Quella sensazione era stupenda, il suo corpo vicino a me, finalmente si era liberato nonostante il rossore del suo viso...ma ora io ero sua..era ciò che volevo.
Con avidità baciava e faceva suo il mio bianco seno dandomi brividi caldi che attraversavano la schiena e lasciai sfogare un gemito liberatorio..."Ti voglio" a bassa voce "E tu..?" mentre la mia bocca lenta scivolava sul petto e poi fino alla sua virilità, stuzzicandola, facendola mia con giochi sensuali di baci e bocca per poi risalire di nuovo e guardandolo negli occhi.."Mi vuoi?" forse un ordine, una supplica.

Quel gesto di Altea sulla virilità del rampollo gli strappò un lungo gemito liberatorio.
“Oh si...” disse gemendo lui, guardandola tutta “... si...” annuendo col viso rosso fuoco.

“Capisco...” disse il poliziotto a Gwen “... e come mai vi trovate qui? Non c'è molto da vedere in questo posto? Dove eravate diretti?”

“Si...” disse annuendo Pavel a Nyoko.
“Andiamo.” Stainyus.
I due allora andarono via, col ragazzo che si voltò un'ultima volta a guardare la ragazza.
Poi sparirono lungo la strada affollata da gente agitata.
Era accaduto qualcosa.

Beh? Non si poteva fare una vacanza?
D'accordo che era un poliziotto, ma si esagerava.
"In realtà ora stavamo tornando a casa, quando si è fermata la macchina. Lui è un artista e voleva dipingere alcuni scorci della brughiera" spiegai, indicando Elv "E ne abbiamo approfittato per trascorrere qui il fine settimana."

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Lo guardai andare via, mi sentivo davvero sconsolata per la sua fuga. Rimasi un attimo sull'uscio della porta, a guardare la folla che agitata, non faceva altro che un baccano assurdo.
Per la prima volta mi sembrò di avere mal di testa e sentivo il bisogno di lavarmi.
Prima di andare a farmi una doccia, scesi in strada per vedere cosa fosse successo.

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Bello...bello..quel volto rosso forse stavolta di passione e desiderio..."Si...si mi vuoi...allora fai di me quello che vuoi ora..." gli porsi una benda e gli sussurrai sottovoce "Facciamo un giochino, bendami e disegna sul mio corpo il tuo amore, provocami fino a volerti ancora di più o possiedimi" e gliela misi in mano mentre la mia bocca giocava ancora con la sua virilità turgida, forte e pulsante.
Strinsi forte, più forte...si doveva essere tutto mio e lasciai quella preda preziosa e posseduta guardandolo negli occhi aspettando li coprisse, sognando cosi mondi d'amore fantastici assieme a lui.

“Capisco...” disse il poliziotto a Gwen.
“Appena l'auto sarà pronta noi ripartiremo.” Fece Elv.
“Metteremo un posto di blocco...” l'altro poliziotto “... quindi cercate di partire prima del pomeriggio o sarete costretti a passare la notte qui.”
“Posti di blocco?” Fissandoli Carter.
“Si, vogliamo circoscrivere la zona...” spiegò il poliziotto “... l'assassino potrebbe essere ancora qui intorno.”
“Appena pronta l'auto andremo via.” Mormorò Elv. “Di certo non vogliamo restare qui.”

Nyoko uscì in strada e sentì diverse persone che parlavano di un fatto spaventoso.
Sir Blake, un nobile che viveva nella brughiera, era stato trovato morto, con la testa mozzata dal capo.

Il rampollo era su di giri, fuori di sé, incredulo di ciò che vedeva.
Altea era nuda, vogliosa, provocante e disponibile.
Lui stringeva in mano quella benda, incapace di dire o fare nulla, gemendo mentre lei giocava col suo sesso sempre più preso, più in balia della bocca di lei.
“Si... oh si...” disse godendo lui, portando poi la benda sugli occhi della stilista.
Ad un tratto qualcuno bussò.
“Signora...” Petronilla da fuori.

Ah beh, certo, ci mancava pure il posto di blocco...
"Vedremo di riuscirci" al poliziotto.
"Andiamo a mangiare qualcosa nel frattempo?" ad Elv, visto che avremmo dovuto aspettare un'altra ora per la macchina.

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Era stupendo sentirlo in mio possesso...poi Petronilla..oh no...ora no.."Non rispondere" dissi a voce bassa.."Baciami.. baciami intensamente Guisgard.." mentre stringeva quella benda...non sapevo cosa volesse la governante ma sarei morta lì per un suo bacio voglioso in quel momento.

Mi avvicinai alla gente e provai a guardare cosa fosse successo.
Stanno accadendo troppe cose in una sola volta ed il fatto che non riuscissi a venirne a capo mi lasciava troppo turbata.
"Cosa è successo?" chiesi ad un signore lì nei paraggi.

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Quella voce, calda e intensa dall'accento straniero mi faceva rabbrividire.
Era come se un vento caldo e pungente accarezzasse la mia pelle.
Restai ad ascoltarlo come ammaliata, affascinata.
Le sue parole avevano il sapore di un piatto esotico troppo piccante, di quelli che ti lasciano a lungo il sapore in bocca.
Poi quello sguardo, il modo in cui mi guardava mi faceva ribollire il sangue nelle vene.
Ricambiai lo sguardo con uno altrettanto intenso, appassionato, caldo.
"Professor Ordifren...." guardandolo negli occhi "Lei è fin troppo gentile ad averci ricevuto a quest'ora tarda.." con la voce calda, intensa e uno sguardo di chi ha visto l'oscurità e vuole andarci a fondo, annegarci.
Sentivo tutto il mio corpo fremere, dovetti accavallare le gambe e stringerle forte per riuscire ad avere un minimo di sollievo.