Quelle carezze, quel gioco.
Le dita di Icarius che continuavano a toccare i seni di Clio, stringendoli, per poi arrivare su quei rosati capezzoli diventati ingrossati e sodi, che tradivano l'eccitazione della regina.
E continuava, continuava, senza smettere, guardandola negli occhi.
Occhi, i suoi, diventati di un azzurro profondo, pulsante, vivo, arrossato dalla passione, che non sembravano più quelli dell'ingenuo pittore che arrossiva ad ogni parola di lei.
Da come lui ora la guardava, le stringeva quei seni, sembrava acceso da una luce nuova, che scintillava proprio in quei suoi occhi azzurri, tradendo ora un impeto, un temperamento, una passionalità nuova, come fosse un'altra persona.
E tutto ciò faceva sentire la superba regina quasi in soggezione, intimorita, una preda davanti al suo predatore.
“Penso che sei bellissima...” disse piano lui, toccandole i seni con sempre più desiderio “... la più bella donna che io abbia mai incontrato...”
Allora si chinò lentamente e cominciò a baciarle quei capezzoli turgidi, leccandoli e succhiandoli.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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