![]() |
Restai per un lungo istante ad osservare quella sagoma, sempre più nitida, ma mai abbastanza.
Strinsi gli occhi in una fessura mentre fissavo l’immagine sempre più curiosa di sapere cosa fosse, e sempre più incapace di comprenderla. Sembrava alta due metri, come avvolta in un mantello. Chi poteva essere? Cosa poteva essere? Ero sempre più inquieta, sempre più preoccupata. Era lì, vicina, così vicina... troppo vicina. Mi aveva visto, doveva avermi visto fotografare la pietra. Sapeva chi ero? E se lo avesse saputo? Se la minaccia fosse reale? Un brivido freddo mi attraversò la schiena. Non mi aveva ucciso, vero... ma poteva uccidermi in qualunque momento. Continuavo a fissare quella sagoma, intensamente, eppure era sempre sfuggente. Ma io dovevo trovare una soluzione, e c’era solo una persona che potesse aiutarmi, l’unica che sapesse la verità... il mio maggiordomo Stuardo. Così lo chiamai e gli raccontai ogni cosa, per filo e per segno, senza omettere alcun dettaglio. Poi sospirai, appoggiandomi allo schienale del divano. “Cosa ne pensi?” Chiesi, visibilmente preoccupata. |
Avevo una scelta troppo vasta e un portafoglio troppo vuoto per poter far sfogo al mio desiderio di acquistare questo e quello.
Così dovevo costringermi ad essere molto selettiva esaminando ogni oggetto che mi piaceva, al fine di capire se davvero poteva piacermi e se davvero valesse il suo prezzo. Stavo guardando un antico specchio appeso alla parete, dai bordi finemente elaborati, con motivi naturalistici, edera e fiori che si arrampicavano sulla cornice. Mi ci specchiai, notando qualche piccolo graffio sul vetro, cosa che diminuì il mio interesse per l’oggetto ed ero pronta a passare ad altro, come quel delizioso portagioie che stava sullo scaffale affianco quando sentii come dei passi, vicini , ma le uniche persone del negozio erano il suo proprietario e Set, entrambi fermi a parlare tra loro. Erano passi quasi sussurrati, di qualcosa che cercava di non farsi sentire, passi che non potevano provenire dal negozietto però. Passi al di là del muro, forse vi erano stanze che non conoscevo o un’altra proprietà con quel particolare muro in comune alla bottega. Doveva per forza essere così. |
Elv lasciò che Gwen gli slacciasse prima la cravatta, poi la camicia, seguendola mentre indietreggiava verso la camera da letto.
Lui la fissava e sorrideva malizioso. |
“Non cantare per Phoemnisk...” disse ad un tratto una voce che sussurrò piano queste parole, udite chiaramente da Dacey.
Né Set, né il vecchio sentirono quella voce dal muro. |
Parcheggiarono e scesero dall'auto, dirigendosi mano nella mano verso il ponte sul fiume.
“Antimateria...” disse Hiss guardando le acque fluviali “... sembra la trama di un film di fantaspionaggio...” divertito “... hai ragione, non parliamo di queste cose... non parliamo del mondo, di nulla... magari solo di noi... vuoi?” Guardando Altea negli occhi. |
Adoravo quella sfumatura di quel sorriso, da impazzire.
Adoravo la curva che compivano le sue labbra, la forma morbida e sinuosa, quell'accenno di malizia. Sorrisi anche io. "Mi piace da matti quando mi guardi con questo sorriso, sai?" dissi piano, divertita, mentre, arrivati ormai in camera, toglievo la camicia bianca e accarezzavo il suo petto con curiosità e desiderio, a mani piene, come avevo fatto ieri notte prima dell'ennesima interruzione. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
"Madame, in tutta sincerità credo che lei abbia un rivale, o forse più rivali." Disse Stuarto a Destresya. "Probabilmente un ladro o una banda di ladri è penetrata nel castello per operare dei furti. Questo rende i suoi piani infinitimente più complicati..."
|
Elv a petto scoperto, lasciava che Gwen gli accarezzasse ogni tratto e forma.
La guardava fissa, mentre le dita di lei sfioravano sui suoi muscoli asciutti e ben fatti, scivolante sulla pelle liscia e soda. Allora comincio ad accarezzarle i capelli ed il viso in modo dolce, ma sensuale. |
Sospirai, pensierosa.
"Stai seguendo le notizie? Ci sono state diverse morti, tutte misteriose, tutte attribuite a questo fantomatico fantasma... che è quello che sembro aver inquadrato io.." continuando a fissare l'immagine. "Che devo fare, Stuardo? Sono così vicina alla pietra che non ho intenzione di rinunciare, la inseguo da anni ormai..." stringendo forte i pugni per la rabbia. "Ci deve pur essere una soluzione..." scuotendo la testa, per poi battere forte il pugno sul divano. "Non permetterò a nessuna banda di soffiarmi da sotto il naso quello che è mio!" tuonai. |
Iniziai a baciare quel petto asciutto e delineato, le spalle larghe e ad assaporare la sua pelle liscia e calda, quasi avidamente, scoprendo un sapore nuovo, invitante, come una cosa che si cerca per tanto tempo e poi si trova improvvisamente.
Quando sentii il suo tocco dolce e sensuale sui capelli e sul viso, alzai gli occhi su di lui. Lasciai allora sporadici baci anche sul palmo della sua mano. Poi spostai il viso da essa e le mie mani abbassarono il vestito partendo dalle spalle. Bastò un tocco e il vestito cadde giù, accarezzando il mio corpo. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 12.06.30. |
Powered by vBulletin versione 3.8.11
Copyright ©2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.
Copyright © 1998 - 2015 Massimiliano Tenerelli