Quello sguardo, più spiavo quello sguardo più sentivo l'eccitazione che cresceva a dismisura.
Era come se tutto in me volesse esplodere, il mio cuore che non la smetteva di accelerare, il mio corpo ardente che bruciava ormai più di una stella appena nata, il mio sguardo che voleva come impadronirsi di ogni sua espressione intensa che quel gioco così appassionante gli provocava.
Tutto in me era destinato a quell'espressione sul suo viso, avrei smosso il mondo intero pur di leggervi il più completo e intenso godimento.
No, non mi sembrava mai abbastanza, volevo vederlo bruciare, impazzire, rinascere per poi morire di nuovo di quel piacere che riuscivo a leggere sul suo viso, mentre avide e insaziabili le mie labbra e la mia lingua non gli lasciavano un istante di tregua, abbandonandosi ardite ed appassionate in quel gioco senza fine, che tanto sembrava sconvolgerlo.
Eppure volevo sconvolgerlo ancora di più, e ancora e ancora.
Null'altro mi interessava in quel momento che non vedere il turbamento che gli causavo, il piacere che gli procuravo, il godimento irrefrenabile a cui lo spingevo.
Non c'era cosa più bella di osservare quegli occhi cedere sempre di più alla passione, non c'era soddisfazione più grande che incrociare il suo sguardo ormai immerso in quel piacere senza fine.
Più lo guardavo, più il mio corpo fremeva, si incendiava, impazziva, bramava di dargli di più, sempre di più.
Le mie mani si muovevano sul suo corpo, avide di un contatto che non sembrava mai abbastanza.
Lo accarezzavano ora piano, ora più intensamente, ora di nuovo pano, seguendo i movimenti ritmatici della mia bocca che portavano Icarius oltre ogni immaginabile confine.
Ogni cosa ormai era per lui.
Le mie labbra che lo assaporavano.
Le mie mani che lo accarezzavano.
I miei occhi che lo adoravano.
Il mio corpo che bruciava sempre di più.
Il mio cuore che ormai, gli apparteneva.
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