Ascoltavo cantare quel ragazzo immaginandolo alla finestra. Mi lasciavo cullare dalla sua voce e dalla descrizione della brughiera, facendo sparire tutto il terrore che mi aveva provocato. Sentivo il cuore battere forte, ma era un battito più piacevole e sereno. Non vedevo nulla, nemmeno le sagome, ma riuscivo a vedere con l'occhio della mente, sentendomi sempre più rilassata e coccolata. Appoggiai la schiena alla parete del letto e continuai ad ascoltare quella voce fantastica, deliziandomi ancora e ancora, con un sorriso stampato in volto che pareva non volersi cancellare più. Nessun barone malvagio, nessun anziano incatenato, solo io e Pavel, la sua voce e la mia cecità.
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What I've done, I'll face myself, to cross out what I've become, erase myself, and let go of what I've done.
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