Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 05-05-2017 04.11.52

Il mistero delle Cinque Vie
 
Tutti i luoghi, le strade e le dimore descritte in questo Gdr sono realmente esistenti e situate nell'antica contrada Afragolignonese delle Cinque Vie, così come esistente è la nobile stirpe degli Altavilla.
Anche i suoi segreti ed i suoi misteri sono realtà.

PROLOGO

La brughiera appariva muta e spettrale come un sepolcro, sovrastata da un manto di infinite nuvole di un bianco cupo, simile ad un immenso sudario pronto dal Cielo a coprire tutta la Terra.
In tutto il feudo pullulavano sensazioni contrastanti e diversissime, quali l'impazienza, la paura, la curiosità, l'eccitazione, l'angoscia e la peggiore di tutte, ossia l'indifferenza.
I pedoni, uguali a pecore belanti al giogo di un pastore invisibile, risalivano le stradine della contrada, attraversando piazze e vicoletti, mentre tutt'intorno fervevano i preparativi, mettendo a posto le sedie, predisponendo dei palchi sorti per l'occasione e parando finestre ancora vuote.
Al rintocco della campana tutto lo spettacolo sarebbe cominciato.
Man mano che ci si avvicinava alla Rotonda dei Migliori la folla si faceva più fitta ed ogni schiamazzo, voce e suono andava perdendosi in quella sterminata Babele che animava l'intera contrada delle Cinque Vie.
Sulle numerose teste dei presenti solo due cose si ergevano: la colonna sormontata dalla Croce e gli alti ceppi del rogo.
Sulla legna ammassata alcuni uomini gettavano erbe profumate ed aromi, tra cui il finocchio, emblema così dei molti rei di sodomia condannati per tale colpa, affinchè l'olezzo delle carni carbonizzate in seguito all'arsura non giungesse ad appastare il centro abitato.
Due individui stavano ai piedi del rogo mangiando pane, salsiccia, formaggio e bevendo vino rosso simile a sangue caldo.
A quella vista il condannato, che era rimasto impassibile fino a quel momento, nonostante gli insulti della folla ed al lancio di pomodori e frutta marcia, sentì un sudore freddo sgorgargli da ogni poro della pelle.
Il reo era stato trasportato lì dal carcere vecchio, dove aveva trascorso la notte assistito da un Domenicano che inutilmente aveva cercato di strappargli una richiesta di perdono per i suoi peccati.
L'intera contrada appariva come un vasto ed affollato anfiteatro, con il suo brulicare di teste, molte delle quali di donne con i loro bambini, tutti ansiosi di poter assistere allo spettacolo.
Rollone d'Altavilla, signore delle Cinque Vie, aveva giurato sin dalla sua nomina a vassallo dei Taddei di schiacciare ogni forma di eresia ed ateismo con tale violenza da spingere i condannati a preferire le pene eterne dell'Inferno, anziché vivere nelle sue terre.
Ma negli occhi dell'eretico, freddi ed inanimati, nessuno aveva visto scorrere qualcosa che anche lontanamente poteva definirsi paura.
Alto e magro, quasi scarno, dal viso emaciato e l'espressione torva, gli occhi piccoli ed i capelli lunghi e grigi, appariva indifferente a tutto.
Lo conoscevano semplicemente con l'epiteto del Rosso e da sempre aveva suscitato nei suoi simili, ammesso che un uomo come lui potesse assomigliare agli altri, inquietudine e biasimo.
Si definiva un alchimista, ma per tutti era un potente stregone che rinnegava il Cielo e la sua Chiesa.
Il calesse su cui, incatenato, l'eretico veniva condotto al rogo si arrestò a pochi passi da quell'austero patibolo.
Un chierico incappucciato gli si avvicinò, quando fu fatto scendere dal carretto, porgendogli un Crocifisso che lui con sdegno rifiutò di baciare.
Allora un nuovo rintocco della campana sancì un cupo silenzio che scendeva sulla piazza.
Così il chierico cominciò a recitare alcune orazioni, invocando infine il Perdono dell'Onnipotente sull'anima del condannato.
Dopo ciò i due uomini che fino a poco prima erano stati impegnati a mangiare ed a bere si impadronirono del reo, portandolo sul rogo e legandolo con forza.
Uno dei due prese una lunga e robusta mazza di ferro con la quale colpì le braccia del condannato, strappandogli un lungo grido di dolore.
I due uomini accesero infine i piedi di quel rogo, che in un attimo fu avvolto da un fumo nero e fiamme sempre più alte e minacciose.
“La vostra è la giustizia degli uomini...” disse urlando il Rosso alla folla, con lo sguardo rivolto verso il Palazzo degli Altavilla “... della follia... dell'ignoranza... della superstizione...” mentre il fuoco ed il fumo avvolgevano il rogo “... ma una giustizia superiore mi darà soddisfazione... quella della natura... io ti dico... popolo di questa contrada maledetta... ti dico che tornerò... è il nome del mio sangue che grida... tornerò e vi vedrò marcire nel vostro di sangue... che maledetto sazierà la terra come gli escrementi degli animali impuri...”
Il fuoco allora lo prese, consumandogli lentamente le carni e seccandogli il sangue, nella più orribile delle morti.
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IL MISTERO DELLE CINQUE VIE

Episodio I: Le ombre della brughiera

“Lo stolto pensa: «Non c'è Dio».”

(Salmo 13)

Prendete qualsiasi sentiero vi piaccia e nove volte su dieci vi condurrà nel verde.
Il verde ha qualcosa di magico, di ancestrale che strappa gli uomini al grigiore delle città e li conduce verso prati fioriti, campi incolti, foreste misteriose e vallate sconfinate.
Il verde è ovunque, ci circonda, ci racchiude, ci racconta.
Il verde è il colore dei nostri sogni, poichè di esso è tinta la speranza e dunque il desiderio stesso.
Il verde è come uno specchio dove ogni uomo può vedere riflesso se stesso ed il proprio Destino.
Il verde tinge la Terra, la sola cosa che si estende tra il cielo ed il mare, delimitandoli ed unendoli allo stesso tempo.
E nulla al mondo è più verde, affascinante, selvaggio e misterioso della brughiera Afragolignonese.
Nel ridente distretto delle Cinque Vie, delimitato proprio dal ducato della felice Capomazda e la capitale, tutto sembrava scorrere staticamente come sempre, come da secoli avviene in questo vecchio angolo dell'Antico Regime.
Il frumento riempiva fecondo i granai, gli ultimi carciofi erano stati raccolti ed i rossi lamponi gremivano le casse delle botteghe.
Le normali attività animavano contadini ed artigiani, con la contrada immersa nel silenzio primordiale della brughiera.
Era un mattino velato di foschia che man mano andava dissipandosi in un leggero alone di vapore appena screziato dai raggi del Sole, che filtravano tra le foglie intrise di rugiada e lo sfolgorio delicato dei fiori di campo.
Tutto dunque procedeva come sempre, nonostante invece quella vaga inquietudine, quell'angoscia soffusa che ormai inevitabilmente era scesa su tutti gli abitanti del posto.
I due cadaveri ritrovati, appartenuti ad una contadinella e ad un bambino, avevano finalmente scosso dal torpore la gente della contrada.
Ma mentre nella bassa borgata la vita scorreva come sempre, nel palazzo degli Altavilla, i signori delle Cinque Vie, alcuni nobili ed alti borghesi si erano radunati per una cena che aveva preso una piega inaspettata.
“Signori...” disse il dotto Ennius ai presenti “... come ben sapete, il maggior ostacolo per svelare l'effettiva veridicità di ciò che comunemente affermiamo essere un mistero sta nel produrre fatti in grado di chiarire la sua natura... tuttavia, quando i fatti sono presenti e dimostrabili anche il più inguaribile degli scettici, per quanto possa accanirsi, dovrà infine accettare ed ammettere la validità di quanto accertato...” spostando gli occhi verso uno di coloro che lo ascoltavano “... siete d'accordo su questo, monsignor Kismy?”
“Per quanto mi riguarda...” rispose il chierico col suo accento straniero “... i fatti possono anche essere convincenti, però è la conclusione che se ne trae che può essere sbagliata.”
“Avanti, monsignore...” divertito Fabbrio, il capocomico del teatro privato del palazzo “... non è uso dire... beati quelli che credono e non vedono?” Sarcastico. “Pensavo che per voi chierici fossero un dettaglio inutile le prove.” Ridendo.
“Io però ho prove...” Ennius “... prove che mi hanno spinto a venire fin qui... per dimostrare come un antico mistero possa essere svelato... svelato con l'aiuto della ragione e della scienza. Infatti voi tutti siete qui, attratti dagli ultimi inquietanti accadimenti, per una sorta di caccia al mostro... io invece, amici miei, sono qui per una caccia al tesoro...” per poi sorseggiare del vino rosso.
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+++

Lady Gwen 05-05-2017 04.22.14

L'inizio di un'altra nuova e pallida giornata era alle porte.
Ormai tutti i giorni scorrevano uguali, solitari, in questo luogo freddo e senza vita.
Una vita, la mia, che era stata rubata, come ''congelata'' in attesa di qualcosa che non sarebbe mai arrivato.
Incessantemente e ogni giorno avevo guardato fuori dalle grandi finestre per scorgere speranzosa la chiave della mia liberazione varcare la soglia di quel cancello, tenuto su ormai solo dai rovi che vi si erano avviluppati attorno.
Ma nessuno era mai giunto.
Ed io rimasta ancora lì, a vagare come leggera brezza autunnale in quella magione, che mai prima d'ora mi era sembrata così grande, ora che era vuota, ora che non c'era più il calore della vita a scaldarla, nè il palpito dei cuori a romperne il silenzio assordante.
Una vita per un rifiuto.
Una vita tramutata in effimera e impalpabile sopravvivenza.
Impalpabile come i petali dei fiori che arricchivano il giardino attorno la magione, ultimo dono di quella donna che aveva rubato la mia esistenza.
Calendula sui toni del tramonto e candido biancospino, ''per la speranza di alleviare il tuo dolore, Cassandra''.
Solo così, infatti, venivano alimentati quei fiori, unica fonte di vita in quel terreno mortifero, concimati dalla speranza e innaffiati da lacrime di dolore.https://s-media-cache-ak0.pinimg.com...6ae3ede827.jpg
Capitava in alcuni giorni, come oggi, che scendessi nell'atrio al piano di sotto, dove la magione era più colpita dal Sole e proprio davanti ai suoi raggi che inondavano le finestre andavo a posizionarmi, lasciando che quelle lame di luce gialla e metallica mi attraversassero, mentre il pulviscolo scendeva su di me come sangue dorato che sgorgava da quelle ferite senza dolore.
Era come pensare di non esistere, per quei pochi minuti al giorno; un pensiero migliore di quello di dover esistere solo a metà, di rassegnarsi ad essere materia evanescente ed incorporea.
Alle prime luci dell'alba, dunque, scivolai come il vento sulle foglie lungo la consunta scalinata centrale, giungendo di fronte all'alta vetrata nel momento esatto in cui il Sole arrivava ad illuminarla.
Così, mi lasciai invadere ed attraversare, come se il mio corpo, o ciò che ne restava, fosse per quella luce fredda e paglierina solo un'altra finestra da attraversare, un vetro inconsistente privo di sfaccettature e di respiro.

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Clio 05-05-2017 04.43.59

Il mistero delle Cinque Vie
 
L’aria era leggera, e lievemente uggiosa, quella mattina, non sembrava nemmeno maggio, un pallido sole fece capolino dalla finestra.

Non volevo nessuno al mattino, prima che potessi pronunciare una parola gentile doveva passare come minimo un’ora, forse... o magari due, meglio tre.

Trovai come ogni mattina il bagno già pronto e la colazione imbandita, con alcuni documenti messi lì perché ci dia un'occhiata.

Insomma cominciano tutti a stressarmi di prima mattina, pensai, alzando gli occhi al cielo.

Dopo essermi goduta quella prima ora di libertà, chiamai le ancelle con un campanello, perché mi aiutassero a vestirmi.

Il silenzio continuò ad avvolgermi, fino al consueto arrivo di Velièn, con il programma della giornata, e il resoconto quotidiano.

La ascoltai distrattamente, con qualche cenno del capo, qualche espressione di approvazione, o di disapprovazione, ma nulla di più.

Per carità, non sapevo come avrei fatto senza di lei, ma quelle faccende mi annoiavano terribilmente, soprattuto di prima mattina, sopratutto se mi ricordava che non avrei avuto un attimo per me fino a pranzo.

Perciò, se avevo intenzione di allenarmi un po', potevo anche scordarmelo.

Il mio umore non faceva che peggiorare, ed era il momento delle udienze pubbliche, tanto per rendere la mia giornata ancora più divertente.

Dovevo assolutamente organizzare una festa, sì, una bella festa con combattimenti, balli, ospiti da tutto il regno.

Ecco, primo pensiero incoraggiante della giornata.

Arrivata nella grande sala, scese il silenzio più assoluto al mio passaggio, rotto solo da qualche bisbiglio sussurrato, soffocato subito dopo.

La voce dell'araldo, poi, scandiva chiaro e nitido l'annuncio che Elyse Philoumene I, regina di Beltàs, era giunta.

Come se non mi avessero già visto.

Camminai lentamente verso l'alto scranno, per poi voltarmi verso la sala, e sedermi, un movimento solenne e austero.

Restai in silenzio per un altro lungo istante, poi con un cenno della mano comunicai che le udienze erano ufficialmente aperte.



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Nyoko 05-05-2017 08.53.29

Le sbarre di una gabbia mi accolgono la mattina appena sveglia. Sono le stesse da quando ho memoria. Mi metto a sedere osservando l'esterno con occhi stanchi e ancora ristretti in una fessura. Chissà dove siamo adesso? Che ore sono e quando inizierà il prossimo spettacolo? Mi alzo e mi sistemo i lunghi capelli bianchi, la ragione per cui sono qui, rinchiusa in uno zoo che gira il mondo. La vecchia strega fallita che mi ha cresciuto, mi ha ritenuto l'apice bellezza fra tutte le sue creature che, grazie ad un tocco di magia illusoria, appaiono ancora più spettacolari. Come Ghira, una ragazza a due teste che grazie alla magia è diventata con tre teste. O Zuko, un ragazzo reso estremamente peloso sempre con la medesima magia. Tutti qui, compresa me, siamo stati avvolti da un piccolo incantesimo, che svanirebbe se uscissimo dalla gabbia. Io, data la rarità dei miei capelli e il pallore della mia pelle, sono stata trasformata in un unicorno umano, ma oltre al corno e alle orecchie lunghe, non ho nulla di magico. https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...c0c45c6048.jpg
Dopo aver indossato il mio abito per gli spettacoli, mi affaccio alle sbarre, guardando i miei compagni. La vecchia strega, che tutti chiamavano "Babaluci", stava facendo il suo consueto giro di controllo, per rinnovare gli incantesimi o rimproverare qualche tentativo di fuga che spesso avveniva. Io ero fra i veterani della compagnia, arrivata in essa alla tenera età di 5 anni.
"Non ti vuole nessuno per quella che sei" furono le prime parole che mi disse Babaluci.
"Sei più apprezzata qui con me che fra la tua gente. Ti ho fatto un favore a portati via da lì."
Mi ero rassegnata all'idea di essere solo un fenomeno da baraccone e nulla più. Della mia gente non avevo alcun ricordo, tranne un bellissimo medaglione blu che portavo sempre con me https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...5ebeb2c0e5.jpg
Con esso mi aiutavo a sorridere e ad esibirmi. Il mio spettacolo consisteva nell'apparire al pubblico come una innocente ma pericolosa creatura, che come potevo dare gioia, potevo anche dare dolore e frustrazione.
"Ammirate l'ultimo unicorno" era la parola d'ordine a dare il via allo spettacolo, e ormai sapevo a perfezione ogni mossa. Ma al di là dello spettacolo, io ero Astral, ragazza curiosa e un po' troppo vivace per assomigliare ad una solenne creatura delle foreste. Tuttavia, non potevo smettere di fare "l'unicorno", ero cresciuto in quel modo, fossi uscita dalla gabbia, sarebbe cambiato solo il mio aspetto. Eppure, non manca il desiderio di uscire da lì, esplorare il mondo in modo diverso da come ho sempre fatto, conoscere nuove cose, ma soprattutto... Ritrovare i miei genitori, la mia gente.
"Chissà se anche loro hanno i capelli bianchi come i miei?" pensavo ogni volta che accarezzavo quel medaglione.
"Forse un giorno li rivedrò..." mi dicevo sorridendo. Babaluci era ormai giunta alla mia gabbia. Come sempre la salutai con dolcezza e rispetto. Non odiavo quella donna per come mi trattava (piuttosto bene, oserei dire) più che altro non le perdonavo di avermi strappato via alla mia famiglia.
Ogni giorno la meta era diversa ed io non ne conoscevo mai il nome. Chissà, quindi, a quali spettatori dovrò esibirmi oggi? Sorrisi un po' con fatica e mi lasciai scrutare dalla vecchia Babaluci che, sorridente, mi riempiva dei soliti complimenti. Ero bella? Forse per la fantasia della gente, lo ero davvero. Ma come persona reale? Questo non sapevo dirlo, poiché nessuno, oltre me stessa, aveva avuto modo di vedere la vera me.
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Si alza il sipario, la gente arriva da tutte le parti, inizia lo spettacolo.

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Altea 05-05-2017 15.19.21

Serenica è un Regno epico, sospeso fuori dal Tempo e da ogni mondo.
Sorge dopo la cosiddetta "Valle degli Eroi" ed è circondata da un' incontaminata foresta che primeggia per minima parte anche
a Serenica.
Un fiume scende dalla vallata con una cascata cristallina per unirsi poi ad un altro fiume che bagna il regno e portando
acqua alle terme.
Attorno vi sono cinte murarie millenarie e nessuno ha mai osato entrare nel Regno e Città delle Sacre Sacerdotesse di Serenica.

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Sono nata da un Raggio di Sole cocente e per questo la Gransacerdotessa Parvia decise sarei diventata la Sacerdotessa di Luce e Fuoco.

Il mattino era rischiarato da un sole vivo e cocente, la brezza e il vento si erano fermati per qualche arcano motivo.
D' un tratto sotto una secolare quercia si udì un vagito e le sacerdotesse, con le novizie apprendiste e le ancelle,
accorsero con fervore; chi pensava ad uno straniero che aveva invaso la città magica e sacra fortificata delle
sacerdotesse, altre capirono fu un segno divino.
Tra le fronde un' ancella, di nome Jaime, mi trovò e chiamò la Gran Sacerdotessa con timore.
Parvia rimase immobile e poi esultò alzando la sua spada e scudo guerriero proclamando solennemente:"Oggi il Sole ci ha donato una delle sue Figlie facendola ondeggiare fino qui su un raggio ardente, porta al collo la Collana Sacerdotale Solare" e mi prese sia con forza che grazia sollevandomi tra la gioia di tutte.
"Ecco la futura Sacerdotessa del Fuoco e della Luce, ella preserverà il Sacro Fuoco del Tempio di Petria e il suo nome sarà Eeila".
Furono giorni di festeggiamenti ed ella mi donò vari poteri come quello di donare forza, la forza di Luce e Fuoco usando le mani e quindi usare questi elementi a scopi benefici, l' invisibilità, la telepatia e poi come arma un arco in oro con frecce e feretra pure dorate che diventavano invisibili in caso di attacco, cosa per noi remota.

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Furono anni di studi e sacrifici, usando le formule del Sacro Libro di Serenica e dei miei poteri, furono pure anni di sogni. Guardavo l' orizzonte pensando a cosa vi fosse altrove, avevo letto in un libro esistevano altre Terre da qualche parte
e pure Pianeti come la Terra che era pure abitata.
Mi chiedevo se Serenica fosse parte di questo Pianeta o dovessi credere alle Sacerdotesse che asserivano sicure che il nostro era solo un Mondo Sospeso.
Come potevano essere gli abitanti della Terra? E gli altri Mondi? Una cosa sola mi avevano insegnato: nella Terra vi era la dualità tra Bene e Male e noi Sacerdotesse custodivamo uno scrigno che conteneva qualcosa a noi segreta, tranne a Parvia, e bilanciava questo equilibrio e preservava il Bene dal Male...parole per me estranee..come potevo identificare questi due sentimenti se non li avevo visti tangibilmente.

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D' un tratto fui distolta dalle urla delle mie apprendista e della mia ancella Jaime e mi dissero allarmate di indossare subito la veste sacerdotale e recarmi subito al Tempio.
Attraversai la città ed entrai nel Palazzo Imperiale e nella mia stanza indossai la veste cerimoniale e al capo posi la corona d' oro con disegnato foglie di alloro e piena di pietre preziose evocanti i miei elementi naturali.
Trovai le apprendiste al Tempio di Petria, osservai il braciere ed invocai le divinità del Fuoco mentre poggiavo le mani sopra il braciere e osservai la fiamma del Fuoco di Petria, non solo non era ardente ma era flebile.

"Sono giorni che lo osservo, qualcosa sta accadendo se non è già accaduto..presto andate a chiamare Parvia".
Invocai, nuovamente, le Forze del Fuoco con forze mentali ma nulla cambiava.

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Guisgard 07-05-2017 00.38.32

L'etera voce del silenzio, l'impalpabile suono della solitudine.
La magione era vuota, fredda, dimenticata, con quell'alone di pallida esistenza che ne attraversava le stanze.
Era Cassandra, richiamata quel mattino da strani rumori giungere dal cortile.
Possibile?
Vi era giunto qualcuno?

Guisgard 07-05-2017 00.43.53

La regina entrò nella sala, seguita dalle sue bellissime ancelle e sotto gli sguardi brutali dei soldati che sorvegliavano il trono.
Elyse preso posto sul suo regale seggio, con il suo sguardo freddo, indifferente, a tratti persino crudele, a discapito del suo aspetto intriso di pagana bellezza.
Le udienza cominciarono e subito due soldatesse portarono in catene un uomo.
“Altezza...” una delle due alla regina “... costui si è macchiato di infamia... ha infatti cercato di spiare alcune ancelle che si facevano il bagno.
L'uomo emise un basso brontolio, simile ad un sordo grugnito.
Era uno dei soldati e come spesso accade era stato sorpreso a spiare le donne.
Questo era il triste destino di quella città: donne troppo belle e uomini indegni di loro.

Lady Gwen 07-05-2017 00.49.42

Ero lì, ancora attraversata da quelle fredde lame di luce, davanti alla finestra, quando improvvisamente udii dei rumori giungere dal cortile e mi ridestai immediatamente.
Possibile fosse giunto qualcuno, in questo luogo freddo, solitario e dimenticato?
Subito mi affacciai alla finestra e maledissi di non poter sentire battere il cuore in petto, perché se avesse potuto, di certo, avrebbe palpitato.
Forte, fino all'impazzata.
"Atanasia! Vieni a vedere! Chissà chi c'è lì fuori!" esclamai speranzosa, mentre la mia voce impalpabile risuonava argentina nell'ambiente, simile a tocchi di coltello su un bicchiere di cristallo.
Atanasia era una piccola fata, che sembrava tanto evanescente e delicata tanto da sembrare composta da infinidesimali perle di brina.
L'unica mia compagnia in questa eterna solitudine.
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Guisgard 07-05-2017 00.53.58

Il sipario si alzò e tutti gli spettatori poterono ammirare le grottesche figure presenti in quelle gabbie.
Alcuni ridevano, altri restavano stupiti, qualcuno persino disgustato.
Astral forse era l'unica, fra quelle sfortunate creature, ad apparire bella ai presenti, col suo aspetto quasi fiabesco.
Quella sorta di corte dei miracoli era giunta nella contrada delle Cinque Vie per mostrare il suo ambiguo spettacolo.
Ad un tratto Babaluci vide entrare cinque uomini, quattro dei quali in uniforme.
“Salute...” disse l'uomo in borghese alla donna “... siete voi la responsabile di questo... circo?” Masticando del tabacco.
La donna lo guardò enigmatica.
“Siamo nel XIX secolo, signora...” continuò l'uomo, mostrando il suo distintivo di magistrato ducale “... capirete dunque che questo genere di spettacoli possono avere un'influenza negativa sulla gente... insomma, per esibirvi qui occorre un permesso speciale...”

Guisgard 07-05-2017 00.58.29

Il fuoco.
Danzava tra bagliori ardenti, lingue incandescenti e nuvole di fumo bianco.
Eppure la bella sacerdotessa Eeila vi leggeva qualcosa di oscuro.
Ad un tratto arrivò Parvia, avanzando nella sala del Tempio con indosso un abito leggero, quasi trasparente.
“Eccomi...” disse ad Eelia “... mi hai fatta chiamare?”

Clio 07-05-2017 00.59.42

Il primo derelitto fu condotto al mio cospetto, un soldato che aveva spiato un'ancella.
Lo guardai con disprezzo malcelato: era orribile, disgustoso come tutti gli uomini del regno.
Che maledizione!
Andiamo, come poteva una donna non provare un profondo disgusto all'idea di essere guardata da quell'essere ripugnante.
Eppure, quelle infamie erano all'ordine del giorno.
All'inizio uccidevo tutti quelli che si macchiavano di infamia.
Ma poi la bontà e la compassione hanno fatto breccia nel mio animo, convincendomi ad adottare misure diverse, che non implicavano la morte.
Naturalmente stavo scherzando, semplicemente mi servivano manovali ed operai, senza quelle professioni che svolgevano gli uomini il regno non andava avanti, e quindi avevo trovato una nuova soluzione ultimamente.
"Castratelo sulla pubblica piazza..." con un cenno della mano "Facciamo... domani, e oggi i banditori avviseranno la popolazione..." sospirai, scocciata.
E vediamo se capiscono...
"Quando si sarà ripreso, metterlo a lavorare nei campi, più lontano possibile da qui.." con disgusto.
"Il prossimo..." guardando già oltre il condannato.

Nyoko 07-05-2017 01.03.19

Il pubblico entrò entusiasta da tutte le parti ed io sospirai. Come sempre, un po' di agitazione mi prendeva ad ogni esibizione, ma passava subito dopo aver iniziato. La gente si fermava davanti le varie gabbie e mi divertivo a vedere le loro espressioni: divertite, sorprese, disgustate... Quando poi venivano da me, tutto cambiava, e sui loro volti si dipingeva la meraviglia assoluta. Come farebbe una fata o un vero unicorno, iniziai a danzare canticchiando una specie di ninna nanna. Mentre mi esibivo, notai in lontananza Babaluci parlare con 5 uomini, di qui 4 in uniforme. Pensai fosse qualcosa di serio. Tuttavia continuai a danzare e cantare.

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Altea 07-05-2017 01.06.14

Il calore del Fuoco scaldava il Tempio ma le mie mani lo avvertivano diverso.
Le ancelle e le mie discepole si avvicinarono a me, spaventate, ma le rassicurai.
Una voce familiare e mi voltai guardando avanzare Parvia, con quel suo passo suadente che noi tutte avevamo, in un certo modo.
"Gransacerdotessa..io penso qualcosa sta avvenendo e nulla di positivo. Pure le mie apprendiste mi hanno chiamato allarmate..guardate il Sacro Fuoco" e mostrai il regale braciere e feci salire il Fuoco con le mani.."E leggero, la sua forza sta diminuendo e non è caldo...voi che ne pensate? Devo vedervi dentro per vedere se appare qualcosa?" sospirando preoccupata.

Guisgard 07-05-2017 01.06.15

Atanasia svolazzò verso Cassandra, per poi guardare da un vetro verso il cortile.
Le due videro così tre uomini avanzare verso l'ingresso della magione.
Due erano individui di mezz'età, mentre il terzo era giovane, dai capelli scuri e mossi, gli occhi neri e l'aria scanzonata.
“Dunque...” disse lui agli altri due “... è questa la magione? Com'è il nome?”
“Casa dei Peschi.” Rispose uno dei due. “E voi ne siete l'unico erede, ragazzo mio.”
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Lady Gwen 07-05-2017 01.12.04

Osservai incuriosita tre uomini che avanzavano.
Due erano di mezza età​, mentre il terzo era giovane.
Era moro, i suoi occhi scuri e l'aria scanzonata.
Piegai appena la testa di lato con un mezzo sorriso incuriosito.
Chissà chi era...
Poi ascoltai i loro discorsi.
Erede?
Erede di questo posto?
Come faceva ad esserlo?
"Hai sentito?" chiesi stupita ad Atanasia.
Non mi risultava che questo posto appartenesse a qualcuno, soprattutto dopo la fuga nottetempo della maga.
Dovevo riuscire a saperne di più.
A quel punto attraversai le spesse e usurate mura della magione e arrivai in un camminamento esterno, per ascoltare i discorsi di quei tre uomini.
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Guisgard 07-05-2017 01.15.37

Le soldatesse annuirono alla regina e portarono via l'uomo che gridava, si dimenava ed insultava Elyse.
Proseguirono le varie udienze ed ogni volta la bella regina mostrò la severità con cui impartiva la sua giustizia, in quella città senza democrazia.
Il tutto terminò verso il primo pomeriggio, quando come ogni giorno, giungeva il momento di interpellare l'oracolo circa le profezie sulla gemma, attorno alla quale ruotava il Destino della città.

Guisgard 07-05-2017 01.20.00

“In queste terre” disse Babaluci a quegli uomini “non ci sono leggi che tutelano chi lavora? Soprattutto chi è un artista?”
“Artista...” masticando il suo tabacco l'uomo in borghese “... a me il circo ha sempre dato il voltastomaco... nani, donne barbute e gente simile...” sputando a terra “... ripeto, per mostrare i vostri fenomeni da baraccone occorre un permesso speciale... anche perchè qualcuno potrebbe pensare bene di cacciarvi... intanto per adesso chiuderete baracca.” E fece segno ai suoi di mandare via gli spettatori e chiudere il tutto.
Tutto ciò sotto gli occhi di Astral.

Guisgard 07-05-2017 01.23.41

Parvia annuì.
“Si...” disse ad Eeila “... guarda nel fuoco... legge tra i suoi bagliori... invocane il giudizio e sapremo...”

Nyoko 07-05-2017 01.23.46

Mentre mi esibivo come sempre, notavo l'agitazione negli occhi di Babaluci. "Che starà succedendo?" chiesi fra me e me fermandomi a guardare curiosa. Poco dopo, quegli uomini mandarono via tutto il pubblico lasciandomi perplessa. Non succedeva una cosa simile da... Mai? Che significava? Avevamo commesso qualche errore? Mi guardai intorno interrogativa, cercando di chiedere spiegazioni con lo sguardo ai miei compagni nelle altre gabbie, sperando di ottenere una risposta.

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Guisgard 07-05-2017 01.28.41

Cassandra attraversò le pareti consumate, fino a raggiungere l'androne, dove i tre erano giunti.
“Qui non ci abiterei neanche da fantasma...” disse il giovane agli altri due “... in verità a me interessa solo fare un'esatta stima di questo posto, magari per vendere il tutto e ricavarci qualcosa...”
“Infatti siamo qui per questo, signor Elv.” Uno dei due al giovane.
“Davvero il mio trisavolo è vissuto qui?” Chiese Elv.
“Certo...” annuì l'uomo “... e fu anche vicino agli Altavilla, i baroni di queste terre.”
“Chissà allora che non ci sia nascosto un tesoro qui in giro da qualche parte...” divertito Elv.

Altea 07-05-2017 01.29.28

Annuii ma leggere nel Fuoco Sacro mi incuteva una sorta di inquietudine, a volte vedevo il Bene, a volte il Male sotto forma di Demone.
Mi alzai e iniziai a invocare il Dio Sole, mio padre, e la Dea Luce, mia madre.
La Corona e la Collana Sacerdotale Solare emanavano strani bagliori e iniziai a guardare nel Fuoco entrando in un' altra atmosfera e iniziai a vedere delle immagini.

https://s-media-cache-ak0.pinimg.com...a5d83f4f58.jpg

Guisgard 07-05-2017 01.34.36

Astral cercò negli sguardi dei suoi compagni una spiegazione a tutto ciò, senza naturalmente trovarla.
I militari mandarono via i presenti e chiusero così quel curioso palcoscenico.
“Ciò è inaccettabile.” Disse Babaluci.
“Si, comprendo il vostro disappunto...” con sufficienza il borghese “... ma io applico solo la legge... vi auguro una serena giornata.” ed andarono via.
Babaluci allora inveì ed i suoi occhi si fecero cupi, per poi voltarsi verso le gabbie.

Lady Gwen 07-05-2017 01.36.21

Trattenni a stento una risata amara, sarcastica, quasi beffarda alla battuta di quel ragazzo.
Io cosa avrei dovuto dire, allora? Io che ero costretta a viverci qui... Da fantasma...
Paradossalmente, senza saperlo aveva trovato l'esempio calzante.
Voleva vendere questo posto.
E cosa ne sarebbe stato di me?
Cosa?
Elv
Era quello il suo nome.
Pensai che fosse molto bello; come lui.
Di nuovo rimpiansi di non poter sentire il mio cuore battere, ma in compenso sentivo una strana eccitazione mista ad euforia crescere dentro di me, come fossi di nuovo io, di nuovo "viva".
Un tesoro, già...
Era un po' che io cercavo qualcosa di molto prezioso qui, in questa magione, ma non era un forziere pieno di oro e argento.
E se lui avesse potuto aiutarmi?
No, non dovevo illudermi, magari davvero sarebbe andato via dopo poco per vendere la residenza.
Tuttavia, restai nascosta ad ascoltarli.

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Nyoko 07-05-2017 01.38.12

Ero sorpresa. Mai era successo nulla di simile, non sapevo come comportarmi. Andai a vestirmi comoda, dato che l'esibizione era finita prima del previsto e non credevo che sarebbe venuta altra gente. Guardai ancora una volta i miei compagni e poi Babaluci, che con occhi cupi scrutava le gabbie.
"Devono averla fatta arrabbiare molto" dissi in un lieve sussurro, guardando i miei compagni oltre le sbarre.

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Guisgard 07-05-2017 01.38.14

Eeila cominciò ad interrogare il fuoco, invocando i suoi dei.
Allora vide qualcosa nelle fiamme.
Una strana ed enigmatica figura.
http://www2.stile.it/fnts/stile/imma...doscopio19.jpg

Clio 07-05-2017 01.41.03

Le udienze erano una gran scocciatura, in realtà, avevo più volte pensato di sospenderle ma poi chi avrebbe amministrato la giustizia?
Non mi piaceva delegare, le cose se non le facevo io poi venivano male, chissà mai perché.
Insomma, dopo quello strazio, riuscii a mangiare in pace, fortunatamente, conversando con Velièn di piacevoli argomenti, mentre Azelle ci raccontava ancora una volta le meraviglie dei regni vicini dove gli uomini non erano come i nostri.
Ma la parte più interessante della giornata era interpellare l'Oracolo sula gemma.
Così, come ogni giorno, indossai l'abito cerimoniale e mi diressi nel Tempio in cui era custodito l'Oracolo.

Altea 07-05-2017 01.43.28

Apparve qualcosa e rimasi stranita.."Sorelle, vedo una immagine, sembra un triangolo o forse una vetrata di una chiesa, vi sono contrapposte delle immagini, dei volti sembrano" alzai le mani e invocai le Forze del Fuoco e fui invasa da un cerchio attorno a me, percepivo il forte calore.."Ditemi, parlate..sono Eeila, sacerdotessa e divinità del Fuoco della Luce, interpretate l' immagine...siamo in pericolo? Lo scrigno è al sicuro..e il Bene è preservato?" mi inebriavo del calore delle fiamme aspettando il responso.

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Guisgard 07-05-2017 01.56.48

Elv e gli altri due girarono un po' per la magione, sempre seguiti dagli sguardi invisibili di Cassandra e della sua compagna fatina.
“Tutto in decadenza...” disse Elv un po' deluso “... sinceramente non credo ci sia qualcuno disposto a viverci... almeno non prima che sia ristrutturata... quanto potrebbe costare rimetterla a nuovo?”
“Ecco, neanche più di tanto...” spiegò uno dei due che erano con lui “... dopotutto è nella brughiera, distante dal centro abitato... e molte persone che vivono qui sono alquanto superstiziose... diciamo che bisognerà trovare il cliente giusto...”
“Ossia?” Elv.
“Beh...” l'altro che non aveva parlato “... ultimamente in questa zona sono accaduti fatti strani, incresciosi che possono aver diciamo impressionato i più suscettibili...”

Guisgard 07-05-2017 02.00.07

“Fa silenzio tu.” Disse Babaluci con un impeto di rabbia ad Astral. “Se non lavoreremo allora non ci sarà da mangiare e puoi giurarci che i primi a morire sarete tu ed i tuoi compagni, chiaro?” Con occhi di fuoco. “Dobbiamo andarcene da qui... ci sono altri paesi, altri borghi ed altre città... partiremo in giornata.”

Nyoko 07-05-2017 02.04.00

La sua rabbia avrebbe messo paura anche ad un mostro. Mi sentì protetta dalle sbarre della gabbia e mi scusai. Non avevo detto nulla di male... Ma forse fu proprio il fatto di aver parlato ad averla infastidita. La lasciai in pace, non volevo infastidirli con le mie stupide domande e mi limitai a prepararmi per il viaggio. https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...69ad42c709.jpg

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Lady Gwen 07-05-2017 02.05.55

Lì seguivo, sia con lo sguardo, si avanzando con un'ombra, scivolando lungo le pareti.
Sentivo una profonda tristezza e una grande angoscia a quelle parole.
Anche se non aveva tutti i torti.
Chi mai avrebbe vissuto qui?
Nessuno.
Tranne me...
Ad un certo punto uno dei due uomini parlò di alcuni fatti "strani e incresciosi" che si erano verificati da queste parti.
Trattenni il fiato e guardai Atanasia.
E lui? Lui si sarebbe impressionato?
Decisi di provare.
Schioccai le dita e le torce dell'androne si accesero improvvisamente.
Quei poteri erano stati l'unico "effetto collaterale" dell'incantesimo che mi affliggeva, mi permettevano di fare tante cose interessanti.

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Guisgard 07-05-2017 02.08.03

Elyse raggiunse la stanza dell'oracolo per interrogarlo come faceva ogni giorno.
E la risposta fu la medesima di ogni giorno.
La stessa che ripeteva lo specchio ogni volta alla regina:

“Dove la gemma è custodita
lo saprai, mia signora favorita.
Essa è fuori da questo tuo regno
e trovarla sarà compito per te degno.”

Guisgard 07-05-2017 02.14.24

Eeila invocò il fuoco ed il suo responso.
Allora una voce echeggiò nella sua mente:

“Ciò che chiami scrigno è perduto, dimenticato.
Lontano da questo mondo, maledetto e incantato.”

Clio 07-05-2017 02.16.46

L'Oracolo parlò, ancora una volta, e ancora una volta la risposta era la stessa.
Sospirai, rispettosamente, l'Oracolo e gli dei erano l'unica cosa per cui nutrivo rispetto e devozione.
Ma nonostante quello...
Possibile che non capisse che io non è che potevo partire così, da un giorno all'altro e andare in un mondo che nemmeno conosco e nessuno di noi ha mai visto.
Stavo pianificando da tempo il mio viaggio alla ricerca della gemma, non era facile studiare il mondo esterno, ma sapevo che non potevo sottrarmi a quel destino.
Ne andava del mio regno, e nulla aveva più importanza.

Altea 07-05-2017 02.18.52

Entrai in uno stato di trance e udii una voce chiara ed allarmata.
Dopo le sue parole mi svegliai di colpo, il mio corpo era madido di sudore dovuto allo sforzo e al calore del Fuoco.
Mi asciugai la fronte ansimando e guardai Parvia..."Lo scrigno...hanno detto è perduto, dimenticato. E' lontano da questo mondo, da Serenica, maledetto ed incantato".
Un' ancella mi porto una bevanda con frutti freschi e la bevvi in un sorso, asciugando la fronte e il collo con la manica della leggera veste.."Parvia, dobbiamo andare a controllare..solo Voi sapete cosa conteneva".

Guisgard 07-05-2017 02.27.03

La strega guardò per un lungo istante Astral, per poi voltarsi ed andarsene, mormorando seccata per l'accaduto.
Ma pochi minuti dopo si cominciarono ad unire voci confuse e rumori.
Poco dopo un gruppo di persone urlanti, armate di forconi, zappe e picconi accerchiarono il tendone.

Nyoko 07-05-2017 02.32.12

Ero pronta per partire. Mi misi allo specchio a sistemarmi i capelli e a rilassarmi. Ad un tratto accadde qualcosa: rumori, voci soffuse diffondevano nell'aria, rendendo la quiete inesistente. Mi spaventai un pochino, ero in gabbia, certo, ma non sapevo cosa ci stesse minacciando, se la magia di Babaluci sarebbe riuscita a proteggerci da qualsiasi calamità. Mi affaccia curiosa alle sbarre, cercando di intravedere qualcosa, ma fu molto complicato.

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Guisgard 07-05-2017 02.32.55

Ad un tratto, per opera di Cassandra, le torce nell'androne si accesero e subito i tre uomini si voltarono a guardarle stupefatti.
“Ehi...” disse turbato Elv “... che significa?”
“Forse una sorta di fuoco fatuo...” uno dei due uomini.
“Non c'è un cimitero nei paraggi...” l'altro.
“Sono questi i fatti incresciosi di cui parlavate?” Chiese Elv.
“No, si tratta di cose più serie... inquietanti...” il primo uomo.
“Ossia?” Elv.
“Strane morti...” fissandolo l'uomo.

Lady Gwen 07-05-2017 02.36.58

Strane morti...
A quelle parole, sentii l'angoscia farsi più prepotente, più insistente dentro di me, che con un gesto repentino e stizzito della mano feci spegnere tutte le torce e un'improvvisa folata di gelido vento si abbattè nella stanza, mentre sentivo gli occhi farsi gonfi e bruciare per l'imminente pianto.
No.
Alla morte non c'era rimedio.
Alla mia condizione invece sì.
Dovevo solo trovare il modo.

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Guisgard 07-05-2017 02.42.00

Lo specchio si spense e lasciò Elyse con i suoi dubbi, i suoi pensieri, le sue paure.
Allora un'ancella si avvicinò alla regina.
“Altezza, non crucciatevi...” disse “... le parole dell'oracolo un giorno saranno chiare e saprete interpretarle...” sorridendo timidamente.


Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 05.49.48.

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