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Storia di re Artù e dei suoi cavalieri (Thomas Malory)
Il libro:
Nel nono anno del regno di Edoardo IV, al tempo della Guerra delle Due Rose, sir Thomas Malory, un avventuriero condannato per violenze e rapine, riandando con la memoria al regno di un mitico sovrano e all'epoca ormai lontana dei grandi ideali cavallereschi scriveva in carcere la "Storia di Re Artù e dei suoi cavalieri". Pubblicata nel 1485 da William Caxton, il primo stampatore britannico, l'opera raggruppa otto romanzi in prosa che Malory trasse dal più celebre ciclo di leggende medievali - gli incantesimi di Merlino e di Morgana la Fata, gli amori di Lancillotto e Ginevra e di Tristano e Isotta, la ricerca del Sangrail, le avventure dei cavalieri erranti più famosi del mondo - e divenne ben presto popolarissima. Alla complessità strutturale delle narrazioni cicliche francesi, in cui i temi si alternavano l'uno all'altro rincorrendosi e ripetendosi, Malory sostituisce una prosa continua e coerente e uno stile terso e obiettivo, segnando così il trapasso dal romanzo medievale a quello moderno. Autore: Thomas Malory Editore: Mondadori Curatore: Gabriella Agrati, Maria Letizia Magini |
Letto, stupendo libro raccontato, se mi è concesso e nulla a togliere a Sir Malory, in modo molto molto semplice
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Io lo sto leggendo in questo periodo... devo leggere l'ultima parte "Lancillotto e Ginevra" e "La morte di Artù".
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Finito! Ho trovato un po' noiosa e ripetitiva la parte centrale del libro, perchè i cavalieri continuano ad andare allaricerca di ventura e continuano a combattersi anche fra loro, ma non succede quasi nient'altro.
Comunque è stata una lettura interesante. |
Personalmente ho gradito molto di più i romanzi cortesi di Crethyen de Troyes, specie per il linguaggio, ma anche questo è stato bello!
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Citazione:
Bello, bello, bellissimo. Qualche parte magari sarà anche ripetitiva, specie verso la metà della storia, ma è veramente una "lettura obbligatoria" per comprendere la storia di Artù. Un plauso anche al film Excalibur di Boorman che, a mio parere, ha catturato lo spirito della vicenda. |
Per chi volesse preferire la versione in inglese de "la morte d'arthur",c'è da dire che è intrisa di termini arcaici,sugerisco,se posso permettermi,l'uso di un dizionario di lingua inglese,non di un dizionario inglese-italiano
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Ho letto la versione italiana ma temo che la traduzione non fosse abbastanza accurata ;_; so per certo che hanno tagliato o cambiato delle parti perché alcuni pezzi li ho confrontati con la versione inglese online.
Tenterò di comprarlo in inglese, in futuro, e dovrò farmi consigliare qualche versione scritta bene o una versione italiana molto bella. |
Anche io ho appena finito di leggere la versione italiana di questo libro e devo dire che mi è piaciuto di più rispetto ai libri di Chretien dal punto di vista contenutistico.
Trovo poi,avendo anche letto dei passi in lingua originle,che lo stile di Malory sia più realistico ed incisivo,mentre quelo di Chretien più delicato. Anche se certe parti sono ripetitive questo libro pone i rudimenti per chi si è da poco avvicinato al ciclo bretone,come me d'altronde. Volevo infatti chiedere visto che ci sono,come ho potuto vedere,persone che hanno ampie conoscenze riguardo l'argomento,quale libro potrei leggere in seguito. Per questo ho iniziato dai libri non coevi,in modo da costruire la mia conoscenza solidamente. |
Se hai già letto Chretien, propongo Geoffrey di Monmouth : D
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