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"Grazie Jakie...ma andiamo coi piedi di piombo..vi è qualcosa non mi convince in quella Società...ma io sono fatta solo per posare...del resto non importa..comunque" partendo e mettendo il vivavoce "Per me il colpaccio sarebbe trovare l' uomo giusto..ma ne esistono solo di sbagliati? Avevo pensato di aver trovato quello giusto perchè non era famoso e una persona normale e mi ha tradito pure quello...ah..rimarrò zitella a vita" risi.."Bene a domattina, ci vediamo al Caffè Centrale, facciamo colazione e poi ci avviamo..ciao" chiusi la telefonata, mi fermai in pizzeria a prendere delle pizze e mi diressi verso casa...eppure quelle ultime parole sull' amore avevano riaperto una ferita dolorosa...ora avevo solo la carriera, avevo perso mio fratello e volevo rimanere solitaria.
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"Ho capito..." risposi al mio carceriere "non mi dirai nulla di concreto... le tue sono solo parole vaghe, che alle mie orecchie suonano senza significato. Tu parli come se io ti avessi chiesto qualcosa, ma sappi che le uniche principesse di cui mi interessa qualcosa sono le mie figlie, alle quali tu mi hai strappato..." Una lacrima scese allora sul mio viso. "Dimmi la verità... le rivedrò mai? E perché non mi dici nemmeno il tuo nome?"
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L'alba giunse, mentre il cielo grigio portava pioggia sulla città.
I vetri, rischiarati dal Sole nuovo, erano bagnati e tutto sembrava scorrere, là fuori, come un vecchio film. Elv si svegliò per primo e cominciò a giocare con i capelli rosso di Gwen, restando a guardarla dormire. |
Nora bussò e vide la porta aprirsi poco dopo.
Il solito maggiordomo la condusse in un ampio salone, dove c'era, seduto a lucidare due grosse pistole a canna lunga, Nero. “Ehilà, bentornata...” disse sorridendo alla ragazza. |
Annuii a Guisgard e ingranai la marcia.
"Sta tranquillo.." gli sorrisi "Tra poco sarai a casa..". Ma nello specchietto vidi qualcosa. Qualcosa che continuava a seguirci. "Abbiamo compagnia.." dissi a Guisgard, accelerando un poco, per cercare di seminarli. |
Altea prese le pizze e tornò a casa.
Ma prima che potesse mettere piede dentro il suo cell, improvvisamente squillò. Era un numero sconosciuto. |
Lui guardò Gaynor piangere.
Allora le si avvicinò, asciugandole le lacrime con un gesto insolitamente leggero, delicato, quasi dolce. “Parli solo delle tue figlie...” disse “... e tuo marito? Ossia il tuo uomo?” |
Mi avviavo in casa con la cena..sicuramente Carlotta era annoiata ed affamata e suonò il cellulare.."Oh mannaggia...e ora dove appoggio i box di carta con le pizze" sbuffando e poggiandoli sui gradini della scalinata sospirando, presi di fretta il cellulare..era un numero anonimo...risposi subito prima riattaccasero "Si pronto, chi parla?".
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Dormii benissimo, saporitamente, per tutto il tempo.
Era tanto che non dormivo così. Ero in dormiveglia e sentii le mani di Elv fra i capelli. Restai ancora qualche minuto in quello stato a metà fra il sonno e la veglia, poi aprì gli occhi, sbattendo le palpebre più volte. C'era poca luce nella stanza, segno che, forse, il tempo non era dei migliori. Intanto Elv mi guardava. "Buongiorno..." sussurrai sorridendo, accucciandomi ancora di più fra le sue braccia sotto le coperte. http://uploads.tapatalk-cdn.com/2016...2b672a9392.jpg Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Eh... cosa...” disse Guisgard a Clio “... cos'hai detto?” Strofinandosi gli occhi. “Ci seguono? Chi?” Cercando di pulirsi gli occhi con un fazzoletto. “Finalmente comincio a vederci bene...” guardando lo specchietto laterale “... un auto di grossa cilindrata... sei in grado di seminarla?” Fissando Clio che guidava. “Intanto in bocca la strada provinciale...” indicò.
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