Raggiungemmo i sotterranei del palazzo, e tutto sembrò così assurdo.
Quel tipo, era lo stesso che avevamo visto davanti alla macchina qualche giorno prima.
Con lui c'erano una ragazza e un ragazzo, che non sembravano essere lì di loro volontà.
Poi sbiancai a quelle parole.
Come conosceva il nome di Guisgard?
Lo guardai allibita, sbiancando sempre di più a quelle parole.
Come poteva essere possibile?
No, non aveva senso, non aveva il minimo senso.
Poi Guisgard pose fine alle farneticazioni di quel tipo, e io scesi dall'auto per corrergli incontro.
Lo abbracciai, senza che avesse possibilità di sottrarsi a quell'abbraccio.
"Non credere a una sola parola di quello che ha detto..." sussurrai, stringendolo a me.
Immaginai che una parola del genere fosse un tarlo che ti entra nel cervello, per quanto assurdo possa essere.
"I miei sensori oculari avrebbero rilevato del metallo nel tuo corpo..." sussurrai.
"Sei un uomo.." mormorai, cercando il suo viso "Il mio uomo.." baciandolo dolcemente.