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Quel Busk andò via nella notte, mentre io ancora ripensavo allibita a quanto aveva fatto.
Sobbalzai sentendo bussare. Era Herbert. Andai ad aprire. "Non avete sentito quello che è successo?" risposi ancora incredula per quanto era successo sotto i miei occhi. "Un ragazzo ha simulato un'aggressione e il Borgomastro lo ha redarguito... Non ho parole..." Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Herbert apparve divertito.
"Sarà stato divertente." Disse fissando Gwen. "Quel Goz è un idiota e non mi stupisce che i suoi stessi concittadini lo prendano in giro." Scuotendo la testa. "Tu come stai? Sei speventata? Turbata? Ti faccio portare una tisana o del latte?" |
"Subito ti assicuro di no, pensavo che davvero qualcuno stesse morendo..." sospirando.
"Ma ora, sono contrariata, che stupido irrispettoso..." con tono laconico, mentre scuotevo la testa. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Guardiamo il lato positivo..." disse porgendo la manoa Gwen "... lo spavento ha fatto svanire quell'inutile formalismo per il quale ti rivolgevi a me con il voi..." sorridendo "... su, vieni con me... ti farò preparare del latte caldo da Facio nel salone."
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Subito, arrossii violentemente quando mi fece notare cosa avevo detto e sperai che con la penombra non lo avesse notato e presi la sua mano, sentendomi tuttavia un po' imbarazzata.
Infatti, non dissi una parola, mentre lo seguivo nel salone. Sapevo che prima o poi avremmo dovuto abbattere quella barriera, ma non me l'ero aspettato ed era strano. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Nel salone Facio servì del latte caldo a Gwen.
"Ti vedo turbata..." disse Herbert alla ragazza "... cos'hai? Sei ancora spaventata? Ti sento a disagio... c'è qualcosa che non va?" Percependo l'imbarazzo di lei. |
In sala, Facio servì il latte, mentre lui sentiva il mio imbarazzo.
Tuttavia, mi sembrava davvero una motivazione così stupida la mia, mi sentivo davvero davvero stupida. "No..." risposi, celando il viso dietro la tazza di latte caldo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Mi avvicinavo, sempre di più, non ero abbastanza veloce per salvare la donna.
Perchè, a me interessava salvare la donna? No per me se le poteva sbranare, anzi, meglio, mi avrebbe dato tempo prezioso per prendere la mira. Ma proprio quando pensavo di essere arrivata sufficientemente vicino, tutto si rivelò essere un enorme scherzo. Uno scherzo in quel momento? Doveva averne di fegato il ragazzo. Mi venne voglia di sparargli per il nervoso. Ma non si illude così la gente, sbuffai, misi il fucile in spalla e me ne tornai verso la locanda, delusa e sconsolata. Non potevo ammazzare un cane, che gusto c'era? Ora il padrone mi avrebbe preso in giro fino alle porte dell'inferno. |
"Eppure ti sento strana..." disse Herbert a Gwen "... mi sbaglio?" Fissandola mentre lei beveva.
Intanto Destresya era tornata da Ordigel, raccontandogli l'accaduto. "Se hanno ancora voglia di scherzare si vede non sono così spaventati." Sarcastico lui. "Ora va a dormire, mia cara. Io continuerò alcuni miei esperimenti. Domani andremo nei boschi per controllare i luoghi degli attacchi." |
Non avevo dubbi che lo avesse notato.
"È solo che vi ho... Ti ho... Dato del tu in modo improvviso, senza accorgermene, eppure avrei dovuto, ma non volevo... È tutto molto strano..." snocciolai infine, sperando ardentemente in cuore mio che non mi desse della sciocca. Tutto quello che era successo in due giorni non mi era mai successo in tutta la vita, mi sentivo come in una carrozza in corsa che non aveva ancora smesso di correre all'impazzata e non riuscivo a fare il punto della situazione. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Lui rise appena.
"Suvvia, niente formalismi." Disse a Gwen. "Non siamo nell'aristocrazia e nei loro assurdi costumi. Puoi chiamarmi come preferisci e rivolgerti a me nel modo per te più naturale." |
Il padrone la prese meglio di come immaginassi.
Risi con lui di quella gente, dopodichè mi ritirai nella mia camera come ordinato. Mi coricai nel letto e cercai di dormire come mi era stato ordinato. Beh, scherzo o no, la sensazione che avevo provato, anche se solo per un attimo, e per niente, era reale. E mi dovevo accontentare di quello. Una delle mie uniche gioie della vita. Anzi, l'unica in realtà. No dai, l'altra era uccidere le bestie. Cullata da quei pensieri di morte mi addormentai fino al mattino. |
La prese meglio di come mi sarei aspettata e mi affascinava sempre di più, era decisamente imprevedibile.
Lo guardai in silenzio. Decisi che era il momento, se non lo avessi fatto ora non lo avrei fatto più, anche se sentivo un nodo nello stomaco. Presi un respiro profondo. "Allora, se mi ha presentata a tutti come tua figlia, posso chiamarti papà?" mormorai e sospirai silenziosamente per quel peso che si era sollevato dal mio petto. Mi sembrava di aver atteso questo momento per secoli e mi sentivo incredibilmente leggera. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Herbert guardò Gwen e sorrise teneramente.
"Non pensavo mi desse una simile sensazione..." disse "... si, decisamente fa un certo effetto... un effetto molto piacevole devo dire..." annuì "... certo che puoi chiamarmi papà." Allungando la mano verso di lei per stringerla. Destresya, intanto, era tornata alla locanda e dopo aver raccontato tutto ad Odigel, andò a dormire. I giorni successivi furono mesti, cupi, deprimenti. Goz organizzò diverse battute di caccia, chiamando molti volontari fra cacciatori, contadini e pastori. Si mossero in più parti di vari boschi, raggiungendo le sponde del fiume e spingendosi fin verso le pendici delle vicine alture. Furono uccisi molti lupi, ma senza trovare mai la vera belva. Essa in quei giorni colpì ancora, aggredendo altre 5 persone. Il più delle volte, sebbene non sempre, divorava in buona parte i corpi, ma sempre ne succhiava via il sangue. Ogni volta sbucava all'improvviso dai boschi ed assaliva insorabilmente le vittime. L'ultima fu un mandriano, sorpreso dalla belva verso il fiume. L'animale attaccò ed uccise l'uomo, ma senza curarsi delle madrie. Solo la carne umana sembrava interessare quella fiera feroce. Goz esasperato ideò vari piani, come quello di far vestire da donne i suoi uomini, credendo che esse con i bambini fossero le prede preferite della belva, ma senza sortire effetto alcuno. Il borgomastro fece persino avvelenare molte carcasse di animale, appendondole ai rami degli alberi in più punti di quelle selve, ma anche in quel caso non raggiunse il suo scopo. La belva evitava quelle carogne avvelenate, come se un'astuzia diabolica muovesse i suoi passi. Di fronte a tutto ciò in breve a Monseralc si diffusero voci assurde, come quelle che in realtà la belva fosse un essere mostruoso, come un licantropo o un vampiro. Per altri la belva era invece un flagello Divino, poichè Monseracl aveva ospitato alcuni filosofi e pensatori di Uaarania. Per questo, per evitare isterismi, sua grazie il vescovo aveva chiamato uno dei migliori cacciatori del regno. Si trattava di un aristocratico Uscianese che sarebbe giunto a breve a Monseracl per uccidere la belva. |
Attesi la sua risposta come la più grande gioia della vita e lo fu davvero, quando rispose.
Anche a me dava una sensazione stranissima, non avevo mai avuto un padre accanto ed era la cosa più bella che mi potesse capitare. Sorrisi forse come mai prima d'ora e di slancio lo abbracciai, dandogli un bacio sulla guancia. Sentivo che sarebbe stato l'inizio di un meraviglioso rapporto ed io ne sarei stata più che felice. I giorni successivi furono devastanti per il borgo. La bestia uccise cinque persone, provarono di tutto per ucciderla o stanarla, ma nulla funzionò, nessuno stratagemma, finché non decisero di convocare un forestiero, sperando avesse più fortuna. Cercavo di pensare solo al consolidamento del mio rapporto con Herbert, che al contrario della belva era davvero una benedizione per me. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Herbert partecipò anche lui alle diverse battute di caccia e di ritorno da una di queste, finita come le altre senza alcun risultato, trovò Gwen che lo aspettava per la cena.
"Buonasera, tesoro..." disse baciandole la fronte "... grazie per avermi aspettato." Dando ordine a Facio di servire in tavola. "Anche oggi nulla di fatto. Almeno una ventina di lupi sono stati abbattuti anche alla fine di questa giornata, ma di certo fra essi non vi era l'animale autore delle diverse stragi. Goz è un idiota e non sarebbe capace neanche di trovare il bottone del suo panciotto finitogli in una tasca." Sarcastico. "Vado a farmi un bagno... ci impiegherò poco." |
Stavo parecchio in pensione per ora, Herbert aveva deciso di prendere parte alle battute di caccia e riuscivo a sospirare di sollievo solo quando lo sentivo rientrare a casa.
Proprio come ora, in tempo per la cena. Sorrisi quando mi baciò la fronte nel suo solito saluto e disse che nemmeno oggi la caccia era riuscita nell'impresa. "È incredibile, non si può certo continuare così..." sospirai, scuotendo la testa. Poi annuii e lo aspettai, nel mentre che andava fare un bagno e Facio si attivava per la cena. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Finito il suo bagno, Herbert tornò nel salone, dove Gwen lo stava aspettando per la cena.
"Allora, tesoro..." disse lui sedendosi con lei "... cosa mi racconti? Cos'hai fatto oggi? Trascorsa una piacevole giornata? Allietami tu, ti prego." |
Dopo un po', mi raggiunse e ci sedemmo a tavola per cenare.
"Mi sono occupata del giardino anche oggi, si iniziano a vedere i primi germogli e per fortuna il prato cresce più regolare, senza le erbacce che lo infestavano prima. Sarà il giardino più invidiato di Monsearcl" dissi, con tono divertito e ammiccante. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Non faccio fatica a crederlo." Disse lui a Gwen. "Domattina scenderò a vederlo." Mentre mangiavano. "Mi è dispiaciuto lasciarti sola tutto il giorno... ti sarai immalincinita... se ti va, se ne hai voglia, potremmo uscire per una passeggiata dopo cena per Monseralc... ha smesso di piovere e non credo peggiorerà stasera. O preferisci restare qui e dedicarci ad un bel gioco?"
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"Nel giro di un paio di mesi sarà totalmente fiorito, non vedo l'ora" dissi entusiasta.
"Una passeggiata sarà un buon modo per rimediare" sorridendo mentre annuivo. "Il borgo è molto bello di sera, è illuminato e c'è un gran via vai di gente, ti piacerà molto." Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Benissimo." Disse bevendo Herbert a Gwen. "Appena terminata la cena usciremo per una passeggiata nel borgo." Sorridendole.
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"Perfetto!"
Di sicuro, sarebbe stato molto strano uscire e girare per il borgo in altre vesti, mentre non vivevo più lui, ora che avevo lasciato la mia vecchia casa, ma ci avrei fatto l'abitudine. Era solo questione di adattarsi alla nuova situazione e presto, anche quella sarebbe diventata la mia nuova normalità quotidiana. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
La cena terminò e Herbert lasciò che Gwen si preparasse per uscire.
Vi era una stradina, poco più di sentiero, che dalla rocca scendeva verso il monastero e poi verso il centro abitato. Era una sera fresca, dall'aria limpida ed il cielo, con ancora delle nuvole che vagavano verso il Taburn, sufficientemente stellato. Una Luna melanconica splendeva sui campanili e sui tetti, lasciando un alone soffuso e misterioso fra le stradine di Monseracl. Tuttavia, nonostante la piacevole serata, non molte persone erano in strada. |
Poco dopo uscimmo, seguendo un sentiero che scendeva dalla rocca fino al borgo.
L'aria era piacevole, come la serata, ma le strade erano un po' vuote. "Immagino che le aggressioni non spingano la gente ad uscire molto di casa, la sera..." mormorai cupamente, guardandomi attorno. Non era come me l'ero aspettato, ma avrei dovuto pensarci, erano certamente tempi duri quelli che stavamo vivendo a Monsearcl. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Il pericolo è fra i boschi, fuori le mura del borgo..." disse Herbert a Gwen, mentre sottobraccio passeggiava con lei per le stradine di Monseracl "... ma la gente ora ha paura di lavorare le campagne, di condurre mucche e pecore al pascolo, andare a far legna nei boschi... le risorse e i viveri cominciano a scarseggiare, la povertà cresce come la paura. Frutta, verdura e cereali restano nei campi senza che nessuno vada più a raccoglierli e questa è una sciagura per gente che vive grazie all'agricoltura ed alla pastorizia."
Era una serata fresca, abbastanza limpida e profumata di eriche e di pini. Ad un tratto i 2 videro una sagoma in fono alla stradina. Era immobile e guardava verso di loro. Un attimo dopo prese a camminare, cominciando ad avvicinarsi. |
"Onestamente, superstizione o meno, non dò loro torto, mi immedesimo nelle famiglie delle vittime e non voglio pensarci..." sospirando.
Continuammo a camminare sottobraccio, quando vidi una figura avanzare verso di noi. "Chissà chi sarà..." perplessa. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
La figura affrettò il passo e Gwen sentì la mano di Herbert, rapida e silenziosa scendere fra loro e portarsi sulla pistola che aveva nel mantello.
L'uomo li raggiunse e subito Gwen riconobbe in lui il tipo incontrato nel vecchio capanno, nel bosco. "Il mio maestro..." disse con una risata ebete "... oh si... lui sa tutto. Sa che cos'è la belva." Ridendo. "Vattene." Ordinò Herbert. "Io obbedisco solo al mio maestro!" Quello, allungando poi una mano verso Gwen. Lesto però Herbert estrasse la pistola e colpì col calcio di quella la mano dell'uomo. "Te la sei cercata, cane!" Il generale puntò allora la pistola alle tempie dell'altro, bloccandolo a terra. |
Era quell'uomo del bosco, insisteva ancora e difatti Herbert affrettò il passo, prendendo la pistola sotto il mantello.
Si avvicinò a noi, continuando a parlare di quel maestro, ma a me importava solo che non si avvicinasse a noi. Fece per allungare la sua mano verso di me ed Herbert lo colpì alla mano, bloccandolo poi, mette gli puntava la pistola alle tempie. "Lascialo andare... Torniamo a casa piuttosto... Non lo fare..." mormorai piano, cercando di tenere un tono di voce pacato, benchè spaventato. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"No, lo ucciderò." Disse con tono glaciale Herbert a Gwen. "Oppure gli sparerò alla mano rendendolo offeso. Così non oserà mi più pensare di toccare mia figlia."
"Per favore!" Ad un tratto una voce. "Vi prego, non fatelo!" arrivando un uomo dall'aspetto distinto. "Vi prego, è solo un povero demente! Non ha facoltà di intendere e di volere!" "Chi siete voi?" Herbert. "e come conosciete questo miserabile?" "Sono il dottor Barbat." L'altro. "Sono un medico e mi occupo di quel povero uomo. Vi prego, non fategli del male. Vi assicuro che è innocuo." Fece Barbat. https://www.meme-arsenal.com/memes/a...88feb7a5a4.jpg |
"Papà, ti prego... No..." continuai a volerlo dissuadere, finché sentimmo una voce.
Era un uomo accorso a difendere il nostro interlocutore. Disse che era il medico dell'uomo e che non era capace di intendere e di volere. "Hai sentito? Dai, torniamo a casa, è già molto tardi..." prendendo dolcemente e con calma la sua mano. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Alla fine Gwen riuscì a persuadere suo padre, che tolse la pistola dalle tempie del demente.
"Vi ringrazio..." disse Barbat "... di tutto cuore." "Tenetelo rinchiuso questo vostro paziente." Herbert al medico. "O la prossima volta non se la caverà." "Su, andiamo..." Barbat portandosi via il folle. "Sono stato bravo, vero?" Questi al medico. "Il maestro sarà contento di me, giusto?" "Si, ma ora devi riposare..." Barbat "... grazie ancora, signore." Rivolto poi a Herbert. Così col suo paziente andarono via. |
Alla fine, per fortuna, Herbert si decise e il dottore portò via l'uomo.
Mi voltai verso di lui, accarezzandogli il viso e baciandogli la guancia. "Ti senti bene?" gli chiesi dolcemente. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Tu piuttosto..." disse lui a Gwen "... ti sei spaventata?" Fissandola. "Vuoi continuare la passeggiata o preferisci tornare alla rocca?" Spostando una ciocca rossa e ribelle dal suo viso.
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"Torniamo a casa, mmh?" risposi, con un sorriso confortante.
Questo incontro aveva scosso entrambi, parecchio e avevamo bisogno di sistemarci in casa nostra, di riposare e di non pensare più a questo così spiacevole episodio. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"D'accordo." Disse Herbet più seremo ora, dopo quei momenti di rabbia. "Vieni, torniamo a casa." Porgendole la mano, per poi stringerla per farla sentire protetta ora. Così i 2 tornarono alla rocca, dove Herbert diede ordine a Facio di preparare loro una tisana calda.
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Tornammo a casa, papà era più tranquillo e sereno per fortuna ma chiese comunque a Facio di prepararci delle tisane calde e la vidi come un'ottima idea.
Bere qualcosa di caldo ci avrebbe aiutato ulteriormente a superare questo brutto evento. Mi sentivo già comunque più sicura adesso che eravamo a casa ed era una bella sensazione, come un rifugio felice. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Facio servì loro le tisane calde e Herbert si calmò del tutto.
"Ti va" disse poi lui a Gwen "di leggermi qualcosa anche stasera? Ho bisogno di rilassarmi e mi piace la tua voce." Sorridendole. |
La tisana servì ad entrambi a rasserenarci del tutto, infatti vidi il suo volto più tranquillo e rilassato, non più teso.
"Certamente" risposi entusiasta. Presi allora un altro libro, stavolta meno cupo e raccontai una delle novelle tratte da Le Mille e una Notte, con quell'atmosfera magica, mistica e ricca di quel fascino orientale. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Le giornate passavano, e la caccia si faceva sempre più serrata.
L'animale sembrava assalire continuamente, non conoscere tregua nè stanchezza, e la cosa non faceva che rinvigorirmi di giorno in giorno. Il padrone mi permetteva di partecipare alle battute di caccia, ricordandomi quanto la mia sicurezza fosse importante per la sua persona e rammentandomi come il mio compito primario fosse quello di proteggere lui. Non lo dimenticavo nemmeno per un momento, anzi. Gli ero grata, immensamente, poichè mi permetteva di partecipare assiduamente alle cacce, tra gli sguardi un po' sgomenti dei passanti, abituati di certo alle pie donne del paese. Ma lui si divertiva a sradicare i pregiudizi dell'ignoranza, lo diceva sempre. E poi era lui stesso ad avermi reso quella che ero, lui mi aveva insegnato a indirizzare la mia brama di sangue verso gli animali feroci. Non me n'ero persa una di battuta di caccia, il mio padrone a volte mi aveva accompagnata, a volte invece era rimasto alla locanda, immerso nei suoi studi. Alla sera cenavamo sempre insieme, e io lo divertivo raccontandogli tutte le ipotesi fantasiose che facevano i contadini, si andava dalla bestia mostruosa degli inferi, al fantasma trasformato in cane di un qualche parente con cui avevano dei conti in sospeso, fino a elucubrazioni ancora più articolate. Non che lui si lasciasse mai andare a una vera risata, ma a volte concedeva una specie di sorrisetto divertito, che era il massimo a cui potessi aspirare. Quel giorno, gli comunicai la novità in tutta fretta, finalmente una vera novità dopo giorni di aneddoti insulsi: sarebbe arrivato un cacciatore uscianese mandato dal re. "Sono proprio curiosa di vedere che cosa combinerà!" dissi, con un sorriso enigmatico. Una frase che, il mio padrone lo sapeva bene, era un'aperta sfida allo sconosciuto. Chiunque fosse, da dove venisse, non sarebbe mai stato un cacciatore migliore di me. https://i.pinimg.com/564x/f7/35/51/f...e209836fa0.jpg |
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