Dopo un po' la donna tornò e mi portò al pianterreno.
Doveva essere una villa di campagna, sembrava la casa in cui vivevamo prima di trasferirci ad Afragolopolis.
La sala era molto grande, poco illuminata, se non da poche candele.
L'atmosfera era molto strana, ma anche suggestiva e per certi versi romantica.
Sobbalzai quasi quando mi accorsi di una figura nella penombra.
Così mi avvicinai un po'.
"È lei il padrone di questa villa?" chiesi, senza remore o timidezza.

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