Discussione: Ardea de'Taddei
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Vecchio 24-12-2016, 00.29.08   #408
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
"Chi è mai questo re della gloria?
Il Signore degli eserciti è il re della gloria."


(Salmo 24)



I due sfidanti erano uno di fronte all'altro.
Avvolti dall'umidità fitta ed incantata di quel Sacro Monte.
La pioggia aveva smesso di colpo di scendere ed un solenne silenzio ora dominava quel Santo Luogo.
Il misterioso cavaliere alzò il suo poderoso spadone verso il cielo, quasi a sancire, come se fosse un carnefice proclamato da un alto tribunale, la condanna del suo avversario.
Arda alzò allora la sua spada e la mortale tenzone iniziò.
In un attimo i due sfidanti si lanciarono uno contro l'altro, animati da una forza, una rabbia ed una determinazione quasi inumana.
L'acciaio delle loro spade cominciò a tintinnare, scintillare ed echeggiare, squartando l'irreale silenzio che aveva dominato fino a quel momento.
Il misterioso e bardato cavaliere menava colpi pesanti, possenti e precisi, tanto che solo a fatica Ardea riusciva a contenerli ed ogni volta sentiva scricchiolare la lama della sua indistruttibile spada.
Ogni colpo sembrava più forte e mortale del precedente ed ogni volta il Taddeide pensava di veder spezzata la sua spada sotto quella del suo terribile rivale.
Quel cavaliere misterioso pareva animato da un odio non comune, spinto da un'indomita determinazione quasi a compiere una missione.
Si, quella contesa sembrava più una missione che il forte cavaliere voleva portare a compimento.
Una missione simile ad un'esecuzione.
L'esecuzione di Ardea de'Taddei.
Ma chi era davvero?
Uno spettro giunto dall'Aldilà?
Un demonio arrivato per reclamare la sua anima?
Chiunque fosse, adesso vestiva i panni di un giudice, di un giurato e di un boia.
La tenzone continuò a lungo.
Continuò, come volta a fiaccare Ardea, a sfinirlo nel corpo e nello spirito, a farlo piombare vittima di una disperazione e di una rassegnazione senza fine.
A scaraventarlo nel baratro infinito, nell'abisso senza fine delle miserie umane.
Come i demoni fanno con gli uomini.
Estenuarli, disperarli, rassegnarli.
E forse quel misterioso cavaliere era davvero un demone, pensava il Taddeide.
Un demone giunto per punirlo dei suoi peccati.
E la tenzone continuava.
E quel cavaliere pareva non accusare fatica, né mostrare debolezza alcuna.
Sembrava invincibile, senza punti deboli.
Ardea poteva solo difendersi.
Ma quanto avrebbe resistito?
Ormai sentiva le forze abbandonarlo.
Non sarebbe riuscito a parare quei colpi a lungo.
Doveva osare.
Doveva tentare lui un attacco.
Un attacco mortale e forse disperato.
Caricò allora il braccio con tutta l'energia che gli era rimasta.
Con tutta la forza che ancora pulsava nel suo cuore.
Riuscì a schivare l'ennesimo attacco del suo formidabile avversario e si ritrovò pronto a rispondere.
“Ora o mai più...” disse fra sè.
Un attimo dopo menò un forte e preciso fendente, tanto possente che colpendo il braccio del misterioso cavaliere fece volare via la sua spada, che andò a spezzarsi contro una pietra levigata.
E visto il suo rivale senza più la spada in pugno, Ardea tentò il colpo di grazia.
Un nuovo fendente lanciò così verso la testa bardata del suo nemico.
Ma questi bloccò con la mano il braccio del Taddeide.
I due restarono così a lungo a fissarsi.
Il misterioso cavaliere spinse allora indietro Ardea e si tolse l'elmo, mostrando così al Taddeide finalmente il suo volto.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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