“Allora...” disse la psicologa “... cosa mi ha portato questa settimana?”
“Mah, forse un eccessivo desiderio di dormire un po' di più che prima non ho mai avuto...” rispose lui.
“Forse dobbiamo diminuire il dosaggio?” La dottoressa.
“Fosse per me” intrecciando le dita delle mani lui “butterei nel gabinetto tutto il flacone.”
“Crede si sentirebbe meglio senza quella medicina?”
“Beh, di sicuro dormirei di meno” di getto lui “e penserei di più...”
“E se il problema fosse questo?”
“Quale?”
“Il pensare troppo?”
“Da quando pensare fa male?” Fissandola lui.
“Dipende...” lei “... nella vita tutto va fatto con moderazione... anche l'innamorarsi, persino il sesso... in vita sua cosa ha fatto di più?” Aggiustandosi gli occhiali lei. “Si è innamorato più di quanto abbia fatto sesso? O viceversa?”
“Sinceramente non ho mai né contato, né scisso le due cose...” perplesso lui “... dovevo?”
“Tipico...”
“Cosa?”
“Dicevo...” annotando sul quaderno lei “... tipico... mi dica lei di chi... di Icarius o di Guisgard?”
“C'è differenza?”
“Come tra l'innamorarsi ed il sesso...” la psicologa.
“Lei non dice mai Amore... usa solo la parola innamorarsi...”
“C'è differenza tra Amore ed innamorarsi?”
“In effetti no...” scuotendo la testa lui.
“O forse si...” guardandolo lei “... magari dietro un innamoramento c'è un'infatuazione, no?”
“Detesto quella parola...”
“Quale?” Domandò lei.
“Infatuazione...” seccato lui, quasi infastidito “... detesto, anzi odio tutto ciò che è temporaneo, mutevole... ed odio l'Estate... la stagione tipica delle infatuazioni... odio il caldo, il Sole, le spiagge, i tradimenti e quegli idioti che fanno chilometri di file in auto per arrivare a prendersi un ombrellone sulla sabbia ardente...”
“Già, naturale...” sorridendo lei “... tutto ciò che non è eterno, né assoluto è da demonizzare, giusto?”
“Bah...” borbottò lui “... ovvio...”
“Per questo nella sua vita ci sono state tante ragazze...” scrivendo lei “... bellissime immagini di ragazze talvolta chiamate Andromeda, o Penelope, Armida, Angelica, Ginevra, Isotta, Enide e così via...”
“Forse lei vede più film d'Amore di quanto vuol far credere...” ridendo lui.
“Forse...” annuendo lei “... ma di certo non li confondo con la realtà... avanti, lo ammetta... Guisgard o Icarius cambiano continuamente dama in ogni film o romanzo, persino nei fumetti e nei cartoni animati... lei lo fa nella vita alla ricerca di chissà chi o cosa... una donna impossibile da conquistare, quasi sempre quella di un altro... lei è attratto da ogni donna che non può avere... ogni donna irraggiungibile... riesce poi a conquistarle, tutte o quasi... e poi? Si accorge che sono umane?”
Lui ascoltava in silenzio.
“Giulietta che si suicida o Alcesti che muore al posto suo...” continuò lei “... ma anche Penelope che aspetta per anni o una Medea disposta a tutto... dico bene?”
“Lei chi crede che io sia?” Lui con tono pacato e lo sguardo impenetrabile. “Icarius o Guisgard?”
“Non esiste nessuno dei due, ragazzo mio...” avvicinandosi lei a lui “... nessuno dei due... solo lei... esiste solo lei... e nessuna Ginevra è mai nata... nessuna, solo donne normali... comuni...” guardò l'orologio “... il tempo è scaduto anche questa settimana... beh, lasciamo la stessa dose fino alla prossima seduta, poi vedremo.”
Entrarono due infermieri che fecero segno al ragazzo di andare con loro.
“Una cosa ha scordato, dottoressa...” lui con un vago sorriso “... fra tante eroine ha dimenticato Mercedes che torna da me...”
La dottoressa indicò ai due infermieri di andare, portando con sé il ragazzo.
E mentre lo conducevano nella sua stanza attraverso quel lungo corridoio bianco e dall'odore di antisettico, lui ripensava alle parole di quel misterioso uomo, il cui ricordo le medicine avevano quasi offuscato.
Ma quelle poche parole erano ancora vive in lui:
“Decidi tu... scegli tu chi essere ed in cosa credere... ricorda... la pillola di destra ti apre gli occhi, mostrandoti la verità... tutta la verità... quella di sinistra invece... ti farà dimenticare tutto, anche il nostro incontro... e sarai uguale agli altri... in tutto e per tutto uguale alla massa che ti circonda...”
Le due pillole erano ancora nel suo materasso... quella di destra e quella di sinistra...