.

Clio andò a riposare e dormirò qualche ora, per poi svegliarsi verso metà mattinata.
Poco prima dell'apertura dell'agenzia matrimoniale.

"Io..i merli.."ridendo "No, fino a pochi giorni fa diciamo non me ne occupavo molto, poi ho conosciuto lei, Guisgard, e ecco li vedo ovunque".
Alle sue parole sospirai.."Già dobbiamo tornare ognuno al proprio posto, solo il mio è più pericoloso...devo andare in agenzia dal mio Capo e poi trasferirmi nella villa dello scrittore..mi ha detto il Capo devo lavorare giorno e notte, non ho potuto rifiutare..ma ci sentiremo vero? Ovvio posso uscire" gli diedi pure il biglietto con l' indirizzo dello scrittore mi aveva dato Volpe.."Non mi lasci sola..ho bisogno di aiuto" e poi come se fosse la cosa più naturale alzai la punta delle mie scarpe alte e gli posi un lieve bacio sulle labbra.."Deve riportarmi alla Orchidea Blu" e lo guardai senza dire altro, laggiù vi era la mia auto.

Si riaccese di nuovo quella passione fra noi, in quel nostro piccolo angolo di paradiso.
Però fummo interrotti ed entrambi fummo contrariati per questo, ma lui doveva rispondere.
Il fatto era che la sua espressione era cambiata quando aveva risposto ed io mi chiedevo cosa gli avessero detto di così strano per farlo reagire in quel modo.

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Altea si avvicinò per dargli un bacio e Guisgard ne fu colto alla sprovvista.
“Non era il caso...” disse lui guardandola “... non sono un uomo adatto a lei...” prese il biglietto “... magari mi farà avere un libro autografato da questo scrittore.” Sorridendo.
Raggiunsero l'auto e tornarono all'Orchidea Blu.
“Le auguro buona fortuna per il suo caso.” Guisgard alla detective.

Salimmo in auto e risi e lo guardai.."Non si preoccupi..nessun uomo è adatto a me..io vivo nell' ombra, devo vivere nell' ombra..che futuro potrei avere con un uomo..nessuno..però se vuole possiamo essere buoni amici, io non ho nemmeno quelli..ho dovuto togliere pure quelli..vuole diventare mio amico..oh non amico come si diceva nell' Amor Cortese" e nel frattempo presi la valigetta che avevo nascosto in auto, senza dire nulla.."Mi auguri di sopravvivere" furono le ultime parole.
Arrivammo all' Orchidea Blu e sorrisi nuovamente, forzatamente.."Arrivederci Guisgard" aprendo lo sportello dell' auto.

Elv mise giù il telefono e restò a guardare Gwen con uno sguardo enigmatico e l'espressione contrariata.

Guisgard sorrise.
“Eppure” disse ad Altea “potrei trovarle l'anima gemella se lei volesse. Magari venga all'agenzia.” Divertito. “Certo che saremo amici... e stia in guardia, i raccomando...”
E restò a guardarla mentre andava via.
Poi lui fece lo stesso, diretto al Blaue Blume.

Mi svegliai di buon mattino, e mi preparai la colazione come sempre.
Si avvicinava l'ora di andare al lavoro, e decisi cosa indossare.
Visto come si stavano mettendo le cose, e quello che dovevo scoprire sul merlo, decisi di puntare sull'artiglieria pesante.
C'è un motivo se mi chiamano Ishtar, e non solo perchè a differenza della maggior parte dei membri di Uaarania io non ero affatto atea ma avevo una religiosità ben più antica del cristianesimo, non solo perchè è la dea della guerra e nessuno mi sta al pari in battaglia, no.. Ishtar è molto di più.
Ishtar è la dea dell'amore, della seduzione.
Beh, io non ho mai conosciuto veramente l'amore ma... tutto torna utile.
Allora mi vestii leggermente più sensuale del giorno prima, non esageratamente, perchè se c'è una cosa che non sopporto è chi esagera.
Tra un sottile velo di seduzione e la volgarità il passo è breve, molte donne credono che basti spogliarsi, una scollatura, delle gambe in bella vista.
Oh no, ci vuole molto di più... un uomo davanti a una donna che sa il fatto suo, abbassa le difese, e per me è più facile entrare nei suoi pensieri.
Quei pensieri che dovevo assolutamente scrutare ancora, per vedere che cosa nascondesse.
Prima di uscire però scrissi a Freda dicendole se poteva passare in agenzia in giornata.
Poi presi la macchina e mi avviai all'agenzia.

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Non mi piaceva la sua espressione, proprio per niente.
Qualcosa non andava, sennò non sarebbe rimasto lì a fissarmi in quel modo.
"Cos'è successo?" chiesi, con voce incerta.

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