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La nostalgia.
Qualche notte fa,mentre osservavo le finestre della mia casa,pensavo ai tempi
passati a Camelot,all'incirca 8 anni fa e venni preso da malinconia...rimembravo ogni piccolo momento passato tra le mura del castello e degli amici e delle dame che entrarono in contatto con me. Decisi dunque di dedicarmi alla lettura e in un testo che ho studiato nei miei anni di liceo vidi una poesia che, secondo me,si addice allo stato malinconio in cui pervenni. Essa è tratta dal "Testamento" di Francois Villon,"una delle figure più enigmatiche della storia letteraria" (cit. Dal testo alla storia dalla storia al testo Vol.A edizione verde). Non voglio dilungarmi nella vita,nelle opere o in altro,ma mi limito a dire che tale figura può essere definita come precursore dei poeti maledetti,"simbolo dello scrittore ribelle,che lotta contro una società dalla quale è disprezzato e perseguitato." (cit. op.c.) Villon inserisce nei suoi versi le persone da lui frequentate e gli ambienti in cui è vissuto,i suoi amori e i suoi odi. Dal "Testamento" Ballata delle dame del tempo che fu. (titolo originale : Ballade des dames du temps jadis) Ditemi dove,in che contrada è Flora,la bella romana, Alcibiade o Taide, che fu sua cugina germana, Eco che parla se la voce si rincorre al di sopra di un fiume o su uno stagno, la cui bellezza fu troppo più che umana. Ma dove sono le nevi dell'altr'anno? Dov'è la dottissima Eloisa, per cui fu castrato e entrò in convento Piero Abelardo a Saint Denis? Per amor suo subì questo destino. E dimmi ancora dov'è la regina, quella che comandò che Buridano fosse gettato nella Senna dentro un sacco? Ma dove sono le nevi dell'altr'anno? La regina Bianca come giglio che cantava con voce di sirena, Berta dal piede d'oca,Alice,Beatrice, Erembourg che dominava tutto il Maine, e la valorosa Giovanna di Lorena che gli Inglesi bruciarono a Rouen, dove sono,dove,Vergine sovrana? Ma dove sono le nevi dell'altr'anno? Principe,non chiedete oggi nè domani dove sono,nè nel corso di quest'anno, perchè non vi rimandi al ritornello : ma dove sono le nevi dell'altr'anno? La ballata riprende il motivo dell'"ubi sunt?" (dove sono),collegato al tema dello scorrere inesorabile del tempo,che tutto distrugge e cancella,molto caro e diffuso nella cultura medievale. E' il simbolo della precarietà dell'esistenza e della vanità dei beni terreni. E' una poesia nostalgica che trova il suo crisma nella domanda "Ma dove sono le nevi dell'altr'anno?",domanda alla quale non vi è risposta,nè da parte terrena (ovvero il Principe che viene invocato e quasi ammonito,proprio perchè anche i potenti nulla sanno e nulla possono contro lo scorrere del tempo) nè ultraterrena (ovvero la Vergine,che rimane muta). |
Non conoscevo questo autore..devo ammettere che la sua figura mi incuriosisce e la ballata è molto attuale...cosa siamo di fronte al caso , al destino , al tempo che scorre??se pensiamo che la vita continuerebbe anche senza ognuno di noi mi verrebbe da dire nulla...eppure è il ricordo che ci rende importanti...il ricordo di ciò che si è amato , di ciò che si è vissuto..per questo credo che essendo l'uomo capace di ciò egli è testimone del creato per questo nonostante la brevità della vita rimarrà traccia del suo passaggio...
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Milady cara sapevo che avreste detto così :smile: Sì sono d'accordo con voi nel dire che solo il ricordo può rendere immortale una persona. Riguardo alla vostra domanda,direi che siamo solo pedine poste su una scacchiera e che vengono mosse da Chi vi è in cielo o dal caso. :smile:
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mmmmm...però non sono d'accordo nel dire che noi siamo pedine..esiste un'entità superiore ma credo che all'uomo vengano posti più bivi...e che sia l'uomo a condizionare il proprio destino..altrimenti non vi sarebbe proprio la libertà di scegliere..non credete?
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Sì è vero che esistono dei bivi a cui l'uomo o meglio l'essere umano è indirizzato a compiere una scelta (altrimente non esisterebbe il libero arbitrio) ma molto spesso le scelte sono condizionate da forze esterne e quindi sovraumane. Se davvero esistesse il c.d. Libro del destino,allora tale testo,essendo già di per se scritto nel mondo empireo,influirebbe molto sulla vita di ciascuno di noi.
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Beh allora meglio non esista..immaginate come sarebbe grigia la vita conoscendo già l'esito o il fine della nostra esistenza?
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Vero ma può darsi che si carpisca il senso della vita. :)
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Sir Luxor! :smile_lol: Quale inatteso piacere, questa sera, trovare questo vostro bel post e potervi di nuovo leggere! ;)
E che bei versi, quelli da voi citati... una ballata tanto malinconica e piena di tormento, eppure così viva e carica di tensione... Che dirvi? Panta rei... |
Grazie, sir Luxor... :smile:
amo molto questo versi, così malinconici e legati ad un concetto del tempo e della vita che mi ha sempre colpito particolarmente! In più, non posso che pensare alle coincidenze che a volte accadono... sapete? Stavo proprio pensando, in questi giorni, di scrivere qualcosa su Villon, perchè avevo visto che questo autore mancava tra quelli citati sul forum. Mi avete preceduto con il vostro intervento, e sono lieta di scoprire che qualcun'altro apprezza questo "scolaro scavezzacollo" come me :smile: |
Ma dove sono le nevi dell'altr'anno?....
Si sono sciolte e si sono fatte acqua per la terra che dentro di se custodiva un seme che è morto, solo, al buio... per poi rinascere e dare vita ad un germoglio... Condivido la sottile nostalgia che vi ha portato a cercare questi versi sir Luxor e molte volte mi sono posta la stessa domanda, riferita alla Camelot passata, ma non solo... riferita alla vita stessa... E credo di essere giunta alla conclusione che in ogni passo, in ogni attimo vissuto vi sia un senso e quel filo che collega ogni esperienza è ciò che ci rende le persone che siamo. Nulla accade per caso ma ciò che rende la vita affascinante è che il tessuto generato da quei fili è possibile ammirarlo solo quando è compiuto. Quando guardo dietro di me vedo un ricamo delizioso....certo vi sono colori un po' sbiaditi, fili annodati male e punti mancanti... ma il tutto ha un'armonia particolare, che rende quel ricamo speciale...perchè mio! E quanto desiderio di ricamare ancora!!! }{ |
La ballata ed il quesito sono veramente interessanti.
Complimenti sir Luxor :smile_clap: Citazione:
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di quel piacere, di quell'onore e di quella voglia non posso che esservi immensamente grata... Voi eravate qui, a costruire queste mura mentre io guardavo le ceneri dei miei sogni che credevo ormai spente per sempre. Voi avete buttato legna sul fuoco che dimora nel cuore del nostro Re e avete vegliato affinchè quel fuoco non si spegnesse, mentre io sapevo solo perdermi nei miei ricordi. Ma Camelot sceglie i suoi abitanti e ha scelto Voi e tutti noi, perchè Camelot non è un luogo, è un insieme di anime e...credetemi....questo luogo è già splendente!!! }{ |
Alta rocca a custodia dell'armonia degli antichi valori cortesi, questa fu l'antica e gloriosa community di Camelot. Se mi domandano cos'è cambiato oggi, rispondo nulla, sono sempre accompagnato da vecchi e nuovi amici uniti dalla stessa passione e voglia di costruire un sogno comune. Vi ringrazio di cuore.
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vediamo negli altri ciò che dimora nel nostro cuore e se vedete bellezza nel cuore altrui è perchè il vostro ne è altrettanto pieno. |
Sir Luxor, mi complimento con voi per la delicatezza del vostro pensiero e della sensibilità che mostrate.
Cavaliere, la malinconia per il tempo trascorso è una dolce illussione in cui spesso amiamo cullarci, quando la tristezza e la solitudine ci prendono. Io credo che la vita abbia tante stagioni ed in ognuna è possibile coglierne i frutti. Quanto alla vecchia Camelot io non ho avuto il piacere di conoscerla. Posso dire cosa è oggi il nostro reame e sicuramente le virtù dei suoi abitanti non sono affatto doti comuni. E questo rende Camelot un luogo splendido, degno di chi ne anima le discussioni e ne nobilita l'essenza :smile: |
Sono contento che vi sia piaciuta l'idea di citare questo poeta dame e messeri,è un piacere discorrere con voi di ciò :)
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Divina Commedia - Inferno - Canto VII (versi 67 -96) [tratto da Wikipedia] "Maestro mio", diss'io, "or mi dì anche: questa fortuna di che tu mi tocche, che è, che i ben del mondo ha sì tra branche?". 69 E quelli a me: "Oh creature sciocche, quanta ignoranza è quella che v'offende! Or vo' che tu mia sentenza ne 'mbocche. 72 Colui lo cui saver tutto trascende, fece li cieli e diè lor chi conduce sì, ch'ogne parte ad ogne parte splende, 75 distribuendo igualmente la luce. Similemente a li splendor mondani ordinò general ministra e duce 78 che permutasse a tempo li ben vani di gente in gente e d'uno in altro sangue, oltre la difension d'i senni umani; 81 per ch'una gente impera e l'altra langue, seguendo lo giudicio di costei, che è occulto come in erba l'angue. 84 Vostro saver non ha contasto a lei: questa provede, giudica, e persegue suo regno come il loro li altri dèi. 87 Le sue permutazion non hanno triegue: necessità la fa esser veloce; sì spesso vien chi vicenda consegue. 90 Quest'è colei ch'è tanto posta in croce pur da color che le dovrien dar lode, dandole biasmo a torto e mala voce; 93 ma ella s'è beata e ciò non ode: con l'altre prime creature lieta volve sua spera e beata si gode. 96 Dante qui afferma proprio il concetto di Fortuna : la Fortuna agisce senza che gli uomini possano ostacolare o impedire o mutare la sua azione,e senza neppure poterla prevedere. Boccaccio,invece,fa della fortuna,insieme all'amore,una forza che muove il mondo del Decameron (sua opera principale). Ritorna la concezione antica della fortuna vista come una forza capricciosa e imprevedibile. Ma qui siamo in un contesto mercantile (la vita dei mercanti è sottoposta continuamente all'imprevisto,che può favorire un'iniziativa o portarla al fallimento) per cui Boccaccio l'interpreta come un complesso accidentale di forze,non più regolato da una volontà superiore. Nasce quindi l'idea "laica" della Fortuna,senza dimenticare o accantonare la figura di Dio. E' il risultato dell'insieme di forze e di agenti (naturali e sociali) e può essere avversa o favorevole,può contrastare o assecondare l'agire umano. Lo stesso concetto di Fortuna boccaccesca viene ripresa da Machiavelli,ma siamo in età rinascimentale,per cui l'autore eredita la convinzione che l'uomo può fronteggiare vittoriosamente la fortuna. Egli ritiene che essa sia arbitra solo della metà delle cose umane,e lasci regolare l'altra metà agli uomini. Inoltre vi sono per Machiavelli vari modi in cui l'uomo può contrapporsi con felice esito alla fortuna. Può costituire "l'occasione" del suo agire,la "materia" su cui egli può imprimere la "forma" da lui voluta. (fonte : Dal testo alla storia Dalla storia al testo vol. B edizione verde) Ma l'occasione può anche essere una condizione negativa,che serve di stimolo ad una virtù eccezionale. Guicciardini invece scrive della Fortuna nella sua opera "I Ricordi" : "Chi considera bene,non può negare che nelle cose umane la fortuna ha grandissima potestà,perchè si vede che a ognora ricevono grandissimi moti da accidenti fortuiti,e che non è in potestà degli uomini nè a prevedergli nè a schifargli : e benchè lo accorgimento e sollicitudine degli uomini possa moderare molte cose,nondimeno sola non basta,ma gli bisogna ancora la buona fortuna." (fonte : op. cit. supra) Guicciardini insomma attribuisce alla Fortuna una grandissima potestà,ovvero il peso maggiore e decisivo nel determinare l'esito degli eventi. Si spezza il legame con Machiavelli,che riteneva l'uomo capace di fronteggire la fortuna,a favore di una concezione della realtà come campo degli "accidenti fortuiti",dell'imprevisto e del casuale,che l'uomo difficilmente riesce a fronteggiare. (fonte : op. cit. supra) |
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Vittoria di Camelot Se pur distrutta hai la mia forte torre, macerie torre è pur la tua frantuma; gli occhi devi su polve e terra porre, cieco nemico d'arsa bava spuma ! Pestando di ginocchia vai il mio suolo porfida roccia, ch'arborea perenne, scolpita e rasa nel rosso suo duolo, piu' forte il manier sana qual pria venne; sì prigion della tua spada bugiarda son cripte ov'essa assieda scura e offesa. Vittoriosa dipana la coccarda al fiero vento che morde la rocca, per gloria rinata in fedelta' illesa : mai tacita avra' a se' contraria scocca ! 4 8 11 14 |
Complimenti per la ricerca sulla fortuna. :smile_clap:
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Aggiungerei anche qualcosa di non letterario,non so se avete mai sentito parlare del manga "Berserk". Si tratta di un manga gothico/medievale in cui le principali tematiche sono l'illusorietà l'illusorietà del libero arbitrio, il destino dell'uomo, l'istinto di conservazione, l'onnipresenza del male.
La trama è inutile scriverla perchè è lunga ma nell'anime (cartone animato) l'inizio di ogni puntata recita lo stesso prologo : « L'uomo si illude di essere il fautore della propria vita, ma esistono elementi superiori che guidano e controllano il destino di ognuno di noi... ...chiamatele forze sovrannaturali oppure intervento divino, ciò che è certo è che le nostre azioni non sono il risultato del libero arbitrio... » |
Mio signore, io vi chiedo perdono se non ho molto da dire in questa dotta discussione. :(
Non ho avuto il piacere di vedere sorgere la stella della vecchia Camelot, e anche adesso, nella nuova città ricostruita, non sono che una giovanissima cittadina. Per questo sono rimasta in rispettoso silenzio, a guardare e sentire le emozioni riflesse nei cuori di tutti voi che ricordate insieme... la nostalgia, la dolcezza, ma ancor di più, la speranza. :smile: Tuttavia non ho resistito alla tentazione di rispondere, perchè, per una volta ancora, voi avete citato una fonte cara al mio cuore... dopo Villon (e già vi espressi la mia meravigliata piacevolezza nel rileggerlo!) vi spostate di tempo, luogo e materia, e citate il mio anime preferito... davvero mi inchino alla bellezza delle vostre scelte, Luxor! :smile_wave_lady: |
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