Sentivo la rabbia montare dentro di me, sempre di più.
Avrei potuto scaraventarlo a terra, ma avevo ormai imparato a dominare la rabbia e ad agire con lungimiranza.
E ora dovevo assolutamente sapere se stava mentendo, o se gli avevano fatto il lavaggio del cervello.
Dovevo sapere se aiutarlo o ucciderlo.
Se era un freddo e calcolatore imbroglione, o un ragazzo a cui avevano distrutto la vita.
Dovevo saperlo.
E dovevo saperlo in quel momento.
Avevo imparato a leggere negli occhi delle persone, in millenni di regno.
Sapevo quando qualcuno mi stava mentendo, quando nascondeva qualcosa, o quando era la verità.
Lui farfugliava cose senza senso, eppure non aveva detto quello che gli avevo chiesto.
Perché sapeva che lo avrei smascherato?
Perché sapeva di essere nel torto?
O avevo solo spaventato a morte un ragazzo di campagna?
Non mi importava: in quel momento l'unica cosa che contava era sapere la verità.
"Sì sì, ho capito.." dissi con sufficienza e un eloquente cenno della mano, come se non avessero avuto alcun effetto su di me le sue parole.
Allora pensai che non ero stata abbastanza chiara, abbastanza decisa.
Così allungai la mano a prendere il colletto della sua camicia, e lo attirai ancora più vicino.
Ora riuscivo a vedere ogni minima screziatura di quegli occhi così azzurri, che fin dal primo momento mi erano sembrati incredibilmente belli.
"Ho detto.." con gli occhi nei suoi, così vicini che quasi potevano incontrarsi le nostre ciglia "Guardami negli occhi e dimmi che non mi hai mai vista prima.." con lo stesso tono di prima.
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