Non credevo ai miei occhi.
Un altro tassello si aggiungeva al puzzle.
La motocicletta, i suoi occhi neri, il nome di un morto, che sebbene mi avesse spiegato cosa intendeva non mi convinceva.
Lo guardavo senza riuscire a farmene una ragione, soprattutto per la sua destrezza nel guidare.
Tuttavia, ero preoccupata, correva come un pazzo, per di più in quel buio pesto e rischiava di ammazzarsi.
Così presi una giacca e corsi giù, all'entrata della villa, guardandolo.
"Fermati! Ti schianterai!" urlai preoccupata, stringendomi nella giacca.

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